Suor Benigna Consolata Ferrero |
Per far del bene alle anime bisogna vederle in me, nella luce del mio Sacro Cuore.
Le anime sono la mia immagine.
Un giorno, in paradiso, ti mostrerò le anime e ti dirò: « Ecco i tabernacoli che mi hai preparati ».
Abbi una grande carità, perchè Dio è carità, e abbi un grande amore verso il prossimo per imitare me che sono sempre in atto di beneficare le mie creature.
Devi essere unita a me per mezzo della grazia e al prossimo per mezzo della carità.
Tutto ciò che fai in favore del tuo prossimo, lo fai a me; come tu pensi del tuo prossimo, così pensi di me; come parli del tuo prossimo, così parli di me; come tu scusi il tuo prossimo, così scusi me.
Ci sono due modi per guardare il prossimo: uno per scoprire i difetti, e questo viene dal demonio, dalla natura, dalle passioni, e uno per scoprire le virtù, e questo viene dalla carità, dalla grazia, da Dio.
Tu desideri comunicarmi agli altri e non sai come fare, Io ti insegno.
Parla sempre dell'amore, con tutti dell'amore.
La carità è una virtù speciale e intima del Cuore di Dio, deve essere quindi il principale ornamento della sua sposa.
Per praticare la carità con perfezione e con puro amore di Dio, è necessario che tu d'ora innanzi veda nel prossimo, chiunque esso sia, il tuo celeste Sposo.
Servirai Lui servendo il prossimo, amerai Luì amando il prossimo, consolerai Lui tergendo le lacrime dei tuoi fratelli in Gesù Cristo.
Tratterai tutti con somma dolcezza, senza affettazione di sorta, e non esigerai nè testimonianze di riconoscenza, nè ringraziamenti, considerando che è già fin troppo, per te, l'essere fatta degna di servire il tuo Sposo.
Quando riceverai espressioni di gratitudine, servitene alla maggior gloria di Dio che ti ha dato le facoltà con le quali ti sei potuta rendere utile al prossimo.
Il bene che devi procurare di fare al prossimo, deve essere specialmente nell'ordine morale.
Talora però è necessario incominciare dal materiale.
Tutte le volte che tu dici una buona parola a qualcuno, che tu lo consoli, è come se tu lo facessi a me, come se tu mi avessi consolato là nel giardino degli Ulivi quando soffrivo tanto.
Io adesso non posso più patire, sono impassibile, immortale, glorioso, ma Io voglio patire nel mio corpo mistico, la Chiesa; le anime sono i miei membri.
La Veronica, quando mi ha asciugato il volto, lo ha fatto per puro amore.
Tutte le volte che tu fai un atto di carità, la mia immagine diventa sempre più bella in te, più splendente, più rassomigliante.
Dimentica te stessa per pregare, invece, e intercedere per i peccatori: domanda la perseveranza per quei che mi sono fedeli, un maggior rinnovamento di fervore per le anime tiepide, la sottomissione e la dolcezza per gli spiriti forti e bramosi d'indipendenza.
Le giornate in cui dài più anime a Gesù sono quelle più tribolate.
Le tue sofferenze, unite alle mie, acquistano un valore inestimabile.
In paradiso avrai una gloria speciale per la tua generosità nel soffrire per gli altri.
Tu sai ciò che vuol dire soffrire.
Bisogna aver sofferto per imparare.
Continua a soffrire, avrai larga mercede per te e per gli altri.
Quante anime tu salvi, senza saperlo: te le farò conoscere in paradiso; esse aumenteranno la tua felicità.
Tante anime vorrebbero percorrere il mondo per convertire le anime, eppure sono inchiodate in un letto, e anche a carico di altre; ebbene, esse con un atto solo di rassegnazione alla mia volontà, fanno di più che se percorressero tutto il mondo per salvare le anime.
Però esse non devono perdere le loro energie in inutili desideri di fare.
La carità è il più gran dono che si possa fare: Io te lo faccio, dandoti tanta carità, che ne avrai per te e per gli altri.
Ti darai al prossimo, come lo mi do nella S. Comunione a ogni anima e a tutte le anime che mi ricevono.
Non rifiuterai, per quanto dipende da te, dall'ubbidienza e dai tuoi doveri, di rendere alcun servizio al tuo prossimo, e quando qualcuna verrà a cercarti un piacere o a chiederti qualche cosa, la riceverai come un povero che Io ti mando per ricevere da te l'elemosina del tuo tempo, delle tue cognizioni, delle tue abilità e per praticare ciò che è detto nel Vangelo: « Se alcuno ti cerca il mantello, dagli anche la tunica ».
Tu devi darti al prossimo, non solo prestarti; quando uno dà una cosa, non la riprende più; se uno invece la presta, torna a riaverla.
La dolcezza trionfa di tutto.
Chi è mite, chi è affabile, chi è calmo, si guadagna la benevolenza di tutti.
Chi spera in me, ottiene tutto.
Tu non puoi comprendere il bene che fa la dolcezza.
É come quando vien giù la pioggia fina fina, quieta quieta; non si vede dove va a finire, ma essa penetra nella terra e inumidisce le radici dell'albero, che poi produce frutti buoni e deliziosi.
Chi passa e coglie quei frutti, non pensa alla parte che la goccia di pioggia ha avuto alla loro maturanza.
Così, una parola dolce che mi dà alle anime, per vie sconosciute produce grandi frutti.
Grande attenzione alla carità verso il prossimo: parlare del prossimo bene o per il bene; non gettare la colpa su qualcuno per scusare un altro, ma procurare di rimettere in buona opinione il caro prossimo con qualche buona parola.
Ti tolgo le imperfezioni, quando tu pratichì la carità.
Chi non vuol essere giudicato, non giudichi.
Chi non vuol essere punito, non punisca se non per amore dì Dio; chìunque mi imiterà nella dolcezza trattando con le anime, sarà certo della loro conversione, perchè Io do alla dolcezza una forza superiore a qualunque altra forza.
É inutile cercare di condurre le anime per altre vie: tutti amano il dolce e con questo mezzo si lasciano facilmente adescare.
Devi essere talmente premurosa del bene del tuo prossimo, da cercare sempre di farlo risaltare più che puoi.
La carità deve costare: un'anima caritatevole deve imporsi continui sacrifici per far fiorire la carità intorno a sè.
La carità è già dolce, ma la soavità della carità lo è di più.
Abbi la pace del cuore, la calma e la rassegnazione dello spirito, la cordialità e l'umiltà con tutti.
Piuttosto che umiliare gli altri, umilia te stessa; piuttosto che contraddire gli altri, quando puoi farlo contraddici te stessa; piuttosto che danneggiare gli altri, danneggia te stessa.
Anche quando sai che non potrai fare un servizio a una persona, dalle sempre a sperare che l'aiuterai, perchè Io farò anche un miracolo, per renderti benigna con il tuo prossimo.
Rendi servizio al prossimo in tutto quello che puoi; non temere di perdere il tempo, fatti serva di tutti.
Lo tengo fatto a me tutto quello che fai per gli altri.
I servizi che si rendono a una persona inferma, si fanno con più pura carità, perchè non si può aspettare il ricambio.
Amare Dio non vuol dire gustare Dio, sapere di accontentare Dio; vuol dire sacrificarsi per Lui, soffrire per Lui, guadagnargli delle anime.
Il Signore paga nell'orazione quello che si fa per il prossimo; non lasciar vedere che ti costa sacrificio, ma fallo come se fosse cosa molto grata.
Che peso ha un'ora di pura sofferenza per l'eternità!
L'anima merita tanto, in questo stato, e dà tanta gloria a Dio.
Piangi e prega: è questo l'unico mezzo di amare praticamente il prossimo, perchè in tal modo ottieni per lui misericordia e perdono.
Le tue lacrime mi sono accette, perchè sono lacrime di puro amore.
Quando in paradiso ti condurrò innanzi tutte le anime che hai ricondotto sul cammino della virtù e della santità, allora sì, godrai; ma ora, contentati di soffrire alla cieca, senza viste e senza misura.
Tu pensa sempre a me e sempre alle anime: Io penso a te, a provvederti per il tempo e per l'eternità.
Insegna ad altri ad amarmi e a riconoscere in tutto la disposizione della mia divina volontà.
Le anime hanno bisogno di te perchè lo mi voglio servire di te per salvarle; Io ho patito per esse, ma tu devi prendere i miei meriti e portarli a loro ».
« Gesù vuole che gli prestiamo il corpo onde Egli possa rendere per mezzo della nostra persona atti di cordialità, di carità.
Vorrei farmi tutta a tutti, servire tutti, aiutare tutti.
Gli Angeli ci sono presenti nelle nostre pene e li dobbiamo imitare nel consolare il prossimo ».
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