Segretario del Crocifisso |
Dopo l'adunanza del 5 febbraio 1920, la commissione dei quattro non si dette più riposo:
lunghe sedute di studio e di calcolo si tenevano in via delle Rosine parecchie sere della settimana fino a tarda notte,
nelle quali fu prestabilito tutto quanto il necessario per la Scuola Professionale
distinta nei suoi rami elettro-meccanica, tessile, alimentazione, fabbricazione della carta, ecc.,
ossia di un istituto comprendete tutta una famiglia di scuole, di un vero politecnico.
Non si mirò ad un ramo solo di scuola, ma a quei rami d'industria che per il loro sviluppo nel paese
e la loro importanza, erano in grado di attrarre buona parte della gioventù studiosa.
Si divisero i corsi in sei anni di studio coll'aggiunta di due anni di perfezionamento per alcune scuole
e di un anno solo per altre.
Al suddetto disegno di previsione per la scuola industriale fu aggiunto anche quello per una scuola media di commercio
di primo e secondo grado, raggiungendo un preventivo di spesa totale di circa diciannove milioni di lire.
L'attività della commissione non si contentò soltanto dello studio di un bilancio di previsione,
ma si estese alla ricerca di un locale nel quale stabilire la scuola.
Dopo molte ricerche, si fissarono gli occhi sull'ex-monastero di S. Croce, vasto locale, con chiesa annessa,
fiancheggiato da quattro vie principali, col servizio di diverse linee di tranvia e una piazza prospiciente.
I due Fratelli, che parteciparono a queste discussioni, non mancarono di far notare
che condiscendevano a studiare questo disegno massimo, ma assicuravano però che il proposito loro
era di incominciare dal poco.
Ciò nonostante si era corso troppo nel concepire il disegno d'inizio dell'istituzione,
pensando subito all'acquisto di vasti locali con parecchie classi diurne e serali,
senza pesare con maggior riflessione le opposizioni che sarebbero sorte.
Sarebbe stato meglio studiare e presentare il disegno minimo di prima attuazione,
riservando il massimo come ideale da raggiungere negli anni successivi.
Fu invece ultimato il bilancio di previsione massimo, scritto in dodici copie, fatte pervenire ai membri del Comitato,
il quale venne convocato il giorno 3 marzo 1920.
Nell'adunanza si ebbe cura di far notare che il bilancio di previsione indicava solo il massimo
a cui si voleva arrivare, ma che si poteva incominciare da un minimo la cui cifra non doveva spaventare nessuno;
si accennò anche ai doni di macchine e di utensili che le ditte non avrebbero mancato di fare.
Tali rilievi non cancellarono gli effetti della prima impressione di sfiducia,
la quale andò anzi aumentando quando di venne a trattare la questione del locale,
e si insisté sulla convenienza di acquistare il grande isolato di S. Croce.
L'assemblea restò silenziosa e piuttosto fredda. Si toccò allora della necessità di approfittare,
per l'acquisto di detto stabile, della presenza nel comune di R. Commissario;
ritardando, si correva rischio di dover poi trattare con gli anticlericali, i probabili futuri padroni del Comune.
Uguale freddezza, su per giù, nell'assemblea e molta esitanza.
Ruppe il silenzio, per buona fortuna, il Conte Emiliano Della Motta con queste ispirate parole:
« Poiché Iddio vuole che noi facciamo questa scuola, non è bene che restiamo nell'indecisione;
mettiamoci dunque risoluti e lavoriamo ». Dopo quell'adunanza, tre membri del Comitato si ritirarono,
altri vi rimasero ma con freddezza e quasi cercando una via per andarsene.
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