Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio )

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Le minime osservanze

Il buon religioso riconosce la volontà di Dio anche nelle minime prescrizioni della Regola o nelle tradizioni dell'Istituto.

Noi vedemmo già nel capitolo precedente che Fratel Teodoreto vi fu fedelissimo sempre; ma qui richiameremo l'attenzione su alcuni punti più tipici dell'osservanza lasalliana.

Parecchie note sottolineano la sua fedeltà a lavorare in sala comune, sia per sbrigare la corrispondenza, sia - negli ultimi tempi - per comporre la biografia di Fra Leopoldo.

Spesse volte era Lui solo in mezzo a un ... maestoso silenzio di tavoli disoccupati; ed è proprio questo che più attirò l'attenzione sulla sua estrema fedeltà a tale prescrizione regolare, la quale di più in più subisce nella pratica molte attenuazioni.

Non meno fedele era al silenzio nelle varie « stationes », e cioè nei passaggi da un luogo all'altro della casa; passaggi spesse volte d'una certa lunghezza ...

E Lui, raccolto sempre, anche se taluni andavano piuttosto infervorati in conversazioni che vogliamo ritenere senz'altro ... pie, sebbene non sempre molto regolari.

Quando però qualcuno gli rivolgeva la parola, rispondeva in breve e a voce bassa, con un sorriso di condiscendenza.

Sapranno, tutti i Lasalliani almeno, che cosa fosse il tradizionale « sacco nero » dei Fratelli?

Facile capirlo, del resto, anche dagli altri: era proprio un sacchetto di tela nera che serviva nei viaggi, e che, per ragioni varie, ben pochi usano ai giorni nostri.

Fratel Teodoreto, ogni volta che si recava a Rivalta per sostituire il Direttore del Noviziato, vi giungeva col suo sacchetto nero, che si sarebbe potuto dire più originale e personale che non « tradizionale », tanto raramente avviene oramai di vederlo in circolazione.

e così faceva nel recarsi al Ritiro annuale.

Eccolo preso sul vivo in un'istantanea scoccata dal Fr. Faustino:

"Sul tram che ci portò al luogo degli Esercizi, mi trovai con Fratel Teodoreto che, appena seduto, modestamente trasse di tasca la corona del Rosario e con edificante raccoglimento si diede a recitarla.

Sulle ginocchia teneva il "tradizionale" sacco nero coi suoi manoscritti e altri oggetti personali; mentre si può dire che quasi tutti i Confratelli erano provvisti di valigetta o di borsa da viaggio".

E qui, se vogliamo anche noi sgranare un ..  rosario, o almeno una « decina », di piccole fedeltà lasalliane in cui s'affermava la regolarità di Fratel Teodoreto, facciamolo sulla scorta del Fr. Cecilio:

- salutare i Confratelli, scoprendosi;

- troncare l'occupazione al primo suono della campana;

- aprire o chiudere piano le porte;

- lavorare nella sala comune;

- far l'atto di adorazione, entrando in un ambiente per rimanervi, o uscendone;

- portare sempre la calotta;

- uscire con il mantello sulle spalle, anche nei giorni e nelle ore canicolari;

- scoprirsi umilmente, parlando a un superiore;

- chiedere i permessi anche minimi;

- dire il « Viva Gesù nei nostri cuori! », prima di parlare a un Confratello.

A proposito di questa giaculatoria - ch'è il saluto lasalliano della Comunità - più d'uno nota lo slancio con cui rispondeva il « Sempre! », specialmente la mattina al suono della campana, o quando lo si andava a svegliare personalmente, in periodo di convalescenza o di prolungate veglie quotidiane per la scuola serale.

La fedeltà a tutte le pratiche spirituali poi, era proverbiale in Fratel Teodoreto.

Ma a volte brillò di più viva luce, come nei seguenti casi che mi piace citare integralmente:

"Un mattino di luglio del 1951, arrivò al Noviziato di Rivalta dopo aver percorso a piedi i due chilometri che lo dividono dalla stazione tranviaria di Orbassano; era quasi mezzogiorno, e dardeggiava un sole da spaccare le pietre; fare quel tragitto, per un uomo della sua età, voleva dire giungere stanco e sudato!

"Entrò mentre suonava la campana per la lettura spirituale. 

cenetta edificantissima, ch'io vidi coi miei occhi: Egli depose il "sacchetto" accanto alla porta, si inginocchiò per la preghiera, lesse nel Testamentino ... e solo dopo aver fatto una visita in cappella, chiese del Fr. Direttore" ( Fr. Corrado ).

Ecco ora Fr. Anastasio, l'ombra fedele di Fratel Teodoreto, recarsi dall'Istituto La Salle a via Andrea Doria, per assisterlo in una delle sue gravi infermità, all'inizio dell'ultima guerra, durante le vacanze estive, e darci la sua edificazione.

"Il dolore fisico lo martoriava, la febbre lo consumava, eppure ogni mattino voleva assolutamente che gli facessi fare tutti gli esercizi dei Fratelli: prima che arrivassi io, già aveva ricevuto l'Unico suo Bene, a cui aveva detto tutta la sua anima infocata.

"Iniziavamo con la lettura nell'Imitazione, indi la lunga preghiera di Comunità, poi il soggetto della meditazione, la meditazione stessa e il "Pater aeterne".

"Verso mezzogiorno, l'esame particolare di coscienza e la Corona.

"Sul tardi, la lettura spirituale, la meditazione e le preghiere della sera.

"Così per molti giorni: il termometro segnava 39-40 gradi di febbre... e il dolore scavava solchi profondi sul viso del caro paziente"!

Quando si usa con sé questa misura, che può ben dirsi eroica, si può anche chiedere molto agli altri.

È ciò che leggiamo in una scena tragicomica narrataci gustosamente dal Fr. Antonio Mascherpa:

"Stavamo in piena "ultima guerra", coi suoi guai, le sue torture, i suoi bombardamenti notturni.

Erano circa le 23: "allarme!"... Si scese in cantina ...

Con noi vennero pure alcuni coinquilini della casa di via Po, che Fratel Teodoreto mobilitava alla preghiera per invocare tutti uniti la protezione del Signore.

"Verso le 24, suona il "cessato allarme" e si ritorna felici al riposo.

La minaccia era stata piuttosto breve quella sera ... Ma il bello doveva venire dopo.

Stanchi per le fatiche del giorno, un po' stizziti di quella brusca alzata, già pregustiamo il riposo.

Il più interessato a non perdere pur un minuto ha già raggiunto la porta d'entrata del nostro appartamento.

È chiusa!... Si attende Fratel Teodoreto; ma anche Lui non può far nulla: dati i congegni difettosi, era necessario aprire dalla parte interna.

Per fortuna, nell'appartamento era rimasto un confratello, ma dal sonno piuttosto duro ...

Si suona, si risuona: non sente!

Gli inquilini giustamente protestano per quello scampanellio, nel cuore della notte.

"Che fare? Rimane solo da attendere l'aurora, "che tutto sveglia e tutto colora", nella speranza che svegli anche il nostro caro confratello.

"Dopo ore e ore di attesa alla porta del ... convento, come Fra Ginepro e Frate Francesco, si vede l'ombra del campanaro il quale "va a svegliare i Fratelli", che - poveracci! - avevano passato la notte in cima allo scalone, a pochi metri dal loro lettuccio!

"Intanto, alla contigua chiesa dell'Annunziata suona l'Ave Maria ... Fratel Teodoreto ci invita, come se nulla fosse capitato, alla prima Messa della parrocchia ... Si ritorna ... e poi, a scuola! ...

"Con lui anche il sacrificio prendeva tinte ridenti ... 

Si rimaneva soddisfatti anche nelle circostanze difficili, perché sempre il Direttore era il primo a dare il buon esempio, e in che modo! ..."

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