Fratel Teodoreto ( Prof. Giovanni Garberoglio ) |
Una delle iniziative lasalliane tipiche a Torino era la gara di Religione fra le varie scuole della « Mendicità Istruita » che i Fratelli dirigevano in parecchi quartieri della città ...
Per un certo tempo gareggiavano anche con le Parrocchie; ma poi vennero esclusi da queste gare parrocchiali, perché gli alunni dei « Fratelli », erano giudicati concorrenti imbattibili, e bisogna lealmente ammettere che il sistema del Catechismo quotidiano, come da noi usa, ci creava delle condizioni ideali irrealizzabili per le parrocchie.
Ma anche ridotta a gara fra le sole scuole dei Fratelli, riusciva sempre cosa piena di interesse, d'emulazione, di stimolo potente allo studio.
Ereditata da quel valoroso catechista che fu Fratel Candido Chiorra, il quale, come Ispettore di S. Pelagia, ne era stato per parecchi anni il fervido animatore, Fratel Teodoreto la manteneva all'altezza della sua fama ...
C'è chi ricorda, fra gli ex alunni di quegli anni, « il suo sorriso di complimento e di soddisfazione alla fine della gara sostenuta vittoriosamente alla presenza di Lui, del Direttore, del Generale Barattieri, del Cappellano ... » ( Anonimo ).
A proposito di gara catechistica, m'è capitato fra le mani una preziosa pagina autografa in cui Fratel Teodoreto descrive come avveniva: è un documento storico non privo di valore.
Eccolo integralmente:
La gara comprendeva la prova orale e la prova scritta.
Il programma era determinato in modo che ogni Maestro poteva farne, al principio dell'anno scolastico, una suddivisione per mesi, settimane, giorni.
Venuto il tempo stabilito il Direttore, o il Vice-Direttore, passava nelle diverse classi per un primo esame di ammissione, dopo il quale, ogni classe aveva gli allievi divisi in tre gruppi: gli ammessi alla gara; gli esclusi; gli ammessi all'esame di riparazione.
Terminate le prove per l'ammissione, si faceva la gara della recita letterale del catechismo tra le cinque classi quinte, le cinque quarte, le cinque terze ecc.
Nella gara orale di ogni gruppo di classi, 5e, 4e, 3e, dopo un dato numero di domande necessarie per assicurarsi della perfetta conoscenza del programma, si troncava la recita e i vincitori di questa prima prova erano ammessi alla gara scritta.
Quest'ultima consisteva nel rispondere a tre, quattro o cinque domande, adatte alla capacità dei diversi gruppi di allievi, e dirette a far conoscere quelli che meglio avevano capito le spiegazioni giornaliere del catechismo fatte dal Maestro durante l'anno.
La correzione poi era fatta in modo che gli esaminatori non potevano conoscere il nome del candidato.
Si veniva così ad avere un primo della graduatoria che era proclamato Principe della gara delle classi quinte, un altro Principe delle quarte, ecc.
Ordinariamente il Barone Carlo Alberto Jocteau regalava ai Principi della gara un orologio; agli altri veniva concessa una passeggiata a Pessinetto o in qualche altra amena località nei dintorni di Torino.
La passeggiata era, ed è ancora attualmente, il premio più ambito e sufficiente per stimolare gli alunni allo studio del catechismo.
L'anno scorso siamo andati a Rivalta in due turni di circa 50 alunni (2a, 3a, 4a) (due 5e); e, sebbene i premiati abbiano dovuto portare la loro parte di riso, furono contentissimi di passare una giornata in santa allegria nei dintorni e nella casa dei Fratelli, ove assistettero alla Benedizione del S.S. Sacramento prima di ritornare a Torino.
C'è inoltre il Catechista U. U. che della « gara », come si svolgeva sotto la direzione di Fratel Teodoreto, fa una gistosa rievocazione particolareggiata, che sta proprio bene in questo punto:
"Vidi il Fratel Teodoreto la prima volta nell'anno scolastico 1906 1907 durante la gara solenne di Catechismo, quando frequentavo la terza elementare.
Si chiamavano così le prove orali di religione che i Fratelli delle Scuole Cristiane facevano svolgere nella cappella sotterranea della Scuola di via delle Rosine.
In tale cappella si riunivano i ragazzi delle varie Sezioni delle scuole elementari, divisi per classi.
La gara consisteva nella recita esatta delle risposte del Catechismo.
I ragazzi, rimanendo nei banchi, dovevano rispondere, alzandosi in piedi, alle domande che il Direttore di gara leggeva seguendo l'ordine del libro.
I primi giri erano un po' di assaggio e di incoraggiamento.
Qualcuno, meno pronto e sicuro, incespicava, ma non veniva eliminato.
Dopo i primi giri il Direttore incominciava a divenire severo e lo diceva ai ragazzi, per una lealtà innata, dovendo, nel suo compito di giudice, dare più di un dispiacere agli alunni che amava.
È commovente pensare a questa figura di educatore e maestro che ci richiamava il Salvatore Divino, spiacente al sommo di dover punire.
Chi sbagliava veniva invitato, dal maestro di classe che assisteva, a passare in altra parte della cappella dove poteva rimanere, a meno che - come avveniva per lo più - piangendo se ne andasse a casa.
Chi "cadeva", così si chiamava lo sbagliare, passava vicino al seggio presidenziale a ricevere una caramella di consolazione dal Conte Alessandro del Borgo e dall'Avv. Emilio Motture, che erano i benefattori della scuola e giudici di gara.
La faccia del Fratel Teodoreto, in quei momenti, diveniva quasi crucciata.
Con la mano destra tesa sul campanello e con la sinistra che seguiva il testo, stava attentissimo alle risposte.
Alcuni ragazzi più nervosi non pronunziavano le finali oppure emozionati saltavano qualche parola.
Allora la mano del Giudice si abbassava un po' sul campanello.
Se il candidato si riprendeva, la mano si sollevava.
Con quella, anche il cuore dei piccoli, quelli che facevano tifo, aveva un momento di sollievo.
Quando si rimaneva in pochissimi, due o tre ferratissimi e calmi, il compito del Fratel Teodoreto si faceva difficile.
Sospendeva per alcuni minuti l'interrogatorio e rivolgeva un elogio ai più bravi.
Il seguito della gara diveniva argomento di grande interesse per gli eliminati che, campanilisti in erba, speravano almeno nella vittoria di uno del loro "quartiere".
L'ultimo veniva proclamato Principe della Gara Catechistica.
Tutti quelli che erano stati ammessi alla gara solenne venivano poi premiati con una passeggiata in campagna, in qualche prato o cortile.
Queste passeggiate erano ambitissime e venivano ricordate lungamente.
I maestri accompagnavano i ragazzi a Belmonte od alla Cascina Galleana, oppure a Trana o a San Pancrazio, dove in qualche ristorante del luogo venivano portati certi piatti di risotto o di pasta asciutta che facevano spalancar gli occhi prima che non la bocca!
La stagione delle ciliege era la preferita, perché ne venivano distribuite certe cappellate...
I ragazzi di tutte le Terze, le Quarte e le Quinte, riuniti formavano uno sciame di circa duecento gitanti, che divenivano oggetto di viva curiosità per i passanti.
Il Fratel Teodoreto ne riconosceva parecchi, o più bravi o più sfortunati, e durante queste passeggiate si avvicinava per salutare, lodare o complimentare.
Il ragazzo che era uscito piangendo dalla gara, non serbava rancore per l'esito e rispondeva volentieri al sorriso del Direttore, che sapeva trarre dall'animo dei piccoli il proposito di studiare il catechismo, "la porta del paradiso".
Il Cav. Mottura o il Conte Del Borgo venivano, in carrozza, ad assistere a queste feste e gettavano o distribuivano manate di caramelle che facevano aumentare il chiasso e l'allegria".
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