Fratel Teodoreto Prof. Giovanni Garberoglio |
Ogni settimana aveva luogo una adunanza nei locali stessi della scuola.
Ce ne parla, con accenti che risentono ancora dell'intima gioia di quelle ore benedette, lo stesso Presidente Generale dell'Unione Catechisti: " Alle 20,30 incominciavano ad arrivare i Soci e fino alle 21 si chiacchierava tra noi.
Non c'era neppure l'ombra dei giochi, ma quei giovani erano così gentili, così schietti, così saggi che quella mezz'ora di conversazione aveva più attrattive di qualsiasi divertimento.
Un po' prima delle 21 arrivava Fratel Teodoreto e tutti si affrettavano da Lui.
Egli salutava uno per uno con un'affabilità lieta e rispettosa e con una cordialità soave che conquistava tutti; si informava da ciascuno delle sue cose, diceva qualche breve parola e poi incominciava l'adunanza... ".
Lo schema dell'adunanza era sempre lo stesso: recita della " Divozione ", conferenza, avvisi e comunicazioni varie - momento in cui ciascuno poteva esporre le sue idee -, preghiere della sera. Alle 22 circa tutto era finito.
Fratel Teodoreto, appena terminate le preghiere, andava a fermarsi vicino all'uscita e salutava tutti i giovani, uno per uno: stringeva la mano, faceva un leggero inchino col capo, dal quale aveva tolto lo zucchetto, e salutava con .un'affabilità modesta e premurosa che lasciava nell'anima un senso di dolcezza e di dignità...
Nessuno avrebbe rinunciato a quella breve stretta di mano e a quel sorriso, soffusi di delicatissimo riserbo e soavità ".
Traspare evidente, dalle parole citate, quanto Fratel Teodoreto mirasse al sodo in queste adunanze settimanali dei suoi giovani; Egli vi aveva imposto un suo stile fatto di una pietà profonda e convinta in vista della propria personale santificazione, premessa indispensabile di ogni opera apostolica.
Il suo esempio e le sue parole trascinavano.
Certo si parlava anche di attività e i progetti poco alla volta si trasformavano in belle realizzazioni: diffusione organizzata della Divozione, catechismi parrocchiali, assistenza ai poveri e agli operai, scuola serale e festiva, e infine anche diurna.
Ogni attività veniva caratterizzata catechisticamente come logica conseguenza dell'ambiente lasalliano in cui fioriva.
E così i giovani dell'Unione divennero tutti catechisti.
Allorché fervevano le discussioni sulle varie attività, Fratel Teodoreto interveniva con i suoi consigli prudenti e le sue calde parole di incoraggiamento, felice di veder rivivere spontaneamente in mezzo ai suoi giovani, il più genuino spirito cristiano, col distacco dai beni della terra e il desiderio di vivere e diffondere il Vangelo.
Questa stessa atmosfera di pietà e di raccoglimento caratterizzava altri due momenti molto importanti del metodo di formazione spirituale di Fratel Teodoreto: i Ritiri mensili e gli Esercizi spirituali annuali di tre o più giorni.
Egli li reputò sempre di capitale importanza e non li lasciò mai qualunque fosse il numero dei partecipanti.
Il successo da lui conseguito ne incoraggerà presto l'adozione anche da parte dell'Azione Cattolica.
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