Supplemento alla III parte |
Pare che chi ha relazioni con uno scomunicato non incorra nella scomunica.
1. Il pagano è più separato dalla Chiesa dello scomunicato.
Ora, chi tratta con i pagani o con i Giudei non è scomunicato.
Perciò neppure chi tratta con un cristiano scomunicato.
2. Se chi ha relazioni con uno scomunicato incorre nella scomunica, è scomunicato anche chi tratta con lui: e così all'infinito.
Ma ciò è assurdo.
Perciò chi tratta con uno scomunicato non incorre nella scomunica.
Ogni scomunicato è escluso dalla comunione.
Quindi chi tratta con lui si separa dalla comunione della Chiesa.
E così è evidente che risulta scomunicato.
Si può infliggere la scomunica in due modi.
O in modo da coinvolgere il colpevole e le persone che trattano con lui.
E in questo caso non c'è dubbio che chiunque abbia relazioni con lo scomunicato incorre nella scomunica maggiore.
- Oppure in modo da colpire solo lo scomunicato.
E allora se uno prende parte al delitto dando consigli, aiuto o incoraggiamento, incorre anch'egli nella scomunica maggiore.
Se invece tratta con lo scomunicato in altre cose, ad es. conversando, salutando o prendendo cibo insieme, incorre nella scomunica minore.
1. La Chiesa non vuole correggere alla stessa maniera gli infedeli e i fedeli, dei quali deve avere una cura particolare.
Per questo non proibisce allo stesso modo le relazioni con gli infedeli e con i fedeli scomunicati, sui quali esercita un certo potere.
2. È lecito trattare con chi è incorso nella scomunica minore.
Quindi la scomunica non si trasmette a una terza persona.
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