Bolla Papale

Dizionario

1) Comunicazione ufficiale in forma scritta emanata dalla Curia Romana con il sigillo del Papa chiamata così per via del sigillo ( d'oro ).


Il termine deriva dal latino bulla che fa riferimento all'aspetto del sigillo ed era usato, già prima del XV secolo, per descrivere ogni decreto ( forma solenne ) o lettera ( forma semplice ) che fosse stato emanato dal pontefice.

Termine generico con cui vengono designati dal sec. XIII documenti diversi per contenuto emanati dal pontefice romano.

Il particolare estrinseco che li accomuna consiste in un sigillo ( bulla ) di piombo.

Il testo della bolla è redatto in lingua latina.

Le raccolte di bolle rivestono grande interesse per la ricostruzione dell'importanza e degli influssi della sede romana, ma anche di aspetti della vita delle comunità ecclesiali.

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Caratteristiche

Il testo della bolla poteva iniziare con un solo rigo redatto a grandi lettere ( litterae elongatae ).

In esso in genere sono contenuti due elementi: il nome del Papa ( senza il numerale: quindi Pius e non Pius IX ), il titolo del Papa, episcopus ( vescovo ) seguito dalla formula humilitatis che suona servus servorum Dei ( servo dei servi di Dio ).

La prima frase ( l'incipit ), spesso una citazione biblica, in tempi recenti ha spesso indicato il documento stesso ( come esempio, di un'enciclica, citiamo: Rerum novarum ).

Il corpo del testo non ha alcun formato speciale e spesso ha un'impostazione molto semplice.

La parte conclusiva contiene in genere una datatio in cui venivano indicati il luogo in cui il documento era stato scritto, il giorno, il mese e l'anno del pontificato del papa.

Seguono le firme ed infine il sigillo.

Nelle trascrizioni si trova la sigla L.P. ( locum plumbi ).

Fino al pontificato di papa Leone XIII la datazione era differente da quella degli altri documenti pontifici: era fatta secondo i giorni del calendario romano antico e con lo stile dell'Incarnazione.

Con papa Pio X anche le bolle hanno adottato la datazione con il calendario gregoriano e l'anno con lo stile della Natività.

Il papa, per le bolle più solenni, usava firmare ( almeno in parte ) il documento di proprio pugno: in questo caso allora veniva usata la formula Ego [ nome ] Catholicae Ecclesiae Episcopus ( "Io, [ nome ] Vescovo della Chiesa cattolica" ).

Alla firma del papa in questo caso seguivano alcuni segni di corroborazione ( rota e benevalete ), le firme dei testimoni e poi in ultimo il sigillo.

Attualmente, un membro della Curia romana firma il documento a nome del Papa, in genere il Cardinal Segretario di Stato.

Contenuto

In termini di contenuti, la bolla è semplicemente il formato in cui si presenta un decreto papale; può contenere qualsiasi argomento, ed infatti molte così erano e sono, inclusi decreti statutari, nomine di vescovi, dispense, scomuniche, costituzioni apostoliche, canonizzazioni e convocazioni.

La bolla era il formato di lettera esclusivo della Santa Sede fino al XV secolo, quando cominciò ad apparire il breve apostolico, il documento meno solenne che era autenticato da uno stampo di cera ( attualmente uno stampo di inchiostro rosso ) raffigurante l'anello del pescatore.

Non vi è mai stata una distinzione esatta tra la bolla e il breve, oggigiorno però la maggior parte delle lettere, incluse le encicliche papali, sono emanate come brevi.

Attualmente, la bolla è una comunicazione scritta in cui il papa si definisce episcopus servus servorum Dei.

Sigillo

La caratteristica più peculiare della bolla era il sigillo metallico, la bulla il cui termine è poi passato ad indicare l'intero documento.

Si ritiene che il primo papa ad usare sigilli metallici sui documenti papali fu Adeodato I ( 615-618 ).

Il sigillo era generalmente di piombo, ma in occasioni molto solenni veniva usato l'oro.

Il sigillo rappresentava i fondatori della Chiesa di Roma, gli apostoli Pietro e Paolo, identificati.

Il nome del papa che emanava la bolla veniva scritto nel retro.

Il sigillo veniva applicato al documento o mediante cordicelle di canapa ( nel caso si trattasse di lettere di giustizia ed esecutorie ) oppure seta rossa e gialla ( nel caso di lettere di grazia ) annodate attraverso piccole aperture nel documento stesso.

Fin dal tardo XVIII secolo il sigillo di piombo è stato sostituito da un timbro di inchiostro rosso dei Santi Pietro e Paolo con il nome del papa regnante circondante l'immagine, anche se lettere molto formali, quali per esempio la bolla di Giovanni XXIII che convocava il Concilio Vaticano II, ancora portano il sigillo di piombo.

Si sono conservate bolle papali in forma originale solo posteriori all'XI secolo, quando avvenne la transizione dal fragile papiro alle più durature pergamene.

Non è stata rinvenuta integra in originale nessuna bolla precedente l'819, ma si sono conservati alcuni sigilli originali di piombo risalenti al VI secolo.


Magistero

Costituzione Apostolica Giovanni XXIII - Humanis salutis 25-12-1961
Indizione del Concilio Vaticano II
Bolla Francesco - Misericordiae Vultus 11-4-2015
Indizione del giubileo straordinario della misericordia
Bolle