Ritiro del 8/6/1997
1 - Pane vivo disceso dal cielo
2 - Per chi fai tutto quello che fai?
3 - Cammino di guarigione interiore
4 - La salvezza eterna del tuo prossimo
5 - Sei disposto alla inchiodazione, cioè a non appartenerti più?
6 - Ma questa Unione con chi è fatta?
7 - Andate ed evangelizzate
8 - I nostri cristiani sono da ri-evangelizzare
9 - Qual è il sogno di Dio su di te?
10 - Cos'è che mi impedisce di immaginare
11 - Non dire: "Adesso basta, adesso non cambio più"
12 - Concentrati sulla sua forza
13 - Il tuo mandato
14 - Il triplice dono battesimale
15 - "Come si potrà saccheggiare la casa dell'uomo forte se prima non lo si lega?"
16 - Il cammino spirituale
Tu, pane vivo disceso dal cielo, sei l'unico alimento che si comporta in modo diverso dagli altri: non siamo noi che assimiliamo te, ma sei tu che assimili noi.
O Gesù, donaci il tuo prezioso Spirito perché possiamo essere docili e disponibili alla tua volontà. Amen.
Dicevamo: Verifica i frutti. Sono davvero per amore di Dio?
Ciò che tu compi è un dovere o una risposta?
Non avere fretta di rispondere, cerca di essere il più possibile vero con te stesso.
Potrebbe essere per te una gratificazione, anche se non te ne sei mai accorto: l'umanità è così imperfetta e anche così fragile che una ferita, una umiliazione, una frustrazione risalente anche a decenni fa, può aver lasciato una traccia che emerge.
È quello allora il tuo grido per essere guarito, per essere ricostruito; è la tua ricerca di equilibrio, di soddisfazione.
Sii tanto umile, tanto semplice da riconoscere nella tua storia ciò che può aver influito sul tuo carattere, ciò che si è nascosto e continua a riemergere come un grido di allarme che ti rivela il punto sul quale devi essere liberato.
Voi sapete che una persona che è stata umiliata in determinati momenti della sua vita, magari proprio su un punto a cui teneva molto, quella persona per tutta la vita cercherà di riscattare l'umiliazione ricevuta.
E questo può avvenire anche nell'esercizio della virtù: "Voglio assolutamente essere perfetto perché, anche se non me lo ricordo coscientemente, un tempo fui messo in discussione, fui umiliato, mi si rinfacciò il mio modo di essere e ora cerco il riscatto.
Farò assolutamente in modo che qualcuno mi dica: Ecco una persona veramente perfetta.
Quindi se senti che stai facendo delle cose, perché devi essere perfetto, allora è giunto per te il tempo di chiederti: Perché devo e non gioisco ad essere come Dio mi vuole?
E siamo allora alla seconda domanda iniziale: la prima era perché, la seconda è per chi?
È più complesso di quello che sembra e vi dico una cosa importante: solo una persona ben disposta nella ricerca della santità ha il coraggio di riconoscere i propri errori.
Quella è una persona umile che desidera veramente i frutti della santità.
Bisognerà fare delle cose eroiche? Ma no, Dio non ci chiede il martirio, Dio ci chiede di essere veri, di non nascondere la testa sotto la sabbia, di non avere paura della verità.
La verità può farti male, ma solo la verità ti libera.
Devi avere il coraggio di dire a Dio ciò che ti ha fatto soffrire; devi avere il coraggio di ammettere che sei attaccato ai riconoscimenti degli altri, che desideri gli applausi, che desideri che gli altri ti accolgano, ti accettino.
E sai perché lo desideri? Perché tu non ti accetti, perché non ti senti a posto.
Devi fare un cammino di guarigione interiore e cioè ripercorri la tua storia e non dire di ciò che ti ha fatto soffrire: tanto non me ne ricordo più, perché non è vero.
Forse la tua memoria non se ne ricorda, ma quel fatto ha inciso sul tuo modo di pensare, di agire e di reagire.
Dunque riconosci ciò che ti ha ferito per farlo guarire dal Signore.
Come? Rivivi quei tempi della tua esistenza e quando arrivi ad una scena particolarmente dolorosa, blocca l'immagine, girale intorno.
Cerca dove si trovava Gesù in quel momento e quando lo vedrai abbi il coraggio di dirgli: Signore, quel fatto mi ha gravemente ferito e ne porto ancora adesso le conseguenze, perciò talvolta reagisco in una maniera spropositata, altre volte impongo il mio modo di pensare, altre volte non ho nessuna voglia di impegnarmi…
Ciò che fai adesso è il risultato di ciò che hai fatto o ti è stato fatto; chiedi dunque al Signore di liberarti.
È legge naturale che quello che ricordiamo sono le cose piacevoli, le cose spiacevoli le dimentichiamo, ma badate che il dimenticatoio è un luogo della nostra psiche, è dentro e non fuori di noi, è un magazzino segreto in cui tutti abbiamo messo le cose ingombranti che ci fanno soffrire e sono ancora lì, nel posto più nascosto della tua anima dove agiscono come un acido che corrode e allora il veleno filtra, tu stai male e quindi reagisci in un modo sbagliato senza sapere perché.
Allora fai il diario del tuo passato, tira fuori tutto e dai tutto al Signore.
Assomiglia a Cristo crocifisso.
E qui c'è qualche cosa che ci mette tutti in crisi: hai a cuore la salvezza eterna del tuo prossimo, addirittura più della tua?
Non che tu non ti curi della tua salvezza, ma il tuo desiderio è che il prossimo sia salvo oppure lasci che ognuno faccia la sua strada?
Sei disposto alle umiliazioni? sei disposto a faticare per le tue responsabilità ( sia quelle che hai nel mondo sia quelle che hai all'interno dell'Unione Catechisti )?
La tua posizione ti dà una corona: sei disposto a che sia una corona di spine e non di brillanti?
Ricordati che nel regno di Dio i brillanti sono costituiti dalle tue lacrime, i rubini sono costituiti dal tuo sangue e nel regno di Dio avrai una corona splendente di brillanti e di rubini solo se qui avrai indossato la corona di spine.
Sei disposto a farti trafiggere il cuore, cioè a non attaccarti al tuo sentimento, ma al suo sentimento, alla sua affettività?
Sei disposto che la tua affettività diventi la sua oppure pensi ancora che avere la sua affettività significhi perdere qualcosa della tua?
La tua vocazione è quella della Unione Catechisti che ha, sotto l'aspetto comunitario, la specificità dell'unione, che vuol dire vita intima, fraterna, di famiglia, dove i pesi dell'uno sono i pesi dell'altro, le gioie di uno sono le gioie dell'altro, le aspirazioni di uno sono le aspirazioni dell'altro.
Con tutti quelli che verranno a questo mondo oppure con Colui che è la fonte di tale unione?
Se l'unione è fatta con Gesù crocifisso, allora vuol dire che le sue gioie sono le tue gioie, che le sue sofferenze, le sue aspirazioni sono le tue, ma vuole anche dire il contrario: che le tue sofferenze, le tue gioie, le tue aspirazioni diventano le sue.
Se non vi è questa comunicazione di intimità, l'unione non ci sarà.
Penso che siate ben consci di essere giunti a una svolta nel cammino dell'Unione Catechisti e che se non si coglie in questo momento il significato di questa portata: una vita intima, fraterna, solidale, un solo corpo, un solo spirito, un solo Signore, un solo Dio Padre di tutti, c'è da riflettere seriamente sulla sopravvivenza dell'Unione Catechisti in Europa.
E poi c'è un altro aspetto che vi caratterizza ed è quello apostolico, cioè essere catechisti.
Ora l'aspetto apostolico è dinamico nel senso che cambia e si adatta ai tempi e alle situazioni; ciò che non cambia e non varia mai è l'aspetto contemplativo, cioè la tua intimità con Dio: le forme di questa intimità possono cambiare, ma non la sostanza.
Ora, che passi per l'uno o passi per l'altro, l'ordine è sempre quello che leggiamo nel vangelo di Mt 28,19: "Andate ed evangelizzate".
Questo è il mandato, il vostro compito apostolico si basa su questo; l'evangelizzazione è quanto mai attuale e urgente, ma per essere davvero evangelizzatori bisogna prima vivere ciò che si dice; non si può trasmettere nulla se prima non lo si vive in prima persona.
Mi sembra ovvio, talmente ovvio che basta farlo, ma per farlo bisogna decidersi.
È necessario distinguere tra evangelizzazione e catechesi.
È un'altra riflessione che abbiamo già fatto: la catechesi è susseguente all'evangelizzazione.
Non puoi dire: Io sono catechista, non è mio compito evangelizzare; no, perché prima di essere catechista sei battezzato e come battezzato il tuo compito è evangelizzare.
In più, hai l'ulteriore vocazione catechistica, che non esclude la tua primaria vocazione cristiana: Andate ed evangelizzate, ma la presuppone, la dà per scontata; non puoi barricarti dietro la tua spiritualità per dire: Questo è il mio compito, il resto non è affare mio.
Devi tenere presenti le circostanze.
Non darai più niente per scontato per non venire poi a raccontare sconfortanti amarezze e sconfitte.
Non puoi catechizzare una persona che non conosce Dio, prima dovrai farlo innamorare di Dio, prima dovrai fargli sapere che un Dio c'è e dopo gli insegnerai come vivono le persone che conoscono Dio.
Non possiamo sentirci la coscienza a posto solo perché abbiamo riempito il loro cervello di tante nozioni: gli apostoli non erano laureati, ma conoscevano l'Autore della vita.
Prima dobbiamo far loro cogliere il perché, poi agiranno, ma lo faranno in maniera naturale non imposta.
Come catechisti, provate ad affrontare con i vostri giovani i temi scottanti, per esempio i rapporti prematrimoniali.
Se volete catechizzarli leggete loro semplicemente i documenti della Chiesa, ma se volete evangelizzarli spiegate loro perché la Chiesa è arrivata a dire che i rapporti prematrimoniali non sono leciti.
Se uno non è nella fede, tutto quello che gli dico può essere una imposizione; ma tu spiegagli cosa significa essere persona, digli che il corpo non gli appartiene perché Gesù l'ha comprato col suo sangue e l'ha pagato caro.
Poi chiedigli se è lecito rubare, ti risponderà no e allora potrai fare il paragone: se appropriarsi di ciò che non è tuo è un furto, usare del proprio corpo senza il permesso di Dio è rubare; questo permesso ci è accordato il giorno del matrimonio, non prima e non poi.
Allora chiunque capirà il significato e quindi anche la serietà e gravità delle cose.
Non possiamo limitarci a dare una norma senza spiegare il perché.
Ogni genitore responsabile non fa delle imposizioni, ma spiega il perché; è la verità che fa liberi.
Vedete che c'è una differenza tra catechesi ed evangelizzazione: la catechesi corona l'evangelizzazione, ma non coroni niente se sotto non c'è niente.
I nostri cristiani devono conoscere Dio e poi agiranno di conseguenza: capiranno che l'amore di Dio è bello, perché è personale, non è comunitario, non è un'esperienza di gruppo, anche se la vivi insieme a tutti gli altri.
Parlammo anche delle tre prove della tua vocazione: la gelosia, cioè il mettersi al posto di Dio; l'amore gratificante, fare le cose perché ti soddisfano; la fedeltà: Giuseppe si trova in prigione in Egitto e che ne è dei suoi sogni di grandezza, delle promesse di Dio?
Se Giuseppe avesse perso la fede, avrebbe perso anche le promesse.
Ti sei appropriato del sogno di Dio?
"Effonderò il mio spirito su ogni carne e i miei giovani avranno visioni e gli anziani faranno dei sogni"; strano, di solito sono i giovani che sognano e gli anziani invece hanno la visione sulla storia.
Ma lo Spirito di Dio fa il contrario, perché la visione ti dà il senso e il sogno ti fa partecipe: Dio ti dà la visione perché ti vuole partecipe e abbiamo parlato della visione di Dio su questa città, su questa regione, sull'Unione Catechisti, sul posto che occupa nel piano della Chiesa.
Questa visione c'è, continua a esserci e in questa visione tu hai ricevuto il senso di te stesso; ora bisogna che questa visione diventi il tuo sogno per essere partecipe di Dio.
E dicevamo: il sogno di Dio su di te ha avuto spazio o era il tuo sogno?
Il tuo cammino spirituale è giovane o sta invecchiando? Sai quando invecchia un cammino spirituale?
Quando smetti di dire: Perché no? Perché non provare a cambiare?
Cos'è che mi impedisce di immaginare e di fare qualcosa di diverso? Forse gli acciacchi?
forse la vecchiaia? "forse la nudità, il pericolo, la spada?
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati".
Dunque "siamo inescusabili chiunque noi siamo" se non siamo più disposti a cambiare, poiché Dio ha parlato, "una parola buona è stata annunziata" e noi di fronte a questa parola buona come ci poniamo?
Lasciandoci plasmare oppure sclerotizzandoci?
Fino al nostro ultimo respiro, l'artista è all'opera - ricordate Geremia nella bottega del vasaio: "Può forse la creta dire al vasaio come deve fare?" -, perché ti vuoi cristallizzare prima del tempo?
Il tempo della cristallizzazione è l'al di là, quando Dio avrà finito la sua opera su di te.
Lui rispetterà quello che tu dici, ma andrai di là incompleto e dovrai continuare a lavorare finché finalmente non sarai presentabile, perché nella casa di Dio entrano solo i capolavori.
Vivi la visione di Dio, non la tua; non misurare le tue forze, ma basati sulla sua forza; se ci basiamo sulle nostre forze non facciamo più niente, perché da soli non siamo capaci di fare niente.
Ricordati che tutta la Bibbia non si concentra sul problema, ma sulla soluzione; e la soluzione si chiama Gesù Cristo: fai lo stesso anche tu e allora più ti vedi debole, fragile, incapace, incompetente e più devi essere tranquillo e dire: "Grandi cose ha fatto in me l'onnipotente; il suo nome infatti è il Santo.
Egli ha guardato alla miseria del suo schiavo, per questo d'ora in poi, tutte le generazioni mi diranno beato".
Concentrati sulla sua forza non sulla tua debolezza: ah, siamo deboli! ah, siamo peccatori!
ah, siamo malvagi! ah, siamo incapaci!
Allora i tuoi occhi sono su di te, non su di lui, perché altrimenti diresti: Sei grandioso, sei maestoso, sei onnipotente, tu sei il Dio di ogni essere vivente, non c'è assolutamente niente di impossibile per te.
Ricorda: egli è Jahvè Sabaoth, il cui significato è inesprimibile con una sola parola.
Per ragioni liturgiche è stato tradotto con una parola insipida: Dio dell'universo, ma in realtà Sabaoth vuol dire molto di più: significa il Dio onnipotente, colui che vince sempre e non conosce sconfitte.
È questo il nostro Dio.
Il tuo mandato è: Vai e insegna a tutto il mondo ciò che io ho insegnato.
Come? Battezzando nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
E come faccio a catechizzare? Non hai bisogno di cercare un altro metodo, te lo ha già dato lui: immergendo le persone in Dio ( baptizomai significa proprio immergere ).
Allora se vuoi essere fedele alla tua vocazione di catechista devi espletarla col metodo che ti ha dato Dio: immergere le persone in Dio: primo con la preghiera personale per quelli che Dio ti ha affidato; secondo, portando ciascuna di loro ad un'esperienza personale di Gesù come Signore.
Qui c'è tutto il tuo impegno per aiutare il tuo prossimo a far sì che l'adesione di fede sia a una Persona, non a un'idea. L'adesione di fede alle idee ha sempre portato al fanatismo.
Nelle riunioni successive abbiamo poi affrontato direttamente alcuni temi di teologia per quanto riguarda : regale, sacerdotale e profetico.
Gesù è re, cioè ha autorità; è sacerdote, è colui che consacra; è il profeta, cioè colui che libera ( Is 61 ).
Il battesimo ci dà questo stesso potere, perché se diventiamo una cosa sola con Gesù Cristo tutto ciò che in lui è costitutivo diventa nostro per partecipazione.
E allora il battezzato è sacerdote, perché ricapitola tutto in Cristo, ha questo compito nel mondo: di riconsacrare tutto a Dio, di riportare tutto a lui.
La produzione industriale, il progresso, la ricerca scientifica, la produzione artistica e culturale, tutto deve essere riportato in Cristo, centro dell'universo.
Il compito del sacerdozio ministeriale è quello della vostra santificazione, perché voi siate a servizio della santificazione del mondo.
La funzione è la stessa, gli ambiti sono diversi.
Allora, come battezzato, hai prima di tutto questo compito sacerdotale, sacrum facere, fare sacro qualche cosa.
E poi hai il compito profetico e regale.
Profetico, perché parli a nome di Dio, e dunque sei il liberatore perché la verità ci rende liberi, è per la parola di Dio che tutto può essere liberato; regale, perché puoi esercitare l'autorità di Dio.
Abbiamo fatto lunghi incontri per conoscere i 12 "uomini forti" di cui ci parla il vangelo di Matteo e che sono i 12 demoni alla base dei nostri disturbi; abbiamo analizzato, solo alla luce della parola di Dio, ciò che Dio stesso ci dice, per non essere ingenui e accettare tutto senza discernere da dove viene.
Ed ecco le lunghe lezioni in cui abbiamo cercato di capire quali sono gli uomini forti per legarli, perché la verità di Dio possa passare liberamente attraverso tutte le creature verso le quali avete una responsabilità spirituale oltre che umana.
Il problema del male, il problema del combattimento: tutto questo spero che sia stato recepito.
Il significato ulteriore lo abbiamo raggiunto l'ultimo incontro quando abbiamo affrontato la Persona dello Spirito Santo.
A livello teologico sono state affermate diverse cose che emergono dalla parola di Dio, cose che sono entrate più o meno esplicitamente nella nostra vita; ma ora si tratta che queste cose diventino concrete, realtà vissuta.
Non basta sapere che lo Spirito Santo è l'amore di Dio, se poi non lo amiamo; non basta recitare: Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e conglorificato, se poi io nella mia preghiera quotidiana non adoro e non glorifico lo Spirito Santo come glorifico e adoro il Padre e il Figlio.
È inutile che mi senta dire dal Vangelo che "tutti i peccati saranno perdonati, ma non quello contro lo Spirito Santo" se non so che cosa vuol dire.
Ma se vengo a sapere che peccato contro lo Spirito Santo è, per esempio, non considerarlo, non dargli gloria, non farlo partecipe della mia vita, visto che egli è la comunione del Padre e del Figlio, comprendo che quindi, se non sono in comunione con lui non sono in comunione neanche col Padre e il Figlio.
16 - Il cammino spirituale
E la riflessione concludeva dicendo: ricordatevi che tutto il cammino spirituale, tutto ciò che Dio si aspetta da noi è possibile che si realizzi, ma non senza lo Spirito Santo.
È lui l'anima della tua vita, è lui che ti fa essere quel Gesù che tu hai affermato di voler essere, è lui che rinnova la tua vocazione, è lui che squarcia il tuo cuore affinché l'amore di Cristo esca da te, è lui che ti impone la corona di gloria perché tu possa risplendere nella terra dei beati, è lui che permette le umiliazioni perché il tuo amore sia vero.
Ecco il cammino che abbiamo compiuto in questo anno.
È un cammino che evidentemente vi interpella a livello personale, ma attenzione, non tenetelo a livello solo personale, deve poter essere condiviso e deve essere concretizzato.
Una meditazione diventa vera ed efficace per me non appena comincio a dire: Perché non provarci?
A lode e gloria del nostro Signore Gesù Cristo.