Ritiro del 12/3/2000
1 - Assessore dell'Unione
2 - Il carisma proprio dell'Unione
3 - Mai lamentarsi e dire "non lo so"
4 - Lo sviluppo nel Perù
5 - Vivere la nostra storia fondazionale
6 - L'inventiva e la santità dei Fondatori
7 - Cominciate a viverlo e sarete santi
8 - Il segno che siete i miei discepoli
9 - Dio sarà in mezzo a voi
10 - Il Signore vi ha dato una vocazione
11 - Missione condivisa
Siete bravi, sono contento di vedervi, anche queste sante donne, che sono qui: di sfuggita noi ci siamo viste, sì, una volta.
E grazie per l'invito caro Rollino, perché già avevo avuto l'opportunità di parlare ai professori, agli insegnanti della Casa dei Carità, lo ricordo molto bene; anche ho parlato agli allievi alla Consolata, anche nelle classi, ho avuto dei contatti.
Ma questa occasione di vedere un po' tutti insieme e di poter condividere una piccola parola è una bella opportunità.
Io ringrazio Dio di essere con voi, perché sempre io mi sento così bene alla Casa di Carità, con i Catechisti , veramente sono così contento.
Io devo confessare una cosa, sapete quale? quando il Superiore Generale mi ha detto che dovevo essere l'Assessore dell'Unione dei Catechisti ho detto: "va bene".
Io conoscevo qualcosa, e apprezzavo, ma dopo questi anni ho avuto l'opportunità di conoscere più da vicino la realtà dei Catechisti, di leggere per esempio la vita di Fra Leopoldo scritta da Fratel Teodoreto: l'ho letta dal principio alla fine.
Ricordo le Costituzioni, che abbiamo lavorato un po' insieme per questa bella cosa.
Il Presidente Rollino mi ha mandato le Costituzioni in portoghese perché io ho passato 19 anni in Portogallo e conosco abbastanza bene la lingua.
Mi ha mandato l'edizione in portoghese delle Costituzioni; e allora io piano piano, perché dovevo essere così attento a ogni cosa, le ho lette dal principio alla fine in portoghese.
Dopo ho chiamato Rollino e gli ho detto: "Guarda Rollino, sono commosso, perché leggendo capitolo dopo capitolo tutte le cose, mi han fatto tanto bene, è una ricchezza così grande, così bella, io avevo bisogno di dirtelo".
Quello che volevo confessare è che per me è stato una grazia molto grande che il Superiore generale mi ha nominato Assessore dell'Unione, è stato una grazia troppo grande per me perché ho imparato, ho ricevuto delle luci, delle belle cose che mi fanno tanto bene, mi spingono.
Io ringrazio per questo essere con voi e poter conoscere un po' la realtà dell'Istituto dell'Unione, ma soprattutto le persone.
Perché io davanti al dott. Conti, a Rollino, a Pierbattisti, a tutti gli altri, a Cagnetta, a Moccia, dico: "ma che bravi, come lavorate bene.
Hanno dato la vita fino alla fine con tanta autenticità, sono testimoni", così mi fanno tanto bene e ringrazio Dio, ve lo dico di cuore.
Sono belle parole che mi escono dal cuore, perché l'ho sperimentata, l'ho vissuta, è troppo grande questa realtà dell'Istituto dell'Unione.
Cari amici, ricordo che Rollino mi ha detto: il tema di questo ritiro è il Crocifisso, la Trinità.
Va bene gli ho risposto, ma dopo gli ho telefonato e gli ho detto: "Ti vorrei dire quello che ho nel cuore, ma a trattare il tema sarà un sacerdote bravo, che so che è bravo, ma lasciami dire quello che ho nel cuore, che lo Spirito Santo mi suggerirà".
Ringrazio Rollino e veramente vorrei dire qualche cosa che io porto nel cuore.
Sono contento anche di vedere David del Perù perché io conosco la realtà di Arequipa.
Mi ricordo sei, sette anni fa' o più, un incontro che ho fatto con il Superiore Generale, anche un'altra volta con il Vicario di Arequipa.
Eravamo 60, giovani, adulti, tutti bravi io rimasi colpito e sono contento di vedere qui David e ti prego, David, di portare un grande abbraccio, un grande saluto a tutti gli amici del Perù, di Lima, di Arequipa, a tutti.
Cercherò di dirvi qualcosa che porto nel cuore.
La prima cosa è che io ringrazio Dio del carisma che la Chiesa ha dato attraverso Fra Leopoldo, attraverso Fratel Teodoreto, è il carisma proprio dell'Unione, perché io ho visto che lo Spirito Santo è presente: è presente nel carisma, è presente nell'opera, è presente nelle Costituzioni.
Innanzi tutto ringrazio Dio, perché siete uno dei primi, non so se siete il primo Istituto Secolare della Chiesa e dopo ne sono venuti tanti.
Ma lo Spirito Santo ha lavorato per primo con il Fratel Teodoreto e questo mi ha proprio colpito perché dopo ne sono venuti tanti, ma lo Spirito Santo ha lavorato per primo con Fratel Teodoreto, con voi, e questo mi ha colpito.
Dopo sono venuti tanti Istituti Secolari in questo secolo XX, ma voi siete uno dei primi.
In questo c'era il dito di Dio, perché altri simili sono venuti dopo; ma io ringrazio Dio per questa sua presenza, che ha suscitato un carisma così bello, così importante per la Chiesa e per il mondo.
Un'altra cosa che mi ha colpito che vorrei dire e dopo ringraziare Dio, è stato conoscere la vita del Fratel Teodoreto, vedere come i Fratelli hanno collaborato soprattutto all'inizio con l'Unione: erano come una realtà sola, era una cosa stupenda, lavorare insieme, cercare insieme.
Quando ho letto la vita di Fra Leopoldo le cose che diceva dei Fratelli mi ha fatto pensare; e sono sincero con voi, sono rimasto qualche volta un po' così; ma i fatti mi hanno risposto.
Che cosa domandava fra Leopoldo, voleva il fratel Teodoreto e sono stato tranquillo perché dico: hanno risposto per portare avanti questa bella realtà.
Sapete che ho fatto? Ho fatto quello che ha fatto oggi il Papa a San Pietro: domandare perdono.
Ho detto: "Signore, perdonaci, se noi Fratelli non abbiamo veramente risposto bene a quello che tu volevi da noi, per lavorare insieme ai Catechisti per portare avanti le cose, io ti chiedo perdono.
Ma allo stesso tempo io ho detto: adesso Signore ricominciamo e andiamo avanti tutti.
Io voglio dire una cosa.
Nel Portogallo si dice una cosa molto bella: "Le tristezze non pagano i debiti".
Guardate che questo è importante: anche se voi avete qualche debito, le tristezze non li pagano.
Che cosa vogliamo dire? che dobbiamo vedere il futuro e rilanciarci e dire: cerchiamo di rispondere veramente a quello che Do vuole oggi, da noi Catechisti e Fratelli per andare avanti, mai lamentarsi.
La cosa più importante è che siamo convinti che il nostro carisma è un dono molto grande, una vocazione molto bella per noi, per la Chiesa e per il mondo.
Siamo convinti, andiamo avanti. Andiamo avanti, facciamo quello che Dio si aspetta da noi, ma con una convinzione, se siete convinti veramente che Dio è in mezzo a noi, che Dio è con noi , appoggiati veramente in Dio, possiamo farcela.
Sapete qual'era la più grande tentazione degli Israeliti, quando hanno passato quarant'anni nel deserto?
Era questa domanda: "Ma Dio è in mezzo a noi sì o no?"
E quando loro, con poca fede, sentivano delle necessità e piangevano e dicevano, ma Dio rimaneva così irritato e diceva: "Ma questi che si lamentano così non entreranno nella Terra Promessa" e sono rimasti nel deserto.
Non lamentarsi, non dubitare, e dire: Dio è in mezzo a noi? Sì.
Ma lui ha fatto tanto, li ha portati dall'Egitto, ha dato loro da mangiare nel deserto, ha fatto tanti prodigi e dubitavano.
Cari amici Catechisti, cari amici dell'Unione, io vi prego, vedete i segni di Dio, perché Dio è in mezzo a voi.
Questo povero di Cristo che è venuto, quando pensava a parlarvi diceva: ma ci sono tante belle cose e spero che i Catechisti vedano che Dio è con loro.
Ma quali? Guardate bene questa è la prima a mio modo di vedere.
Ricordo parecchi anni fa che il Vaticano II aveva chiesto di fare delle nuove Costituzioni, aiutati un po'.
Io ho detto: Guarda, adesso veramente questo è un segno, è un segno che Dio vi ha aiutato a attualizzare il carisma presentato, questo è un segno della presenza di Dio in mezzo a voi, questa realtà bellissima delle Costituzioni.
Quando il Superiore Generale nostro e i Consiglieri hanno fatto un rapporto con il Capitolo Generale, il Superiore Generale nostro ha scritto una bella lettera a tutti i Fratelli del mondo.
Sapete che dice? dice: "L'Unione Catechisti e spiega un po' tutto: adesso sono dieci, dodici centri delle Case di Carità che si sviluppano con forza.
Lo dice anche Rollino nella lettera, perché lui ha scritto una lettera al Superiore Generale.
Il Presidente dell' Unione mi ha scritto una bella lettera, sono contento, ma sono segni che Dio è con voi.
Il Superiore Generale, nella sua lettera, scrive delle belle cose dell'Unione, nel rapporto del Capitolo Generale lo stesso.
Io vedo che i Fratelli sono più vicini e siamo più collegati per andare avanti: sono segni di Dio.
Ma Vito, questo della Casa di Carità io lo vedo parecchie volte.
Dodici Case di Carità, ma in quanto tempo? Dodici Case di Carità che portate avanti con i collaboratori, ma non è un segno di Dio grande?
Questa mattina mi ha telefonato un Fratello e mi dice: "Siamo un po' nei guai, ma speriamo che i Catechisti della Casa di Carità ci tolgano da questi guai".
In una casa nostra c'è un po' di difficoltà ma con i Corsi della Casa di Carità ci tolgono da queste preoccupazioni.
Ma non vedete che questi sono segni di Dio che sono in mezzo a voi?
Tanti Catechisti, tante opere importanti che anche sono elencate nella lettera del Superiore Generale.
Il Brasile, ma che avete fatto perché anche nel Brasile cominci l'Unione? Che avete fatto?
Ma è Dio che vi ha detto "Guardate che io sono con voi per farvi sviluppare anche nel Brasile".
Io quando ho fatto la Professione del mio caro amico Marco, che cosa ho pensato? che tu eri un segno di Dio per l'Unione.
Gli ho detto: "Marco, questo giovane, Dio vuol dire attraverso te, attraverso tutti i Catechisti, attraverso l'Unione, dire: "sono con voi".
È una vocazione perché una vocazione chi la dà? la dà Dio.
È Dio che dà la vocazione, ma l' ha mandato come un segno per dire: "L'Unione andrà avanti, Vi mando dei giovani, verranno altri".
Cari Catechisti, vi prego, vedete, i segni di Dio.
Quando ho sentito parlare Vito Moccia che i professori, gli insegnanti volevano fare una associazione, che volevano tenere un po' insieme le cose: un altro segno di Dio.
Non vi domandate come facevano gli Israeliti nel deserto: "Ma Dio è in mezzo a noi sì o no?"
Dio è in mezzo a voi, Dio vuole che andiate avanti con forza, con coraggio, con fiducia e che portate avanti l'opera di Dio.
Per questo vi prego: non avete dubbio perché Dio è in mezzo a voi e farà delle cose grandi.
Quando il nostro Generale ha scritto l'ultima lettera pastorale, dopo ventiquattro anni a Roma, pensando al capitolo Generale, mi ha fato riflettere, io ho pensato a voi.
Perché a noi Fratelli ha fatto riflettere tanto, ma anche per voi, penso che ci aiuterà, perché Lui ha dato questo titolo alla lettera: "Vivere la nostra storia fondazionale questa è la vera sfida che abbiamo".
La vera sfida che abbiamo noi Fratelli e voi Catechisti è vivere oggi la storia fondazionale, vivere quello che Dio ha voluto suscitare con Fra Leopoldo e Fratel Teodoreto, vivere questo carisma ma viverlo in pienezza, viverlo con gioia, viverlo con forza, viverlo con dinamismo.
Tu Pierbattisti devi essere oggi fratel Teodoreto vivo nell'umiltà, nell'amore, nella pazienza, nella fiducia in Dio; essere oggi i vostri fondatori, vivere il carisma con forza , con gioia, portare salvezza al mondo.
Questa è la sfida, io vi dico: c'è un piccolo testo nella Esortazione Apostolica " Vita Consacrata 37" per i religiosi, per gli Istituti Secolari, per tutti, che voglio leggerla perché questa per me è la vera sfida di cui dobbiamo tenere conto.
Gli Istituti Religiosi e Secolari, gli Istituti sono dunque invitati a riproporre con coraggio l'intraprendenza, l'inventiva e la santità dei Fondatori.
Teodoreto è stato intraprendente? è stato coraggioso? è stato inventivo? è stato santo? Senz'altro.
Riproporre oggi con coraggio l'intraprendenza, l'inventiva e la santità dei Fondatori come risposta ai segni dei tempi emergenti nel mondo d'oggi.
Questo invito è innanzitutto un appello alla perseveranza nel cammino di santità.
Giovani che mi ascoltate, non so il vostro nome, ma è facile cominciare il cammino della santità, ma perseverare, continuare malgrado le difficoltà fino alla fine: questo dimostra veramente la santità, questo è innanzitutto un appello alla perseveranza nel cammino di santità attraverso le difficoltà materiali e spirituali, che segnano le vicende quotidiane.
Ma è anche appello a ricercare la competenza del proprio lavoro, della propria missione, a coltivare una fedeltà dinamica alla propria missione adattando le forme, quando necessario, alle nuove situazioni e ai diversi bisogni, in piena docilità all'ispirazione divina e al discernimento ecclesiale.
Deve rimanere comunque viva la convinzione che nella ricerca della conformazione sempre più piena al Signore, la conformazione a Gesù Cristo Crocifisso Morto Risorto.
Avete gli stessi sentimenti, conformatevi al Cristo.
Questa il vero rinnovamento, e questa la conformazione sempre più piena al Signore, qui sta la garanzia di ogni rinnovamento, che intenda rimanere fedele alla ispirazione originaria.
Che cosa io vi chiedo con il Papa? vi chiedo una cosa: che dovete vivere con vivacità, con gioia, con coraggio, con intraprendenza con creatività la santità propria dei vostri Fondatori oggi, per rispondere ai bisogni dei giovani d'oggi, dei fanciulli d'oggi, a una società d'oggi.
Dare risposte che siano apportatrici di salvezza.
Questo esige da voi competenza professionale, esige da voi veramente perseveranza nelle difficoltà e soprattutto una conformazione piena al Signore, al Signore Crocifisso e Risorto.
Ma ora viene una seconda cosa che vorrei sottolineare.
Io ho portato questo libro: perché qui è la sintesi di quello che ho detto: volete vivere la santità, l'intraprendenza, il coraggio di fratel Teodoreto o di fra Leopoldo? è semplice, mettete in pratica questo, vi prego, mettetelo in pratica.
Se no sentite, non lo dico io, è il Papa: in questo spirito torna impellente per ogni istituto, per l'Istituto dell'Unione dei Catechisti la necessità di un rinnovato riferimento alla Regola, alle Costituzioni perché in essi è racchiuso un itinerario di sequela, di seguire Cristo, qualificato da uno specifico carisma autenticato dalla Chiesa.
Volete seguire il Cristo? Sì. Seguitelo per questa strada: è autentificato dalla Chiesa.
Non l'ha approvata l'Arcivescovo di Torino? È autenticata dalla Chiesa che ha detto: "andate avanti".
Lo dice il Papa: se volete vivere questa realtà, è attraverso questa strada.
Una accresciuta considerazione per la Regola non mancherà di offrire alle persone consacrate un criterio sicuro; non sbagliate, non sbagliate miei cari.
Questo è un cammino sicuro per ricercare le forme adeguate di una testimonianza, che sappia rispondere alle esigenze del momento senza allontanarsi dalle ispirazioni iniziali.
Mi ricordo abbiamo finito ed è stato approvato.
Dico: Rollino, mi dispiace ma adesso la grande sfida è mettere in pratica, cominciate a viverlo e sarete santi.
Ma care donne che mi ascoltate, vi ho chiamate "sante donne", difatti vi manca qualcosa per essere santi, vi manca qualcosa o no? ma volete completare? andate avanti vivendo questa Regola perché è per i Catechisti Consacrati, per i Catechisti Associati, per il Movimento degli Adoratori ed Adoratrici: per tutti c'è la strada qui.
Sapete che dice il 358? non so se lo comprendete, Signor Presidente attento a questo.
I Catechisti organizzano incontri mensili per lo studio e l'approfondimento della Regola e delle pubblicazioni ufficiali dell'Unione.
Vi prego, bisogna capire bene la Regola, sentirla nel cuore e viverla, ma se non la capite, se non la conoscete che cosa potete mettere in pratica?
Incontri mensili per vedere il capitolo sulla missione, vedere il capitolo sulla preghiera, vedere il capitolo sulla fraternità, lo vediamo insieme?
Ma adesso partiamo di qui per il mese intero: mettiamolo in pratica, condividiamo.
Giovani che mi ascoltate, vi prego, dovete conoscere questo bel libro, approfondirlo, viverlo, questa è la vostra sfida, non pensate di averne altre, questa la vera vostra sfida, vivere questa realtà .
Ma guardate, di tutte le cose della vostra Regola voglio dire tre cose: perché l'ho letto in italiano, in portoghese, l'ho letto tutto, lo conosco bene, io voglio dire tre cose della vostra Regola, che vorrei sottolineare.
Sapete quale è la prima? che voi siete convocati da Dio per formare una Unione, Unione dei Catechisti, siete convocati per vivere una famiglia, un Istituto Secolare: voi tutti avete la stessa vocazione, voi tutti avete lo stesso carisma, voi tutti avete la stessa missione, voi tutti avete la stessa realtà, allora formate un sol corpo.
Comincio da questa realtà; mie care amiche e miei cari amici, vi prego, vivete questa realtà di essere veramente una Unione, di essere una famiglia, una fraternità veramente vissuta, che la testimonianza di questa carità, di questa unione sia chiara perché se questo manca tutto è finito.
Mi ricordo che trent'anni fa facevo un Ritiro ai Fratelli nel nord della Spagna e c'era una spiaggia vicino alla Casa dove facevo il Ritiro e dopo la conferenza sono andato un po' alla spiaggia per riposare un po' e prendere un po' d'aria e camminando per la spiaggia c'era una piccola montagna non molto grande e veniva un filo d'acqua, entrava nella sabbia.
Seguii quel filo d'acqua e a mezza spiaggia spariva.
Seguo camminando e un altro piccolo filo d'acqua che viene dalla piccola.
Ma che cosa bella: la montagna entra nella spiaggia, arriva a metà della spiaggia, un po' più avanti, non arriva al mare.
Ma che cosa bella, mi è rimasto, per questo ve lo racconto: un filo d'acqua che viene, lo ricordo così: un filo d'acqua un altro filo d'acqua che va così e i due erano entrati nella spiaggia, essi erano giunti qui: l'unico filo d'acqua arrivato al mare.
Quando i due si sono uniti la forza li ha portati al mare.
Vi dico, cari amici, care amiche catechiste, voi andrete avanti nel XXI secolo e traverserete le difficoltà con convinzione se siete veramente uniti, se siete chiamati veramente e fortemente.
Dice la Parola di Dio: è come una fortezza che non cade perché un fratello mi sostiene, io mi sostengo, ci sosteniamo a vicenda.
Vi dico, cari amici dell'Unione, andrete avanti, ma andate avanti, mantenete l'unione, mantenete la carità, voletevi bene a vicenda.
Volete seguire il Cristo Crocifisso e Risorto? volete seguirlo? ma qual'è il segno che lo seguite?
Pregate l'Adorazione? Il segno che siete i miei discepoli e che mi seguite qual'è?
È che vi amate a vicenda, lo ha detto il Cristo.
Come conosceranno gli altri che voi seguite il Cristo? se vi amate a vicenda tutti, Catechisti associati, consacrati, tutti, vi volete bene, vi amate e vi dicono: guarda, pregano bene , si vogliono bene, si perdonano, vanno avanti insieme e veramente uniti, vivono il comandamento nuovo.
Sapranno che seguite il Cristo non se pregate l'Adorazione, no, se vi amate.
Se non vi amate tutto è perduto, sarebbe come quella sabbia che non arriva al mare, ma uniti andrete avanti.
Vi prego di non dimenticare questo che vi dico ora: "Prima di tutto voletevi bene, amatevi a vicenda, caro Rollino, caro Vito Moccia.
Prima di tutto, prima di andare alla Casa di Carità devi amare la tua sposa, la tua mamma, gli altri Catechisti, perché tu sei testimone della Casa di Carità di che cosa? dell'amore.
Se vivi l'amore potrai essere testimone della carità nella Casa di Carità, ma se prima di andare alla Casa di Carità tu non ami, non porti niente.
Prima di andare alla Messa, cari giovani, vogliatevi bene, amatevi.
Volete celebrare nella Messa l'amore del Signore, ma se non ami tuo fratello … prima di andare alla Messa lascia l'offerta, prima ama tuo fratello.
Che cosa portate nel lavoro con i ragazzi? l'amore, vivetelo.
Che cosa celebrate nella Messa? l'amore, vivetelo.
Miei cari amici, io vi prego: prima di tutto vivete l'unione, vivete l'amore e sentite le persone è la cosa più importante.
Ma io devo fare questo, no! Prima il Catechista che è un po' ammalato, vicino a lui; prima sono le persone, dopo tutte le altre cose. Vogliatevi bene.
Questi Catechisti non vivono in comunità, ma si vogliono bene, si appoggiano a vicenda, vanno avanti insieme, questo è un grande segreto, potete dimenticare tutto quello che volete, ma questo lo vivrete.
Sant'Agostino dice così: "Io e voi siete come pietre"
Quando stava costruendo questa casa diceva: "Amatevi a vicenda, amatevi a vicenda, amatevi a vicenda e quando le pietre si aprono a vicenda dice: "la casa è fatta".
Sant'Agostino dice così: il Signore Gesù sia fra voi, voi siete come pietre: il Signore voleva costruire una casa per Dio.
L'Unione sarà una casa per Dio e con lui farete grandi cose.
Se non vi amate non è una casa per Dio, ma se vi amate veramente a vicenda, vi sopportate, vi perdonate.
Perché io ho i miei limiti, i miei peccati.
I miei confratelli devono perdonarmi e avere pazienza con me ed io con loro.
Così facciamo questa casa per Dio.
Sono convinto di una cosa, che se l'Unione è veramente una unione, che se vi appoggiate, vi ammalate, siete aperti gli uni gli altri tutti uniti, Dio sarà in mezzo a voi, perché l'ha detto Lui: "dove due sono uniti nel mio nome, nel mio comandamento.
Con Cristo farete delle belle cose, senza Cristo non farete niente.
Ma cosa fa Cristo? l'amore, perché Lui è amore, ma se manca l'amore tutto è finito: potete fare delle belle costruzioni, delle belle Case di Carità, potete fare tante Case di Carità, ma se manca l'amore non c'è niente.
Dite quello che volete dire, dite "Case di carità".
Questo miei cari amici è molto importante, è la prima cosa fondamentale che vorrei che mai, mai dimenticaste.
Vorrei dire un'altra piccola cosa che mi sembra importante ed è questa.
Disse San Bernardino da Siena questo: "Quando Dio affida a una persona una missione gli dà tutte le grazie di cui ha bisogno per fare la missione.
Quando Dio ha scelto Mosè gli ha detto: "Mosè, fai, devi liberare il mio popolo, vai e io sono con te, non preoccuparti, io ti do la forza e la grazia , vai, io sarò con te".
E Paolo diceva: "Dio ha dato capacità a Pietro per essere apostolo fra i Giudei, e ha capacitato me per essere apostolo fra i Gentili".
Dio mi affida questa missione, è stata l'assemblea che ti ha scelto, non preoccuparti; se Dio ti affida una missione non ti lascia solo.
Ti manda, vai che io sono con te.
Caro amico Rollino, care amiche, caro Pierbattisti, ognuno di voi è stato scelto per una missione, la missione propria, che tutti avete insieme e quando Dio dice che conosce il numero delle stelle e chiama ognuna per nome e ha scelto te, ha scelto questo santo luogo, ha scelto ognuno di voi.
Ha scelto ognuno di voi per una missione e quando vi manda per una missione vi dice: "Non ti preoccupare, Io sono con voi, vi do la mia grazia, il mio spirito è con voi e voi farete la missione che vi affido, perché io vi do la mia grazia".
"Sarete pescatori di uomini", lavorerete proprio per pescare gli uomini come si pescano i pesci: non abbiate paura, se voi siete convinti.
Caro Marco, tu sei giovane, sei convinto che Dio ti ha chiamato, che Dio ti manda a fare la catechesi ai ragazzi, e ti dice: "io ti farò lavorare con i ragazzi, ma non avere paura, farai delle cose grandi"
Marco, vai con fiducia, non avere paura, farai delle cose grandi,perché dici "io sono scelto da Dio, Dio è con me nel lavoro, lo Spirito Santo non mi lascerà solo".
Salverai dei ragazzi , ma se vai con le tue ali, con le tue paure, non vai nel nome del Signore, non farai niente.
Cari ragazzi, ho un brano del profeta Amos, spiega tutto questo così bene.
Sentite "In quei giorni Amasia, sacerdote mandò a dire a Geroboamo, re di Israele: il profeta Amos, congiura contro di te in mezzo alla casa di Israele, il paese non può sopportare le sue parole, poiché così dice Amos: "Di spada morirà il re Geroboamo ed Israele saràcondotto in esilio lontano dal suo paese.
Amasia era il sommo sacerdote e attacca il profeta Amos, perché dice che parla contro il re Geroboamo.
In nome del re, il sommo sacerdote Amasia, fa parlare il piccolo pastore, era profeta, era un piccolo pastore.
Amasia va da Amos e dice: Amos, profeta, vattene, ritirati verso il paese di Giuda, là guadagnerai e mangerai il tuo pane e potrai profetizzare, ma non profetizzare più, te lo comando io, sommo sacerdote in nome del re Geroboamo, non profetizzare più: perché questo è il santuario del re ed è il tempio del re".
Il piccolo Amos, il profeta, rispose ad Amasia così: "Io non ero profeta, ero un pastore, un raccoglitore di sicomori, il Signore mi prese, di dietro il bestiame e il Signore mi disse: "Va! profetizza al mio popolo in Israele; ed ora ascolta, Amasia e dillo al re Geroboamo: "Tu non profetizzare contro Israele, tua moglie si prostituirà nella città, i tuoi figli, le tue figlie cadranno di spada.
Cari amici, care amiche, perché questo piccolo pastore si sentiva la forza per parlare in modo così forte ad Amasia, al re Geroboamo e a tutti? lui ha detto:"Io non ero profeta né figlio del profeta, ero un pastore, ma il Signore mi prese.
Il Signore è con me, il Signore mi ha mandato e nel nome del Signore sempre dirò questo e questo e questo.
In noi è difficile, a volte abbiamo il contrasto.
Spesso volete avere la forza, la fiducia, il coraggio per affrontare la realtà d'oggi.
Ma soltanto a una condizione, voi potete dire: "Io non ero profeta, né il figlio del profeta, ma il Signore mi ha chiamato, mi ha dato il suo spirito e mi ha detto: "Và, parla nel mio nome".
Ne siete convinti, caro Marco, cari amici, ne siete convinti? Dio vi ha chiamati, tu non eri profeta, né il figlio del profeta, ma il Signore ti ha dato questo carisma per l'Unione, è con te, ti ha detto: "Vai, profetizza al mio popolo, parla con la forza dello spirito, parla con la forza del Signore".
Questo è scoprire la dimensione vocazionale profonda del vostro carisma, scoprire la dimensione vocazionale profonda di Dio che vi ama, di Dio che vi consacra con lo spirito, di Dio che vi manda con la forza dello spirito per salvarvi.
Questa era la seconda cosa, cari amici, scoprite veramente questa dimensione profonda, questa forza del Signore che vi ha dato una vocazione.
Dio vi chiama, Dio vi consacra con lo Spirito Santo e siete investiti dalla forza del carisma dello spirito per annunziare con fiducia, con gioia, con coraggio la parola del Signore, la Buona Novella.
La terza cosa, perché vedo che il tempo passa, per che cosa vi manda il Signore, vi ha scelto, vi dona il suo Spirito, per che cosa vi manda all'incontro delle persone? per salvarvi.
Ho detto una volta, caro Vito, ai tuoi professorI, anche ai ragazzi, questi ragazzi d'oggi non vogliono sentire Dio.
La famiglia, la televisione, sono così: Dio vi manda per salvarvi, Dio vi manda per capirvi, Dio vi manda per ascoltarvi, Dio vi manda soprattutto per manifestare l'amore misericordioso, l'amore di Dio Crocifisso Risorto per noi.
Questa è la vostra vocazione, voi siete testimoni dell'amore di Dio, la massima manifestazione della Croce, della morte di Gesù Crocifisso Risorto per noi.
Dio è morto, il Signore Crocifisso che voi pregate è morto per noi, per i ragazzi.
Devono sentire i ragazzi, quelli che sono vicino a noi, che Dio vi ama, che Dio è morto per loro.
Ma come lo sapranno? Se voi gli volete bene, se voi vi sacrificate per loro, se quando aprite il cuore voi.
Nella mia vita sono arrivato a fare qualcosa soltanto amando le persone, perché l'amore apre il cuore e quando il cuore è aperto puoi seminare qualcosa di bello, ma se non si apre il cuore è impossibile.
Voi siete inviati per salvare, per essere la manifestazione dell'amore misericordioso.
È detto nel Magnificat: "La sua misericordia si stende di generazione in generazione", tutte le generazioni devono sperimentare la misericordia di Dio, anche questi giovani d'oggi, la sua misericordia si stende di generazione in generazione.
Devono sperimentare veramente che Dio è buono, che Dio è misericordioso, è morto per noi, ma lo manifesterete veramente amando i ragazzi.
Ricordo una conversazione con voi Catechisti e con Vito Moccia e dicevo "Ma che bel programma è il nome "Casa di Carità" perché Casa, significa "Casa", voi potete correggere in liceo, in Istituto, no, cosa dite? "Casa".
Casa è proprio di una famiglia, non è vero? Allora, il programma vostro, cari amici, è che la Casa di Carità sia una "Casa" prima di tutto; in una casa i ragazzi si sentono bene, è la loro casa, per chi è fatta? per loro.
In una casa, in una famiglia io spero che voi siete come le mamme, come le sorelle dei ragazzi, che dicono: veramente io mi sento a casa, perché questo Catechista è come mio fratello, mi vuole bene, si sacrifica per amore.
Mi raccomando, nella vostra missione prima di tutto che la casa sia una casa di famiglia, dove si sentano bene i ragazzi, secondo, una casa di carità: è nata dall'amore di Gesù Crocifisso Risorto che l'ha voluta.
È nata dall'amore di Cristo per loro, una Casa di Carità perché si vive la carità e si impara la carità.
Cosa vengono i ragazzi ad imparare, un impiego? no, ad imparare ad amare.
Mi raccomando, i ragazzi devono imparare per avere un impiego, un mestiere, ma soprattutto vengono per imparare ad amare gli uni gli altri: una Casa di Carità.
Il grande messaggio, la carità, è il Cristo Crocifisso Risorto e dobbiamo annunziarlo e attraverso questo annunzio sviluppiamo la fede, ma siamo partiti sempre da una Casa di famiglia, dove si vive la carità e attraverso la carità annunziamo la Buona Novella della morte e resurrezione del Cristo e sviluppiamo la fede.
Tutto in unità: gli insegnamenti umani, cristiani, d'ambiente, quello che voleva Fratel Teodoreto.
Finisco perché vedo che il tempo è finito, ma finisco con un cosa che mi sembra importante perché sono delle sfide, ma una molto bella, io ve la dico.
Quando qui è stato il Superiore Generale con tutti i Consiglieri, i sei Consiglieri e il Superiore sapete che "commetario" mi hanno fatto, stiamo lottando per la missione condivisa, i Catechisti hanno vissuto questo dall'inizio perché questi professori che io ho visto hanno lo spirito dei catechisti, portano avanti la Casa di Carità con lo stesso spirito dei Catechisti, loro hanno vissuto la missione condivisa con i laici.
Ma questo processo portatelo avanti, perché quando io ho sentito che i professori, gli insegnanti, volevano fare una Associazione è molto importante.
Vuol dire che potete fare qualche passo avanti nel senso di associare veramente i laici, anche se non sono Catechisti Associati, Congregati, non importa, ma sono persone che hanno lo spirito dell'Unione.
Come possono dire: l'Unione, l'associazione per portare avanti la missione dell'Unione, questo mi sembra così importante.
Noi cerchiamo, il nostro Capitolo Generale cercherà di vedere come associare i laici.
Nasce un po' questa preoccupazione di vedere che fare con le persone che hanno lo spirito dell'Unione, che hanno lo spirito della Casa di Carità per avere un po' questa unione per svilupparsi e mantenere la realtà della missione specifica della Casa di Carità.
Le persone disperse non riescono, veramente occorre la continuità.
Ma le persone associate alimentate, formate, possono avere veramente una bella continuità.
Voi avete fatto una scuola molto bella, ma potete fare un passo avanti, per mantenere l'associazione stabile, continuata, per assicurare il futuro delle Case di Carità.
Sono così contento perché è la prima volta che io posso parlare veramente ai Catechisti: ho parlato a tutti, ho parlato ai ragazzi, agli insegnanti, vi ringrazio tanto di poter conoscere queste persone così buone, così belle è la prima volta che ho avuto questa bella opportunità.