Ritiro del 14/3/1999
Desiderare la felicità piena dell'altro: amare è desiderare la felicità, quindi, primo, se è desiderare vuol dire che c'è di mezzo la volontà, non il sentimento, il sentimento aiuta, perché se tutto viene fatto per il sentimento, allora io un giorno sento di amarti e ti amo, l'altro giorno sento di darti un calcio e te lo do'.
Invece l'amore non è un sentimento, è un qualche cosa che si manifesta "anche" con il sentimento, ma è una volontà di felicità.
In quel tempo Gesù prese con sé Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare, e mentre pregava il suo volto cambiò di aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
Ed ecco, due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria e parlavano della sua dipartita, che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno, tuttavia restarono svegli, e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da Lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui, facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia (egli non sapeva quel che diceva), mentre parlava così venne una nube e li avvolse, all'entrare in quella nube ebbero paura e dalla nube uscì una voce che diceva:"Questi è il Figlio mio, l 'eletto, ascoltatelo".
Appena la voce cessò Gesù restò solo, essi tacquero e in quei giorni non riferirono ad alcuno nulla di ciò che avevano visto.
Parola del Signore.