Giovanni Baiano |
Capire bene dove il Signore ci vuol portare.
La gloria che non si ha avuto in questa terra si avrà in cielo.
La volontà di Dio si è manifestata nella nostra vocazione, e si manifesta ancora giorno dopo giorno.
Attenti a non cedere alla vita esteriore.
Siamo fedeli alla Sua chiamata.
"Dimorate in Me ed Io dimoro in voi". In unione di vita.
Piena conformità ai voleri di Gesù.
Chi lavora per la gloria di Dio e per far piacere a Lui rapisce gli sguardi di compiacenza di Gesù.
Imparare ad elevare le nostre azioni materiali al livello spirituale, con la fede viva.
Il nostro pensiero dev'essere sempre diretto al Sacro Cuore di Gesù.
Dai Detti di Fra Leopoldo: "Non inquietarti delle contrarietà dell'impiego, ma accetta tutto con molta pazienza, poiché è tutta opera del demonio …
Ricordati di me lavorando …
Non dimentichiamo la Madonna; abbiamo per Lei un pensiero durante la giornata, cosicché riceveremo la sua benedizione sui nostri lavori.
Ringraziate il Signore di avervi concesso la grazia di poter venire, e pregate per coloro che non hanno potuto venire.
Nelle pratiche di pietà non lasciamoci prendere dell'abitudine, né dalla noia.
Ricorrere a Gesù nei momenti di tedia: "Venite a Me … ed io vi consolerò".
Motivo del voto: l'uomo dà a Dio più gloria col sacrificio.
Prima di Gesù Crocifisso il sacrificio era incompleto.
Quello di Gesù Cristo fu quello che diede maggior gloria a Dio.
Egli prese la via della castità e della povertà e la ordinò a quelli più vicini a Lui: la Madonna, S. Giuseppe, i discepoli.
È un sacrificio l'osservare rettamente il vostro regolamento.
L'amor di Dio si ottiene con la castità.
La vita è breve e resta soltanto quel che vi è di soprannaturale.
Sacrificare le cose del mondo per quelle del cielo.
L'uomo legato alla famiglia agisce per conseguire i beni dal mondo.
L'uomo che si unisce a Dio agisce per il bene delle anime.
Rinuncia alla famiglia per un bene immensamente grande.
Combattere la superbia: con la mortificazione dei sensi, degli occhi, della lingua, dell'udito; con una pratica costante.
Sacrificarsi per un ideale alto: ecco a che serve il sacrificio, per dar gloria a Dio.
Abituiamoci ad accumulare tesori per l'eternità.
Combattere non solamente ciò che è palesemente cattivo, ma tutto quel che ci può provocare o far tendere al male, a farci cadere.
Evitare qualsiasi tendenziosità: parole, scherzi, canti sguaiati, espressioni e burle che possono nuocere alla purezza.
Dov'è la felicità. Amare tutte le cose, come opere di Dio.
Avere le cose nelle mani e non nel cuore.
Primo: raddrizzare; secondo: perfezionare.
"Colui che non odia suo padre e suo madre, non può essere mio discepolo".
Distaccarsi da tutto e da tutti.
Odiare: togliere gli attaccamenti del cuore; distaccarsi dalle creature.
Non proibisce l'amore al padre ed alla madre, ma distaccarsi per porsi liberamente a lavorare al servizio di Dio.
Pregate il Signore che vi dia la forza di distaccarvi dai vostri familiari.
I - frutto: la libertà d'animo;
II - la beatitudine del vero amore, la dedizione al bene del prossimo;
III - l'amore sincero di Dio.
Smettete di essere posseduti, per essere possessori della libertà.
S. Giov. Batt. La Salle ci diede un esempio luminoso di fortezza, di coraggio, nonostante le difficoltà, le contrarietà mossogli da tutte le classi sociali di quel tempo, lui superava le difficoltà col fervore delle sue preghiere e delle sue meditazioni.
"Tendere davvero alla nostra santificazione": ecco quel che chiede a me.
Nostro Signore ci richiede fervore.
Dopo 20 anni di selezione, Gesù Cristo scelse noi a seguirlo, e ci vuole appunto "suoi".
Spirito di fermezza: esaminiamoci nell'osservanza del mio regolamento: come faccio la meditazione? è sufficiente? è veramente riflessione? è unione con Dio? ossia l'abitudine di vedere le cose con gli occhi di Dio.
Se ci ricordiamo di essere alla presenza di Dio, con quale sistema: spirito di fede, di abnegazione nel compimento del nostro dovere.
È la volontà che ci deve smuovere.
È la volontà sottomessa alla volontà di Dio.
"Ci ha chiamati, aiutati, sopportati …": siamo quindi generosi.
Ecco le preghiere, le visite spirituali, le giaculatorie con vera avarizia (?) spirituale, fare tutto ciò che ci è possibile.
Imitiamo S. G. B. La Salle nella fermezza, nel coraggio: nella preghiera prendiamo la forza.
Dopo tutte queste esortazioni, ci sentiamo ancora fiacchi, ma attacchiamoci alla Madonna, e Lei ci porterà: "Il Signore è con Te" ripete a noi l'angelo Custode, quando ritorniamo dalla Comunione.
Dove c'è Gesù c'è pure Maria. Avere Gesù e Maria nelle nostre intenzioni.
Abbiamoli sempre con noi anche nelle nostre tribolazioni.
Combattere l'abitudine per dare l'intenzione vera nella nostre preghiere, nelle nostre azioni.
Dagli scritti di Fra Leopoldo, per l'incoraggiamento a fare dei sacrifici per la nostra formazione: voi sarete nelle tristezza, ma verrà l'ora del gaudio.
"Tutti quelli che si danno ad una vita meno virtuosa non avranno vero gaudio; soltanto quelli che si doneranno a me godranno la vera pace".
Nel mondo intellettuale ci sono alunni che comprendono più profondamente la risoluzione di certe cose.
Così avviene nel mondo morale: vi sono di quelli che vedono prontamente la via migliore di donarsi a Dio.
Praticare l'umiltà di cuore; applicarsi con diligenza a conoscere la grandezza di Dio, il che ci porterà a paragonarci a noi stessi.
E noi mettiamoci vicino a Dio, vedremo meglio la sua grandezza, e ciò ci disporrà maggiormente all'umiltà.
Dio è nascosto al superbo. Il superbo non paga. L'umile sì.
La pace è la stabilizzazione dell'ordine.
Dove c'è l'ordine, c'è la pace, non ci sono invidie.
La nostra meditazione deve sempre avere per punto lo studio di Dio.
Per conoscere Dio volgiamoci a Gesù Cristo.
Lui è il nostro modello. Studiamo Lui in modo particolare con amore.
La grandezza dell'amore di Gesù verso di noi, suoi prediletti!
Sentiamo nel nostro cuore il bisogno di affetto e se ci volgiamo d'attorno, nella nostra Congregazione, lo sentiamo questo affetto, questo amore reciproco che ci dà gioia e pace vera.
Combattiamo la freddezza che induce a staccarci dall'Unione.
Abbiamo bisogno di conoscere i favori che Gesù ci ha donato, senza che noi ce ne accorgessimo.
Inoltre, di approfondire ancora nella conoscenza del nostro nulla, e più ancora i nostri peccati.
Mettiamoci in guardia dalla lode e dalla compiacenza che solletica il nostro orgoglio e la nostra ambizione.
Combattere la vana gloria e la superbia; attenti alle allusioni che ci spiattella il nostro prossimo; attenti a questi complimenti bugiardi.
Non lasciamoci ingannare da questi falsi giudizi. Combattiamo le parole ed i pensieri.
Non far le opere per essere ammirati.
L'umiltà richiede un lavoro continuo, di essere costanti sebbene calmi e sereni.
Coltivare l'umiltà di cuore stando al proprio posto.
L'obbedienza è il sacrificio più completo e più bello che l'uomo possa compiere ed offrire a Dio.
Veniamo da Dio e andiamo a Dio. L'uomo può trovare la sua felicità soltanto in Dio e con Dio.
"Io ( nella Comunione ) do tutto me stesso a te e tu donati tutto quanto a me.
Se vuoi essere mio discepolo prendi la tua croce e seguimi".
Noi possiamo offrirci a Dio appunto per mezzo dell'obbedienza.
Voi siete chiamati ad un esercizio più alto, che non finirà, che vi porterà in alto, vi renderà più liberi.
Con l'obbedienza si assume l'obbligo con Dio: noi povere creature con l'Altissimo.
Obbedendo ai legittimi Superiori. Sii sollecito ai comandi del tuo Gesù.
I superiori sono i rappresentanti di Gesù: segui i loro ordini, i loro desideri.
Soltanto la superbia ci toglie la vista, non ci lascia vedere chiaro.
Asteniamoci dal giudicare i nostri Superiori, ma piuttosto siamo solleciti nel servire Gesù.
Le vostre Costituzioni non vi tolgono dalle dipendenze dei vostri Superiori e di famiglia e di impiego.
I vostri superiori vi possono guidare appunto nell'attuazione dei nostri doveri.
Soltanto loro vi saranno sicure guide.
Secondo Gesù Cristo avrete un premio se l'osserverete ed un castigo se mancherete ai vostri Superiori legittimi.
Manchereste all'osservanza del comandamento ed a quello del voto.
Entrando nella Congregazione ci si lega a Dio ed alla Congregazione.
Io sono un Catechista Congregato, devo fare onore in tutto e per tutto alla mia Congregazione.
L'umiltà ci impedisce di giudicare i nostri superiori.
Abituatevi a cedere alle opinioni che vi presentano.
L'obbligo di tendere alla perfezione
Il fondamento di quest'obbligo sta nella convinzione.
Se uno non è convinto lascia il tempo che trova.
Non dobbiamo lasciarci mai sopraffare dalle difficoltà.
L'obbligo si fonda sui voti e sulle Costituzioni: ci obbligano a servire più perfettamente Dio.
Con i voti si deve assumere un tenore di vita più perfetto di quello comune dei fedeli.
Per questa via bisogna essere energici. Con queste si assume l'obbligo di farsi santi.
Avere di mira la santità, anche rimanendo dove siamo.
Dobbiamo pensare sul serio: oggi come ho risolto il problema di farmi santo?
Togliere i peccati, le occasioni, per giungere alla santità: è un lavoro paziente.
Fate un esame quotidiano sul vostro modo di agire; segnatelo su un taccuino.
Avere di mira di emendarci dai nostri difetti.
Vigilare e pregare, mortificare i sensi esterni, la curiosità.
Reprimere i traviamenti dell'immaginazione.
Procurarsi una vita laboriosa.
Tenere una intima e laboriosa unione con Dio.
Voglio tendere alla santità per far piacere a Dio.
Le soddisfazioni, i sollievi, le cure, i rimedi prenderli tutti per amore di Gesù, tutti per Lui.
Nel momento del fervore ti sei offerto completamente a me, ed ora perché ti trovi in qualche difficoltà vuoi venire meno alle promesse.
Ricordati che tutti i santi hanno dovuto passare per vie spinose. [ Detto di Fra Leopoldo, 19 settembre 1908 ]
Anche tu le dovrai sorpassare energicamente.
Non ti spaventare, ma fatti coraggio.
I doni non sono Dio, ma i veicoli, i canali che portano a Dio.
Ci attacchiamo alle nostre soddisfazioni, ai nostri gusti e dimentichiamo di godere veramente Dio.
Spogliarsi delle cose esteriori, per esempio i sensi: vedere senza guardare.
Poi succederà l'aridità, ti sentirai nelle tenebre, poi verranno i lumi, poi gli slanci.
Servirsi, ma non attaccarsi ai doni di Dio.
Servirlo unicamente per piacere a Lui.
Dobbiamo esser morti nel corpo al mondo, e vivi nello spirito per Gesù: vivere per Lui solo.
Avete bisogno di grande coraggio e di pazienza.
Prendere tutto dalle mani di Dio, prendere le cose dalle mani di Dio.
Preghiamo continuamente senza perdere il minimo tempo.
Se preghiamo con fervore il Signore ci dà gli aiuti necessari.
Le giaculatorie dette con fervore sono le più belle preghiere.
Prendere l'abitudine - che si ottiene con atti frequenti di fede - di vedere Dio nel nostro Superiore.
Chi Ascolta voi ascolta Me; chi disprezza voi, disprezza Me.
Nel conferire con vostro Superiore rinunciate al vostro giudizio, ma ritenete quel che vi è notificato.
Così eviteremo di sofisticare su tutto. Non costituitevi mai giudici, ma bensì lasciatevi giudicare.
Nel nostro secolo c'è questa tendenza di giudicare i capi, i superiori, i dirigenti, ribellandosi a tutto quello che sa di Dio e di religione.
Noi dobbiamo controbattere questo veleno nocivo alla nostra eterna salute, col fervore.
Soltanto con lo spirito di Dio noi comprenderemo il valore grande dell'avere un Superiore che ci guida a cui aprire il nostro cuore.
Meditare sull'obbedienza di Gesù non solo quando era su questa terra, ma adesso tra noi nel tabernacolo, nell'ostia obbediente alle sue creature.
Gesù è venuto su questa terra unicamente per seguire la volontà del Padre suo.
Gesù è obbediente a Giuseppe e Maria.
Gesù è obbediente al Padre rimanendo nel tempio ad insaputa di Giuseppe e di Maria.
E quest'esempio è per noi, specialmente.
Facciamo anche noi come Gesù: doniamoci prima a Dio, poi ai genitori senza temere di addolorarli magari - e ciò si verificherà a noi chissà quante volte.
Non temete: Gesù vi ha preceduto, vi è vostro modello, seguitelo.
Il primo miracolo Gesù lo compie per obbedienza alla Madonna, al convito nuziale.
Gesù obbedisce a Pilato ed ai suoi giudici. Questo modello non ci deve sfuggire mai.
Per conoscere l'eccellenza dell'obbedienza bisogna riconoscerla tale: poiché l'obbedienza è l'essenziale per la vita religiosa, l'obbedienza è così eccellente che abbraccia tutte le altre virtù: la fede, la speranza, la carità.
Con l'obbedienza vi farete santi. Il fervore porterà ammirazione e santità.
Li amerò e li santificherò in modo speciale.
Un po' di storia della vostra Unione. ( canone = legge della Chiesa ).
Nel 1924 si fece il decennio, si invitò il Card. Gamba.
Si fece la relazione in v. Rosine nella sala palestra ( ora delle macchine ).
Il Cardinale, rincasando con il suo segretario, si congratulò delle attività dell'Unione.
Rifatto il nostro Regolamento, si consegnò alla Curia per l'approvazione e fu trovato eccellente ( 1925 ): "Visto si ammira la bellezza del presente Regolamento e si approva".
Firma del Card. Gamba.
Il Cardinal Gamba espresse il desiderio che un gruppo di questi giovani andasse da Lui.
Il Fratel Teodoreto ne scelse 12 e si recarono da Lui, il quale li consigliò di erigere la propria associazione a Congregazione, dandoci dei consigli e degli appoggi presso il Vaticano, con sua approvazione provvisoria.
Certo che a Roma opposero difficoltà per la novità del loro stato di vita religiosa senza vita in comune.
Il suo primo tentativo non ebbe buon esito.
Il secondo non fu meglio del primo.
Oralmente approvarono, ma con riserve senza scritti.
Poi venne il nuovo cardinale. Fu segretario del card. Paluano di Genova.
Una parente del fu card. Paluano parlò col nuovo card. raccomandando la nostra Congregazione.
Esso se ne occupò prontamente, visitò la Casa di Carità, raccolse le impressioni, andò a Roma ( terzo tentativo ), si rivolse alla Congregazione dei Religiosi, ma fu vano.
Allora, dietro stesso consiglio del S. Padre, si presentò al Concilio, il quale trattennero la richiesta chiedendo altre 25 copie del Regolamento ed anche qui per il momento non diedero alcuna affermazione, ma dilazionarono l'approvazione.
Il Fr. Teodoreto, recandosi ad accompagnare il Fr. Visitatore a Tripoli, si recò ad informarsi alla Congr. del Concilio, ma non ebbe niente di più.
Nel suo ritorno, parlando con il segretario della Congr., si riservò dicendo che se l'approvazione fosse avvenuta ci sarebbero state certo delle mutilazioni.
Intanto si pregava sperando fiduciosi.
Dato però che nel mondo le cose cambiano, il Papa stesso ne seguiva da vicino e si interessò e gradatamente si superarono gli ultimi punti più disparati, sino ad averne l'approvazione canonica.
Mentre in questo stesso tempo un altra Congregazione Milanese tentò presentare il suo Regolamento, ma ne ebbe esito negativo, come lo fu per noi in principio.
Una approvazione così è un'approvazione miracolosa.
Per ora i voti sono annuali.
Poi speriamo con lo sviluppo della vostra Congregazione si abbia la professione annuale, triennale e poi perpetua.
Per ora la povertà è interna, quale risoluzione.
Speriamo che presto diventi anch'esso un voto.
Il Signore fece questi miracoli perché vede che noi con la nostra buona volontà potremo far molto.
Finendo la nostra conversazione, ricordiamoci di far in modo che la nostra regola sia sempre vissuta quotidianamente in modo perfetto, cosicché alla nostra morte, presentandoci a Nostro Signore, portiamo con noi la nostra regola quale passaporto all'eternità.
Sinora abbiamo avuto delle direttive: nella prima predica l'incontro di Gesù col giovane e con noi - beni ricevuti materiali e spirituali; nella seconda della riconoscenza e nella terza della scelta dello stato.
Tutto ci è stato diretto per il nostro bene.
Difficoltà ne abbiamo molte, ma Gesù ci ha dato molti mezzi: ci ha messi nell'Unione.
Gesù vuole buona volontà, fervore, coraggio.
L'esempio dei buoni compagni, lo stimolo dei superiori.
Il frutto di questo ritiro per la perfezione: occuparmi solo di Dio e di me.
"La Pia Unione è cosa sacra", tesoro delle anime in mezzo al mondo.
I giovani dell'Unione sono dei privilegiati.
Si muore anche come membri dell'Unione, cioè colui che non osserva il regolamento.
Questi sono di impedimento agli altri.
Chi promette e si impegna di osservare un regolamento bisogna che viva, che operi.
Il Regolamento cita le adunanze settimanali, mensili, annuali: come ci teniamo? siamo assidui?
Vogliamo avere i vantaggi della nostra Congregazione, ma per ciò dobbiamo essere assidui, operosi, essere amanti dello spirito di pietà.
Chi lo domanda a Gesù questo spirito lo riceve.
Non bisogna essere di peso alla Congregazione.
Essere decisi ad osservarlo pienamente.
Pensate che oltre a ciò può essere di cattivo esempio ai compagni.
Altro che essere fermento buono. N. S. G. C. è generoso verso di noi: guardate un po' se voi corrispondete ai suoi favori.
Partendo da questi esercizi procurate di fare dei propositi sani, energici.
Bisogna essere generosi se non volete discendere i gradini che vi menano alla perdizione.
Puntualità alle adunanze di formazione.
Esatti coi vostri superiori. Leggere almeno una volta al mese il vostro regolamento.
Riflettere bene sui vostri doveri.
Attenti: di solito si prendono le cose alla leggera; dato il nome bisogna mantenere, essere cioè uomini di coscienza.
Certo che costa sacrifici, ma è la ricompensa che si avrà e sarà molta.
Non dobbiamo mica agire per soddisfazione nostra, ma per la gloria di Dio.
Tradurre in pratica gli atti di fede col rinnovare la nostra fede.
Sono chiamato da Dio in questa Congregazione, proprio da Lui per santificarmi e per il mio prossimo, per riparare le offese.
Sarà Lui ad aiutarmi nell'adempimento dei nostri doveri.
Ci aiuterà ad amare la sofferenza, le difficoltà, la mortificazione.
Amarle in spirito di riparazione. Avremo la contentezza se ci daremo completamente a Dio.
I più disgraziati sono coloro che non si decidono per una via o per l'altra, fin tanto che si rimane a mezza via: né gustano i piaceri del mondo, né la gioia dell'unione di Dio.
Guardate quanta gioventù si sollazza leggera e insensata.
Gesù ha chiamato voi a collaborare con Lui per la loro salvezza, per riparare alle loro offese.
Vi ha chiamato a cooperare ad essere di buon esempio.
Ad essere luce. Non lasciate cadere questi consigli, meditateli, penetrateli nel vostro cuore.
Siano di riforma vera e propria per la vostra anima.
Cominciate sin dal mattino, in tutto e dappertutto.
Prendete la bella abitudine delle giaculatorie: soltanto con questo avrete il buon contatto con Gesù.
Gesù vuol fare di voi degli Apostoli e voi corrispondetegli.
In questi giorni abbiamo sentito tante buone parole.
Facciamo in modo di accoglierle bene e di praticarle.
Chi ha ricevuto la parola di Dio e non la custodisce, difficilmente la mette in pratica.
Abituiamoci a far mente a quanto ci dicono e consigliano.
Non darsi mai alla distrazione completa.
Abbiamo un tesoro e non lo dobbiamo esporre troppo, ma usare precauzione, tenendo d'occhio il vostro tesoro.
Non meravigliamoci delle tentazioni che riceveremo, continuiamo a pregare.
Attenti a non attaccarci alle cose di questo mondo.
Facciamo bene il nostro dovere senza affanno.
Noi dobbiamo essere il terreno buono al 100 per uno.
Per essere apostolo bisogna averne per sé a da darne per gli altri, con le preghiere, col far mente a quanto ci viene detto.
Deo gratias!! Eccoti qui! Ed ora non hai che da continuare.
Il Signore è stato proprio buono con te. Ti ha voluto qui a lavorare con sé.
Tu sei un prediletto del SS. Crocifisso.
Le difficoltà non sono mancate, e non mancheranno per l'avvenire, ma niente paura, il Signore che ti ha voluto qui, ti aiuterà, ti dà le sue grazie particolari, secondo i momenti.
E questa è una gran bella cosa, l'essere assistiti da Gesù.
Ricordati di fare sempre tutto con Lui, offrirgli sempre tutto, qualsiasi tua azione: tutto per te, o Gesù.
E poi ti raccomando di non faticarti troppo: ogni cosa a suo tempo, ed il riposo ed i rimedi per la tua salute, offrili al Signore.
Ecco faccio così per far meglio gli altri miei doveri.
Dal momento che non sei un robustone, abbiti cura, il Signore vuole così!!!
Ed ora ringraziamo insieme il Signore e preghiamo che ti assista sempre, affinché abbi a farti santo, nel tuo apostolato che ti affideremo.
Viva Gesù nei nostri cuori. Sempre!
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