Ritiro del 8/3/1998
1 - Desiderare la felicità piena dell'altro
2 - Quale felicità?
3 - Noi siamo un essere solo
4 - Desidero la felicità di queste persone
5 - Li servirò
6 - Dio ci vuole liberi
7 - Siamo chiamati ad essere servi
8 - Il problema è la motivazione
9 - La povertà
10 - Farne parte con gli altri
11 - C'è ambizione e ambizione
Desiderare la felicità piena dell'altro, amare è desiderare la felicità, quindi, primo, se è desiderare vuol dire che c'è di mezzo la volontà, non il sentimento, il sentimento aiuta, perché se tutto viene fatto per il sentimento, allora io un giorno sento di amarti e ti amo, un altro giorno sento di darti un calcio e te lo do.
Invece l'amore non è un sentimento, è un qualche cosa che si manifesta anche con il sentimento, ma è una volontà di felicità.
Io voglio, con tutto il mio cuore, con tutta la mia mente, con tutte le mie forze la tua felicità.
La domanda nascosta è: "quale felicità?", "a che livello di felicità?".
La felicità a livello intellettuale? Bene, allora io ti spiegherò tutte le cose di questo mondo, in modo che tu sia quasi onnisciente, in modo che tu possa affrontare tutte le situazioni e trovare la soluzione.
A livello psichico? Bene, allora io ti darò tutte le guarigioni psichiche immaginabili, perché tu abbia una mente libera.
A livello fisico? Bene, allora io mi occuperò della tua salute fisica, mentale, al tuo benessere, alla tua comodità e quindi, se la felicità consiste nell'essere felici a livello del corpo: tutto ciò che riguarda il corpo, il vestito, la bellezza, la comodità, la temperatura, la salute dovrà essere il nostro dio.
Ma poi, come cristiani battezzati, abbiamo una responsabilità in più, una gioia in più, una verità in più dentro di noi.
Noi sappiamo che siamo un essere solo, ma anima, psiche e corpo.
E quando noi diciamo nella risposta perfetta: amo queste persone come Dio ama me, allora è come se noi dicessimo: io amo, cioè desidero la felicità di quelle persone come Dio desidera la mia felicità.
Com'è che Dio desidera la mia felicità? Che tipo di felicità desidera Dio per me?
Una felicità psichica, una felicità spirituale, una felicità fisica, oppure una felicità globale?
L'amore di Dio per noi è totale perché il Verbo si è fatto carne, ha condiviso tutta la nostra natura umana: non è stato solo spirito, perché se Dio fosse rimasto solo spirito noi avremmo salvato solo il nostro spirito, invece Dio si è fatto carne, perché tutto in noi stessi fosse salvato.
E la risposta continua. Desidero la felicità di queste persone: felicità piena, come vita piena.
Ti ringrazio Padre perché li hai dati a me e io voglio che loro siano dove sono io perché la mia gioia sia dentro di loro e la loro gioia sia piena.
Sono venuto perché abbiano la vita e la vita in abbondanza.
Queste sono le speranze di Gesù, sono le nostre speranze: la vita piena e la gioia piena si riassumono in "conoscere Gesù".
Conoscere Gesù perché da questo deriva tutto il resto.
Non si tratta di creare un fondamentalismo, ma si tratta di avere una visione molto concreta dell'incarnazione, non un fatto riservato ad un ambito del nostro essere, ma qualche cosa che coinvolge tutto il nostro essere, perché noi siamo stati salvati integralmente, non solo lo spirito, non solo la mente, e anche il corpo.
"Li servirò perché, servendoli, sentiranno di essere amati da Dio attraverso di me.
Quindi il centro non sono più io, ma il centro è l'amore che Dio ha per loro, il desiderio che ha Dio che loro siano felici.
E perché loro siano felici Dio si servirà di qualcuno perché lo sentano, si servirà di me, e si servirà di te, per le persone che tu incontri.
Allora, perché essere servitori dunque? Ci sono alcuni motivi.
La prima ragione è che noi siamo stati resi liberi.
Dio ci ha resi liberi da noi stessi, ma noi siamo liberi da noi stessi?
Guardate che quando Dio fa qualche cosa non ti obbliga a farlo: Dio non è un grande mago, fa così e noi siamo diventati liberi.
Quando Dio apparve a Mosè e gli disse: Mosè, la volete la Terra Santa?
Mosè disse: "credo di sì, perché là sono prigionieri in Egitto".
Bene, se la volete, muoversi, alzarsi e andatela a prendere, io vi prometto che è per voi questa Terra Santa.
Però siete voi che, se la volete, vi date una svegliata, vi alzate e andate a prenderla.
Io vi garantisco che sono al vostro fianco e, perché ne siate sicuri,vi sarà una nube di giorno e una colonna di fuoco di notte, perché sappiate che io sono con voi.
Vi apro il Mar Rosso, vi do l'acqua quando è il tempo opportuno, perché io sono con voi, però, se voi volete qualche cosa, vi rimboccate le maniche e andate a prenderla, perché Dio non vuole che noi siamo degli spettatori, vuole che insieme con Lui partecipiamo di quello che Lui ci vuole dare.
Non vuole che noi ci sentiamo umiliati dinanzi a Lui e diciamo: "Uh, l'eterno Dio ha fatto tutto questo per noi e io non sono degno di camminare su questo suolo, mi devo togliere i calzari".
Il Signore dice : "No, io ti voglio bene, tu sei prezioso per me, ( Is 43 ), tu sei degno di stima ai miei occhi, io do l'Egitto in riscatto per te, perché tu sei prezioso ai miei occhi e io ti voglio bene".
Dio ci vuole liberi, liberi nelle nostre scelte, non costretti, non obbligati da una legge che ti dice: Ecco, tu devi fare questo perché, se non lo fai…. non sai che cosa ti succede …
Liberi perché? Liberi da che cosa? Liberi perché solo nella libertà noi siamo capaci di fare degli atti veri.
Se io non sono libero, qualsiasi cosa io faccia non sono colpevole.
Se uno mi punta la pistola alla tempia e mi fa uccidere un'altra persona, io non sono libero.
Dunque, l'atto è certamente un atto cattivo, ma non è un atto umano, è come un computer che è costretto a fare quello gli dice l'operatore.
Quelli che hanno conosciuto Cristo sono stati resi liberi.
Ora, io ho coltivato la mia libertà dai condizionamenti?
Siamo liberi di essere ciò che Dio ci ha chiamati ad essere.
Siamo liberi di fare emergere i nostri doni e aiutare gli altri a trovare i loro doni?
Una seconda ragione per cui siamo chiamati ad essere servi è perché Gesù ha fatto così.
Perché Gesù ha fatto così? Perché Gesù si è messo a servire gli altri? Qual era il suo fine?
Era quello di far star bene gli altri o aveva un altro fine? Qual'era la sua intenzione?
Che è venuto a fare Gesù in mezzo a noi? Non è venuto a rivelarci il Padre?
Non è venuto a farci sapere che Dio è accanto a noi, che ci vuole bene, ci vuole salvi e ci vuole con sé?
Per farlo capire a noi, che abbiamo la testa dura, Gesù si è messo a servirci, perché, vedendo il suo amore, noi capiamo, per analogia l'amore di Dio.
Nella Bibbia non troverete sicuramente nessun insegnamento pratico su come fare a far capire alle persone che Dio le ama, l'unico insegnamento che trovate è questo: Fate come ho fatto io, che non sono venuto per essere servito, ma per servire, aiutatevi gli uni gli altri.
Ci sono alcune citazioni che vi lascio così, poi voi vele prenderete.
( Mc 10,45 ): "Perché il Figlio dell'uomo non venne per essere servito, ma per serve"
( Fil 2,5-8 ): "Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro prezioso la sua uguaglianza con Dio, con tutto quello che segue"
( Gv 13,3-4 ): "Gesù sapeva che il Padre aveva sottomesso al suo potere tutte le cose e che egli era venuto da Dio e a Dio stava tornando, eppure si alzò e lavò i piedi ai suoi discepoli".
Perché lo fece? Non era egli Dio? Perché si mise a fare lo schiavo? Quello era un lavoro da schiavi.
Non è forse interessante che ai nostri giorni, dove tutti, persino noi, cerchiamo ogni tipo di comodità e ogni tipo di sistema che ci faciliti il compito che abbiamo da svolgere, espedienti o abilità, l'unico insegnamento che Dio ci dà perché tutti lo possano conoscere è qualche cosa che tutti possono fare: servire, rendersi utile agli altri.
Il problema è la motivazione: rendersi utile agli altri perché?
Perché io posso rendermi utile agli altri per amore mio, se io non ho guarito i miei conflitti interiori e il mio bisogno di affettività, allora io vado a servire gli altri, perché così mi sentirò ricercato, mi sentirò applaudito, mi sentirò amato e quindi non lo sto facendo per loro, ma per me stesso.
Oppure se io ho tanti beni e mi vergogno di fronte a quelli che non ne hanno, allora io, per esoercizzare la mia vergogna, io andrò a fare qualche cosa così mi sentirò un po' in pace, perché così potrò dire: "Eh sì, Signore, ho tanti beni, però, vedi, io mi sono messo a servizio degli altri".
Dunque non lo sto facendo per amore,lo sto facendo per paura del giudizio di Dio, come se Dio ci giudicasse dalla quantità di beni che abbiamo.
E invece ci giudicherà sulla quantità di amore che abbiamo avuto per gli altri, non dalla quantità di beni.
La povertà non è la miseria, è il distacco dalle cose che Dio ci dà, e mettere le cose che Dio ci dà al giusto posto, non al primo posto.
Anzi, Dio vuole che noi stiamo molto bene perché meglio stiamo più possiamo aiutare gli altri.
Se Dio ci ha dato tanti talenti, una grande intelligenza tu puoi aumentare il tuo tenore di vita e prendere una laurea.
Perché te lo ha fatto, perché ti ha dato questi doni? Perché tu ti goda i tuoi milioni e li metta sotto il materasso?
No, perché tu faccia parte con gli altri di ciò che hai ricevuto.
Se tu non hai il seme da seminare, che cosa raccoglierai? Il Signore ti dà il seme perché fruttifichi.
La terza ragione è se tu vuoi essere grande, allora c'è anche qui una malattia spirituale da guarire.
Qualcuno pensa che sia un male il desiderio di sentirsi grande, perché lo confonde con la vanagloria, ma la vanagloria significa mettere me al posto di Dio.
In Matteo 20 i discepoli cominciaromo a discutere fra di loro a proposito del desiderio di Giacomo e Giovanni che dicevano: "Nella tua gloria mettici da una parte e dall'altra del tuo trono" e Gesù conclude: "Chiunque voglia diventare grande tra di voi dev'essere servitore degli altri", ( Mt 20,25-26 ) dunque notate che Gesù non li ha mica sgridati perché loro si sentivano ambiziosi, non li ha sgridati per la loro ambizione, perché in fondo senza ambizione che cosa facciamo?
Se io non ho l'ambizione di migliorare la mia situazione, che cosa farò?
Niente, andrò a vivere sotto un ponte, se io invece desidero migliorare la mia situazione avrò bisogno di un po' di ambizione? Sì.
Gesù non li criticò perché erano ambiziosi, per il loro desiderio di grandezza, quello che fece Gesù era quello di dare una motivazione per questa grandezza: il desiderio di essere grande non è un desiderio cattivo: è la motivazione che rende quel desiderio buono o cattivo.
Nonostante ciò che gli altri possono dire, questo desiderio non è sbagliato.