2 - Il peccato - rottura del rapporto con Dio
Tutti gli altri rapporti ne sono sconvolti
È la condizione per la vita dell'uomo
"Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto ... " - Gv 15,5-6
Quindi una esperienza della rottura del rapporto con Dio sarebbe di conseguenza una esperienza di morte
"... ma dall'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente ne moriresti" - Gen 2,17
È per l'uomo il mezzo mediante il quale può realizzare il rapporto con Dio
infatti per ogni cosa creata "Dio vide che era cosa buona" - Gen 1,1-25
Quindi una esperienza di rottura del rapporto con la realtà creaturale provocherebbe di conseguenza una ribellione di questa contro l'uomo
incapacità di essere ancora "segno" per l'uomo "... maledetto sia il suolo per causa tua!
Con dolore trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita.
Spine e cardi produrrà per te ..." - Gen 3,17-18
Per questo: "Dio disse ... non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile." - Gen 2,18
"Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona." - Gen 1,31
Questo "aiuto simile a lui
"carne della sua carne, ossa delle sue ossa." - Gen 2,23
dovrà aiutarlo a realizzare pienamente
il suo rapporto diretto con Dio
il suo rapporto con tutta la realtà creaturale
il suo rapporto con Dio mediante la creazione
dovrà aiutarlo ad evitare la rottura di questo duplice rapporto.
Ha voluto diventare arbitro delle sue scelte
Ha voluto fare esperienza di indipendenza
Ha voluto fare esperienza della conoscenza del male ( della rottura del rapporto con Dio)
"Il serpente ... disse alla donna ... quando voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male.
Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò." - Gen 3,5-6
Ha voluto fare esperienza di rottura del rapporto con Dio ed ha fatto l'esperienza del suo essere creatura
incapace di essere autosufficiente
incapace di provvedere a se stesso
incapace di ogni sicurezza, perciò indifeso
Ha scoperto la gravità del suo rifiuto di Dio
Ha scoperto la sua estrema povertà di creatura sola
Ha scoperto di avere perso la dignità che le era stata donata
"Allora si apersero gli occhi a tutti e due e si accorsero di essere nudi" - Gen 3,7
"Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden" - Gen 3,23
Per l'uomo non c'era capacità di conservare la vita:
la vita fisica abbandonata al suo destino di morte
la vita dello spirito, disinnestata dalla Sorgente della vita, incapace di sostenersi
la vita della "grazia", partecipazione alla vita stessa di Dio, era stata rifiutata
"Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio che si secca e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano" - Gv 15,6
Per l'uomo essa aveva perso tutto il suo significato
Per l'uomo non era più possibile
il rapporto con se stesso
il rapporto con gli altri uomini
il rapporto con il resto della creazione
Per colpa dell'uomo
tutta la realtà creaturale è diventata muta, incapace di parlare all'uomo di Dio
tutta la realtà creaturale è diventata opaca, incapace di riflettere all'uomo la presenza di Dio
"La creazione stessa ... è stata sottomessa alla caducità - non per suo volere ... - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione ... geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto ..." - Rm 8,19-22
Ormai nemico del suo Creatore, senza più nessun aiuto per ritrovarlo
Per lui non c'è più speranza di vita, lui fatto per Dio e la vita si è trovato solo davanti a se stesso e la morte - Rm 5,12s
È la solitudine che ci è manifestata da Gesù, fattosi per noi peccato, quando sulla croce grida
"Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" - Mt 27,46