Oratoriani
I sacerdoti della Congregazione dell'Oratorio, detti anche filippini, dal nome del loro fondatore, s. Filippo Neri. Sorta nel 1552 e approvata da Gregorio XIII nel 1575, la congregazione prende il nome dal luogo di preghiera di Filippo e dei suoi amici. Impegnati nel rinnovamento religioso della città di Roma, gli oratoriani sperimentarono nuovi metodi pastorali, come esercizi spirituali, conferenze sulla vita religiosa, prediche e racconti per bambini, canti religiosi in lingua volgare. In questo lavoro, Filippo non volle caratterizzare i suoi preti con nessuna particolare regola o forma di voto, chiamando il suo sodalizio di vita comune semplicemente Albergo della Gioia Cristiana. Gli statuti che riproducevano le consuetudini della casa romana vennero approvati nel 1612: si sviluppò un movimento con la nascita di altre case ispirate alle stesse regole, ma reciprocamente autonome. In Francia una Congregazione dell'Oratorio nacque nel 1611 su iniziativa del cardinale P. de Bérulle, indipendentemente dall'iniziativa filippina, ma conobbe un forte travaglio nel periodo della diffusione del giansenismo. Tra gli oratoriani filippini dei secoli successivi vanno ricordati lo storico Cesare Baronie, il cardinale J. H. Newman ( che fondò l'Oratorio inglese a Londra nel 1848 ), il teologo spirituale A. Gratry, il filosofo francese L. Laberthonnière. La spiritualità filippina, impregnata di comprensione e ottimismo umanistico per la capacità dell'uomo di ordinare il mondo, ebbe forte influenza nella Chiesa novecentesca, per esempio con l'Oratorio di Lipsia ( centrale nel movimento liturgico tedesco ) o con l'Oratorio della Pace di Brescia, che diede figure come il "cardinale-parroco" G. Bevilacqua, padre Rinaldini, padre Caresana, e fu un punto di riferimento nella formazione di G.B. Montini, il futuro Paolo VI. |