Ritiro del 16/12/2001
1 - Gesù si mise a parlare di Giovanni
2 - Giovanni il Battista figura particolare
3 - Tempo particolare
4 - Suo cugino sta compiendo cose mirabili
5 - "Lo Spirito del Signore è su di me"
6 - Gli sta proponendo un atto di fede
7 - Regno di Dio = Regola di Dio
8 - I battezzati sono più grandi di lui
9 - Il frutto dello Spirito
10 - Gesù lo dice: "Profeta"
11 - Dio vuole la comunione
12 - Tu sei profeta
13 - Ritornerà
14 - La carità nasce dal cuore di Cristo
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?"
Gesù rispose: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vivete: i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la Buona Novella e beato colui che non si scandalizza di me.
Mentre questi se ne andavano Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto, una canna sbattuta dal vento?
che cosa dunque siete andati a vedere? un uomo avvolto in morbide vesti?
coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re, e allora, che cosa siete andati a vedere?
un profeta? sì vi dico, anche più di un profeta, egli è colui del quale sta scritto: "Ecco, io mando davanti a te un mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te".
In verità vi dico "Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista, tuttavia il più piccolo nel Regno dei cieli è più grande di lui".
Parola del Signore. ( Mt 11,2-10 )
Giovanni il Battista, che figura particolare, che figura emblematica, cugino di Gesù, in secondo grado ma sempre cugino, si è recato nella comunità degli Esseni, una comunità che esisteva presso il Mar Morto, quindi un luogo particolarmente arido, lì sembra che si sia fermato per qualche tempo e che si sia dedicato all'approfondimento della Bibbia, dopo si sarebbe recato lungo il Giordano, presso Gerusalemme, per predicare le profezie di Dio.
Dopo un po' di tempo in cui Giovanni predica viene imprigionato.
Egli diceva la verità su tante cose, ma sappiamo che la verità dà fastidio alle persone perché la verità è scomoda, perché di fronte alla verità non è possibile restare neutrali, si prende una posizione o a favore della verità o contro di essa.
Dunque per certuni sarebbe molto meglio che ci fosse una continua nebbia dentro la quale non si vede la destra e la sinistra.
Ma quando la luce della verità si accende uno comprende quale è la strada che deve percorrere e allora deve scegliere: o percorrere quella strada o rifiutarsi di percorrerla.
Il non scegliere niente è già una scelta, è già una risposta.
E Giovanni predica in questo tempo particolare in cui sul trono di Gerusalemme siede un certo Erode, un re fantoccio che probabilmente non era neanche un ebreo e che i romani avevano posto sul trono di Gerusalemme per dare una parvenza di governo autonomo della nazione di Israele.
In realtà chi governava erano sempre i romani, ma davano questa figura rappresentativa per individuare in qualche modo una identità nazionale.
Erode viveva con sua cognata perché Erodiade era la moglie di suo fratello e vivevano come se fossero marito e moglie, dunque erano adulteri e concubini in maniera plateale, tutti lo sapevano e la predicazione di Giovanni il Battista era chiara: secondo gli insegnamenti sin dal tempo dei Re, quindi sin dal tempo di Saul, il re in qualche modo doveva rappresentare la presenza di Dio che salva il suo popolo all'interno della nazione.
Non era dunque pensabile immaginare di avere un re peccatore, concubino, adultero.
Tutto sommato a Erode questo poteva interessare più o meno, probabilmente non era neanche un vero israelita, in ogni caso lui non aveva paura di perdere il trono perché su quel trono era stato messo dai romani.
Chi invece aveva paura, molta paura più di Erode era Erodiade, che sapendo bene di non essere moglie di Erode, sapeva anche che fregiarsi del titolo di regina era un'usurpazione.
Lei non era la regina, ma faceva come se lo fosse e si faceva chiamare regina.
Il suo odio si manifestò, e poté avere una rivalsa quando si riuscì a convincere Erode a imprigionare Giovanni.
E quando Giovanni si trova in carcere sente che suo cugino sta compiendo cose mirabili.
Il cugino che lui aveva battezzato al Giordano e sul cui capo aveva visto scendere la luce della grazia e lo Spirito Santo in forma di colomba e Giovanni aveva udito la voce dell'Onnipotente Dio che diceva "Tu sei il Figlio mio diletto nel quale mi sono compiaciuto".
Dunque Giovanni sapeva che suo cugino Gesù era una persona particolare, sua mamma gli aveva raccontato che cosa gli aveva raccontato la cugina Maria a riguardo dell' Annunciazione e della nascita di questo bimbo e dunque Giovanni sapeva che la loro storia, sia quella di Giovanni che quella di Gesù, era una storia del tutto particolare, unica.
Chiama i suoi discepoli dal carcere perché essi andavano a visitarlo spesso, infatti non era un carcere restrittivo nel senso che non poteva ricevere visite.
Erode era turbato dagli insegnamenti di Giovanni, però desiderava ascoltarli e quindi lasciava anche che i discepoli di Giovanni andassero a visitarlo di frequente e a questi discepoli Giovanni dice: "Andate un po' a sentire, andate a chiedere a mio cugino "Sei tu il Messia?"
E quando i discepoli arrivano da Gesù e gli chiedono questa cosa, Gesù non risponde con una frase che noi diremmo semplice, risponde in modo un po' complesso, con una circonlocuzione, molte frasi, e Gesù dice parole del Profeta Isaia: "Andate a dire a Giovanni queste cose, stanno succedendo queste cose, lui capirà, perché lui è un profeta, perché Giovanni è un profeta, per questo capirà e dice che i ciechi vedono, i sordi odono, gli storpi camminano, i lebbrosi sono sanati, i morti risuscitano e ai poveri è annunziata la lieta novella.
Qualche settimana prima Gesù era stato invitato nella sua Sinagoga di Nazareth, era ritornato da un lungo periodo di riflessione, dopo essere stato almeno quaranta giorni nel deserto dove il diavolo era andato a tentarlo e Gesù ritorna a Nazareth e gli dicono "Oh sei tornato, allora oggi leggerai tu e commenterai per noi le Scritture.
Gli danno il rotolo di Isaia e lui prende quello che per noi è il capitolo 61: "Lo Spirito del Signore è su di me, mi ha consacrato con l'unzione perché fasci le piaghe dei cuori feriti, curi i cuori straziati.
Dunque la figura del Messia era tratteggiata in questo capitolo ( Is 61 ).
Gesù conclude la lettura di quel capitolo dicendo "Oggi tutte queste cose si sono compiute dinanzi ai vostri occhi".
E noi ricordiamo bene che tutta quella popolazione rimase esterrefatta dell'orgoglio e dell'osare di quel giovane Rabbì di definire se stesso "il Messia".
Noi ricordiamo che dopo quella assemblea, di quella adunanza tutti si radunarono fuori e lo spingevano e lo portavano verso la rupe di Nazareth da cui volevano farlo precipitare.
Ma lui riuscì a divincolarsi e non operò nessun miracolo, perché non avevano fede.
E Gesù risponde a suo cugino Giovanni non dicendo una cosa di fronte alla quale lui non aveva nessuna scelta, gli sta proponendo un atto di fede.
Gli sta proponendo di passare dall'Antico Testamento al Nuovo Testamento, gli sta proponendo di riconoscere se suo cugino Gesù è il Cristo, l'unto del Signore, il Messia Salvatore, perché non dice: "io lo sono", ma dice "ricordati delle profezie e credi".
Perché se credi vedrai la mia gloria, quindi passerai dall'Antico Testamento al Nuovo Testamento, ma se io ti do un dato di fatto tu non puoi più credere e non sei più libero e non puoi più fare un atto di fede e quindi non saresti più tu a scegliere me, ma saresti costretto a scegliere me.
E Gesù gli risponde e gli dice questo: "Ma Giovanni è un vero profeta".
Non dice nulla ai suoi discepoli perché di fronte a Gesù che ti interpella la risposta non è mai collettiva e prima di tutto individuale.
E Giovanni sa che Gesù , suo cugino, è il Messia.
Ma Giovanni chi è in fondo? Gesù lo ha detto; è un profeta, però attenzione, conclude la presentazione di suo cugino Giovanni dicendo una frase che in qualche modo ci dà un po' fastidio, che però è profondamente vera: "Il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui".
Anche se di Giovanni Gesù ha detto "Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista, però quelli che fanno parte del Regno di Dio sono più grandi di lui".
Noi forse ci siamo abituati a pensare Regno di Dio = Paradiso, però abbiamo dimenticato il significato di questa espressione: Regno di Dio, non dimenticatelo mai più.
Il modo in cui Dio ha pensato che gli uomini dovessero esistere e vivere.
Dio dice: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, quindi l'uomo, per essere secondo la mia idea, dice Dio, deve vivere così, se vive così vive in regola, cioè nella perfezione dell'essere umano, quella è la regola di Dio, il Regno di Dio.
È evidente che il Regno di Dio sussiste nella sua pienezza in Paradiso, perché in Paradiso, lo dice persino Dante, tutti vogliono fare, "vogliono" fare la volontà di Dio.
È su questa terra che persino i battezzati, troppi di questi battezzati, subiscono la volontà di Dio, perché non hanno ancora capito che il vero cristiano è colui che desidera le stesse cose che desidera Dio, in una parola S. Paolo dirà: la metanoia, il cambiamento radicale del modo di pensare e quindi di agire.
Questo è il grande cambiamento che ci è richiesto.
E Giovanni questo lo stava intuendo.
Gesù dà questo insegnamento e dice: "Tutti coloro che sono nel Regno dei cieli", noi semplifichiamo: tutti i battezzati, in realtà sono più grandi di lui perché hanno dentro di sé lo Spirito di Dio, ma poi hanno anche il Dio-Padre e poi hanno anche Dio-Figlio, l'intera Trinità abita dentro di noi in modo stabile, non se ne va via, la Trinità sta dentro di noi.
Giovanni, che non era ancora battezzato, poteva immaginare di contemplare la Trinità fuori di sé, ma noi sappiamo con una certezza che ci viene dalla fede, che la Trinità abita "dentro" di noi.
Dunque, semplicemente per il fatto che siamo battezzati, è vera questa affermazione di Dio, però egli dice "nel Regno di Dio", secondo la regola di Dio.
Qui c'è anche un significato morale a questa frase di Gesù, e cioè a dire: 'Non basta essere scritti nel registro dei Battesimi per dire che uno fa parte del Regno di Dio perché per essere del Regno di Dio bisogna produrre i frutti dell'albero del Regno di Dio, in una parola il frutto dello Spirito: Amore, Gioia, Pace, Pazienza, Bontà, Benevolenza, Mitezza, Dominio di sé.
Questo è il frutto del Regno di Dio, i frutto dello spirito.
Questo Dio si aspetta da noi, per questo i confini della Chiesa sono molto più ampi di quello che noi possiamo immaginare perché dovunque voi sentite questo sapore, che è il frutto dello Spirito Santo, qui c'è Dio, c'è Dio che opera, che la persona lo sappia o che non lo sappia, lì c'è Dio.
E allora Gesù dice: "Certo tra i nati di donna, cioè secondo la natura umana, sembrerebbe che Giovanni sia minore degli altri, ma attenzione, nel regno di Dio la cosa è più grande e più diversa e chi vi dice che egli non sia il regno di Dio?
Visto che è colui di cui le Scritture dicono: "Io mando davanti a te il mio Messaggero che preparerà la mia via davanti a te".
Ultima riflessione, Giovanni il Battista è dichiarato ufficialmente dalla Parola di Dio, perché Gesù lo dice: "Profeta".
Il Profeta non è quello che dice il futuro. Se Dio vuole fargli dire quello che accadrà, va bene, ma il Profeta è colui che "proferisce", lo dice la parola, proviene da un verbo latino: "fero, fers, tuli ferre", che vuol dire "portare".
Proferire vuol dire "portare a favore di", per gli altri.
Il "profeta" è colui che porta agli altri qualcosa che non è suo, e cioè che cosa? il pensiero e l'insegnamento di Dio.
Questo vuol dire che il profeta prima di tutto è una persona che sta sempre in ascolto, è una persona che è cuore a cuore con Dio, è una persona che vive in una grande comunione con il Signore e solo per questo motivo allora può essere un vero profeta.
Dio ci ha fatto capire, che ha fatto di tutto perché vuole che noi viviamo insieme, vuole la comunione, ha fatto di tutto, fino a darci l'Eucaristia, cioè a dire: "Mangiatemi, quando mi avete mangiato non si può immaginare niente di una comunione più grande di questa perché io sono diventato voi e voi siete diventati me".
Questa è la comunione essenziale e fondamentale della quale dice il Concilio "Fons et Culmen", cioè "sorgente e culmine" della vita cristiana.
L'Eucaristia è nello stesso tempo questo: la sorgente della vita cristiana, perché la comunione con Dio ci permette di essere dei veri cristiani, ma è nello stesso tempo anche il culmine.
Non si può immaginare un tipo di comunione più grande di questo dono di Dio.
Qual è l'insegnamento? l'insegnamento è questo: che per il Battesimo, nell'Eucarestia, per la potenza dello Spirito Santo, anche noi, in Gesù Cristo, siamo realmente profeti; e per di più non profeti dell'Antico Testamento, ma profeti del Nuovo Testamento, profeti del Regno di Dio, come dice qui Gesù.
Profeti, coloro che proferiscono, portano a chi? agli altri, portano agli altri che cosa? il pensiero di Dio, il sogno di Dio, i desideri di Dio, la gioia di Dio.
Come persone che state facendo questo cammino importante di formazione dei Catechisti, ricordatevi che avete in particolare modo bisogno di chiedere al Signore il carisma di profezia, che non è il dono di profezia.
Il dono è qualche cosa di stabile che serve per edificare te stesso, il carisma è un qualche cosa che Dio dà quando vuole e serve per edificare gli altri.
In qualunque istante tu sia chiamato da Dio a proferire un giusto consiglio, un giusto insegnamento secondo il cuore di Dio, tu sei profeta e non puoi dire: "dal 1°agosto al 15 agosto non sono profeta perché sono in ferie", perché proprio perché sei in ferie forse sarai più profeta in quanto hai più tempo, non hai le solite persone intorno a te, incontri persone nuove, situazioni diverse e sei in uno stato di rilassamento, un tempo in cui ti riposi, cioè posi i piedi sulla roccia di salvezza che è Gesù Cristo Signore e Salvatore.
Dunque non esiste il tempo dell'apostolato e il tempo invece della dormita: tu sei nel Regno di Dio, tu sei in Gesù Cristo, il Figlio di Dio.
Tu sei il Figlio di Dio, in Gesù Cristo.
Questo vuol dire che Dio ha ragione di aspettarsi, non solo da me, che faccia questo compito in modo ufficiale di fronte alla Chiesa e di fronte al mondo intero, ma da ogni battezzato.
Dio si aspetta che sia un profeta, colui che proferisce, porta agli altri il lieto annunzio e il lieto annunzio è questo: Dio ha già fatto tutto, Dio ha già mandato il Salvatore, Egli è già nato in mezzo a noi, è già vissuto per trentatré anni sulla terra, ha già dato insegnamenti, ha già fatto i miracoli, ha già risuscitato i morti, è già stato processato, è già stato crocifisso, è già morto, è già stato deposto nel sepolcro, è già risuscitato come dicevano le Scritture.
Come dicevano le antiche profezie, è già stato insieme con noi, ha già parlato e mangiato con noi dopo la sua resurrezione, ha già dato gli ulteriori insegnamenti.
È già asceso al cielo, ha già mandato lo Spirito Santo, la Pentecoste, che tutti abbiamo ricevuto in tutti i Sacramenti, ha già dato inizio alla Chiesa e la Chiesa esiste già da duemila anni.
Dio ha già fatto tutto, meglio, ha già fatto quasi tutto, manca l'ultima cosa, perché tutte le altre profezie si sono già realizzate, manca l'ultima, che si realizzerà perché si sono realizzate le prime si realizzerà anche l'ultima: egli ritornerà.
Ritornerà: c'era scritto nella lettera di Giacomo: aspettiamolo, questo è un criterio di discernimento per scoprire se la tua comunione con Dio è vera oppure è fittizia, è fatta di parole ma non di fatti.
Gesù tornerà a prenderci, Gesù tornerà a prenderti, come pensi a quest'incontro? con serenità, con pace, con gioia, con felicità, con timore, tremore o paura?
L'essenza della vita cristiana non è fare molte cose, ma essere cuore a cuore,da cui scaturisce il fare.
La carità verso i fratelli non nasce da sola, nasce dalla carità di Cristo, dal cuore di Cristo, dal cuore squarciato di Gesù Cristo sulla croce dal quale esce sangue e acqua, segno dello Spirito Santo Lo Spirito Santo che, dice Gesù, convince quanto il peccato: il sangue.
Se uno non riconosce il proprio peccato vuol dire che non è docile allo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo che è Signore e dà la vita: l'acqua: che simboleggia la vita, che permette ai campi e agli animali di vivere.
Dunque questo è l'itinerario che si presenta ai nostri occhi in questa terza domenica del Tempo di Avvento di questo anno 2001 e il Signore si aspetta che nel celebrare il compleanno di Gesù fra pochi, pochissimi giorni, noi teniamo presente questa situazione.
Sia davvero questa occasione del Ritiro un momento importante per posare nuovamente i piedi al sicuro, ricordandoci ciò che siamo: siamo profeti.
Dio si aspetta che i suoi figli la pensino come lui, Dio si aspetta che i suoi figli parlino, ragionino, agiscano come lui.
Avrà ragione di aspettarsi una cosa del genere?
Sia lodato Gesù Cristo.