7/6/1970

Domenico Conti

1 - Consacrazione e nuzialità
2 - Presenza dello Sposo
3 - La Chiesa
4 - Preparasi per Dio nell'impegno secolare
5 - Sentimenti del nostro Apostolato
6 - Solo Cristo è lo Sposo

1 - Consacrazione e nuzialità

Vorrei riprendere con voi, in questa adunanza di Congregati, il tema dell'ultimo ritiro, sviluppando una linea di argomenti il cui scopo è quello di prepararci convenientemente al nostro rinnovamento interiore ed al nostro adattamento al mondo di oggi.

Ritorno così al tema della consacrazione e della nuzialità.

Innanzi tutto rivediamo alcuni argomenti della S. Scrittura dove ci viene chiaramente espresso il disegno nuziale di Dio nei confronti dell'umanità.

Dio vuole realizzare con l'umanità un connubio nuziale intimissimo, profondissimo, destinato ad iniziarsi su questa terra e a permanere poi nella sua perfezione e splendore per tutta la vita eterna.

Questa nuzialità è appunto la vita eterna partecipata a noi!

Il tema della nuzialità nell'Antico Testamento

Nell'Antico Testamento dice Dio per bocca di Osea ( Os 2,16ss ) parlando di Israele: "Ecco l'attirerò, la condurrò nel deserto parlerò al suo cuore le darò il suo dono e farò della valle di Accor una forte speranza ed essa risponderà là come nei giorni della sua giovinezza e come nei giorni in cui uscì nella terra di Egitto e avverrà in quel giorno, oracolo di Jahvè, mi chiamerai mio consorte e non mi chiamerai più Baahl mio".

È un linguaggio espressivo, significativo di quanto si riferisce a questo piano di unione nuziale che Dio ha stabilito con l'umanità, e in questo caso con il popolo suo d'Israele, con la Chiesa e attraverso la Chiesa con tutta l'umanità.

Il tema nel Nuovo Testamento

Nel Nuovo Testamento abbiamo una serie di passi eloquenti: Gesù ci parla del Regno dei Cieli come di un convito di nozze.

Ecco alcuni passi: Mt 1,9-15 dopo la discussione sul digiuno Gesù dice ai suoi discepoli che erano i discepoli di Giovanni: "possono forse gli amici dello sposo essere in lutto mentre lo sposo è con loro? verranno però i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo ed allora digiuneranno" e continua dicendo: "nessuno mette una pezza di panno nuovo su un vestito vecchio perché una tale toppa tira sul vestito e lo strappo si aggrava … si mette vino nuovo in otri nuovi, così ambedue si conservano".

Gesù risponde ai discepoli di Giovanni che lo interrogavano in questo modo: "Come mai noi facciamo molti digiuni e i tuoi discepoli non digiunano?" e Gesù risponde: "possono forse gli amici dello sposo essere in lutto mentre lo sposo è con loro?" ( Mt 9,14-15 )

2 - Presenza dello Sposo

La sorgente della nostra letizia è proprio la presenza dello Sposo in noi e per noi, la sorgente della nostra serenità e della nostra gioia profonda è l'offerta di unione con Lui che ci fa.

Ancora in Matteo Mt 22,1ss e Mt 25,1ss si parla del Regno di Dio come di un convito di nozze e c'è anche la parabola delle vergini prudenti e delle vergini stolte che vanno incontro allo sposo che viene.

Ricordiamo tutti il testo di Ef 5,22ss dove si dice di amare Cristo come Cristo ama la sua Chiesa.

I Cristiani di Corinto avevano deviato seguendo i pseudoapostoli e S. Paolo li ammonisce così: "Io sono geloso di voi della gelosia di Dio poiché vi ho fidanzati ad un solo sposo per presentarvi a Cristo come vergine pura" ( 2 Cor 11,2 ) e poi continua raccomandando questa affermazione: sincerità e purezza da serbare per Cristo.

Dio Sposo di Israele

Qui in breve S. Paolo riprende tutto il discorso di Dio con il popolo d'Israele, di quel Dio che si presenta come uno sposo geloso tanto che i tradimenti di Israele sono definiti adulterio.

Il tema nuziale dell'Apocalisse

Ci sono anche le espressioni dell'Apocalisse Ap 19,7: "Rallegriamoci ed esultiamo, ve l'ho detto che questo era il fondo della gioia e diamogli la gloria perché sono giunte le nozze dell'agnello e la moglie sua sia preparata  e le è stato dato di avvolgersi di una veste di pizzo splendente e pura, la veste di lino raffigura le opere giuste dei santi".

3 - La Chiesa

Qui si parla della Chiesa e si parla di ciascuno di noi, perché la Chiesa non è una realtà astratta, anonima, ma siamo noi in quanto popolo di Dio, Corpo mistico di Cristo.

Ed ancora il passo Ap 21,2: "E vidi un cielo nuovo e una terra nuova infatti il primo cielo e la prima terra passarono e il mare non è più e vidi la città santa, una terra nuova che scende dal cielo, da presso Dio preparata come sposa che è stata ornata per il marito, e udii una voce: "Ecco la dimora di Dio con gli uomini".

Questi passi vanno tenuti molto presenti perché esprimono l'aspetto più profondo del mistero di Dio e di Cristo.

Come vivere la nostra consacrazione secolare catechistica

Che cosa dobbiamo fare di fronte a questo insegnamento?

Noi dobbiamo prepararci vivendo la nostra consacrazione secolare e catechistica e aiutare gli altri a prepararsi per questa unione nuziale con Cristo.

In fondo tutto il nostro impegno nel mondo per mezzo del mondo e con il mondo non è altro che una preparazione nostra e degli altri al fine che si realizzi questa unione nuziale con Dio per mezzo di Cristo Gesù.

Tutto ciò che in qualche modo ci prepara all'unione con Dio è positivo.

Così lo può essere anche il mondo moderno: anche i fenomeni come l'industrializzazione, l'urbanesimo, cerchiamo di vederli nella luce di Gesù e non come condizioni estrinseche alla nostra vita spirituale, non come un quadro di cose in cui siamo venuti a trovarci, ma che non hanno nessun rapporto con quello che può essere la nostra risposta di amore al Signore.

Bisogna che ricuperiamo questa visione e quello che può indicare questo mondo, come possiamo cogliere la volontà di Dio che vorrebbe esprimersi e che gli uomini realizzano in parte e in parte contraddicono.

Dobbiamo fare uno sforzo per vedere bene le cose, alla luce di Dio, e questo lo potremo fare nella misura in cui comprendiamo che tutto parte e finisce in questa unione con Dio, tutto è destinato a questo.

S. Giovanni de La Salle è stato un uomo del suo tempo, con le grandi rivoluzioni in campo pedagogico e didattico, della lingua, delle scuole preparate.

Quindi ha visto veramente con gli occhi di Gesù, della fede, i bisogni e le necessità degli uomini del suo tempo.

Dobbiamo immergerci nel cuore del fondatore e di lì guardare il mondo e andare verso il mondo come ci andrebbe Lui ai nostri giorni.

Teniamo presente l'unione nuziale che è individuale e comunitaria come punto di arrivo a cui tutto deve confluire: tutto è vostro voi di Dio ( 1 Cor 3,21-22 )

4 - Preparasi per Dio nell'impegno secolare

Come gli sposi predispongono la loro casa preparando le sorgenti economiche di cui vivere, le suppellettili, l'ambiente, tutto ciò che può essere un aiuto per la loro vita di unione e di amore, così noi con il nostro impegno secolare vissuto in forza della nostra Consacrazione e del nostro Battesimo, dovremmo preparare la dimora della unione nuziale nostra e degli altri con Dio, affinché gli altri e noi si possa meglio incontrare, capire e accettare Dio dentro di noi.

Questa è una idea di fondo che bisogna tenere molto presente.

D'altra parte, è un modo di interpretare quella frase di S. Paolo: "Tutto è vostro, ma finché voi siate di Cristo e per mezzo di Cristo siate di Dio". ( 1 Cor 3,22 )

Come la sposa è dello sposo, così noi siamo di Cristo.

Ora noi dobbiamo avere commercio con tutte le cose del mondo, nei compiti professionali, civili, con le realtà terrene, con la nostra vita famigliare, proprio perché si realizzi questo essere nostro e degli altri con Cristo.

Se noi ci mettessimo in questo orientamento nella nostra attività secolare ( cosiddetta profana ), ci sarebbe senz'altro un gusto, un calore e un colore nuovo in quello che facciamo.

Cerchiamo di non avere solo il senso della difficoltà della vita, dell'impegno nel mondo, cerchiamo di non lottare solo per la sussistenza.

Tutto è destinato, attraverso il nostro impegno realizzato in unione con Gesù, a preparare l'unione nostra e degli altri con Dio.

Quindi lo scopo non è solo di sopravvivere o di conservarci: ma tutto va visto con questa interpretazione di amore, con questo obiettivo, questa intenzione della nostra azione.

Apostolato catechistico

Anche il nostro apostolato catechistico in definitiva deve portare questa luce agli altri, poiché è un apostolato di luce che è vita, testimonianza, parola, come è detto nel prologo di S. Giovanni.

Noi dobbiamo sempre avere un solo obiettivo e vederlo anche per tutte le persone che avviciniamo e alle quali testimoniamo o portiamo Gesù con la nostra parola.

Rapporto con gli altri

Non si tratta semplicemente di avere a che fare con delle persone per vincerle o per convincerle sul piano prevalentemente concettuale: si tratta di far sì che accettino questa relazione che il Signore offre loro, questa intimità.

5 - Sentimenti del nostro Apostolato

Quali sono i sentimenti che dobbiamo avere di fronte al fatto che Dio ha stabilito di realizzare una unione nuziale non solo con noi ma anche con gli altri, ai quali ci rivolgiamo sia con la testimonianza che con la parola?

Ricaviamoli da Gv 3,27-30: "Ora nacque una discussione fra il discepolo di Giovanni e un giudeo … nessuno può prendere nulla se non gli è stato dato dal Cielo, voi stessi mi siete testimoni che ho detto; non sono io il messia ma sono stato mandato innanzi a Lui, chi ha la sposa è lo sposo, ma l'amico dello s poso che l'assiste e l'ascolta è felice alla voce dello sposo.

Questa dunque è la mia gioia ed è giunta al colmo, lui deve crescere, io diminuire".

Ecco, questi sono i sentimenti che dobbiamo avere nel nostro apostolato.

In sostanza la nostra gioia deve essere questa.

La nostra vocazione ci è stata data

Se non ci è stato dato noi non possiamo prendere nulla: né la missione di catechisti, né una possibilità di incidere sugli altri, di parlare agli altri.

Noi dobbiamo sempre parlare in nome Suo e non in nome nostro.

Quindi è necessario operare una profonda purificazione del cuore.

Noi non siamo il Messia, quindi non dobbiamo unire a noi gli altri, ma unirci a Lui, sia pure attraverso la nostra vita, la nostra esistenza, la nostra testimonianza, il nostro aiuto.

Se siamo veramente del Signore, dobbiamo ragionare come Giovanni Battista e afferma che chi ha la sposa è sposo.

6 - Solo Cristo è lo Sposo

Noi non siamo lo sposo degli altri, degli uomini: noi siamo l'amico dello sposo, lo ascoltiamo e siamo felici alla sua voce che parla attraverso di noi.

Questa deve essere la nostra gioia: proprio di vedere che la sposa, cioè gli altri, sono dello sposo e questo essere dello sposo, di Dio, di Gesù, cresce in continuazione.

Anche a noi Dio si avvicina come lo sposo alla sposa e domanda il nostro consenso nuziale.

Noi abbiamo la nostra parte, abbiamo Dio nel modo in cui Lui vuole darsi a ciascuno di noi personalmente e vuole essere tutto per noi e non siamo affatto diminuiti se Egli è anche degli altri o vuole essere degli altri attraverso di noi.

In questo veramente è la sorgente ed il colmo della gioia; e notate cosa dice Giovanni Battista: "Questa dunque è la mia gioia ed è giunta al colmo, Lui deve crescere, io diminuire". ( Gv 3,30 )

E sotto questo aspetto Giovanni deve diminuire, questa è la sua funzione.

Questo linguaggio è la grandezza di Giovanni Battista, l'uomo del deserto, l'uomo che si nutre di miele selvatico.

Non è un linguaggio sdolcinato, egli ha veramente il senso profondo di quella che è la sua missione, e l'uomo ripieno di Spirito Santo.

In sostanza ci vuole purezza e sincerità da serbare per Cristo, e questo lo dobbiamo fare noi nei nostri rapporti con Gesù, sia gli altri nei rapporti con noi.

La nostra conoscenza di Dio è un suo dono e non un nostro sforzo per conoscerlo.

È lui che si rivela a noi.

Ora essere fronte a fronte con Dio è cosa che spaventa.

Per impedire che ci sia il minimo tentennamento davanti a Lui e per poter andare avanti con slancio, bisogna accettare l'incontro con Lui.

L'argomento delle nozze ci permette di guardarlo negli occhi, perché in questa vita dobbiamo permettergli di creare in noi questo "faccia a faccia" che Lui prepara già quaggiù in modo che per noi sia veramente Tutto al di là di ogni consolazione: proprio l'incontro "faccia a faccia" è un possesso intimo.

Bisogna coltivarli questi tipi di pensieri per disporci con coraggio, con generosità, all'incontro con Dio: questo è il punto fondamentale: bisogna che noi coltiviamo questo fronte a fronte con occhi negli occhi, cuore nel cuore, come Lui vuole.