Summa Teologica - I-II |
De Malo, q. 6
Pare che la volontà non possa muovere se stessa.
1. Chi muove, in quanto movente, è in atto; ciò che invece è mosso è in potenza, poiché « il moto è l'atto di ciò che è in potenza in quanto è in potenza ».
Ma la stessa cosa non può essere sotto lo stesso aspetto in potenza e in atto.
Quindi nessuna cosa muove se stessa.
E così neppure la volontà può muovere se stessa.
2. Il soggetto mobile si muove alla presenza del suo motore.
Se dunque la volontà potesse muovere se stessa si muoverebbe sempre, essendo sempre presente a se stessa.
Cosa evidentemente falsa.
3. La volontà viene mossa dall'intelletto, come si è dimostrato [ a. 1 ].
Se dunque la volontà muovesse se stessa, ne seguirebbe che la medesima cosa sarebbe mossa immediatamente da due motori: il che è inammissibile.
Quindi la volontà non muove se stessa.
La volontà ha il dominio dei suoi atti, e ha la facoltà di volere e di non volere.
Ma ciò non potrebbe essere se non avesse la capacità di muovere se stessa a volere.
Quindi la volontà muove se stessa.
Come si è già detto [ a. 1 ], spetta alla volontà la mozione delle altre potenze in vista del fine, che è il suo oggetto.
Ma abbiamo anche dimostrato [ q. 8, a. 2 ] che il fine sta alle realtà appetibili come i princìpi a quelle intelligibili.
Ora, è evidente che l'intelletto, una volta conosciuti i princìpi, riduce se stesso dalla potenza all'atto nella conoscenza delle conclusioni: e in questo modo muove se stesso.
Parimenti la volontà, una volta che voglia il fine, muove se stessa a volere le cose ordinate al fine.
1. La volontà muove ed è mossa non sotto il medesimo aspetto.
Quindi non è in atto e in potenza dallo stesso punto di vista, ma volendo il fine riduce se stessa dalla potenza all'atto rispetto ai mezzi ordinati al fine, in modo cioè da volerli attualmente.
2. La facoltà del volere è sempre presente attualmente a se stessa, ma non sempre possiede l'atto con cui vuole un determinato fine.
Siccome dunque la volontà muove se stessa solo in vista di un certo fine, non ne segue che debba sempre muovere se stessa.
3. La volontà non è mossa alla stessa maniera dall'intelletto e da se medesima.
È mossa infatti dall'intelligenza in ordine all'oggetto, mentre è mossa da se medesima in ordine all'esercizio dell'atto, cioè in ordine al fine.
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