Appunti del Catechista Giovanni Baiano

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Domenica 15 settembre 1935 - ore 15.30

Riconosciamoci come ospiti sulla terra.

Come il viandante: nulla gli appartiene.

Guardare noi stessi come viandanti a cui nulla appartiene del mondo.

Tutto quanto abbiamo attorno a noi non è di nostro possesso.

Non attacchiamoci alle cose del mondo, perché tutto lasceremo alla nostra morte.

Liberiamoci da tutte queste cose che ci circondano, dai peccati commessi per abitudine.

Stacchiamoci dalla terra per innalzarci a Dio, perché quaggiù non avremo mai stabile dimore, se non in cielo con le buone opere.

Iddio ci ispira a queste buone opere: tocca a noi ad assecondarle quante ne sentiamo in un giorno.

Sono questi dei mezzi per salire a Dio.

Tutto quello che facciamo in questa vita offriamolo a Dio.

Né tutte queste cose le dobbiamo fare soltanto per un fine materiale, ma bensì facciamole tutte con Dio affinché la nostra anima dopo morte possa veramente salire e congiungersi con Dio.

Riflettiamo su questo pensiero della morte, non già ad esserci di timore, ma di spinta.

Ricordiamoci che siamo dei religiosi e come tali su questa terra saremo provati, tentati, come lo furono nei secoli tutti i religiosi.

Saremo anche noi disprezzati, calpestati annientati.

Il pensiero della morte ci spinga a Dio.

Con delle idee generose la nostra morte sarà bella se ci prodigheremo con diligenza e generosità.

Noi parliamo della morte per farci santi.

"Accendi sopra di essi, gli altari, o Signore, dei santi nuovi accesi dal tuo amore; fa' che su ogni tabernacolo si sollevino divini"

Dio vuole la nostra anima e poi quella del nostra prossimo.

Quindi siamo generosi.

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