L'ideale cristiano e religioso |
1 - Tutto è semplice in Dio.
Le sue perfezioni sono, in Lui, realmente identiche a Lui stesso; di più la nozione di santità non può essergli applicata che in modo assolutamente trascendente e nei limiti del linguaggio analogico.
Noi non abbiamo termini appropriati per esprimere adeguatamente la realtà di questa perfezione divina; pertanto ci è permesso di adoperare un linguaggio umano.
Secondo il nostro modo di parlare, ci sembra che la santità, in Dio, sia formata da due elementi: prima di tutto, allontanamento infinito di tutto ciò che è imperfezione, di tutto ciò che è creatura, di tutto ciò che non è Dio stesso.
Questo è soltanto un aspetto " negativo ".
C'è un secondo elemento che consiste in questo: Dio aderisce per mezzo di un atto immutabile e sempre attuale della sua volontà al bene infinito, che non è altro che Egli medesimo, in un modo da conformarsi adeguatamente a tutto ciò che costituisce questo bene infinito.
Dio conosce perfettamente se stesso: la sua Sapienza infinita gli mostra la propria essenza come la norma suprema di ogni attività: Dio non può volere, fare o approvare niente, per la sua suprema saggezza, che non sia regolato su quest'ultima norma di ogni bene che è l'essenza divina.
Questa adesione immutabile, questa conformità suprema della volontà divina all'essenza infinita considerata come norma ultima di attività, è, in Dio, perfettissima, poiché in Lui la volontà è realmente identica all'essenza.
La santità divina si ricollega dunque all'amore perfettissimo e alla fedeltà sovranamente immutabile, con le quali Dio ama se stesso infinitamente.
E siccome la sua suprema Sapienza mostra a Dio che Egli è il Perfettissimo, il solo essere necessario, essa fa sì che Dio riferisca, giustamente, tutto a se stesso e alla propria gloria.
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