Pseudepigrafi
Dal greco pseudés, "falso", "bugiardo", apposto a epigraphé, "iscrizione", la parola designa opere letterarie attribuite a chi non ne fu l'autore, o per ignoranza della sua vera identità, o, più spesso, intenzionalmente, allo scopo di conferire al testo una straordinaria autorevolezza assegnandolo ad un personaggio di altissimo spicco, come un patriarca o un profeta antico: ad esempio, la Sapienza fu posta sotto il nome di Salomone. Tuttavia i protestanti chiamarono "pseudepigrafi" i libri che i cattolici denominano "apocrifi", ed "apocrifi" quelli che i cattolici definiscono "deuterocanonici" ( come Tobia, Giuditta, i Maccabei … ). |