Spiegazione del metodo di orazione |
325 Poiché la prima e la seconda parte del metodo di orazione contengono nove atti, che sono davvero tanti e che potrebbero, forse mettere in imbarazzo chi vuole applicarsi alla seconda, per la quale potrebbe non avere tempo sufficiente, vengono qui proposti alcuni accorgimenti.
326 - 1° Si può abbreviare la durata degli atti della prima parte, limitandoli a poche parole e senza soffermarcisi a lungo.
Ad es., l'atto di fede, della presenza di Dio, può essere riassunto così: Mio Dio, sei presente in me come nel tuo tempio.
Si sta quindi, per un po' di tempo, raccolti e attenti a Dio presente in noi.
L'atto di adorazione: Ti adoro o mio Dio.
Restare quindi per la durata di un Pater Noster, adorando Dio con rispetto interiore.
L'atto di ringraziamento: Ti ringrazio mio Dio.
Si resta, suppergiù per la stessa durata, in un sentimento di riconoscenza.
Così si può fare con gli atti.
327 - 2° Condensare in un solo atto, ma in modo implicito, il sentimento interiore di tutti gli altri, che non debbono essere distinti o attualizzati da atti formali o verbali;
dobbiamo presentarci dinanzi a Dio in atteggiamento di adorazione interiore, con un semplice sguardo di fede nella sua santa presenza, nella sua suprema grandezza e eccellenza infinita;
di riconoscenza per i suoi benefizi, di umiltà per la nostra bassezza e nullità, di confusione e di contrizione dei nostri peccati;
di applicazione, di unione e di invocazione, considerando il bisogno che abbiamo dei meriti di Nostro Signore, del bisogno di essere a lui uniti e diretti dal suo spirito.
Possiamo chiedere tutte queste cose, esprimendo un desiderio del cuore, esposto con semplicità dinanzi a Nostro Signore.
Tutto questo può essere fatto in breve tempo, quale potrebbe essere la durata di un miserere, anche se si dovessero aggiungere altri atti, come quelli di speranza, di amore, di rassegnazione.
Questa pratica risulta facile a chi è veramente interiore, che cammina, più che gli è possibile, alla presenza di Dio e mantiene sempre il raccoglimento degli occhi e della mente; che osserva con esattezza il silenzio; che si occupa solo di ciò che lo riguarda, che si rassegna facilmente ad obbedire.
328 - 3° Limitarsi a fare l'atto della presenza di Dio e quello di adorazione; passare quindi alla seconda parte, omettendo tutti gli altri.
329 - 4° E inutile impegnarsi a fare, in un'unica volta, tutti gli atti della seconda parte; ci si può contentare di due o tre e anche di uno solo a cui applicarsi.
Gli altri si possono fare di volta in volta, in diverse orazioni, dopo essersi soffermati brevemente sugli atti già fatti nell'orazione o nelle orazioni precedenti, ovvero omettendoli del tutto, per passare a quelli o a quello su cui vogliamo applicarci.
Questo metodo potrebbe risultare utile a impadronirsi meglio del senso e dello spirito degli atti, e a compenetrarsene più inferiormente, stando attenti a fare buoni propositi e a rinnovare quelli fatti in precedenza, che possono essere rinnovati per più giorni di seguito, soprattutto se notiamo di non averli praticati bene o che ci sono ancora utili.
330 - 5° Quando sentiamo una interiore e dolce attrattiva per qualcosa a cui non avevamo neanche pensato, come ad amare Dio, a testimoniargli fiducia e sottomissione, a chiedergli, con insistenza e fiducia, qualsiasi cosa - sia per noi che per gli altri -, ovvero a riflettere su qualche parola di Dio, dobbiamo seguire queste attrattive o altre simili, purché provengano da Dio e dalla fede, e siano conformi alla perfezione che il nostro stato richiede.
Preciso che conviene seguire queste attrattive finché Dio vorrà farcele godere, perché è un segno che Dio ci chiede in quel momento.
Questa è la riprova: uscire dall'orazione mossi da un nuovo affetto al nostro dovere e a compierlo con l'intento di amare Dio e di fargli piacere.
331 La seconda parte è anche utile per fare orazione sui novissimi, sul peccato o su uno dei Comandamenti, ecc…
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