Maestro di vita oltre la scuola |
Nella sua veste di Presidente dei Ritiri e di Fondatore dell'Unione, Fr. Teodoreto sentiva il dovere d'indicare le norme opportune e i consigli pratici per facilitare il raggiungimento della perfezione che è il fine della vita cristiana, e a maggior ragione, della vita religiosa.
Sappiamo che egli preparava diligentemente e scriveva le conferenze, e però - come abbiamo già detto - non ci sono rimaste che poche briciole dei suoi scritti intimi, e quindi dobbiamo accontentarci di spigolare fra le note raccolte e conservate da qualche suo uditore sollecito e fedele nei convegni da lui presieduti.
Rivolgendosi ai Confratelli, soleva insistere:
«Il fine dello stato religioso è di portarvi alla santità e alla perfezione.
Perciò avete l'obbligo di tendervi con tutte le forze.
La perfezione consiste nella carità e unione con Dio, stando voi distaccati dai beni personali con la povertà; dal corpo, con la castità; e dal proprio io, con l'ubbidienza.
Lo stato religioso è il più opportuno per unirsi a Dio.
«... Non si diventa perfetti tutto in una volta, perché la perfezione è frutto d'un assiduo e faticoso sforzo.
Per giungere alla perfezione, bisogna mirarvi come a méta suprema; essa può sempre crescere e farsi più completa.
S'intende la perfezione particolare del proprio stato, cosi come i fanciulli sono perfetti secondo la loro età.
«I consigli evangelici sono mezzi che aiutano a giungere alla perfezione: segno che il fine non è ancora ottenuto, per il fatto solo che si è professi...
Certamente, i Religiosi hanno i mezzi per arrivare alla perfezione, perciò si può esigere da essi più che non dai semplici secolari.
«I Padri chiamano lo stato religioso angelico, e i religiosi angeli.
Essere nel mondo e non essere del mondo; vivere nella carne e rinnegare la carne...
Ciò che fanno gli angeli in cielo lo perseguono pure i Religiosi sulla terra.
«Il Signore ha fatto miracoli per portarci in questo stato.
Misero quel Religioso che non si diporta come Dio vuole.
Il Religioso ha più doni, ma per questa stessa ragione ha più responsabilità degli altri».
Questo linguaggio, Fr. Teodoreto lo teneva pure ai Catechisti, ai quali indicava con molta chiarezza la norme prudenziali circa il reclutamento e lo sviluppo del loro Istituto Secolare.
Diceva loro:
«La vita religiosa vissuta, stando in mezzo al mondo, esige un combattimento continuo, più assai che non stando in convento; se non lottate, perirete.
Ricordate ciò che disse Gesù: "Io non prego, o Padre, che tu li tolga dal mondo, ma che li liberi dal male!
Bella preghiera, durante la quale Gesù guardava anche a voi...
«Dio chiama dove vuole: Egli ha la libertà di scelta, ha la prescienza di quanto avverrà, e quindi coordina le varie Vocazioni al trionfo del suo regno.
Egli sa se in Italia, fra trenta o quarant'anni, sarà meglio avere dei Religiosi in sottana, o dissimulati nella vita comune di famiglia e di società.
Mi impressiona molto il detto di Gesù Crocifisso a Fra Leopoldo: L'Ordine che sorgerà è per salvare il mondo; integrato dall'altro detto del 14 marzo 1915: Dalla pia Unione verranno santi padri di famiglia e molte vocazioni».
A proposito di vocazioni sacerdotali e religiose maturate in seno all'Unione Catechisti, Fratel Teodoreto ne contava una settantina.
I Catechisti riuscirono ad elencarne, con nome e cognome, cinquantatre cosi ripartite:
un Vescovo,
21 Fratelli delle Scuole Cristiane,
31 sacerdoti secolari e regolari di vari Ordini e Congregazioni religiose: Francescani, Domenicani, Gesuiti, Salesiani, Camilliani, Serviti, Passionisti, Oblati di Maria, Giuseppini del Murialdo, Missionari Claveriani, Cottolenghini.
«Vigilate molto nell'ammettere gli Aspiranti: meglio essere pochi, ma ferventi.
Varie Congregazioni sono perite perché non vi si osservavano più le Regole.
L'osservanza del regolamento è il riassunto di tutti i vostri doveri.
«Quanto alla povertà, l'importante è che siate distaccati dai beni con l'affetto e la buona volontà.
Vi sono tanti che amministrano i loro beni, come degli incaricati, senza metterci il cuore...
È più difficile che il possedere affatto denaro, come i Religiosi in convento.
«Voi dovete praticare una virtù superiore a quella di chi vive nei monasteri.
Come il roveto ardente visto da Mosé, voi siete in mezzo al fuoco e non dovete bruciare.
«Vi trovate nella necessità di farvi santi; non potete essere tiepidi: o santi o freddi!
O vincete, o siete vinti! ( Ritiro del 9 marzo 1939 )».
Oltre a queste e a molte altre norme pratiche, Fr. Teodoreto, per i suoi Catechisti ha lasciato dei pensieri particolarmente interessanti, che possono formare argomento di vera meditazione, per tutti i Religiosi.
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