Maestro di vita oltre la scuola |
L'impegno che Fr. Teodoreto metteva per conservare il raccoglimento e per istillarlo negli altri, era ispirato oltre che dalla convinzione sull'instabilità delle umane cose, anche dal desiderio di salvaguardare le anime giovanili ed inesperte, dal pericolo di essere travolte e allontanate da Dio.
Di qui la importanza che attribuiva alle adunanze, alle conferenze di gruppo e soprattutto ai Ritiri periodici, mensili e annuali.
Il primo Ritiro mensile dei Catechisti si tenne a Pessinetto il 31 maggio 1914, e fu quello l'inizio d'una pratica da cui scaturirono gli effetti più insperati di bene.
Uno dei giovani tra i più assidui, scrive in proposito:
«In queste dolci e care giornate dei Ritiri, passate in compagnia di Gesù, avvengono spontanei e importanti e affettuosi colloqui con il SS. Crocifisso.
In quelle ore di raccoglimento, di silenzio, Gesù parla al cuore, e dice tante cose necessarie a noi personalmente, alle nostre famiglie, alla nostra Unione.
Nel giorno del Ritiro, per noi cosi caro, si prendono le deliberazioni più importanti per il buon andamento della nostra vita, per quello dell'Unione e delle opere di zelo che vogliamo attuare».
Ciò che costituiva l'attrazione maggiore, era la presenza di Fratello Teodoreto; erano le parole che rivolgeva e il colloquio personale a cui accoglieva i giovani.
La lunga pratica da Lui fatta presiedendo i Ritiri dei Confratelli, rendeva utili quegli incontri personali che confermavano la fama sulla discrezione degli spiriti che si era già sparsa in alcune Comunità.
«Ma se il Ritiro mensile» come dice Fr. Leone «corrispondeva al normale allenamento per le battaglie di Dio, gli Esercizi annuali chiusi, ne erano le grandi manovre.»
Ascoltiamone una descrizione:
«Per molti anni il Ritiro annuale si fece a Chieri.
Vi andavamo a piedi, recitando per la strada molte decine di Rosario, facendo tappa alla Madonna del Pilone, dove consegnavamo l'anima nostra alla Madonna e Le affidavamo non solo la riuscita dei santi Esercizi, ma le sorti della nostra vita, sorti che andavamo a trattare in quegli Esercizi.
«La Casa dei Missionari a Chieri ci appariva il luogo santo, e ogni cosa vi aveva nell'anima una risonanza profonda e arcana che penetrava sino all'intimo e svelava prospettive nuove, orizzonti di santità divinamente belli e allettanti...
Era il romanticismo dell'età? Erano grazie speciali?
Certo tutte e due le cose; ma più queste che quelle, perché le emozioni passavano, ma i frutti restavano.
Era la sete di Dio che veniva acuita e soddisfatta allo stesso tempo, era il problema della vita che veniva affrontato insieme con tutti gli altri, i quali restavano però in sott'ordine.
«Che parte aveva in tutto questo Fr. Teodoreto? Evidentemente era lui che aveva creato quel clima, che aveva riunito quei giovani in un organismo sociale vivo, dove la linfa spirituale circolava abbondante, e questa linfa aveva la sua radice nella vita interiore di Lui.
Ordinariamente egli non si faceva notare, anzi, autentica radice, aveva l'arte di scomparire; ma in certi casi si rivelava suo malgrado, e questo avveniva soprattutto durante gli Esercizi Spirituali.
Allora sembrava che si trasfigurasse.
Non era possibile rimanere tiepidi o indifferenti davanti ad un uomo che appariva così compreso da un'idea dominante..., cosi risoluto a seguire un meraviglioso ideale, cosi slanciato e deciso a qualunque sacrificio.
«Le conferenze che egli faceva ai Catechisti, le sue pressanti esortazioni - brevi, ma frequenti - unitamente al suo esempio, impressionavano e davano il tono agli Esercizi, raggiungendo sempre un alto diapason, qualunque fosse il valore delle altre prediche.
Egli si preoccupava di non rendere pesante la giornata, e dopo pranzo e dopo cena concedeva un po' di tempo per la ricreazione, insistendo però che si parlasse di cose spirituali, oppure si cantassero lodi sacre...
«In quegli anni la pratica dei Ritiri mensili e degli Esercizi spirituali chiusi per i secolari, era poco diffusa, e i tentativi che si facevano qua e là riuscivano mediocremente.
Per questo l'opera del Fr. Teodoreto veniva guardata con molto interesse, e in tutti destava meraviglia la perfetta disciplina e la seria applicazione di queste cose...
«Prudentemente Fr. Teodoreto ci richiamava continuamente alla verità del nostro nulla e all'altezza della perfezione da cui eravamo tanto lontani!
Non c'era alcuna virtù a cui tenesse tanto quanto l'umiltà.
Le poche volte che lo sentii usare espressioni alquanto stroncatrici, e mi stupì sentirle da lui, sempre cosi riguardoso e gentile, fu in occasione di qualche frase un po' vanitosa, o in circostanze in cui credette necessario tagliare la cresta a qualcuno».
Solo nell'atmosfera di una spiritualità mantenuta così viva e fedele alle direttive ispirate da Fr. Teodoreto, si può spiegare il consolidamento e lo sviluppo dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria S.S. Immacolata.
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