Relativismo

… etico

Atteggiamento di fondo che tende a negare l'esistenza di valori oggettivi assoluti sui quali fondare l'agire morale.

La progressiva acquisizione, nell'ambito della società moderna, della storicità come dimensione costitutiva dell'esperienza umana ha prodotto la convinzione che i comportamenti dell'uomo sono radicalmente legati ai contesti storico-sociali nei quali egli è situato.

L'etica non avrebbe dunque un carattere normativo, ma semplicemente descrittivo, risolvendosi in una sorta di "scienza del costume", fondata su criteri meramente quantitativi, che vengono desunti dal riferimento alle scienze umane.

A confermare tale assunto sembrano concorrere i dati derivanti dallo studio delle diverse culture: ciò che infatti da essi scaturisce è l'estrema varietà ( e persino contraddittorietà ) dei sistemi di valore e delle norme concrete di azione.

D'altra parte, l'odierno pluralismo ideologico e culturale non fa che accentuare tale diversificazione.

La situazione di complessità, propria della nostra società, alimenta la tendenza alla soggettivizzazione dei comportamenti, accentuando la difficoltà a convergere attorno a valori comuni.

La doverosa condanna del relativismo etico, ribadita di recente da Giovanni Paolo II nella Veritatis splendor, in quanto esso conduce alla totale dissoluzione della morale, non deve tuttavia esimerci dal rilevare gli aspetti di storicità dell'etica.

Anche all'in terno della morale cristiana è emersa l'esigenza di una sempre maggiore attenzione a questi aspetti.

L'acquisizione della coscienza storica come dato irrinunciabile della condizione umana ha condotto a una rilettura della Parola di Dio come "storia di salvezza", e perciò a un'analisi puntuale dei contesti sociali e culturali entro i quali si sviluppa la Rivelazione.

Il messaggio morale in essa contenuto è dunque caratterizzato da una certa relatività.

Questo non significa che non esistano elementi di assolutezza che devono essere radicalmente salvaguardati, ma soltanto che essi si realizzano secondo modalità diverse, corrispondenti alle esigenze delle situazioni socio-culturali in costante trasformazione.

Il modello che la riflessione teologico-morale ha elaborato in questi ultimi decenni, soprattutto dopo il concilio Vaticano II, è contrassegnato dal tentativo di fare contemporaneamente spazio alle dimensioni di immutabilità e di storicità della prassi cristiana.

La forte riaffermazione dei valori evangelici si accompagna infatti a una costante apertura alla cultura come ambito necessario della loro mediazione.

La distinzione tra valori assoluti, che costituiscono il criterio irrinunciabile di discernimento dell'agire morale, e norme concrete di comportamento, sempre in qualche modo legate alla cultura, consente di superare la tentazione del relativismo, senza rinnegare tuttavia l'esigenza di una certa relatività, che è espressione di fedeltà alla logica dell'incarnazione.

v. Morale cristiana