Contro Fausto manicheo |
Fausto. " Perché non accetti il Vecchio Testamento? ". Perché sono già stato prevenuto dal Nuovo.
Il Vecchio e il Nuovo non s'accordano come attesta la Scrittura: Nessuno, dice, pone una stoffa nuova in un vestito vecchio, altrimenti si ha uno strappo più grande. ( Mt 9,16; Lc 5,36 )
Poiché dunque mi guardo bene dal provocare uno strappo maggiore non mescolo la novità cristiana alla vetustà ebraica.
Chi infatti non giudicherebbe disgustoso, una volta che abbia indossato un abito nuovo, non gettare il vecchio fra i rifiuti?
Pertanto, benché io fossi nato giudeo, come lo furono gli apostoli, era corretto che io, una volta accolto il Nuovo Testamento, ripudiassi il Vecchio come fecero loro.
Ora dunque, una volta ottenuto per dono della natura di non nascere sotto il giogo della schiavitù e vedendomi venire subito incontro Cristo col dono di una piena libertà, come sarei misero, stolto e anche ingrato se mi consegnassi ancora ad una schiavitù!
Paolo rimproverava i Galati che, ritornando alla circoncisione, retrocedevano verso consuetudini difettose e inefficaci in base alle quali farsi di nuovo schiavi. ( Gal 4-5 )
Come potrei dunque accettare qualcosa per cui vedo che altri è rimproverato?
È vergognoso tornare in schiavitù, ma ancora più vergognoso il sottomettervisi per la prima volta.
Agostino. Abbiamo in precedenza mostrato a sufficienza perché e in che modo conserviamo l'autorità del Vecchio Testamento, non per imitare la schiavitù giudaica, ma per testimoniare la libertà cristiana.
Non mi riferisco alla mia voce, ma a quella dell'Apostolo che dice: Tutte queste vicende li riguardavano come figure, ma sono state scritte per noi che siamo alla fine del tempo. ( 1 Cor 10,11 )
Noi non eseguiamo in schiavitù quanto ci viene ordinato per presentarci, ma leggiamo in libertà quanto è stato scritto per confermarci.
Chi non comprenderebbe a questo punto perché l'Apostolo richiama i Galati?
Il motivo è evidente: volendo essere circoncisi non leggevano la Scrittura relativa alla circoncisione con spirito religioso, ma già superstizioso. ( Gal 4-5 )
Non ricuciamo dunque in un vestito vecchio una pezza nuova.
Ci istruiamo però sul regno dei cieli a somiglianza di quel padre di famiglia di cui parla il Signore, che traeva dal tesoro sia le cose nuove che quelle vecchie. ( Mt 13,52 )
Ricuce un panno nuovo sul vestito vecchio chi vuol avere la continenza spirituale senza rinunciare alla speranza carnale.
Leggete attentamente e vedete come ha risposto il Signore interrogato sul digiuno: Nessuno cuce la stoffa nuova sul panno vecchio. ( Mt 9,16 )
I discepoli amavano ancora il Signore carnalmente dal momento che temevano di perderlo se fosse stato ucciso.
È per questo che apostrofa col nome di Satana il discepolo Pietro che voleva allontanarlo dalla passione, rimproverandolo di non saper gustare le cose di Dio ma solo quelle degli uomini. ( Mt 16,23 )
Considerate dunque quale speranza carnale voi concepiate in quella vostra fantasiosa immagine del regno di Dio per cui amate e adorate codesta luce del sole sensibile per la carne quasi vi fosse presentata come esempio: scoprirete come i vostri digiuni si cuciono con la prudenza della carne come con un vecchio vestito.
In realtà, visto che il panno nuovo non s'accorda col vestito vecchio, come poterono le membra del vostro Dio unirsi ai principi delle tenebre non tanto unite e cucite, ma, ciò ch'è peggio, mescolate e impastate con essi?
Forse che entrambi sono vecchi perché falsi ed entrambi si riferiscono alla prudenza della carne?
A meno che voi vogliate dimostrare che l'uno è vecchio e l'altro è nuovo perché s'è creata fra i due una grossa spaccatura in modo che un miserabile pezzo di stoffa fosse strappato dal regno della luce ed una pena eterna fosse inflitta alla sfera delle tenebre.
Eppure al grossolano creatore di simili favole o al poveretto che se ne riveste sembra di punzecchiare argutamente con l'ago della lingua i solidi fondamenti delle divine Scritture.
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