Meditazioni per le domeniche dell'anno |
1 Gesù
Cristo per impegnare fortemente gli uomini a pregare, assicura positivamente
che tutto ciò che domanderemo, lo riceveremo.
Chi chiede, aggiunge, riceve ( Mt 21,22; Lc 14,10 ). La preghiera produce questo effetto da se stessa perché è Dio che l'ha promesso; perciò più gli si domanda, più concede, perché prova un piacere immenso a beneficare gli uomini. Non ci esorterebbe con tanta insistenza a domandare - dice sant'Agostino - se non fosse disposto a dare e se non lo volesse effettivamente. Vergognatevi dunque di mostrarvi fiacchi e negligenti a pregare Dio che è disposto a concedervi più di quanto chiedete: la compassione che ha per la vostra miseria è più forte del desiderio che avete voi di esserne liberati. Fatevi coraggio e credete a chi vi sollecita con tanta forza; rendetevi degni delle sue promesse e fatevi un piacere di ricorrere a lui. Esiste qualcuno - si chiede sant'Agostino - che, confidando di ottenere qualcosa da Dio, sia rimasto deluso? |
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2 Nel santo
Vangelo Gesù Cristo adduce due motivi per convincerci dell'efficacia della
preghiera.
Il primo è la fede e la fiducia con le quali si fa ricorso alla preghiera. Qualunque cosa, dice Gesù Cristo, domandate con fede nella preghiera l'otterrete ( Mt 21,22 ). Dice: tutto, in modo assoluto, senza alcuna eccezione. Chi potrebbe credere che la fede possa produrre un tale effetto - quello cioè di ottenere infallibilmente tutto ciò che si chiede a Dio - se non fosse il Figlio di Dio, che è la stessa verità ( Gv 14,6 ), ad assicurarlo? Non solo ve l'ha fatto conoscere per mezzo di queste parole, ma ve ne ha fornito un importante esempio nella persona della Cananea che pregò insistentemente e sollecitò Gesù Cristo a liberare sua figlia posseduta dal demonio e che meritò da Gesù Cristo di essere esaudita, solo a motivo della sua fede. Donna, le disse Gesù, quant'è grande la tua fede! il tuo desiderio sia esaudito! ( Mt 15,28 ). Convincetevi che Dio è disposto a non rifiutarvi nulla di ciò che gli domanderete e con fiducia nella sua bontà. |
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3 Il secondo
motivo che spinge Dio a concedere tutto a quelli che pregano è l'umiltà
con la quale gli chiedono ciò che loro serve, perché - come si esprime
molto bene il Saggio - Dio resiste ai superbi e concede la sua grazia agli
umili (
Pr 3,34
), e cioè non concede nulla ai primi e non rifiuta nulla ai
secondi.
La verità di quanto detto, la possiamo riscontrare con evidenza nella parabola del fariseo e del pubblicano, che andarono contemporaneamente a pregare nel tempio. Gesù Cristo precisa che il pubblicano ritornò a casa giustificato, ma non fu così per il fariseo e ne dà subito la spiegazione: chi si innalza sarà umiliato, chi invece si umilia sarà innalzato ( Lc 18,9-14 ). Come se dicesse che la preghiera del primo non fu esaudita perché era accompagnata da sentimenti di orgoglio e che il secondo, nonostante i suoi considerevoli peccati, fu interamente perdonato a motivo della contrizione e dell'umiltà con le quali si era presentato al cospetto di Dio e che lo fecero tornare a casa giustificato. Quando vi mettete in preghiera davanti a Dio, fatelo con grande umiltà, in modo che Dio non vi rifiuti nulla di ciò che gli chiederete. |
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