Carta di lavoro della Casa di Carità Arti e Mestieri |
I momenti difficili si superano parlando, confrontandosi con i colleghi.
Docente
Occorre favorire il dialogo tra Centri, confrontarsi, mettersi in discussione, abituarsi a guardare oltre il proprio orticello.
Direttore
Occorre intervenire sui flussi di comunicazione che ci attraversano, affinché ciascuno allarghi la propria visione e riesca a leggere in modo in modo più "tondo" ciò che fa.
Docente
Non può bastare dirsi ogni tanto: "Ci vediamo per una pizza a Natale".
Si sente il bisogno di occasioni di confronto frequenti, abbiamo bisogno di spazi di dialogo che rappresentino l'anticamera di una vita di autentica comunione.
Cappellano
Il confronto genera entusiasmo!
Docente
La comunicazione non va vista solo come informazione, ma come uno strumento di "recupero" del personale.
Può essere un momento per ricreare le condizioni di aggregazione, un momento per ridare vigore a chi si sente "scarico".
Docente
Chi lavora in Casa di Carità, per le caratteristiche peculiari dell'Ente, sente forse più che altrove il bisogno di incontrarsi con coloro che sono chiamati a guidarci, per conoscere finalità, obiettivi, livelli d'imprenditorialità che si vogliono raggiungere.
Docente
Nel 1969, quando sono entrato, ogni insegnante aveva il suo ciclo di lavoro, coltivava il suo orticello.
Oggi uniformare i metodi di insegnamento è importate.
Se non condivido qualcosa posso sempre proporre dei cambiamenti al gruppo.
Certo, ci devono essere occasioni per proporre e discutere assieme.
Oggi sono ancora un po' pochi i momenti di incontro, ad esempio per migliorare metodi e procedure.
Docente
Incontrarmi con colleghi di altri Centri alle volte è un'ardua impresa …
Anche se programmati gli incontri alle volte saltano perché gli eventi e l'accavallarsi degli impegni si susseguono.
Docente
Dirsi le cose, ma anche ridirsele, è fondamentale!
Docente
La voglia di innovare, di proporre miglioramenti rischia di svanire quando è difficile incontrarsi con i colleghi, quando ad esempio occorrerebbe decidere in maniera concertata una certa modifica.
Docente
Coraggio è avere la forza di affrontare un problema confrontandosi apertamente con chi ha idee differenti.
Docente
È fondamentale che tra di noi si instauri ancora di più una sorta di "generosità comunicativa".
Prendere il telefono e poter chiedere una dispensa, un approfondimento o semplicemente un'informazione.
Segretaria
La nostra mente guarda al mondo attraverso "filtri".
Con indosso i nostri occhiali interpretativi siamo portati a prestare attenzione solo a ciò che abbiamo sempre sotto gli occhi, a ciò che si allinea con le nostre aspettative, misurando ciò che ci circonda con regole stereotipate e spesso di comodo.
Comunicare dialogando è un modo per evitare queste trappole.
Il dialogo è uno strumento per individuare nuovi orizzonti, per confrontarsi e riesaminare vecchie posizioni, per aprirsi a nuove prospettive oltre gli steccati e i rigidi confini.
Grazie al dialogo possiamo recuperare la flessibilità necessaria per affrontare i cambiamenti che hanno investito il nostro lavoro.
Colui che dialoga osserva il modo di pensare degli altri non per trovarvi degli errori, ma come se le idee altrui fossero "pietre di guado", appoggi dove mettere piede per vedere dove potrebbero portare, cosa potrebbero suggerire.
È più costruttivo che critico.
Vive il dialogo come un momento per migliorare decisioni e modi di azione, non come un momento per difendere una qualche sua "verità" o come un'occasione per apparire più brillante.
Dialoga per comunicare, cioè per costruire un rapporto sincero e senza violenza alcuna, in cui ognuno ascolta e si esprime, e soprattutto in cui ciascuno cresce.
Imparare a dialogare quindi, per essere sempre di più rete e non un grappolo di funzioni isolate e divise in comparti stagni.
S. G.B. de La Salle ha raccomandato il dialogo.
La " conduite des écoles" è frutto di intesa, comunicazione e partecipazione di esperienze acquisite nella conduzione delle scuole.
Presidente
Sul lavoro vige spesso la logica dei comparti stagni.
È la logica del confine: io di qua tu di là e in mezzo una rigida linea di demarcazione, che separa rigidamente ruoli, competenze, ma anche abilità e saperi.
Ciascuno si tiene i suoi e minimi sono i momenti di condivisione e confronto.
Una frontiera è invece uno spazio di mezzo, all'interno del quale persone, ruoli esperienze e quant'altro possono incontrarsi e ibridarsi a vicenda.
È uno spazio di confronto, dove osservarsi e scoprirsi.
È un luogo, fisico o mentale, dove i confini esistono, ma vengono superati, un luogo di intrecci e di trasformazioni, dove sono favoriti gli scambi, le integrazioni, gli innesti.
Per costruire nuove frontiere lavorative occorre diffondere all'interno dell'Ente una cultura della comunicazione, della comunione informativa, delle idee messe in comune.
Occorre promuovere in tutti la sensibilità verso i momenti di incontro e di scambio.
È questa la via necessaria per un'autentica qualità del lavoro, quella fondata sul miglioramento continuo e sulla spintaa innovare.
"L'organizzazione didattica mira ad assecondare e favorire l'azione formativo - educativa come fatto comunitario."
( Proposta formativa della Casa di Carità del 1994 )
Presidente
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