Appunti del Catechista Giovanni Baiano

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Domenica 5 gennaio 1936 - Esercizi spirituali - ore 15.45

Porto i saluti dei Fr. Assistenti che si raccomandano alle nostre preghiere.

Ora parleremo dell'umiltà.

Per comprendere meglio l'umiltà dobbiamo partire dal peccato originale.

In noi troviamo il germe del peccato; quindi dobbiamo star sempre in guardia, combatterlo sempre, specialmente nella superbia, in ogni nostro atto, non dimentichiamo mai quel che siamo.

Se c'è del bene in noi è opera di Dio.

Se c'è del male è tutto nostro e ce ne molto purtroppo.

In noi vi è ciò che è da esser sviluppato, il bene, e ciò da sopprimere e rinnegare, il male, spesso nascosto a noi stessi.

Gesù ci illumina colla sua grazia e viene a noi se la invochiamo.

Dobbiamo accusare nel colloquio le nostre imperfezioni così avremo gli aiuti necessari per vincerci: io devo combattere, chi non odia se stesso non è degno di Me.

Gesù ci permette delle cadute vergognose per faci comprendere la necessità di riprenderci.

Signore fammi la grazia di vedermi in ciò che devo correggermi.

Umiltà e verità.

La grandezza di Dio e la bassezza nostra ci sprona ad umiliarci.

Praticare l'umiltà di cuore; tutto ci viene da Dio, perciò tutto a lui dobbiamo.

La nostra felicità sta nel metterci al nostro posto dinanzi a Dio con verità e sincerità.

Si acquista con la preghiera.

Poi meditare su ciò, sulla grandezza di Dio, sforzarci sempre più a conoscere Gesù Cristo nel presepio, nella croce, nelle sue umiliazioni, sui beni ricevuti, sul nostro male compiuto, la lode per il bene compiuto spetta esclusivamente a Dio.

Combattere la vanagloria nei pensieri, parole ed opere, non temere di umiliarci troppo, praticarla: sottomettersi alla ubbidienza pronta alla prescrizione del nostro regolamento, i pretesti sono frequente, completa di giudizio: Iddio comanda devo ubbidire; lo leggo il mio regolamento, lo medito, lo pratico, mi sottometto al mio superiore: rappresentante di Dio, l'umiltà e l'ubbidienza sono fondamenta durature.

Riempirci di Dio facendo la sua volontà.

Uscendo da questo ritiro portiamoci con noi un proposito fermo risoluto rivolgetevi continuamente al vostro superiore per i consigli, i permessi, gli aiuti, preghiamo a Dio.

Riflessioni: fare la volontà del nostro superiore nei suoi consigli, nella sue raccomandazioni e suoi ordini attenersi esattamente né più né meno.

Osservanza del regolamento, volere fortemente.

Tesoreggiare di questo tempo di noviziato, alzata pronta, meditazione diligente e ben preparata, riprendendo il pensiero lungo la giornata.

Ore 18

Oggi è il primo ritiro per i congregati, quindi possiamo parlarci cuore a cuore di cose che riguardano proprio noi.

Il pensiero di morte ci deve seguire stasera, non seguire più la via di lume, come i Magi, dobbiamo migliorarci.

Siamo sinceri con i nostri superiori, non raccontiamogli frottole, non riteniamoli mai nulla, anche le inezie, se ciò avessimo fatto saremo meritevoli di morte, e se questo non ci venne lo fu per la misericordia di Gesù, stare uniti a Gesù a chi lo rappresenta il superiore.

Gesù e Superiore deve essere la stessa cosa un cuor solo, durante il ritiro comunicate con il vostro Superiore e ricevere la sua guida. Da domani vita nuova da santi.

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