Pensieri sulle Regole e Costituzioni 1949 |
Lo sforzo ascetico mal compreso può presentare pericoli.
Pericoli di naturalismo, di moralismo dimentico degli aspetti soprannaturali e infusi della vita soprannaturale e della nostra assoluta impotenza senza la grazia:
da temersi specialmente dalle anime forti, energiche, abituate ad effettuare ciò che decidono.
Il rimedio essenziale sarà un profondo spirito di fede l'umile sentimento della propria miseria aiutato sovente dalle esperienze permesse dalla Provvidenza: insuccessi, cadute.
Si dovrà evitare che lo scoraggiamento sussegua alla fiducia ingenua o presuntuosa.
Pericoli di ripiegamenti esagerati su se stesso, di restringimenti interiori, esami diffusi, interminabili, preoccupazioni, impazienza di constatare i propri progressi, introspezione ansiosa, turbamento, scoraggiamento.
Il pericolo di assorbirsi in sé dimenticando troppo le grandi realtà soprannaturali, gl'interessi della gloria di Dio e della salvezza delle anime.
Bisogna saper abbandonare il successo dei propri sforzi a Dio, purificare la propria intenzione e mantenersi nell'umiltà e nella pace.
Pericoli d'amor proprio, di compiacenza dei propri sforzi, "Prodezze ascetiche" ( P. de Guibert ).
Desideri di voler fare ancora di più, ma per vanità.
Anche qui il rimedio sta in un umile spirito di fede;
l'ascesi non è un fine, ma un semplice mezzo.
Pericolo di rigidezza aspra, tesa, senza soavità, né addolcimenti per gli altri come per sé.
Difetto degli inizi generosi che vogliono raggiungere la perfezione senza ritardi cercando con logica implacabile la totalità e la continuità dello sforzo ascetico.
Esigenze eccessive riguardo agli altri, tendenza a imporre ad altri lo stesso programma senza tener conto delle vie ordinarie di Dio, delle condizioni della natura umana, delle diversità di natura e di grazia.
Ogni sforzo violento che fa perdere la pace interiore è sospetto e pericoloso.
Il rimedio è un umile docilità allo Spirito Santo come pure un senso più attento alle infinite varietà della vita spirituale e delle infinite ricchezze della grazia.
Pericolo di rimanere fuori dalla vera via che condurrebbe alla propria perfezione.
Sciupio del proprio tempo e dei propri sforzi.
Mettersi nella categoria di quelli che escludendo ciò che loro costa troppo, il vero sacrificio, vogliono adoperare altri mezzi, anche moltiplicandoli e pretendono così di raggiungere lo scopo.
Così certe anime, e anche molte, si danno interamente ad esercizi ascetici secondari per esse, più facili, più tangibili, ingombranti, cercando così, più o meno consciamente, di ingannarsi per evitare sacrifici più gravi i quali attaccherebbero il vivo dell'amor proprio e senza dei quali esse non otterranno mai la vera unione con Dio.
Il rimedio può trovarsi in una luce che rischiari la loro ignoranza a condizione che volontà e cuore siano disposti a sottomettersi con umiltà e docilità.
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