Appunti del Catechista Giovanni Baiano

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Domenica 14 giugno 1936 - ore 15.35

Prendere l'abitudine - che si ottiene con atti frequenti di fede - di vedere Dio nel nostro Superiore.

Chi Ascolta voi ascolta Me; chi disprezza voi, disprezza Me.

Nel conferire con vostro Superiore rinunciate al vostro giudizio, ma ritenete quel che vi è notificato.

Così eviteremo di sofisticare su tutto.

Non costituitevi mai giudici, ma bensì lasciatevi giudicare.

Nel nostro secolo c'è questa tendenza di giudicare i capi, i superiori, i dirigenti, ribellandosi a tutto quello che sa di Dio e di religione.

Noi dobbiamo controbattere questo veleno nocivo alla nostra eterna salute, col fervore.

Soltanto con lo spirito di Dio noi comprenderemo il valore grande dell'avere un Superiore che ci guida a cui aprire il nostro cuore.

Meditare sull'obbedienza di Gesù non solo quando era su questa terra, ma adesso tra noi nel tabernacolo, nell'ostia obbediente alle sue creature.

Gesù è venuto su questa terra unicamente per seguire la volontà del Padre suo.

Gesù è obbediente a Giuseppe e Maria.

Gesù è obbediente al Padre rimanendo nel tempio ad insaputa di Giuseppe e di Maria.

E quest'esempio è per noi, specialmente.

Facciamo anche noi come Gesù: doniamoci prima a Dio, poi ai genitori senza temere di addolorarli magari - e ciò si verificherà a noi chissà quante volte.

Non temete: Gesù vi ha preceduto, vi è vostro modello, seguitelo.

Il primo miracolo Gesù lo compie per obbedienza alla Madonna, al convito nuziale.

Gesù obbedisce a Pilato ed ai suoi giudici.

Questo modello non ci deve sfuggire mai.

Per conoscere l'eccellenza dell'obbedienza bisogna riconoscerla tale: poiché l'obbedienza è l'essenziale per la vita religiosa, l'obbedienza è così eccellente che abbraccia tutte le altre virtù: la fede, la speranza, la carità.

Con l'obbedienza vi farete santi.

Il fervore porterà ammirazione e santità. Li amerò e li santificherò in modo speciale.

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