La devozione a Gesù Crocifisso
1 - Saluto a tutte le Zelatrici
2 - La Divozione a Gesù Crocifisso
3 - Il Padre ha talmente amato il mondo
4 - Fondarsi su questa verità
5 - Il Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso
6 - Adesso c'è Cristo Risorto
7 - Richiamare gli uomini al centro della storia
8 - Amabilissimo mio Signore Gesù
9 - Il Signore vuole lo slancio d'amore
10 - Proclamazione di suprema amabilità
11 - Questa Divozione è fatta "con Maria SS."
12 - Questa Divozione è alle Piaghe di Gesù
13 - Quando sarò innalzato da terra
14 - Prima del Concilio c'era una inflazione di devozioni
15 - La più bella preparazione alla S. Messa
16 - Il Signore ci riserverà la massima delle intimità
In mezzo a loro per la prima volta giacché la Provvidenza ha voluto che io fossi incaricato della pesante responsabilità che è la Presidenza dell'Unione Catechisti del SS .Crocifisso e di Maria SS .Immacolata.
Sono molto lieto perché mi si offre l'occasione di porgere il saluto più cordiale ed affettuoso a tutte le Zelatrici poiché da molti anni alcune ci seguono così da vicino in questo nostro apostolato che ha per centro Gesù Crocifisso.
Non solo un saluto ma anche un ringraziamento, non tanto su un livello puramente umano, ma direi un ringraziamento - mi si permetta - a nome di Gesù Crocifisso per questo lavoro di adesione di cuore che loro hanno dato alla causa della sua Divozione.
In questi nostri trattenimenti è evidente che noi cerchiamo di sempre più approfondire quella che è la volontà del Signore ed è rappresentata dalla Divozione a Gesù Crocifisso, per potere vivere sempre di più questa Divozione nel nostro cuore e per potere così sempre meglio corrispondere a quell'invito che il Signore ci ha fatto quando, sia pure usando le persone umane, ci hanno invitato ad aderire a questo bellissimo movimento che è l'Unione del SS. Crocifisso ed a diventare non solo gente che pratica la Divozione, ma che anche la propaganda.
Quindi è per rispondere a questa "vocazione", che è una chiamata che il Signore ci ha fatto, di essere più vicini alla Sua Croce, più vicini a Lui crocifisso, innanzitutto per capire fino in fondo l'amore che Egli ha portato per noi e per l'Umanità, e d'altra parte, per farci diffusori della conoscenza e del culto di questo amore a Gesù Crocifisso.
Quindi il nostro scopo è quello di rinfocolare la nostra vocazione, di rinfrancarci in questa nostra condizione di Zelatori e Zelatrici della Divozione a Gesù Crocifisso.
Nel Vangelo di S. Giovanni sta scritto che il Padre, Dio, ha talmente amato il mondo da dare, per la salvezza del mondo il Suo stesso Figlio Unigenito.
Sta scritto niente po' po' di meno che questo e non solo è scritto, è che tutto questo è stato fatto.
Duemila anni fa' all'incirca, il Figliolo di Dio si è "incarnato" ha assunto la natura umana, è nato anche Lui da donna.
È cresciuto come tutti gli altri uomini, ha lavorato accanto a suo padre putativo, ha reso ossequio a tutte le giuste leggi, a tutte le tradizioni del suo popolo.
Alla fine si è dato negli ultimi anni alla predicazione del Regno di Dio ed è morto in croce per ciascuno di noi.
Questo fatto che il figliolo di Dio si è fatto uomo ed ha umilmente servito l'umanità, rivelando il disegno di misericordia che Dio aveva nei confronti di questa umanità, fino al punto di farsi immolare al posto nostro sulla croce, non bisogna mai dimenticarlo.
È il punto di riferimento, o il punto fondamentale di tutta la storia dell'umanità e di tutta la storia particolare di ciascuno di noi.
Non bisogna mai dimenticarci, anzi, sempre nutrirci di questa verità che il Figliolo di Dio si è dato per noi sino alla morte di croce.
Non bisogna mai assolutamente dimenticarlo, anzi attingere di lì quanto ci occorre per rinfrancarci nel bene, per entusiasmarci nella Divozione, per convertirci sino in fondo, per corrispondere, a questo amore così stupefacente, così mirabile, di un Dio che arriva sino a questo punto per ciascuno di noi.
Siccome però gli uomini hanno una grande facilità a dimenticare e di lasciarsi prendere dalle contingenze della vita, dalle cose che più li colpiscono nella sensibilità, nelle cose di questo mondo, hanno grande facilità di dimenticare.
Ecco che il Signore, lungo il corso dei secoli, è venuto sempre, attraverso la Chiesa, ufficialmente, Papi, Vescovi, perciò anche anime ispirate, è sempre venuto nel corso dei secoli richiamando l'umanità a fondarsi su questa verità essenziale che il Figliolo di Dio si è fatto uomo ed è stato ubbidiente fino alla morte di croce.
Sempre, e specialmente in periodi post conciliati, dopo il Concilio, basterebbe vedere che cosa è capitato per esempio dopo il Concilio di Trento e che cosa deve capitare dopo il Concilio Vaticano II per renderci conto che c'è stato tutto un movimento di Anime sante, di Pastori e di Vescovi per richiamare i loro fedeli ai piedi della croce, davanti a Gesù Crocifisso, all'adorazione, all'amore di Gesù Crocifisso.
Ebbene, una di queste anime privilegiate, di queste anime tutte innamorate di Gesù e sempre memori della Sua Passione e sempre presenti col loro spirito ai piedi della Croce, è stato, come loro sanno, il Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso, assecondato dal nostro altro Servo di Dio Fratel Teodoreto.
Gesù, attraverso questo suo servo fedele, ha voluto, per l'ennesima volta, richiamarci in modo pratico, in modo facile da capire, in modo facile da corrispondere, ha voluto richiamarci ai piedi della Croce, mediante questa Divozione a Gesù Crocifisso.
Oggi se ne parla poco di Gesù Crocifisso, perché non lo si sa capire, per paura di Lui, si ha paura della sofferenza che è Sua, si ha paura di tutto quello che può dirci Gesù in croce.
Intanto, Gesù in croce ci rimprovera i nostri peccati. Gesù in croce ci ammonisce di prendere in un certo modo la vita, la gente si spaventa di tutte queste cose e allora un po' per la pigrizia, un po' per l'indolenza, un po' per la mancanza di generosità, ci si tiene lontani dalla croce.
So di sacerdoti, mi si scusi se oso parlare così io che non sono sacerdote, non è certo per fare un processo ai sacerdoti, so di sacerdoti che vanno predicando, non solo dicendo così privatamente, che adesso basta con Gesù Crocifisso.
Adesso basta, adesso c'è Cristo Risorto ed è lì che dobbiamo guardare.
Cosa da Medio Evo sulla Divozione a Gesù Crocifisso.
Il Cristianesimo è gioia, il Cristianesimo è vita, è affermazione di qualche cosa, cosa significa questo ritornare continua mente al Crocifisso?
C'è gente che va dicendo queste cose, ai vede che non ha capito neanche il valore di Cristo Risorto, perché Gesù Risorto, evidentemente, appare nella sua giusta luce se noi ammettiamo che è morto per noi.
Gesù Risorto porta in eterno le Piaghe, che questa volta sono trionfanti e gloriose, non più sanguinanti e queste Piaghe prima le ha presentate agli Apostoli dopo la Sua Risurrezione.
Ricordano tutti l'episodio di S. Tommaso, il quale non c'era la sera della prima apparizione dopo che Gesù è risuscitato e quando gli Apostoli gli dicono che Gesù è risorto, lui dice: "Se io non metterò il mio dito dentro le Sue Piaghe non crederò".
E Gesù otto giorni dopo appare e dice appunto, a S. Tommaso, di mettere il suo dito dentro le Piaghe delle Sue mani e del Suo Costato.
Quindi Gesù queste Piaghe le conserva nell'eternità: oramai non sanguinano più, non danno più occasione di sofferenza, ma sono, queste Piaghe, occasione di merito davanti al Padre Suo ed è in forza di queste Piaghe che Lui intercede per noi nella sua umanità e fa da mediatore tra il cielo e la terra.
Per queste Piaghe che Egli costantemente presenta al Padre Suo, quasi a ricordargli che Lui ha sofferto e patito per la salvezza dell'umanità, perché questa salvezza sia concessa, questa abbondanza di grazia di cui hanno bisogno gli uomini sia concessa.
Quindi per capire veramente bene Gesù Risorto, bisogna capire bene Gesù Crocifisso.
Se no è risorto per che cosa? risorto perché? dopo quale travaglio? dopo quale sofferenza? dopo quale patimento?
Risorto per indicarci che cosa? se non che prima noi dobbiamo assomigliare a Lui sulla Croce, per poi potere veramente risorgere con Lui.
Ed allora, ecco che Fra Leopoldo ha avuto questa visione: attraverso la Divozione a Gesù Crocifisso, di richiamare gli uomini al centro della storia, a questo centro di tutta la vicenda dell'umanità che è il Calvario, che è Gesù sulla Croce.
Questo fatto strepitoso del Dio uomo che si dà per noi, spargendo tutto il suo sangue, dopo aver sofferto quel che ha sofferto.
Ebbene, noi abbiamo, grazie a Dio, ricevuto questo richiamo, vi abbiamo aderito almeno con una certa misura di generosità ed eccoci Zelatori, Zelatrici della Divozione a Gesù Crocifisso.
Questa Divozione è veramente meravigliosa innanzitutto perché è una palestra di relazione con il Crocifisso, di rapporto con il Crocifisso.
Quando noi ci dettiamo davanti al Crocifisso, e uno dice: ma in che modo mi ci devo mettere? come gradisce lui che io stia davanti a lui in croce? ebbene, questa Divozione innanzitutto ci insegna il giusto modo di stare davanti a Gesù Crocifisso, al piedi di Gesù Crocifisso.
E ce lo insegna con quella esclamazione - affermazione che c'è all'inizio di ogni Piaga, all'adorazione di ogni Piaga: Amabilissimo mio Signore Gesù Crocifisso.
Prima ancora di battersi il petto davanti a Gesù Crocifisso, dicendo: ho peccato, sono stato io la causa di quella morte.
Prima ancora di fare altre considerazioni o valutazioni la Divozione ci insegna che bisogna presentarsi a Gesù Crocifisso sgombri, liberi, dimenticando tutto, buttando tutto in Lui, per proclamare che Lui è l'Amabilissimo, cioè l'infinitamente degno di amore.
Che Lui è veramente il centro di tutta l'umanità, il centro, l'attrattiva di ogni amore, l'essere che più di ogni altro merita tutto il nostro amore, tutta la nostra fiducia, tutta la nostra confidenza, questo vuole la Divozione a Gesù Crocifisso.
È una scuola di educazione, di rapporti verso il Crocifisso.
A noi si richiede che noi non andiamo innanzitutto con le lacrime davanti al Crocifisso, a noi si richiede che non andiamo innanzitutto battendoci il petto o con qualche altra valutazione, ma andiamo con semplicità: Amabilissimo mio Signore Gesù Crocifisso.
E faccio notare che in questa espressione c'è Amabilissimo, la nota dell'intimità, dell'amore ardente: Amabilissimo, ma poi c'è anche la nota dell'adorazione: mio Signore, sei mio Signore.
Tuttavia lo slancio, il Signore vuole questo tipo di prostrazione davanti a Lui, vuole lo slancio d'amore.
Questa è la nostra forma di adorazione, difatti dopo si dice: Vi adoro profondamente prostrato.
Il nostro modo di prostrarci davanti al Crocifisso è quello di slanciarci verso di Lui proclamandogli che per noi, che per tutti gli uomini Egli è l'Amabilissimo, l'infinitamente degno di amore.
Ecco quindi che non c'è affatto da aver paura di Gesù Crocifisso, ma anzi è lo spettacolo che deve rompere il gelo che è nel nostro cuore, il dubbio che è nel nostro cuore nei confronti di Dio e della Sua Provvidenza, soprattutto quando abbiamo delle prove nella vita, delle difficoltà nella vita.
Rompere tutte queste cose, rompere questo senso di sgomento che abbiamo magari per i peccati commessi, per le infedeltà della vita passata, per presentarci davanti a Lui così filialmente, di slancio: Amabilissimo mio Signore Gesù Crocifisso.
Questo è il primo punto fondamentale.
Quindi è una scuola altissima di rapporti con il Crocifisso: se noi non avessimo incontrato la Divozione a Gesù Crocifisso di Fra Leopoldo, come andremmo al Crocifisso, con quale stato d'animo? con quale apertura di cuore? domandiamocelo.
Sembra una frase tanto semplice questa: Amabilissimo mio Signore Gesù Crocifisso, ma chi da noi l'avrebbe congegnata?
Come prima espressione per avvicinarci a Gesù? Non ci saremmo arrivati, confessiamocelo.
Avremmo magari detto: Crocifisso, mio Dio mi pento, abbi pietà di me, misericordia, avremmo detto cose di questo genere, ma non avremmo mai pensato, nella nostra spontaneità, di dirgli subito, prima ancora di ogni altra cosa: Amabilissimo.
Quindi il tema, loro sanno che ogni musica ha il suo tema, il suo motivo introduttore, poi tutto viene costruito sul tema.
Il tema è quello dell'Amabilissimo i tutto quello che viene dopo viene scritto su questo tema, anche la frase successiva: Vi adoro profondamente prostrato, con Maria SS.
E naturalmente il pentimento per il dolore, tutto è però proclamato mantenendo sempre fanno il nostro animo in questa proclamazione di suprema amabilità nel confronti del Crocifisso.
Questo è molto importante, noi dobbiamo fare conoscere queste cose.
Intanto noi dobbiamo pensare alla Divozione, non soltanto recitarla, riflettere recitandola lentamente, riflettendo su ciò che noi veramente diciamo: è un modo costruttivo che ci alimenta interiormente.
Può darsi che qualcuno di noi, ad un certo momento, gli basti una sola parola per essere come rapito dalla meditazione e contemplazione.
Può darsi che qualcuno si fermi alla prima parola: Amabilissimo, che è rivolta al Crocifisso e nutra veramente tutta la sua interiorità, tutti i suoi rapporti verso di Lui.
La Divozione a Gesù Crocifisso ha tante caratteristiche, io non pretendo di illustrarle tutte questa sera, ne tratterò poi negli altri trattenimenti, ma un'altra caratteristica che voglio mettere avanti è che questa Divozione è fatta "con Maria SS.".
Vi adoro profondamente prostrato con Maria SS. Riflettiamo un momento su questa espressione.
Molte di loro sono mamme, penso, e anche nonne, giudicando così dall'aspetto, senza fare torto a nessuno, anzi…
Cosa vuoi dire a Gesù Crocifisso Amabilissimo … adorare le sue Piaghe con Maria SS.?
In compagnia soltanto di Maria SS.? Oppure con la guida di Maria SS., essendo guidati dal suo modo di contemplare il Crocifisso, di vedere il Crocifisso, lei che era la sua mamma.
Come guardava Maria, Mamma di Gesù, il Cro cifisso?
Domani è la Sua festa, l'Immacolata, e sappiamo che la Madonna è stata preservata dalla colpa originale ed è stata piena di grazia subito, sin dal primo istante in cui Gesù ha cominciato a prendere vita nel seno di sua madre, è stata preservata in vista, in previsione dei meriti del Figlio suo, della Passione e morte del Figlio suo.
Quindi se c'era una creatura sulla terra che sapeva tutta la grandezza, tutto il valore di quella passione era proprio Maria SS. che in più era la mamma di Gesù e che perciò sentiva nelle sue carni ogni colpa, ogni offesa, ogni oltraggio fatto al Figlio suo ripercuoterci dentro di sé, come avviene per le mamme, allorché viene colpito il loro figlio.
Quindi questa Adorazione ci invita non ad avvicinare il Crocifisso così, ma ad avvicinarlo seguendo Maria SS., cercando di capire quali erano i suoi sentimenti, quali erano le sue vedute, quando Essa contemplava il figlio suo sulla croce immobile, muta dal dolore ai piedi della croce.
Cosa c'era dentro tutto quel cuore di madre?
Quindi è una Adorazione fatta con Maria SS., alla scuola di Maria SS.,
guidati da Maria SS., in unione a Maria SS., in
compagnia di Maria SS.
Quindi siamo garantiti: non si potrà mai fare una adorazione, una contemplazione del Crocifisso più valida, più completa che quella che ha fatto Maria SS. stessa su questa terra e che continua a fare in cielo.
Ecco perché questa Divozione è alle Piaghe di Gesù e non soltanto a Gesù nel suo complesso, alle Piaghe.
Una mamma quando le viene affidato, messo in braccio suo Figlio morto e piagato non si accontenta di fare una considerazione così; eccolo qua mio figlio che è morto e di piangergli sopra.
Una madre che veramente ama il figlio suo, vedendo tutte le ferite del figlio suo le va tutte considerando, perché ognuna di quelle ferite è stata l'occasione del patimento e della morte del figlio suo.
Considera tutto dicendo: "Ma guarda che cosa gli hanno fatto" questo, questo, quest'altro.
Questo è il pellegrinaggio che la Madonna fa sulle Piaghe di Gesù.
Certamente tutte le ha considerate, nella loro completezza, ha rivissuto tutti i suoi dolori, traendo dalla contemplazione di ciascuna, dalla considerazione di ciascuna da una parte una pugnalata di dolore e dall'altra parte uno slancio di amore sempre più ardente verso il figlio suo e verso l'umanità, che veniva redenta da questo suo figlio, attraverso il suo sacrificio.
Quindi ecco perché è bello, è importantissimo considerare non soltanto Gesù Crocifisso nel suo insieme, ma proprio tutte le sue piaghe, i suoi dolori, uno per uno.
È necessario questo pellegrinare così, perché questa è l'adorazione ed è la contemplazione del figlio suo, che ha fatto Maria SS.
Noi abbiamo in mano un foglietto, una Divozione importantissima per il Crocifisso che ritorni ad essere il centro di tutti i nostri affetti, il centro della nostra vita.
Lui l'ha detto: "Quando sarò innalzato da terra - e intendeva quando sarò crocifisso - trarrò tutto a me".
Vogliamo corrispondere a questa attrattiva di Gesù, che si esercita su ogni uomo e che si esercita su tutte le cose del mondo, su tutta la realtà del mondo, perché tutto è destinato ad essere redento, ricomposto, ristrutturato alla fine dei tempi.
Noi lo sappiamo, ci saranno nuovi cieli e nuova terra, ma tutto perché Gesù Crocifisso è morto ed è morto per la redenzione dell'uomo.
Quindi questa Divozione che noi abbiamo nelle mani è una cosa molto preziosa, se l'abbiamo approfondita, come veramente bisogna pensarci su.
È un modo bello, anzi è il più bello che ci sia di metterci davanti a Gesù Crocifisso.
È per alimentare nel nostro cuore la conoscenza di Gesù Grocifisso, l'amore di Gesù Crocifisso e per renderci apostoli di Gesù Crocifisso.
Quindi non sottovalutiamola ( e nessuno di noi, evidentemente, la sottovaluta, per il fatto stesso che siamo qui ) questa Divozione, ma anzi sempre di più riteniamola una cosa importante.
Uno potrebbe ancora dire: ma oggi c'è tutto un rinnovamento liturgico che sta puntando sulla Santa Messa e sembra che le diverse Devozioni contino sempre meno, no?
Capitava questo spettacolo: di entrare in una chiesa e di vedere delle persone le quali entravano in chiesa, nemmeno facevano la genuflessione, entravano spedite ed andavano all'altare di Santa Rita o di S. Antonio e lì passavano un quarto d'ora venti minuti, poi uscivano magari con un cenno, un segno di croce, magari nemmeno quello, tutto finito.
Non è che il culto di S. Antonio o quello di S. Rita sia una cosa che non deve essere fatta, ma è evidente che in quel modo si trattava di deformazioni a carattere superstizioso.
Senza contare i foglietti che si lasciano sulle balaustre, ancora adesso, delle catene di S. Antonio, che vanno assolutamente distrutti.
Questo è proprio che c'è qualcuno che evidentemente vuoi male ai cristiani e cerea di rovinarli in questo modo, perché trova sempre la persona un po' superstiziosa, un po' superficiale, che per la paura fa girare questi foglietti.
Evidentemente prima c'era una esagerazione, ma non c'era la vera devozione.
Il Concilio non è affatto contro le devozioni cosiddette private, basta leggere i testi conciliari.
Il Concilio, mentre richiama i cristiani al valore della preghiera pubblica, cioè alla preghiera Liturgica, il cui centro è la S. Messa, richiama a questo centro, perché valorizzino la preghiera liturgica, valorizzino la S. Messa, infatti la traduzione in italiano, la Messa dialogata, per facilitare la compartecipazione alla S. Messa.
Dice anche che bisogna ( e prego di andare a rileggere, specialmente nella prima Costituzione sulla Chiesa ) dice anche che bisogna coltivare con gli esercizi di pietà privati, con la devozione privata, coltivare gli stati d'animo, l'atteggiamento, la comprensione necessaria da portare poi alla S. Messa.
La Divozione a Gesù Crocifisso praticata in modo intelligente e come la vuole il Signore, è la più bella preparazione alla S. Messa che si possa fare, come è anche la più bella continuazione della S. Messa.
La preghiera a Gesù Crocifisso va recitata in unione alla S. Messa.
È una preparazione alla S. Messa perché la S. Messa è la rinnovazione di Gesù, sulla Croce; noi ci mettiamo ai piedi del Crocifisso prima della S. Messa e prepariamo il nostro cuore a partecipare convenientemente alla S. Messa.
Dopo la S. Messa, durante la giornata, se recitiamo la Divozione, facciamo, se la recitiamo bene, continuiamo il ricordo della Passione e Morte di Gesù che si è rinnovato nella S. Messa.
Quindi la Divozione è la nostra Messa, per così dire, il nostro modo di prepararci alla Messa e di continuare nella giornata il ricordo, i frutti di quella Messa che noi abbiamo sentito al mattino o quando è.
Quindi anche sotto questo aspetto è quanto mai provvidenziale la Divozione a Gesù Crocifisso, quindi rinnoviamo il nostro fervore, la riconoscenza a Dio di averci fatto incontrare questo movimento che può essere, in mezzo alla Chiesa, in mezzo alla umanità uno dei movimenti che sono stati nella storia che vuole aiutare a capire Gesù Crocifisso, aiutare ad avvicinarci a Gesù Crocifisso, ad amare Gesù Crocifisso.
Non abbiamo niente da temere, proprio niente da temere, anzi, il Signore ci riserverà la massima delle intimità perché l'ideale per un uomo è essere nell'intimità con qualcuno.
Più questo qualcuno è in alto, più noi ci sentiamo felici, se questo qualcuno è addirittura Gesù, che ci apre il Suo cuore, non c'è felicità maggiore che poter vivere la propria vita in intimità, familiarmente trattati da Lui, proprio vicino al Suo cuore.
Ebbene, se c'è un mezzo che ci fa crescere in questa intimità, ho fatto notare già l'"Amabilissimo" di prima: Amabilissimo, è già tutto per favorire questa intimità, è proprio la Divozione a Gesù Crocifisso.
Diventare intimi di Gesù, cuore a cuore.
Certo il suo cuore è piagato, il suo cuore è stato ferito dalla lancia, ma è proprio così che il suo cuore trasmette al nostro il suo amore, proprio attraverso questo contatto con il suo cuore piagato, attraverso la Piaga del suo Costato, il suo amore si traduce nel nostro cuore e ci riscalda tutta la vita,.
Ci dà coraggio di fronte alle avversità, ci fa portare nel dovuto modo quelle che sono le croci della vita e le rende molto ma molto meno pesanti, molto ma molto meno gravose e ci dà una giusta intonazione cristiana a tutta la nostra vita, in modo che attorno a noi, poco per volta, si viene irraggiando qualche cosa di veramente costruttivo, di veramente utile.
Quindi animiamoci con queste considerazioni e soprattutto in questo momento delle feste gaudiose come il Natale, come l'Epifania, ricordiamoci sempre che tutto questo va visto in vista del Calvario, in vista della Croce.
Meditiamo su queste cose in modo che sempre in noi, sempre di più si venga stabilendo qualcosa di molto caldo, di molto vivo verso Gesù, di trasporto veramente generoso, cuore a cuore con il Signore che ha dato se stesso per noi sulla Croce.