Una Devozione antica e sempre nuova
"Dalle sue piaghe siete stati guariti" ( 1 Pt 2,24 )
- Nella storia della Chiesa la devozione alle ferite di Cristo sulla croce la troviamo sia nei grandi mistici sia tra i comuni fedeli.
In questa scia si colloca anche la devozione-adorazione proposta da Fra Leopoldo M. Musso e diffusa da Fratel Teodoreto.
"Dirai al fratello Teodoreto che chiami in tutte le case della sua Congregazione, con la voce e con lo scritto, e non si stanchi mai, affinché la mia voce e il mio desiderio siano obbediti dai miei figli diletti delle Scuole Cristiane".
Cosi parlò Gesù al servo di Dio fra Leopoldo Maria Musso il 23 maggio 1914, riguardo alla devozione delle sue Cinque Piaghe.
Le più antiche devozioni che incontriamo nella storia della Chiesa si limitavano alla persona di Cristo Crocifisso, della Madonna, dei Santi Martiri e delle loro Reliquie.
Successivamente furono presi in onore miracoli, fatti ed episodi ( cfr. Enciclopedia Treccani, voce Devozione ).
Tra queste primeggiò quella alle Cinque Piaghe.
La Via Crucis è molto più tardiva.
L'inizio si può ricollegare a san Bernardo ( 1090-1153 ), più teologo che asceta, secondo Ettore Paratore.
Entusiasmato dal ritorno dei Crociati della prima spedizione per liberare dai Turchi la Terra Santa, si infervorò delle Piaghe di Gesù Crocifisso.
Gli fu rivelato anche il dolore acuto sulla spalla dove poggiava la croce.
E Bernardo ne annoverò sei.
Le stigmate di san Francesco d'Assisi, il primo di una lunga serie, seguito da santa Caterina da Siena, facilitarono la propagazione della devozione.
Celeberrima è la preghiera Anima Christi sanctifica me … Intra tua vulnera ( piaghe ) absconde me … attribuita erroneamente a sant'Ignazio di Loyola, mentre fu composta da un anonimo del XIV secolo.
Nello stesso secolo, dal monastero benedettino di Fritzlar, in Turingia, della devozione alle Piaghe di Cristo si conosce la festa collocata il venerdì dopo l'ottava del Corpus Domini, popolare anche nelle regioni limitrofe.
La liturgia cattolica medievale annoverava la Messa "Humiliavit" delle Piaghe, denominata Messa d'oro, illuminata da cinque candele.
Chi per cinque giorni consecutivi vi avesse partecipato sarebbe stato salvato dal fuoco dell'inferno.
Così suggeriva la devozione popolare.
I cavalieri del Santo Sepolcro, divenuti di san Giovanni d'Acri, poi di Rodi ed infine di Malta, in base ai loro successivi trasferimenti, portano sul vessillo e sui bianchi mantelli cinque croci per ricordare le Cinque Piaghe.
In seguito lo stesso simbolo sarà ripreso dai Frati Minori della Custodia di Terra Santa.
Sulla bandiera del Portogallo, già dal lontano secolo XII con Alfonso I, lo stemma riporta al centro cinque piccole tacche, proprio per ricordare le Sante Piaghe.
Anche la bandiera della Georgia ne ricorda la devozione con le cinque croci rosse.
Fu eliminata nel periodo comunista, ma ripristinata con la fine dell'URSS nel 1991.
Le discepole di Santa Brigida, le brigidine, portano un caratteristico caschetto in cui cinque fiammelle rosse rimandano alle Piaghe.
I romani possono vederle a piazza Farnese, ove risiedono nel palazzo che ospita la pubblica graziosa chiesa di santa Brigida e dove sembra che sia vissuta.
Si può capire rammentando che la Santa svedese, non per caso celebrata Patrona d'Europa, ebbe in grande onore il Crocifisso ligneo del Cavallini, ormai privo delle mani, visibile nella Basilica di san Paolo fuori le mura, cappella del ss. Sacramento.
Ivi ai piedi della statua della Santa inginocchiata, scolpita da Stefano Maderno, autore anche della celeberrima Santa Cecilia in Trastevere, si legge: Pendentis, pendente Dei verbo accepit aure accipit at verbum corde Brigitta Deum.
Anno Jubilei MCCCL
Con orecchio attento ascoltava le parole del Dio sospeso ma con il cuore Brigida accoglie il Verbo Dio.
Nell'anno del Giubileo 1350.
Da questa devozione è nato il libretto delle Quindici Orazioni che contemplano le varie fasi della Passione del Salvatore.
Nella terza si ricordano le piaghe delle mani e dei piedi e nell'ultima quella del Costato.
Correva l'anno del Giubileo 1350 sotto il papato di Clemente VI, francese come altri quattro papi, che preferirono Avignone alla sede di Roma.
Devotissima ne fu la terziaria francescana napoletana, divenuta santa col nome di Maria Francesca delle Cinque Piaghe ( 1715-1791 ), nata e vissuta nei Quartieri Spagnoli, ove si trova pure un piccolo santuario a lei dedicato.
I Passionisti documentano un Rosario delle Cinque Piaghe nel 1821, presso la Basilica romana affidata al loro Fondatore san Paolo della Croce, dopo la soppressione dei Gesuiti ( cfr. Platea o Cronaca della casa e della chiesa dei ss. Giovanni e Paolo al Celia )
Anche la francese serva di Dio e visitandina Maria Marta Chambron ( 1841-1907 ) promulgò un altro Rosario, che sostituiva ai grani del Pater e dell'Ave Maria appropriate invocazioni alle Cinque Piaghe.
Il XX secolo, quello delle più devastanti guerre, è il secolo di grandi stigmatizzati, non da meno dei loro predecessori: Gemma Galgani a Lucca, Faustina Kowalska polacca, Padre Pio, Lucia Mangano venerabile, Natuzza Evolo in Calabria, morta nel 2009 a 85 anni.
Se ne contano una quarantina di casi, compreso un amico mio albanese, brav'uomo, stigmatizzato anche lui.
Un fenomeno che è più diffuso di quanto si possa credere, che non garantisce la canonizzazione, anche se sprona alla pratica della devozione delle cinque piaghe.
Il giovane catanese Rosario, veggente presso la Roccia di Belpasso ( CT ) fino al 1987, ex-alunno dell'istituto lasalliano Leonardo da Vinci di Catania, ha riferito che la Madonna raccomandava e sollecitava a propagare la devozione alle Cinque piaghe.
C'è da sottolineare che il suo insegnante di classe e assistente era il compianto Fratel Saturnino Ricci, convinto divulgatore della devozione.
Ma la devozione alle Piaghe divine si ritrova anche in papa Francesco che, in una sua confidenza dichiarava che "la sera, prima di andare a letto, io prego questa breve preghiera: Signore, se vuoi, puoi purificarmi.
E prego cinque Padre Nostro, uno per ogni piaga di Gesù, perché Gesù ci ha purificato con le Cinque Piaghe". ( Angelus 18-3-2018 )
D'altra parte, nella prima lettera di San Pietro ( 1 Pt 2,24 ), si legge: "… dalle sue piaghe siete stati guariti"; un'infelice traduzione dal latino "… peccata nostra ipse pertulit in corpore suo super lignum", che però avvalora il ricorso alla famosissima super-indulgenziata preghiera dopo la Comunione ( Pio IX, 1858 ): En ego, bone et dulcissime Jesu … tua quinque vulnera mecum ipse considero ac mente contemplo … Eccomi, o mio amato e buon Gesù …
E dopo questo largo excursus, ritorniamo al nostro incipit che interessa l'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
Il servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso ( 1850-1921 ), ammesso cinquantenne tra i francescani O.F.M. e il nostro venerabile fratel Teodoreto Garberoglio ( 1871-1954 ), il primo con la composizione delle cinque preghiere alle Piaghe e il secondo, suo intimo amico, con la loro diffusione, incrementarono la pia pratica.
Devozione rimasta eredità dei discepoli di fratel Teodoreto, l'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata.
È interessante leggerne l'origine che qui riassumo usufruendo della gradevole biografia di fra Leopoldo, scritta dallo stesso Teodoreto, Nella intimità del Crocifisso.
Durante il noviziato il futuro fra Leopoldo aveva riparato un vecchio crocifisso.
Col tempo era finito nel coridoio del convento, accanto alla sua camera.
Sicché, ogni volta che vi passava davanti, aveva preso l'abitudine di guardarlo e recitare qualche giaculatoria.
Un giorno il padre Guardiano osservò il devoto in preghiera.
Cose ordinarie da convento, diremo noi.
Ma dopo quella volta il timido frate si presentò dal Guardiano dicendo: "Quanto desidero quel Crocifisso!".
"Lo prenda pure".
Il servo di Dio si metteva ai piedi della Croce verso le quattro del mattino fino alle sei, orario della Messa.
Faceva delle meditazioni con sinceri affetti verso il Crocifisso e la Madonna.
Insomma come per istinto compose formule di preghiera, detta Adorazione alle cinque Sacratissime Piaghe col titolo: Divozione a Gesù Crocifisso.
La preghiera fu apprezzata dalle autorità ecclesiastiche ricevendo anche speciale indulgenza dal Papa.
Ce lo racconta Fratel Teodoreto.
"D'accordo con lui ( fra Leopoldo ) scrissi una supplica al Santo Padre, nella quale, come Direttore dell'Unione, chiedevo un'indulgenza per tutti i fedeli che praticassero la Divozione a Gesù Crocifisso.
Sua Santità concesse non solo l'indulgenza di 300 giorni … ma con prezioso autografo sotto la propria fotografia, volle aggiungere la benedizione seguente: "Preghiamo il Signore a colmare di grazie il Direttore e gli ascritti alla Pia Unione del SS. Crocifisso, canonicamente eretta in Torino, perché i Sacerdoti con la voce e con l'esempio, e i secolari con la santità della vita, debbono sempre "praedicare Jesum Christum et hunc Cruci¬fixum".
Dal Vaticano, 18 gennaio 1915 Benedictus P.P. XV
E continua: "Appena ricevuto da Roma così grandi favori, d'intesa col servo di Dio, preparai il nuovo foglietto della Divozione a Gesù Crocifisso includendovi l'accenno all'indulgenza ottenuta, e riportando il testo della preziosa benedizione pontificia sopracitata".
Si iniziò la stampa e la diffusione gratuita fino a raggiungere nel 1958 nove milioni di foglietti in diciassette lingue.
Fratel Teodoreto già da quattro anni era nel seno di Dio.
Insomma Gesù Crocifisso ce l'aveva proprio con noi e lo ripeteva, come ancora scrive Fratel Teodoreto, riportando le stesse parole che fra Leopoldo udì mentre pregava: "È mio desiderio che passi dai Fratelli delle Scuole Cristiane ciò che io ho cooperato per mezzo tuo".
Mi auguro che dopo queste brevi note storiche, perché un volume non sarebbe sufficiente per contenere l'argomento, si possa riscoprire la predilezione di Nostro Signore per i Fratelli, e aggiungo ormai per tutti i Lasalliani, oranti dinanzi a Cristo Crocifisso.
Alberto Pettinari Fsc
( Articolo pubblicato su: Lassaliani in Italie Anno XV, n. 57 Giugno 2018 )