Notte Oscura |
Al buio e più sicura,/ per la segreta scala, travestita,/ oh, sorte fortunata!,/ al buio e ben celata,/ stando la mia casa al sonno abbandonata.
1. In questa strofa l'anima sta ancora cantando alcune proprietà dell'oscurità della notte, ripetendo i preziosi vantaggi che questa le ha procurato.
Descrive poi tali proprietà, rispondendo a un'obiezione implicita, affermando che non si deve pensare che, avendo da attraversare questa notte e oscurità fra tanti tormenti, dubbi, timori e orrori, come ho detto, abbia corso maggior pericolo di perdersi; al contrario, in questa notte oscura ha guadagnato se stessa: si è liberata ed è sfuggita abilmente ai suoi nemici quando le sbarravano il cammino.
Col favore delle tenebre di questa notte ha cambiato l'abito e si è travestita con livree di tre colori diversi, come si dirà in seguito.
Poi è passata per la segreta scala, cioè quella della fede, all'insaputa delle persone di casa, come dirò più avanti; attraverso di essa è uscita nascosta e ben celata, realizzando così al meglio la sua impresa.
Non si dava occasione per muoversi più sicura, particolarmente perché si trovava già in questa notte purificatrice, in cui gli appetiti, gli affetti, le passioni, ecc., della sua anima erano addormentati, mortificati e cancellati; se, invece, fossero stati svegli e attivi, non gliel'avrebbero consentito.
Si commenta, dunque, il verso che dice: Al buio e più sicura.
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