27/3/1970
1 - Il mistero della passione e morte del Signore; gli aspetti del sacrificio
2 - Ciò che la morte di croce compie
3 - La morte di Gesù come principio della Sua gloria
4 - La croce rivela la ricchezza del Cristo e la sapienza di Dio
5 - Compiti dei Catechisti
6 - Il Crocifisso e la nostra morte
Abbiamo contemplato quanto sia terribile e grande il mistero della Passione e morte del Signore; abbiamo quasi verificato tangibilmente contemplando nella Via Crucis, l'insegnamento di S. Paolo: "apparso in aspetto di uomo si umiliò ancor più facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce". ( Fil 2,8 )
Queste poche parole sono la sintesi di tutta la Passione e morte del Signore di cui tutta la vita è una preparazione e in un certo senso un anticipo: la sua ora difatti è quella del Calvario.
Dal Calvario ci viene il grande insegnamento sottolineato da S. Paolo, che nella epistola ai Filippesi dice: "abbiate in voi lo stesso sentire che è in Gesù", ( Fil 2,5 ) e certamente questa è una delle primissime riflessioni che ci stimolerà a conformarci e a compatire con Lui, ad aprire il nostro cuore allo stesso sentire di Cristo Gesù.
Conformazione al sentire di Gesù
Sentire che coinvolge tutta la vita interiore, il nostro modo di vedere, di pensare, di predicare, di desiderare; sentire che esprime, secondo l'insegnamento di S. Paolo, da una parte l'umiliazione e l'umiltà, dall'altra l'obbedienza fino alla morte di croce.
S. Giovanni "consummatum est"
S. Giovanni nel suo racconto della passione, riporta le ultime parole di Gesù: "consummatum est", ( Gv 19,30 ) tutto è compiuto, tutto è adempiuto.
L'affermazione di Gesù è profondamente vera e significativa: si compie infatti la consumazione, cioè la Sua perfezione realizzata proprio per mezzo della morte.
1 ) La perfezione di Gesù
S. Paolo, nella epistola agli Ebrei, per commentare la compiutezza, la perfezione, la consumazione di Gesù mediante la morte, dice: "Era conveniente infatti che colui per il quale e per opera del quale ogni cosa esiste, nel condurre molti figli alla gloria rendesse perfetto mediante la sofferenza l'autore della loro salute". ( Eb 2,10 )
2) La nostra santificazione
L'espressione "consummatum est" si riferisce anche al compimento e al perfezionamento della nostra santificazione che si realizza per la passione e la morte di Gesù, come risulta dalle parole di S. Paolo nella epistola agli Ebrei: "Una sola offerta ha reso ( l'offerta è la morte in croce ) perfetti per sempre coloro che vengono sacrificati" ( Eb 10,14 ).
3) Realizzazione delle scritture
L'espressione "consummatum est" va inteso nel senso del pieno adempimento delle scritture che hanno predetto la morte salvifica di Cristo.
Gesù stesso, secondo il racconto di Luca, ha questa viva consapevolezza allorché sta per decidersi a entrare per l'ultima volta in Gerusalemme; Egli dice infatti: "Ecco saliamo in Gerusalemme e si compirà tutto quanto è stato scritto dai profeti a proposito del Figlio dell'uomo e tutto ciò che è stato predetto lo sappiamo: verrà arrestato, flagellato, condannato, ucciso, poi il terzo giorno risusciterà". ( Lc 18,31 )
La passione di Gesù è una realtà che domanda di essere vissuta dentro di noi per la nostra redenzione che si attua sulla croce.
Dopo aver considerato brevemente gli aspetti del sacrificio, l'umiliazione e la morte di Gesù, conviene che approfondiamo anche la croce di Gesù come principio e causa meritoria della sua gloria.
Dice S. Paolo nella epistola agli Ebrei: "Gesù noi lo vediamo coronato di onore e di gloria a causa della morte che ha sofferto affinché per grazia di Dio a vantaggio di ognuno gustasse la morte". ( Eb 2,9 )
Tale affermazione è ribadita nella epistola ai Filippesi, dove S. Paolo termina dicendo: "Facendosi obbediente fino alla morte e morte di croce, per questo Iddio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra, nell'inferno e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è Signore a gloria di Dio Padre". ( Fil 2,8 )
Da tali espressioni risulta chiaro che la regalità, la gloria, l'esaltazione di Gesù si realizzano con la Sua morte.
E quando Gesù ritornerà come Signore alla fine dei tempi, verrà con il titolo di regalità guadagnatosi sulla Croce e sarà preceduto dal Suo segno.
Sono concetti questi che ricorrono in tutto il Vangelo di S. Giovanni e nell'Apocalisse.
La Crocifissione ha due aspetti
1) L'uomo-Dio che muore sulla croce
Bisogna comprendere in profondità il significato della Crocifissione che ci presenta due aspetti:
1) lo spettacolo terrificante, sconvolgente dell'uomo-Dio che muore in croce; e tutta la natura in qualche modo partecipa di questo fatto: "I cieli si oscurano, il sole tramonta, si spalancano i sepolcri e nel momento stesso della Sua morte, si spacca il velo del tempio". ( Mt 27,51 )
È uno spettacolo impressionante, pieno di tenebra e di buio, che ci fa capire attraverso il dolore e la morte di Gesù la gravità dei nostri peccati.
2) Il trionfo nella vita
2) L'ingresso e il trionfo nella vita: è la vita che uccide la morte, è la nostra gloria futura, è il principio della restaurazione, della redenzione di tutto il genere umano e di tutto il mondo dell'uomo.
S. Paolo nella epistola agli Efesini dice: "Benedetto Iddio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo il quale ci ha benedetti con ogni sorta di benedizioni spirituali nelle regioni celesti; così egli ci ha prescelti in lui prima della fondazione del mondo, ad essere santi e senza macchia al cospetto suo avendoci nel suo nome predestinati ad essere figli adottivi per Gesù Cristo secondo il beneplacito della sua volontà, affinché fosse manifestata la gloria della grazia sua della quale ci ha favoriti nel suo Figlio diletto". ( Ef 1,3-6 )
Poi precisa ancora: "In Lui ( cioè nel Diletto dal Padre ) noi abbiamo la redenzione per il suo sangue, la remissione delle colpe secondo la ricchezza della grazia Sua che Dio ha effusa in abbondanza su di noi in ogni forma di sapienza e prudenza". ( Ef 2,7 )
E aggiunge: "Ma Dio ricco di misericordia, per la grande carità con cui egli ci ha amati, morti come eravamo per le nostre colpe, ci ridonò la vita in Cristo - perché in virtù della grazia siete stati salvati - con Lui ci risuscitò e ci fece sedere nelle regioni celesti con Cristo Gesù, per dimostrare nei secoli a venire la sovrabbondanza e la ricchezza della Sua carità, per la sua bontà verso di noi". ( Ef 2,4-7 )
Da questi passi risulta chiaro che tutto nel piano di Dio converge sulla croce del Figlio.
La carità e la misericordia divina si manifestano nella morte di Gesù, dato per la nostra salvezza.
La croce ci rivela l'insondabile ricchezza e carità del Cristo ed esprime anche la multiforme sapienza di Dio.
Non viene rivelato né dato nulla all'uomo, se non attraverso a Cristo.
Tutto l'insegnamento di Gesù riceve una particolare luce dalla croce di Cristo; dobbiamo quindi guardare alla croce, che tutto riassume e condensa, per comprendere che Dio è Padre e ricco di misericordia; che Dio è amore; che l'essere è amore secondo la manifestazione del nuovo testamento; per conoscere il volto vero del Padre e l'amore del Figlio verso il Padre e verso tutti noi.
Per comprendere che cosa sia lo Spirito Santo di cui Gesù è diventato Signore anche nella sua umanità; infatti la prima effusione dello Spirito ci è stata data sulla Croce attraverso il costato aperto di Gesù.
Per capire che cosa sia veramente la Chiesa, la nuova Eva tratta dal costato trafitto di Cristo.
Se noi vogliamo capire la Chiesa, il calore della Chiesa, bisogna che noi la vediamo veramente sgorgare dal costato trafitto di Cristo; se vogliamo comprendere l'azione freschissima e caldissima dello Spirito, bisogna che lo vediamo fluire dal costato trafitto di Cristo.
Significato e valore della Croce
Se vogliamo renderci conto della fragranza delle carni e del sangue di Cristo e della vita che tale cibo comunica, dobbiamo pensarli sulla Croce: carni immolate e sangue versato che ci faranno capire che il cibo spirituale è Gesù stesso.
Perderemmo completamente il senso di chi è Gesù, del Padre e del Figlio, della Chiesa, della carità, del Battesimo, dell'Eucaristia, se non li riconducessimo a Cristo Crocifisso.
Perderemmo il senso della Sua resurrezione, della Sua ascensione al cielo alla destra del Padre e del Suo ritorno alla fine dei tempi in veste di giudice, se non riferissimo tutto ciò alla Croce.
Sono le piaghe di Gesù, sono i meriti della sua passione e morte che ci riscattano e ci ottengono la vita.
Noi catechisti siamo stati chiamati a ripresentare al mondo Gesù Crocifisso, a collaborare perché gli uomini si riconvertano a Gesù Crocifisso, così poco compreso nel mondo attuale; siamo stati chiamati a lodare e far lodare la carità e l'insondabile ricchezza di Cristo; ricchezza soprattutto di amore redentore.
L'Adorazione
Difatti l'adorazione, che è la pratica pia che noi diffondiamo, comincia con un superlativo assoluto: "Amabilissimo", attributo con il quale inizia la nostra risposta, dimostra il nostro slancio e la nostra commozione alla visione della carità del Padre che si manifesta in Cristo e nelle Sue piaghe.
La regalità di Cristo
Poi, subito dopo, proclamiamo la regalità di Cristo conquistata sulla croce con le parole "Mio Signore Gesù Crocifisso", dove Signore significa Dio e re; dobbiamo infatti proclamare ed adorare la regalità che Cristo si è conquistata sulla Croce.
Valore e significato dell'Umanità di Cristo
Siamo perciò chiamati ad adorare e a far adorare la Sua umanità piagata, sottovalutata oggi, anche da parte di taluni vescovi.
Pochi sono infatti coloro che adorano e si sottomettono a questa umanità come principio, sia pure secondario, di vita e di risurrezione.
Gesù è la porta
Come porta attraverso cui si manifesta e si comunica a noi la divinità.
Pochi si ricordano che si entra in Cristo attraverso il suo Costato trafitto: quella porta che, secondo S. Giovanni nella Apocalisse, apre l'ingresso alla visione di Dio ( Ap 5,9-10 ) non è altro che il Costato di Cristo, attraverso il quale si entra nel tabernacolo di Dio e si ha la visione e contemplazione di Dio amore, di Dio carità, di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
Nostri compiti
Ringraziamo perciò Cristo con semplicità, con immediatezza, con vivacità, con intensità di essere morto per noi sulla croce.
Attraverso la nostra Adorazione e tutta la nostra spiritualità siamo chiamati a pregare Cristo per tutte le necessità della Chiesa, a evangelizzare e a manifestare l'insondabile ricchezza del Cristo.
Sforziamoci di far conoscere quanto questa carità sia misericordiosa in modo che nessuno rimanga terrorizzato dalla propria indegnità, dai propri peccati; che tutti capiscano che per grande che sia la colpa commessa, qualora si guardi in alto, si guardi a Gesù e ci si affidi alla Sua misericordia, tutto è salvato.
Nel momento della malattia grave, in prossimità della morte si sente che solo Lui ci può capire, che solo Lui è vicino e che in Lui possiamo mettere la nostra speranza; si sente come una parentela, una affinità, un invito ad aprirci.
Il Crocifisso è decisivo non solo per la salvezza ma per la santità di coloro che stanno per morire.
Per mezzo di Cristo noi conosciamo l'uomo nella sua miseria, ma anche nella sua grandezza.
L'umanità crocifissa di Cristo ha segnato una svolta nella rappresentazione dell'uomo, del corpo e del volto dell'uomo; non avete mai pensato allo sforzo, l'ardimento che le arti umane hanno avuto dallo sforzo di ritrarre le sembianze di Cristo, e sembianze di Cristo Crocifisso.
La chiamata, la nostra predicazione e la nostra azione
Dunque noi siamo chiamati alla predicazione e alla azione, con le parole e con la vita, dai detti a Fra Leopoldo e dalla volontà del nostro Fratel Teodoreto.
Dobbiamo riflettere e fare dei generosi propositi, memori di quel che ci è stato affidato e di quello che il Signore domanda da ciascuno di noi, con le forze e disposizioni che abbiamo.
A noi è stata infatti concessa questa disponibilità e intelligenza di Cristo; a noi è stata data la visione definitiva di Cristo e la convinzione che la pacificazione delle cose del cielo con quelle della terra si fa solo con la morte e il sangue di Cristo e che tutta la storia dell'umanità parte e arriva in Cristo Crocifisso.
Cerchiamo perciò di tradurre questi convincimenti, questa luce interiore in impegno, serietà, serenità e fiducia.
Abbandoniamo la diffidenza, le perplessità, le critiche, le infedeltà e tutte le incoerenze.
Abbandoniamo le nostre debolezze a Cristo, che le cancella e le distrugge; cerchiamo di entrare di più nel Suo cuore e nella sua intimità; rendiamoci più docili al Suo disegno per il mondo da realizzare mediante l'Unione e mediante la nostra collaborazione.
Preghiamo perché Dio ci aiuti a rinnovare in questo Venerdì Santo del 1970 l'impegno, la fiducia, la confidenza, in preparazione della Santa Pasqua.
In questo giorno così importante per l'Unione assumiamo l'impegno di approfondire Cristo Crocifisso e di vedere tutto alla Sua luce.
Rinnovare il mondo
Non prendiamo un atteggiamento di sfiducia nei confronti del mondo, ma attingiamo in Cristo l'energia e la fiducia necessarie per cercare di rinnovarlo.
Decidiamoci veramente ad essere Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, ad impegnarci per ricercare fedelmente la divina volontà nei nostri confronti.
Il Signore ci verrà in aiuto e ci manifesterà il Suo amore nella misura in cui saremo docili e fedeli, nella misura in cui, convinti che Lui sia l'Amabilissimo, gli diremo grazie, sollecitando gli altri uomini ad unirsi a noi in questo ringraziamento.