Esperienze programmatiche d'una Scuola Professionale |
La scuola professionale, come la scuola in genere, è problema di tutti e non solo dello Stato e delle aziende.
In particolare è problema di ogni anima buona, tanto più se la scuola persegue scopi così cristianamente elevati come quelli che son propri della « Casa di Carità Arti e Mestieri ».
A questo proposito notiamo che l'aiuto dato alla scuola è destinato alle più benefiche conseguenze poiché è aiuto dato alle nuove generazioni, alla promessa di un futuro migliore per l'intera società.
Per questo si è cercato di interessare la più vasta cerchia di Enti e di persone, non solo con l'intento di raccogliere quanto manca al bilancio presente e allo sviluppo futuro dell'Opera, ma anche come contributo alla formazione di una consapevolezza più adeguata e un consenso maggiormente operante circa quanto concerne la formazione integrale e cristiana dei giovani lavoratori.
Attualmente la cerchia degli Enti e dei singoli benefattori si sta gradualmente allargando.
Funziona pure un comitato di Patronesse che riunisce per lo più spose e madri di imprenditori e dirigenti cristiani, le quali non soltanto col denaro ma anche con la preghiera e con la partecipazione spirituale collaborano alla prosperità dell'Opera.
Anche nei Conventi di clausura c'è chi offre la vita per la « Casa di Carità ».
L'appello di solidarietà è stato raccolto anche dagli ex-allievi e dagli stessi insegnanti, tra i quali non manca persino chi contribuisce anche con le offerte al buon successo dell'Opera comune.
Tuttavia nella venerata memoria del Servo di Dio Fra Leopoldo e del Fratel Teodoreto, fedeli messaggeri del Signore, dobbiamo affermare che se queste furono tra le cose più significative conseguite dall'insegna programmatica da essi trasmessa e propugnata, la più importante e fondamentale fu e rimane l'aver animato e qualificato tutta l'Opera nel senso più apertamente ed egregiamente cristiano.
Ideale inesauribile e monito al tempo stesso per i Catechisti e i loro collaboratori, in questo senso l'insegna ha costituito la miglior garanzia di comprensione, di dedizione, di serietà, di efficienza innanzi tutto educativa per tutti coloro che - giovani, famiglie, imprenditori, ecc … - in qualche modo sono ricorsi all'Opera così contrassegnata.
Per tutti l'insegna è stata valido argomento di persuasione, di fiducia, di speranza.
Mite e magnanima, estremamente rasserenante ed ospitale, l'insegna non ha spaventato o respinto alcuno, nemmeno i faziosi; al massimo quando la « carità » veniva fraintesa, ha raccolto qualche compatimento, ma sempre invitando alla più fraterna benevolenza.
Dott. Domenico Conti Catechista
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