Diario di Cesone |
Udienza concessa da S. E. Mons. Fossati - Arcivescovo al Fr. Teodoreto e ai Catechisti Cesone, Ughetto e Tessitore.
S. E. riferisce che nel suo viaggio a Roma s'è recato alla Congregazione dei Religiosi dove il Rev. Mons. Penna gli fece osservare che era impossibile approvare le nostre Costituzioni mancandovi la vita comune.
Però alle insistenze di Mons. Fossati che riferì sulla visita fatta alla Casa di Carità, il predetto Mons. Penna si fece lasciare le bozze delle Costituzioni onde studiare qualche via di soluzione.
Dopo questa ripulsa Mons. Fossati si recò in udienza dal Santo Padre, Pio XI, e più precisamente il giorno 21 ottobre c. a.
S. E. riferisce di aver trovato S. S. quanto mai di buon umore e di esser stato da Lui intrattenuto sugli ultimi episodi dell'Azione Cattolica Italiana, pei quali dice il Santo Padre c'è da ringraziare molto il Signore.
"Chi difatti sapeva che in Italia ci fosse l'Azione Cattolica prima degli iltimi avvenimenti?
Pochissimi di quelli che sono fuori delle nostre file".
"Ora invece chi non la conosce?
Il Signore ci ha fatto un reclame magnifica".
"Da tutte le parti del mondo, dice il Papa, ci pervengono relazioni da cui traspare che l'A. C. prende grande sviluppo secondo il modello di quella italiana.
Dalla Germania e persino dall'Africa, da cui un nostro Delegato Apostolico ci fa relazione dettagliata dell'A. C.
Ci parla tra l'altro del'aiuto che danno alle Missioni i Catechisti e le Caechiste, operando in tal senso la migliore forma dell'Azione Cattolica".
Mons. Arcivescovo a questo punto riferisce al Santo Padre sull'attività della nascente nostra Congregazione e sulle difficoltà fatte dalla Congregazione dei Religiosi per l'approvazione delle Costituzioni.
Il santo Padre si dimostrò molto contento dell'iniziativa ricordando all'Arcivescovo che in Polonia ebbe occasione di constatare i grandi frutti di una istituzione del genere di cui faceva perte il personale della Nunziatura.
Il sano Padre in relazione alle difficoltà sollevate dalla Congregazione dei Religiosi per la mancanza di vita comune, uscì in questa celebre frase: "Se il mondo cammina noi non dobbiamo fermarci.
Se sarà necessario modificheremo anche i Canoni".
Dopo essersi soffermato un momentino a riflettere il Papa disse: "Vuole n consiglio Eccellenza?".
lla quale domanda il nostro amatissimo Arcivescovo rispose: "Santità, son qui per questo, i miei Catechisti non aspettano che una Vostra Parola?".
"Bene! Dia ai sui catechisti la forma di Associazione laicale, la stessa studiate dal compianto Card. Mercier per un gruppo di giovani che miravano a grandi cose nel campo filosofico".
"Sarebbe molto meglio. dando questa forma, togliere ai Catechisti anche il voto di povertà, perché son giovani che restano nel mondo e potrebbero trovarsi in difficoltà nell'osservare tale voto".
E qui il S. Padre ricordò l'esempio dato da S. Carlo Borromeo che, in seguito al consiglio di S. Felice da Cantalice, cancellò il voto di povertà dalle Regole date agli Oblati da lui fondati.
Mons. Arcivescovo crede superfluo l'aggiungere che il Santo Padre diede a Lui l'incarico di portarci la Sua benedizione e consiglia di rivedere le Costituzioni secondo le direttive ricevute.
Ricorda ancora che dopo l'udienza papale si recò dal Card. serafini della Congregazione del conciglio e che questi si dichiarò disposto a concedere l'approvazione nella forma indicata dal S. Padre.
Quindi -dice Mons. Fossati - appena avrà fatto il decreto lo manderà a Roma per il riconoscimento.
Naturalmente i Catechisti continueranno ad avere il loro nome e il loro programma.
Si fa osservare a Sua Eccellenza che uno dei motivi per i quali si sarebbe desiderato aver l'approvazione era per ottenere l'esenzione dei corsi preliminari che interrompono le domeniche per il noviziato ed anche per avere una veste giuridica che ci possa dar modo di ereditare quelle sostanze che il Signore vorrà mandarci per l'opera.
S. E. soggiunge che tali privilegio sono solo per le Congragazioni Pontificie e che per la prima difficoltà si potrà forse anche provare per ottenere l'esenzione.
Per quanto riguarda le eredità ci consiglia di intestare a Lui i lasciti per la Casa di Carità, tanto come Arcivescovo quanto personalmente.
"É meglio però che le offerte ve le facciano a brevi mano, anche, se del caso, con la riscossione degli interessi".
Si promette all'Arcivescovo di far tesoro dei suggerimenti e di riportargli le Regole modificate.
Si ringrazia vivamente S. E. e se ne riceve la Benedizione.
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