Ritiro del 8/12/1995
1 - Venga il tuo regno
2 - Questo regno è quello del Figlio dell'uomo
3 - Il Padre esige da parte nostra cooperazione alla sua opera
4 - La venuta del regno è l'opera dello Spirito Santo
5 - Chiediamo che ci purifichi, che ci rinnovi, ci perdoni
6 - Gli ultimi tempi, nei quali siamo, sono quelli dell'effusione dello Spirito Santo
7 - Dilagando il peccato, come può il regno di Dio essere presente e operante in noi?
8 - "Ingrati" - quante volte l'uomo rende grazie al Signore per quello che ha
9 - Ci sono molte sette che sono nemiche del bene
Venga il tuo regno.
…sarebbero affluite su di esso e il regno del futuro avrebbe costituito così una specie di paradiso terrestre.
Il regno di Dio, allora, è prima di noi, si è avvicinato nel Verbo incarnato, viene annunziato in tutto il Vangelo, è venuto nella morte e risurrezione di Cristo.
Il regno di Dio viene fin dalla santa Cena e nell'Eucaristia, esso è in mezzo a noi; il regno di Dio verrà nella gloria allorché Cristo lo consegnerà al Padre suo.
È anche possibile che il regno di Dio - ce lo dice il Catechismo della Chiesa Cattolica al n.2816 - significhi Cristo in persona, lui che invochiamo con i nostri desideri tutti i giorni, lui di cui bramiamo affrettare la venuta con la nostra fede.
E come egli è la nostra risurrezione perché in lui risusciteremo, così può essere il regno di Dio perché in lui regneremo.
Fin dall'inizio della sua predicazione, Gesù proclamava l'imminenza di questo evento.
Ci dice il Vangelo secondo Mc 1,15: "I tempi sono compiuti - il Verbo si è incarnato, l'Emmanuele, Dio è con noi -il regno di Dio è vicino".
Questo regno è quello del Figlio dell'uomo ed è anche il regno del Padre.
Il Padre, mandando il Figlio, Cristo Gesù, ha fatto apparire il regno in una luce nuova.
Formulando per i suoi discepoli la domanda: "Venga il tuo regno" Gesù raccomanda loro di pregare come mai prima si era pregato nel giudaismo.
Gli ebrei non chiedevano a Dio che il Regno venisse, soprattutto non concepivano tale regno come quello del Padre.
La menzione allora del regno appartiene alla rivelazione del Padre, che Gesù porta all'umanità: colui che è re, è Padre nostro e il suo regno non può esercitarsi che come influsso del suo amore paterno per tutta l'umanità e vuol manifestarsi come onnipotenza della bontà.
Certo è una bontà esigente quella del Signore.
Il regno comporta un influsso profondo sul comportamento degli uomini, una trasformazione delle loro disposizioni intime, profonde, per renderle più simili a quelle del Padre.
Il regno di Dio non si impone con la costrizione né con la minaccia, come accade per i regni umani, estende invece la sua irradiazione con l'attrattiva e la seduzione dell'amore.
Il regno di Dio è un regno di amore, di pace, di misericordia, di bontà.
Non così il regno dell'uomo.
L'invito a pregare per la venuta di questo regno è esso stesso un segno di questo amore, un grande segno dell'amore di Dio per l'umanità.
Il Padre esige da parte nostra cooperazione alla sua opera d'amore per tutta l'umanità, cooperazione perché il regno di Dio sia sempre più presente nel cuore dell'uomo, cooperazione che si compie con l'azione e con la preghiera; o meglio, con la preghiera tradotta nell'azione, come deve accadere perché la contemplazione sia autentica.
Il Padre attende la nostra supplica, per attuare veramente il suo regno nel nostro mondo, perché l'uomo senta davvero questa esigenza forte.
Perché dove c'è il regno di Dio lì c'è pace - ripeto -, lì c'è amore, lì c'è misericordia, c'è bontà, c'è gioia, c'è fraternità, c'è comunione di cuore, c'è perdono, compassione.
Se così non fosse non sarebbe il regno di Dio.
E noi sappiamo molto bene che, dopo la Pentecoste, la venuta del regno è l'opera dello Spirito Santo, inviato "a perfezionare la sua opera nel mondo - sto citando la Preghiera eucaristica IV - e compiere ogni santificazione".
Sia santificato il tuo nome: abbiamo riflettuto su quanto chiediamo al Padre celeste perché tutta l'umanità sia santificata in Cristo Gesù nello Spirito Santo.
La venuta del regno è l'opera dello Spirito Santo e lo dobbiamo invocare sovente, tutti i giorni.
Impariamo la sequenza, così bella, così carica d'amore: Manda a noi dal cielo un raggio della tua luce… Vieni, padre dei poveri, datore dei doni, luce dei cuori…
Abbiamo bisogno di te, Signore, siamo poveri, fragili, deboli, a volte ci avvolgono le tenebre e abbiamo bisogno della tua luce, del tuo sostegno della tua grazia.
Tu sei Consolatore perfetto, ospite dell'anima… Tu sei sollievo, nella fatica tu sei riposo.
Abbiamo bisogno di forza nella nostra quotidianità, per compiere bene il nostro dovere vocazionale, che abbiamo ricevuto in dono da Dio.
Nella calura riparo, nel pianto conforto: si versano anche delle lacrime nel cammino della nostra vita, e quante!, ma neanche una lacrima viene sprecata, perché Dio le raccoglie.
O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli, il cuore del mondo; vieni dentro il cuore dell'uomo, vieni dentro nel nostro mondo immerso nelle tenebre, che ha bisogno della tua luce.
Senza la tua forza cosa potrei fare io? "Tutto posso in colui che mi dà forza", Cristo Gesù, dice san Paolo.
Cosa sarei capace di fare se non avessi la forza di Cristo Gesù in me?
Nulla è nell'uomo, nulla senza colpa.
Chiediamo che ci purifichi, che ci rinnovi, ci perdoni: Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido - abbiamo sete di te: "All'aurora io ti cerco, Signore, di te ha sete l'anima mia, come terra deserta, arida, senz'acqua".
Io ti cerco, Signore, perché ho bisogno dell'acqua viva che sgorga dal tuo Cuore misericordioso, che è lo Spirito Santo, che disseta il mio cammino di vita, il mio cammino vocazionale.
Sana ciò che sanguina.
Quante ferite che solo Gesù, toccandole con la potenza dello Spirito Santo, del suo amore misericordioso, può risanare: le ferite causate dal peccato, dal male, dall'invidia, dalla gelosia, dall'odio… quante ferite!
Piega ciò che è rigido, cambia il nostro cuore indurito, fa' che diventi un cuore di carne, che possa palpitare per il dono dell'amore che tu fai a colui che lo invoca.
Scalda ciò che è gelido.
Quanti cuori freddi, quante preghiere fredde, quante celebrazioni eucaristiche fredde, quante confessioni fredde, quanti matrimoni freddi e quanti sacramenti freddi!
Abbiamo bisogno dell'amore di Dio che riscaldi il cuore dell'uomo.
Accendi nel cuore dell'uomo, nel cuore delle nostre famiglie la fiamma del tuo amore.
La venuta del regno è l'opera dello Spirito santo inviato a perfezionare l'opera di Dio e fare di Cristo il cuore del mondo: ecco il progetto del Padre per tutta l'umanità.
Come ne siamo ancora lontani!
Il mondo deve pulsare con il cuore di Cristo Gesù e irradiare amore di Dio nel cuore di tutta l'umanità e tutti siamo chiamati a collaborare, con pazienza, con fiducia, con benevolenza, con sapienza: ce lo dice Paolo ( Rm 14,17 ).
Gli ultimi tempi, nei quali siamo, sono quelli dell'effusione dello Spirito Santo.
O l'umanità si rinnova in questa effusione oppure continua a rimanere immersa nel peccato e nel male: "La luce venne ma le tenebre non l'hanno accolta", l'hanno respinta; per lui non c'era posto all'albergo, per lui, il Verbo incarnato, che è venuto nel mondo per salvare l'umanità.
Dobbiamo rinnovarci nello Spirito Santo ogni giorno; solo un cuore puro può dire senza trepidazione alcuna: Venga, Signore, il tuo Regno! Venga, o Padre, il tuo regno!
Bisogna essere stati alla scuola di san Paolo per dire: "Non regni più dunque il peccato nel nostro corpo mortale" ( Rm 6,12 ).
E quanto peccato dilaga ancora nel mondo di oggi, uccidendo sempre di più l'umanità, la creatura creata a immagine e somiglianza di Dio, del suo amore!
Ma colui che nelle azioni, nei pensieri, nelle parole si conserva puro può dire a Dio: Venga il tuo regno.
Ce lo dice il Catechismo della Chiesa cattolica ( n° 2519 ).
Stupendo anche quanto ci dice san Paolo in merito scrivendo a Tito:
"È apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini"
- tutti, tutti sono chiamati ad accogliere il regno di Dio, tutti sono chiamati a salvezza -
"che ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo"
- nell'oggi della nostra vita e della nostra storia -
"nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro Dio e salvatore Gesù Cristo, il quale ha dato se stesso per noi"
- ha donato all'umanità tutto l'amore del Padre nello Spirito Santo -
"per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone" ( Tt 2,11-14 ).
Ecco la preghiera che si traduce in azione.
Certo non possiamo sottovalutare i momenti difficili in cui stiamo vivendo: dilagando il peccato, come può il regno di Dio essere presente e operante in noi?
Già san Paolo preannunziava a Timoteo: "Gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro"
- cosa non si fa per il denaro? cosa non fa il diavolo per affascinare l'uomo con il denaro e per il denaro? cosa non fa per suscitare nell'uomo questa consegna di se stesso che lo porta alla rovina, alla morte? -
"vanitosi. orgogliosi, bestemmiatori, ribelli ai genitori"
- qui c'è proprio la nostra epoca, oltre a quella di san Paolo; ma c'è anche da chiedersi come mai i figli si ribellano ai genitori: che cosa manca, che tipo di rapporto c'è?
C'è affetto, amore, attenzione, aiuto reciproco?
Si può dire: oggi non è facile educare e lo sappiamo tutti noi che operiamo nella scuola, ma questo avviene anche perché non c'è aiuto e collaborazione da parte dei genitori, che stanno vivendo anch'essi una crisi di identità.
Paolo continua: "ingrati" - quante volte l'uomo rende grazie al Signore per quello che ha, per quello che è, per quello che riceve, per quello che riesce a fare, a compiere, per ciò che riesce ad acquisire, a donare, ad arricchire?
"Grazie, Signore, perché tutto è dono del tuo amore per me perché venga messo a servizio degli altri" - "senza religione"
- oggi ne nascono sempre di più di queste sette diaboliche: ci sono tanti falsi profeti e la gente gli va dietro -
"sleali, maldicenti" - quanto fanno male la calunnia, la maldicenza! -
"intemperanti, intrattabili" - fragili psichicamente, moralmente e adesso diciamo anche fisicamente -
" nemici del bene" - ci sono molte sette che sono nemiche del bene; pensate alle sette sataniche, per esempio, che studiano proprio come fare bene il male -
"traditori, sfrontati, accecati dall'orgoglio, attaccati ai piaceri più che a Dio, con la parvenza della pietà mentre ne hanno rinnegata la forza interiore" ( 2 Tm 3,2-5 ).
È forte questa lettera di san Paolo; sembra proprio che faccia un'analisi del nostro oggi, della nostra società, della nostra vita politica, della nostra chiesa.
Perché se nascono molte sette, se riescono ad avere molti adepti è perché, forse, non trovano quello che cercano nelle nostre parrocchie, nelle nostro comunità religiose, nelle nostre famiglie religiose.