Ritiro del 26/5/2002
1 - Si conclude l'itinerario
2 - Farà di noi dei veri discepoli
3 - "Voi siete sale"
4 - "Voi siete la luce del mondo"
5 - "Luce da luce"
6 - Conseguenze dell'essere cristiani
7 - La cultura, la società, il mondo
8 - Tu sei di Cristo
9 - Gesù ha un testamento
10 - "Andate"
11 - La predicazione comporta l'esempio
12 - Predicare il Vangelo
13 - Portare il "Lieto annunzio"
14 - "Chi crederà e si farà Battezzare sarà salvato"
15 - "Questi sono i segni che accompagneranno quelli che credono"
16 - Solo nel nome di Gesù è data la salvezza
17 - Gesù è Sacramento di salvezza
Si conclude l'itinerario che abbiamo vissuto in quest'anno, e prendo lo spunto da tre Parole Bibliche che non ho la pretesa di voler sviscerare, ma semplicemente l'intento di lasciarci toccare da questa Parola di Dio per essere incoraggiati nel nostro cammino.
Forse accade sempre così: più si viene a conoscenza del Mistero di Dio e più ci rendiamo conto di quanto siamo ignoranti.
È successo così nel corso di quest'anno? Sì è un buon segno, significa che abbiamo fatto un vero cammino, perché solitamente i presuntuosi non pensano in questo modo, in realtà l'atteggiamento che ci viene richiesto è quello dell'umiltà, della conoscenza e della presa di consapevolezza di tutti i nostri limiti.
Uno dei nostri limiti è proprio questo: non avere la capacità di contenere dentro di noi il mistero di Dio.
Ma Dio non ci chiede di contenere dentro di noi il Mistero di Dio, ci chiede esattamente il contrario.
Cioè di farci contenere dal Mistero di Dio.
Non è la dottrina che deve entrare dentro la nostra mente, ma siamo noi che dobbiamo entrare dentro la mente di Dio e questo farà di noi dei veri autentici discepoli.
L'autentico vero discepolo è anche l'evangelizzatore, cioè il catechista, colui che non ragiona più con la propria mente, con le proprie idee, ma colui che ragiona con le idee, con la mente, con i concetti di Dio.
Colui per il quale si è realizzata quella promessa biblica del N.T.: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me".
Oppure: "Abbiate in voi i medesimi sentimenti che furono di Cristo Gesù".
Il nostro ideale maturo, entusiastico, desiderato, voluto, dovrebbe proprio essere questo.
Non sono qui a fare un'esortazione, ma semplicemente a dare una vocazione, perché credo sia importante che noi ci rendiamo conto se veramente questo è diventato un criterio per discernere l'autenticità del nostro cammino, oppure no.
E cioè se continuiamo ad avere dei pensieri nostri o se davvero siamo entrati nei pensieri di Do, i pensieri di Dio sono entrati dentro di noi.
Queste parole bibliche costituiscono un condimento molto forte, e un sapore molto intenso che il Signore ci illustra e c'invita a desiderare per ciascuno di noi.
"Se il sale perdesse il sapore con cosa lo si renderebbe salato?"
Cos'è che rende il sale salato? la sua composizione chimica, cioè il fatto che il sale è composto in quel modo, è sale, non può che essere così.
Il Signore ci dice "Voi siete sale", che significa a dire: Voi siete così costitutivamente, il vostro normale modo d'essere è quello di portare sapore, il vostro normale modo di essere è quello d'essere lievito.
Se siete inerti, se non fate lievitare la pasta allora non è che siete il cristiano qualunque, siete il cristiano anormale.
Un lievito che non fa lievitare la pasta è un lievito da buttare, perché non fa ciò per cui è stato preparato.
Il cristiano che non fa il lievito è un cristiano che non ha senso, il cristiano che non è salato non è il cristiano qualsiasi della domenica, il cristiano disimpegnato, è un non cristiano, perché la norma secondo l'insegnamento di Gesù e l'insegnamento biblico è che il cristiano deve essere questo: il cristiano è la città sul monte.
Il cristiano non è quello che se ne sta nel nascondimento perché il mondo gli fa paura, il cristiano è quello che si mette ben in vista, deve essere scorto, deve essere riconosciuto, il cristiano come cristiano deve suscitare perplessità, interrogativi, deve essere una pietra d'inciampo, deve essere sale.
È un'assurdità pensare ad un sale che non dà sapore, che cos'è allora? polvere, è polvere di marmo? Allora non è sale.
Il cristiano che non è Cristo che cos'è? Una pietra, un albero, ma certamente non è un cristiano, non è un essere umano perché Dio ci ha pensati in un certo modo.
Gesù ha altri paragoni, dice: "Voi siete la luce del mondo".
Non si può distogliere la luce dal calore, dal consumarsi. Se tu sei luce non puoi essere tenebra.
Avete mai visto in quelle riprese televisive quando devono fotografare un ambiente antico e sulle pareti ci sono delle applique con delle candele accese, vere autentiche.
Ovviamente per le riprese cinematografiche non è sufficiente la luce della candela per impressionare la pellicola e quindi in tutti gli studi cinematografici c'è l'aggiunta di molti riflettori che danno quella luminosità necessaria ad impressionare la pellicola.
Solitamente vicino ad ogni applique con la sua bella candela accesa c'è sempre un riflettore che fa notare che lì c'è la candela accesa.
Se voi guardate sul muro vedete che si riflette sul muro l'ombra della candela, ma non l'ombra della fiamma, perché la fiamma è luce e dunque non produce ombra.
Quello che deve essere per noi non ci deve essere assolutamente nessun compromesso con le ombre, non può esserci ombra nella luce, e non c'è ombra nella luce quando è autenticamente luce.
La fiamma della candela è autenticamente luce e in essa non c'è ombra, ciò che fa ombra sarà lo stoppino, sarà la cera, ma né lo stoppino, né la cera sono luce, e Gesù non dice che noi siamo lo stoppino, e non dice neppure che siamo la cera.
Lui dice che siamo luce.
Noi siamo la fiamma e su questo punto mi pare che nella "Professione di fede".
"Credo Niceno Costantinopolitano", il Credo che avete esaminato in questi anni,si parla di Gesù il Verbo di Dio come "Luce da luce".
Se Gesù paragonava noi "luce" è evidente che l'insegnamento profetico si riferiva anche alla professione di fede.
In realtà nel Verbo di Dio fatto carne noi diventiamo Figli di Dio, partecipiamo alla sua figliolanza come figli d'adozione, però siamo realmente figli.
Ed è come se Gesù dicesse a ciascuno:"Luce da Luce".
Non può dire: "Dio da Dio" perché noi non siamo Dio, però partecipiamo alla Divinità per mezzo del nostro Battesimo.
Tutte queste semplici provocazioni, perché noi ci rendiamo conto di quale alta dignità è essere Cristiani.
Sì poi l'essere cristiani comporta delle azioni, queste sono delle conseguenze normali dell'essere quello che tu sei.
Se tu sei acqua non puoi fare altro che bagnare tutto quello che tocchi, giusto?
Se tu sei lievito non puoi fare altro che far lievitare tutta la pasta.
Se tu sei una città costruita su un monte non puoi far altro che essere visibile, riconoscibile, una città costruita sul monte significa una città fortificata, significa rifugio.
La città costruita sul monte della parabola del paragone evangelico è da intendere come dicono nei Salmi: "Il luogo di rifugio","Il luogo di protezione, "Il luogo ambito", "Casa" , la città costruita sul monte significa "Casa".
Tu sei la città costruita sul monte, il tuo essere cristiano, il tuo essere catechista non può prescindere da questa visione biblica sulla quale poi si inseriscono queste parole che costituiscono per noi un motivo di riflessione.
Potete riflettere su queste grandi promesse di Dio e sulle sue conseguenze.
Le conseguenze sono nell'ordine della pratica: prima c'è l'ordine dell'essere, cioè quello che tu sei, perché sia più chiara la conseguenza, cioè quello che tu fai.
Non puoi fare una cosa diversa da quello che tu sei.
La cultura, la società, il mondo così ripieno di menzogne in cui ci troviamo in questo periodo, ci propone dei modelli molto lontani dagli insegnamenti biblici.
C'insegna per esempio a essere il contrario di quello che si è.
C'insegna a mantenere un'apparenza, pensate semplicemente i temi tanto delicati quanto pregnanti, importanti quali possono essere quelli della "Identità sessuale" delle persone.
Mai come in questi ultimi decenni c'è stato un martellamento da parte dei mezzi di comunicazione di massa sul creare una possibilità infinita, perché non si abbia un'identità chiara.
Questo ci testimonia di una società che è gravemente ammalata sul piano dell'essere.
Sulla confusione di una verità. che possa essere fondamentale per tutti.
Il cristiano non può permettersi i compromessi, il catechista meno degli altri, perché il catechista deve ricordarsi che è Gesù che insegna, non altri.
È il ministero che il Signore ti affida per mandato della Chiesa. La Chiesa ti accoglie perché tu viva in prima persona il tuo appartenere a Cristo in modo ontologico, cioè sostanziale, completo, tutto di te deve testimoniare all'esterno di te che tu sei di Cristo. Di più che tu sei Cristo.
Non il Verbo, ma sei nel Corpo di Cristo, quindi fai parte del Corpo di Cristo, come membro attivo, non come membro passivo.
S'inserisce su questo grande filone che non ho affatto sviscerato, ho semplicemente sfiorato, toccato, semplicemente per farvi rendere conto di quanto ampio sia il ventaglio delle possibilità delle riflessioni, delle problematiche, ma anche delle prospettive meravigliose che il Signore mette dinanzi a noi nel nostro cammino di testimonianza cristiana.
Su questo ventaglio s'inseriscono molto bene le riflessioni sulle Parole bibliche che ci sono state suggerite per questa domenica.
La prima riflessione ci viene dal Vangelo di Mc 16,15-18.
In questi vv di Mc, che solitamente è molto stringato, va veramente all'essenziale.
Cosa s'intende per testamento? Un qualche cosa che vuole lasciare ai posteri.
Un po' come quando ci sono le gare di corsa, la staffetta che il primo corridore lascia il testimone al secondo corridore.
È lo stesso testimone, non è che cambia dall'uno all'altro, è il medesimo.
Da testimone viene il concetto di Testamento, ci tramanda l'esplicita volontà, quello che c'è veramente dentro il testamento che appare nel Vangelo di Mc comporta dei punti importanti dai quali è bene lasciarsi provocare.
Perché? Perché Gesù dà un criterio chiaro a riguardo dell'appartenenza a Lui.
Poi disse loro: "Andate per tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura".
Questa è la prima richiesta che Gesù fa.
"Andate" significa non restate. Andare è molto di più che non partire.
Partire è una conseguenza dell'andare, partire è una conseguenza di una risposta data ad una chiamata.
La chiamata di Gesù è "Andate". Andate dove?
È la stessa chiamata che Dio aveva fatto ad Abramo: "Esci dalla tua terra e và".
Qui non ti chiede di uscire dalla tua terra, però ti chiede di uscire da te stesso.
"Esci" dice un canto "dal cerchio delle tue certezze" esci dalla tua comunità, dal tuo ambito solito dove tu non hai più bisogno di esporti, dove non hai più bisogno di far vedere che sei un cristiano.
Non hai più bisogno perché lo sanno già tutti.
Bene, quello è il tuo trono, ti sei accomodato, invece il Signore dice: "Andate", vai.
Alzati dal tuo trono dove non ti senti più provocato e stimolato da niente perché già tutti sanno che tu lo sei.
E comincia a predicare il Vangelo ad ogni creatura. Cosa significa predicare?
Non significa semplicemente dire, la predicazione è più della trasmissione orale, è il vivere concretamente.
La predicazione comporta sì trasmissione orale, ma soprattutto trasmissione di vita esemplare, cioè con l'esempio.
Un esempio che ti costringerà ad andare controcorrente.
Andare significa metterti nell'ordine di idee di trovarti controcorrente.
Perché solo se tu sarai in senso buono provocatorio, potrai produrre frutti.
Solo se il lievito viene sciolto nell'acqua, si lascia disgregare e poi viene messo nella farina, il lievito non è più panetto, il lievito viene sciolto quindi non lo riconosci più come lievito, è un liquido; quindi viene quasi snaturato nella sua struttura, è sempre lievito, ma è diluito.
Non si trova più tutto comodo o una molecola di lievito vicino all'altra che stanno tranquille nel loro pacchetto, perché sono tutte di loro.
No, ti sciogli, esci, ti lasci snaturare, ti lasci cambiare, e ti lasci inserire in un ambiente ostile, la farina secca che ti prende tutte le tue energie e solo se sarai così, allora tutto ciò che sarà intorno a te diventerà lievito.
Una volta non si usava il panetto di lievito fresco, ma si usava il lievito naturale, si teneva da parte una piccola parte di pasta che il giorno dopo funzionava come lievito.
Perché nel frattempo i fermenti si erano moltiplicati e quindi quella piccola parte di farina che conteneva quel lievito si era trasformata tutta in lievito.
Questo è quello che il Signore ci fa intuire. "Esci" per predicare, esci per fare tanti altri come te, questo è il progetto di Dio "ad ogni creatura" predicare il Vangelo, "La lieta novella", "Il lieto annunzio".
Dice: "Ad ogni creatura", non solo agli uomini e alle donne, ma a tutte le creature.
Come devo parlare anche alle altre creature? San Paolo spiegherà questo concetto nella lettera ai Romani.
Dirà proprio questo: "La natura stessa attende la sua propria Redenzione ad opera della Rivelazione dei Figli di Dio".
Predicare ad ogni creatura significa portare il "lieto annunzio".
Gesù è il Signore in tutta la creazione.
Nelle letture di oggi sentirete che Dio ha tanto amato il mondo, la Redenzione che Gesù Cristo ha operato è una Redenzione universale.
La natura è stata affidata da Dio agli uomini.
"Anch'essa geme come nelle doglie di un parto, aspettando la propria Redenzione a opera della Rivelazione dei figli di Dio".
Portare il "Lieto annunzio" agli uomini comporta i "cieli nuovi e la terra nuova".
Certo i cieli nuovi e la terra nuova verranno alla fine dei tempi, ma verranno per cosa?
Per il Corpo di Cristo e il Corpo di Cristo è Gesù Cristo insieme a tutti i suoi.
È chiaro che Gesù Cristo ritornerà alla fine dei tempi e ci saranno cieli nuovi e terre nuove, ma il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi è sì il ritorno della persona fisica del Verbo incarnato, ma è anche il ritorno della Persona Mistica, Cristo Capo del Corpo che è la Chiesa.
È con Lui, in Lui e per Lui che gli uomini possono in qualche modo operare questa redenzione di tutto l'universo.
Ai redenti, ai convinti, Dio non ha affidato semplicemente le anime, ha affidato anche i corpi.
Con una certa gerarchia prima le anime, poi i corpi, mai il contrario.
Diversamente rischiamo di trasformare la nostra Chiesa in un ente di assistenza sociale, e la Chiesa non è nata per quello.
La Chiesa è nata per il "lieto annunzio", è Gesù il Signore, Egli è venuto per la salvezza.
Cosa significa salvezza? La pace, la gioia, la pienezza.
Poi certamente ci sono le varie conseguenze: "Chi crederà e si farà Battezzare sarà salvato".
Credere, tutti i credenti non praticanti, ma credenti.
Che significa essere credenti? Credere, il concetto di credere non è semplicemente un assenso della ragione, ma è una partecipazione completa della persona a questo mistero.
Credere è un po' come costruire le fondamenta, le fondamenta per una costruzione solida compatta, e più la costruzione è ardita e imponente e più le fondamenta devono essere solide e ben posate.
Credere significa posare le fondamenta, non per posare le fondamenta, ma per costruire.
Il credere implica l'agire, non possono essere distinte le due cose, diversamente è un'opera incompiuta.
Chi dice d'essere credente non praticante, è praticamente uno scheletro di costruzione, una cosa incompiuta che non serve a niente, ingombrante, invecchia, si rovina, arrugginisce ed è solo negativa, deleteria a vederla.
Il credente non praticante produce questo effetto.
Le mezze misure sono quelle situazioni che in qualche modo contribuiscono a creare un clima di stanchezza, di disimpegno.
I catechisti sono quelli che vedono il mezzo bicchiere pieno, non quello vuoto Credere = costruire delle fondamenta con il fine di andare avanti, non di fermarsi.
Credere in questo modo significa fondare la propria vita su Gesù Cristo, è Lui il mio fondamento, il mio progetto, il fine da raggiungere.
Lui, io devo essere Lui. Questo significa credere.
"Chi crederà sarà Battezzato e sarà salvo".
Credere significa io devo diventare, io voglio, devo, desidero, sogno diventare Gesù Cristo.
Tu partecipi alla Divinità di Gesù Cristo, per partecipazione, questo è il fine da raggiungere, poi ci sono le conseguenze.
Non c'è da stupirsi di un autentico cristiano che crede veramente, che costruisce se stesso sul progetto di Gesù Cristo aderendo il più possibile.
I segni sono segni, non fini.
Il segnale mi rende presente una realtà lontana, i miracoli sono i segni, i segni di che cosa? Di un concetto e di una verità.
Dio è vicino a te, il miracolo è un segno, non è il fine da raggiungere, è solo il segnale.
Il segnale non è il fine, è solo il mezzo. I miracoli non sono il fine, sono un mezzo.
"Nel mio nome scacceranno i demoni".
Il concetto del nome di Gesù s'inserisce in questo movimento di adesione al mistero di Cristo, completa.
"È Cristo che vive in me, non sono più io che vivo".
Il nome di Gesù, dice la lettera di Pietro, è il nome più grande di tutti i nomi.
Solo nel nome di Gesù è dato al di sotto dei cieli di ottenere la salvezza. Il nome di Gesù significa "Dio salva ".
Dio salva adesso, in quest'istante, predicare Gesù a tutte le persone, pronunciare il nome Gesù è importante, ma non è la stessa cosa pronunciare Cristo.
Il nome del Verbo fatto Carne è Gesù. Il Cristo è una sua caratteristica , cioè l'Unto del Signore, noi siamo i Cristi, gli Unti del Signore.
Siamo stati consacrati per essere con Lui una cosa sola ( ricordatevi la consacrazione battesimale ).
In realtà è Gesù Colui che salva, è Lui Dio in azione, è Lui il Sacramento della salvezza, è Lui che agisce qui e ora in tutte le parti dell'universo.
Pronunciare il nome di Gesù terrorizza i demoni perché? Perché significa rendere concretamente presente in Spirito e verità l'azione diretta, efficace, istantanea di Dio, è Sacramento.
Gesù è Sacramento di salvezza, invocare la sua presenza qui, significa invocare la sua salvezza in quella situazione concreta.
Non c'è nome più grande del nome di Gesù, non c'è nome più potente del nome di Gesù, non c'è nome più bello del nome di Gesù, perché è il nome dell'attività di Dio, ciò che a Dio piace più di ogni altra cosa.
Salvare = riempire di sé tutto, a partire dal cuore di coloro che credono in Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.