Ritiro del 8/12/2002
1 - Giorno di grande solennità
2 - Il segreto di Maria
3 - Il dogma dell'Immacolata Concezione
4 - La creatura umana non è una qualsiasi creatura
5 - Dio fa conoscere all'uomo il suo progetto
6 - La libertà esercitata nella volontà
7 - Il suo "sì" è stato un sì ragionato
8 - "Come è possibile questo, non conosco uomo"
9 - Un cammino di comunione con il Signore
10 - Egli è l'eterno
11 - Il "sì" costituisce il fulcro di tutta la storia
12 - Legge della gradualità
13 - Nel Battesimo si ricevono i poteri di Cristo
14 - Come mi lascio avvolgere dall'amore di Dio
15 - Il sì di Maria ha delle conseguenze stratosferiche
16 - Evento che cambia l'ordine della storia
17 - Ripiena della grazia di Dio
18 - L'amore di Cristo ci spinge
19 - Innamorarsi di Dio
20 - "Sono venuto per te"
Prima di tutto un grandissimo Buona Festa a tutti quanti perché so che oggi è un giorno di grande solennità per tutta la Chiesa e in particolare per l'Unione Catechisti che festeggia oggi la sua Patrona principale, quindi è una grande festa di famiglia che ci vede riuniti attorno al focolare domestico in cui Dio e la Beata Vergine Maria sono accanto a noi per accoglierci nel loro cuore e per consolare il nostro cuore con la loro presenza.
Abbiamo modo di riflettere ma non di fare uno studio, semplicemente di avere qualche motivo di contemplazione e di riflessione su questa azione meravigliosa di Dio che rifulge in maniera più splendida nella persona di Maria SS.ma Immacolata.
Scopriamo che ciò che rende questa creatura assolutamente nuova è proprio questa sua assoluta docilità a questa presenza.
In realtà il segreto di Maria nella sua vita sulla terra è un segreto di grande confidenza e la confidenza è un termine molto comune per esprimere uno stato di unione, uno stato di comunione e di dialogo profondo.
Quindi nel contemplare la misericordia di Dio non possiamo fare a meno di vedere che questa misericordia di Dio, che si estende dal suo cuore al cuore dell'umanità, non può che essere un punto di incontro tra due persone, che si cercano e che si trovano.
La misericordia di Dio si rivela nella nostra filiazione divina e nel dono del suo Spirito, dice un titolo importante della nostra riflessione; ma sappiamo molto bene che questa misericordia, perché possa essere attuata ha bisogno di qualcuno che la accolga.
Il consacrato a Dio nella realtà secolare imita Maria nella totale docilità allo Spirito proteso a formare in lui il corpo di Cristo.
Maria è la creatura nuova e quando diciamo la parola "nuova", ormai lo sto ripetendo da molte volte, in svariate occasioni.
Spesso mi capita di parlare in assemblee diverse e risulta più difficile fare un catalogo di tutto ciò che ho detto da una parte o dall'altra.
Quando pensiamo alla parola "nuova", pensiamo alla parola "definitiva".
Se diciamo che Maria è la creatura nuova, che dà origine all'umanità nuova, vuol dire che stiamo pensando a una situazione definita, cioè che ha raggiunto la perfezione.
Forse non proprio la perfezione quanto alla sua attuazione, ma quanto al progetto di Dio sì, quanto all'estendersi della misericordia di Dio su questa creazione, sì.
Evidentemente il dogma che oggi vede la Chiesa in festa, quello dell'Immacolata Concezione, ci fa vedere come la perfezione di Dio si sia realizzata nella creatura Maria.
E come questa creatura, nella assoluta docilità al pensiero, alla volontà, ai desideri di Dio sia stata così in comunione profonda con Dio, che il Verbo si è prodotto fisicamente nel suo grembo e il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi.
Ora, tutto questo che cos'è? È provvidenza eterna, infinita, che nel suo progetto aveva scorto l'esistenza di questa creatura e su questa creatura aveva posato il suo sguardo per fare di lei il fulcro della storia degli uomini.
Maria diventa davvero un punto emblematico.
Il punto di coincidenza tra l'eternità e la creazione è in questa fragile creatura di appena quindici anni, che tutta l'umanità e tutta la storia della creazione è come se trattenesse il fiato, in quel fatidico istante in cui Dio fa la sua proposta, e Maria dà la sua risposta.
È come se tutto si fosse fermato nell'attesa di quello che è stato il momento più importante di tutta la storia della creazione.
Sant'Agostino ci dice nei suoi scritti una frase di carattere morale che però si applica molto bene anche in altre situazioni: "Colui che ha fatto i cieli e i cieli dei cieli senza di te non salverà te senza di te".
Risulta più facile evocare, ricordare il senso di tutto quello che è accaduto.
La creazione di tutto l'universo non è stato semplicemente un momento istantaneo.
Nella creazione dell'universo possiamo intravedere strutture diverse, motivazioni diverse, non stiamo a perderci nei meandri dell'evoluzionismo sì, evoluzionismo no: tutto sommato sono cose che ci possono interessare, anche incuriosire, ma a noi interessa andare al senso di tutto questo.
Per quello che poi riguarda la creazione della persona umana, certo che qui entrano in gioco delle realtà enormi, la creatura umana non è una qualsiasi creatura.
Nel racconto della creazione abbiamo due racconti nel Libro del Genesi, due racconti che ci parlano della creazione: il più recente è quello che troviamo per primo, il più antico quello che troviamo per secondo, in ogni caso si vede Dio in azione per fare di questa creatura il massimo di quello che lui ha pensato per degli esseri che siano nello stesso tempo spirituali e materiali.
Questo fatto che questi esseri siano nello stesso tempo spirituali e materiali comporta che la libertà si esercita in un modo diverso.
Voi capite molto bene che la libertà che sussiste per gli esseri spirituali, per esempio per gli angeli, è certamente una libertà, ma di carattere, di qualità, di intensità assolutamente diversa dalla nostra, il loro essere costituiti come esseri spirituali dà a loro l'esercizio della libertà in un modo diverso.
Esempio: è bastata una scelta istantanea per determinare il destino definitivo di questi esseri spirituali.
E così, mentre Lucifero si è rinchiuso in se stesso e ha creato intorno a sé una situazione di disagio tale, spaventosamente grande, che noi chiamiamo inferno, così Michele, proclamando l'assoluta santità e alterità di Dio, produce una situazione di gloria per tutti gli angeli che, al suo grido, si sottomettono all'autorità di Dio.
La libertà degli angeli ha una portata eterna, istantaneamente eterna, mentre per gli uomini la libertà si esercita in un modo diverso.
La libertà è un punto di incontro tra due volontà che cercano un senso di esistere: Dio dà questo senso, l'uomo risponde a questa, che potremmo dire provocazione, ma io direi più che altro sollecitazione.
Dio fa conoscere all'uomo il suo progetto, forse glielo fa solo intuire perché la libertà dell'essere umano non è una libertà attuata, ma costruita giorno per giorno.
Come si costruisce la libertà? Nel diventare sempre più umani.
Non vorrei che mi fraintendeste: quando dico "essere sempre più umani" non intendo dire "sempre più mondani", ma essere sempre più fedeli a quel progetto meraviglioso che Dio ha detto: è l'uomo.
Quando Dio dice "progetto-uomo a nostra immagine e somiglianza" nella sua mente e nel suo cuore ha un'idea ben precisa di che cosa sia l'uomo.
Tant'è vero che nella pienezza dei tempi Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, vero Dio e vero uomo; dove nella parola "vero" noi possiamo intuire il significato autentico e perfetto, che significa "perfetto Dio", "autenticamente Dio".
Ma quando diciamo "vero uomo", vogliamo dire "perfettamente uomo", "uomo perfetto", "autenticamente uomo", cioè a dire "colui che risponde in pienezza", che costituisce il massimo di tutto ciò che è l'essere umano.
Vedete, Maria costituisce proprio questo punto centrale, il suo "sì" ha dato la possibilità a che l'uomo potesse essere uomo.
Forse ci appare nell' orizzonte la possibilità che il progetto di Dio nella creazione sia un progetto in cui evidentemente l'incarnazione ha il suo posto rilevante e importante.
Tutto sommato a Dio non interessava mica avere delle altre creature, ne poteva inventare milioni e milioni di qualità diverse di altre creature, poteva lasciare che le leggi dell'evoluzione formassero individui di qualsiasi specie, di qualsiasi forma, adatti a qualsiasi ambiente, ma solo di una creatura ha detto: no.
Di te faccio qualcosa di diverso e in questo "qualcosa di diverso" c'è un elemento fondamentale: la libertà esercitata nella volontà, è quindi questa volontà che ti da la possibilità di adeguarti a un progetto o di non adeguarti a questo progetto.
Nella seconda lettura che faremo oggi l'Inno di San Paolo ci parlerà proprio di questo grande fiume della predestinazione che per tante persone ha causato delle confusioni, ma il termine predestinazione non significa preordinamento, non significa meccanicismo, significa piuttosto un progetto, un modello, un ideale.
Certo i teologi usano dei termini più complessi, più adatti a quel tipo di linguaggio, ma noi non stiamo facendo un trattato di teologia, stiamo cercando di condividere una contemplazione del mistero di Dio che ci appare fulgido nella persona di Maria SS.ma.
Ora, tutto questo esorbitante progetto come sarà stato accolto da Maria?
Come ha potuto Maria dire un "sì" che fosse così pregnante?
Dobbiamo essere superficiali e pensare che Maria, dicendo il sì non sapesse esattamente quello che stava facendo, oppure Maria era perfettamente al corrente di quello che sarebbe accaduto?
Non è importante, dal testo biblico si vede molto bene, che Maria volesse conoscere in anticipo tutto ciò che le sarebbe accaduto e neanche il significato di tutto quello che le sarebbe accaduto con il suo "sì", però si capisce molto bene dal testo evangelico che fa parte della liturgia di oggi che il suo "sì" è stato un sì ragionato, un "sì" voluto, una accettazione non passiva, ma attiva.
L'angelo aveva detto di lei che era la "piena di grazia", verbo greco che nella sua formulazione significa "colei che è stata riempita della grazia di Dio e rimane tale", dunque c'è una doppia azione, un passivo teologico, dicono gli esegeti, in cui si vede che Dio agisce in favore della creatura, ma la forma del verbo che viene usato, in greco, indica anche che è un'azione in cui c'è una corrispondenza.
Se dobbiamo riflettere sulla figura di Maria, la Rivelazione ci dice che lei è una creatura unica e speciale, perché a una azione della grazia corrisponde una azione della creatura, una azione totalmente docile per quanto è nelle sue possibilità, di rispondere alle sollecitazioni della grazia.
Non era importante per Maria conoscere, e non è importante per noi, conoscere a fondo il mistero di Dio, è importante invece conoscere Dio.
Qualunque progetto Dio abbia in favore degli uomini, in particolare nella redenzione, è chiaro che la condivisione, la comunione costituisce il momento fondamentale.
Maria ha detto 'sì' a Dio perché era Dio, non perché il progetto le piaceva.
Si vede che lei ha fatto discernimento perché? perché quando l'angelo le propone di accettare questo progetto di Dio, Maria fa un discernimento: "Come è possibile questo, non conosco uomo".
In questa affermazione gli esegeti ci dicono: Ecco, è presente in questa affermazione il fatto che Maria e Giuseppe avessero fatto voto di castità e di continenza perfetta.
Su questa affermazione si è basata fin dai tempi dei padri l'affermazione della perpetua verginità di Maria.
Ma è proprio su questo punto che si aprono degli orizzonti nuovi, se ci soffermiamo a riflettere, perché lei non ha accettato supinamente la volontà di Dio, ma la ha accettata attivamente.
Ha voluto partecipare anche lei, poiché ne ha avuto la possibilità, alla proposta di Dio.
In pratica, se dovessi semplificare o esprimere in un linguaggio diverso da quello biblico, potremmo immaginare una scena di questo genere: tu vieni dinnanzi a me e mi dici di essere Gabriele, non dubito di te, ma io voglio fare prima di tutto la volontà di Dio, voglio essere sicura che questa sia la volontà di Dio.
Mi dici che Dio desidera che io abbia un figlio: come può Dio chiedermi questo quando io e Giuseppe abbiamo fatto un voto?
In realtà, dalla risposta che troviamo nel testo evangelico, nel Vangelo di Luca, si capisce che è una risposta molto sintetica, molto condensata; ma la risposta ci fa capire questo: non ti preoccupare Maria, Dio lo sa e non ti costringe a spezzare il tuo voto, che lui ha accettato, ma ti dice che tutto ciò che viene da lui viene da potenza di Spirito Santo.
Poiché Maria ha intuito e visto che Dio non le chiedeva di rompere un voto, che Dio la rispettava, ha intuito che quella era veramente la volontà di Dio, non ha chiesto come sarebbe accaduto.
Il discernimento consiste proprio in questo: nell'accertarsi che il cammino che si compie sia un cammino che sia di comunione con il Signore.
È proprio su questo che si distende la misericordia di Dio.
Nella riflessione di oggi: La misericordia si rivela nella nostra filiazione divina, in quel "sì", da quell'istante il Verbo di Dio cominciò a farsi vivo in mezzo al genere umano, cominciò a crescere nel grembo di Maria.
Perché cominciò a crescere? perché la comunione di Maria con Dio era già totale prima di quel sì.
Il Dogma della Immacolata Concezione verrà molti secoli dopo a chiarificare, a illuminare vagamente il significato di questo mistero, che pur tuttavia continua a restare un mistero.
Il Dogma è una verità di fede, non è una verità scientifica.
Verità di fede vuol dire verità in cui io esercito la mia libertà perché, se la verità di fede fosse spiegata, io non sarei più libero.
Due più due fanno quattro, io non sono libero di crederci o di non crederci: è un dato di fatto: non è così?
Ma una verità di fede esige che ci sia una mia partecipazione nell'accettazione.
Noi tutti sappiamo che Dio è uno solo ed è anche in tre persone, ma nessuno di noi può dimostrarlo, lo possiamo accettare: questa è fede, cioè la decisione di usare della mia libertà nella volontà di accogliere quello che mi sovrasta.
Il Dogma dell'Immacolata è un Dogma, una verità di fede, una verità che ci giunge dalla Rivelazione e che si propone a noi, perché l'accettiamo nella fede.
I Dogmi ci aiutano anche a crescere nel dono della fede perché il dono della fede, l'ho già detto in tante occasioni, non è un dono di evidenza, ma è un dono di esercizio, un dono di abbandono, un dono di umiltà.
Tutti hanno ricevuto il dono della fede, tutti possono crescere in questo dono della fede a patto che abbiano l'umiltà intellettuale di capire e di accettare che ci sono delle realtà che sono infinitamente più grandi della nostra capacità di contenerle.
L'Immacolata Concezione è una di queste.
Come possiamo tentare di illuminare vagamente questo mistero? Pensando ad una delle prerogative di Dio.
Egli è l'eterno, siamo tutti d'accordo nell'affermare che Dio sia eterno, ma che cosa comporta il fatto che Dio sia eterno?
Per esempio comporta che tutto il tempo come noi lo conosciamo non occupi che una piccolissima frazione di tutto ciò che è Dio.
Se dovessimo fare un esempio: se io fossi Dio, è come se tutto il tempo, dall'inizio della creazione, cioè da quando ancora non esisteva l'universo, a quando saranno consumati tutti gli astri, è come tutto quello che io vedo sopra questo tavolo, è tutto davanti a me. Se io fossi Dio, certo.
Ma l'eternità è talmente più grande per cui questa parte qui non è che una cosa piccolissima.
Se Dio è l'eterno, e questa è la storia degli uomini, ogni istante della storia degli uomini è perfettamente presente a Dio, perché Lui è l'eterno.
Se Lui è l'eterno e tutta la storia degli uomini che per noi è lunghissima, e per Dio non è che una piccolissima frazione di eternità.
In questo non è assolutamente improbabile pensare un'opera di Dio così grandiosa e meravigliosa quale è quella del Dogma della Immacolata Concezione.
Dice il numero 490 del Cat. Chiesa Catt. quando ripropone e chiarifica il Dogma della Immacolata Concezione, che era stato dichiarato nel 1854 dal S. Padre Pio IX. dice proprio questo: che, in previsione dei meriti della Passione, morte e Risurrezione di N.S. Gesù Cristo, in previsione dell'opera che Maria avrebbe dovuto compiere nell'ordine della redenzione, Dio ha anticipato, questo è il significato, ha anticipato per Lei nell'istante stesso del concepimento, la grazia della redenzione.
Perché il Verbo della vita, che doveva assumere in sé tutta l'umanità, non poteva già essere contaminato da quella che era la concupiscenza e da quello che era il peccato: Egli doveva essere il Salvatore e doveva ricevere l'umanità, la corporeità in modo che fosse una corporeità non avvelenata, non ammalata, non contagiata dal veleno del peccato originale.
Dunque, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, cosa vuol dire "in previsione"? vuol dire proprio questo: "sapendo ciò che il Figlio avrebbe fatto nel tempo".
Ma nell'eternità è come se fosse già fatto, egli prende la grazia della santificazione operata dalla passione, morte e risurrezione di Gesù e la rende attiva nell'istante stesso in cui Maria comincia ad esistere nel grembo della sua mamma.
Questa è l'Immacolata Concezione.
Tutto questo per sorreggere, con la pienezza della grazia di Duo, questo famoso "sì" che costituisce il fulcro di tutta la storia della salvezza, di più: costituisce il fulcro di tutta la storia.
Certo, noi abbiamo una visione sulla storia che è molto condizionata dalla nostra esperienza, giustamente.
Noi siamo cristiani, viviamo da 2000 anni nel Cristianesimo, abbiamo alle nostre spalle teologia, filosofia, esperienza con tutto quello che comporta la storia europea cristiana e ci risulta forse un pochino difficile intuire come questo "sì" invece abbia una portata universale.
Maria al centro della storia, che non è solo la storia della salvezza, ma al centro della storia, santifica tutta la storia di tutti gli uomini.
È in questo sì che comincia davvero a generarsi l'umanità nuova, cioè l'umanità definitiva, cioè l'umanità secondo il progetto di Dio.
Annunciavo prima: l'essere uomini veri, autentici non significa essere autenticamente mondani, significa essere autenticamente aderenti al progetto di Dio.
Quindi quando Dio dice: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza" tutto sommato dice questo: il mio progetto sull'uomo è un progetto "glorioso", non concreto, ma assoluto.
Piccola parentesi; apro e chiudo: voi sapete che per tutto quello che riguarda gli insegnamenti della Chiesa , soprattutto quelli pastorali di ogni ordine e grado, vige la legge della gradualità, non so se ne ho già parlato con voi.
Legge della gradualità significa, tutto sommato, in parole semplici, la norma è assoluta, perfetta, bisogna tendere a questa norma.
La Chiesa non insegnerà mai la situazione di fatto, non prende mai la situazione pastorale di fatto, ma propone sempre una via ottima.
La legge della gradualità dice: devi tendere alla perfezione, quindi è chiaro che nell'ordine della creazione c'è questo: "Gesù è il massimo, è come deve essere l'uomo".
Dio dice "l'uomo", chi ha in mente? Gesù, nella perfezione della umanità, che significa una gerarchia di valori che è tutta sottomessa alla comunione con Dio.
Che cos'è l'uomo? L'uomo è l'essere in comunione con Dio.
Questa dovrebbe essere la definizione più piena e più perfetta: è molto condensata, ma in sé contiene tutto.
Se l'uomo è l'essere in comunione con Dio, tutto ciò che fa parte dell'uomo dovrebbe essere in comunione con Dio, tutto ciò che esercita l'uomo dovrebbe essere esperienza di comunione con Dio.
Nel Battesimo si ricevono i poteri di Cristo: sacerdotale, regale e profetico.
Tutti i battezzati sono sacerdoti, re e profeti.
Questo è in potenza, è in atto, tutto ciò che è attività dell'uomo dovrebbe essere l'esercizio di questa comunione con Dio.
È molto importante che come Unione Catechisti sentiate dentro di voi forte questo esercizio della sacerdotalità, prima di tutto per voi stessi, per quello che riguarda il vostro ministero di Unione Catechisti, di Congregazione, ma per il vostro compito di educatori alla fede.
Tutta la vostra vita è e deve essere una vita profetica di coloro che incarnano autenticamente questi poteri di Cristo, di coloro che hanno accolto nella pienezza il significato di questa incarnazione, di coloro che si sentono tutti sorretti da questa maternità e da questo "sì", che non è un sì che si è concluso solo nella vita di Maria, è un sì che ha una portata universale.
Dicendo "sì" Maria ha inaugurato una umanità nuova, non solo l'uomo nuovo.
Il "sì" comporta uno stato di comunione totale, è quel "sì" che Adamo ed Eva non avevano detto, è quel "sì" che era rimasto chiuso nell'egoismo delle proprie scelte categoriali e personali.
In Maria invece si realizza questa totale docilità, questo abbandono, la misericordia di Dio è stata colta pienamente nel cuore di Maria, lei se ne è accorta.
La misericordia in Dio è presente, ma deve essere accolta, anche da noi, la misericordia non è semplicemente il perdono, la misericordia è l'amore di Dio che si stende, la misericordia è Dio che ci avvolge nel suo amore.
Forse vale la pena di soffermarsi di tanto in tanto a domandarsi come mi lascio avvolgere dall'amore di Dio e come io cerco di condividere con gli altri questo amore, contagiare gli altri di questo amore.
Il giorno del Ritiro è un giorno proprio adatto a questo tipo di riflessione perché il tempo del silenzio, perché no, anche il tempo della condivisione è importante potersi sorreggere e gareggiare nello stimarsi a vicenda, penso che sia una esperienza molto importante che rafforza molto la coesione all'interno di qualsiasi situazione spirituale.
Avere anche la possibilità di sentire a vicenda la propria stima.
Bene, tutto questo è contenuto nel "sì" di Maria, è un sì che però non può essere concluso nella bocca di Maria.
Voi sapete, è sempre un punto che mi sta molto a cuore, il riprendere quel brano del Vangelo in cui Gesù, rispondendo ad una donna del popolo, che diceva "Beato il grembo che ti ha portato".
Gesù risponde: "Beato piuttosto", che a prima vista è un'espressione che forse ci fa un po' storcere il naso, ma se ci soffermiamo a contemplarla, vediamo che Gesù ha detto qualcosa di grandioso, Gesù non ha detto che Maria non è beata, ha detto che tutti gli altri sono beati come lei, se fanno come lei.
L'augurio che ci possiamo lasciare in questa solennità, il rinnovo di tutte le professioni, è proprio questo: che questo "beato" possa essere pronunciato oggi dal Signore per ciascuno di noi.
Ultimo punto, brevissimo, consolazione per tutti, il Signore non guarda i risultati, i Signore guarda l'impegno che ci mettiamo per seguirlo autenticamente.
Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato "Figlio di Dio".
Vi piace? Pensate: Gesù santo, Figlio di Dio. Ma come? Gesù non è Dio?
Dio da Dio, luce, Dio vero, generato, non creato, ma allora questo che nasce sarà santo, non era santo, diventa santo, sarà chiamato Figlio di Dio, prima non era? cosa era allora? cos'è?
Il Verbo che noi conosciamo ma chi è? C'è una profezia, la profezia grandiosa che parla di noi: il sì di Maria, il sì che ha delle conseguenze stratosferiche.
In questo sì che ha dato origine al Verbo che si fa carne, in questa totale dedizione a Dio, in questo abbandono fiducioso a un progetto di Dio talmente grande, che lo si può vagamene intuire, in questo sì carico di significato Maria dà la sua piena collaborazione, senza porre alcun limite all'azione di Dio.
Sarebbe curioso domandarsi se Maria abbia realmente capito, o fino a che punto abbia capito ciò che le stava dicendo l'angelo, fino a che punto abbia compreso tutte le Scritture che aveva ascoltato fin da quando era bambina, quando al sabato, insieme a tutte le sue compagne, le sue amiche andava nella Sinagoga di Nazareth, ad ascoltare gli insegnamenti del capo della Sinagoga.
Fino a che punto Maria conosceva la portata teologica di tutte le profezie, fino a che punto lei si rendeva conto del valore e dell'importanza del suo sì. È importante? è curioso.
L'importanza di tutto questo non sta nel fatto di sapere fino a che punto lei fosse consapevole di tutto ciò che sarebbe accaduto dopo il suo "sì", invece l'importanza consiste proprio in questo "sì", in questo sì che è l'espressione di una grande fiducia.
È bello dire fiducia, ma diciamo qualche cosa di più impegnativo, di un grande amore.
Maria viene considerata "sposa dello Spirito Santo", lo avete sentito dire in tante occasioni, non è vero? ora, perché una persona possa essere considerata sposa o sposo è necessario che prima ci sia una condivisione di qualcosa di assolutamente profondo, assolutamente duraturo, indissolubile, e cioè l'amore.
Scopriamo che il "sì" di Maria, quello che ha dato questa infinita varietà di conseguenze dipende da una cosa molto semplice e nello stesso tempo grandiosa e stupefacente.
Maria è innamorata di Dio: è questo il segreto, il segreto che fa rifulgere la vita di Maria in un modo unico nella storia della salvezza, ma meravigliosamente questo itinerario del cammino della vita di Maria è un itinerario che lei ha percorso per prima, non per unica perché è lei che inaugura la generazione nuova.
L'Angelo le dice: "Colui che nascerà da te sarà santo e chiamato Figlio di Dio".
Certamente noi capiamo e idetifichiamo immediatamente nel Verbo che si fa carne il Figlio di Dio, ma come possiamo scindere il Figlio di Dio dal suo corpo.
E questa comprensione, questa intuizione che comincia a farsi strada già dai primi tempi della predicazione e che trova la sua espressione nelle lettere di San Paolo ci viene presentata come l'evento straordinario che cambia l'ordine della storia che si chiama Chiesa.
Ecclesia, Comunità dei credenti e Paolo non si stancherà in svariate occasioni di sottolineare come la Chiesa sia in realtà il Corpo di Cristo.
Che cos'è dunque la Chiesa? È Gesù.
Gesù, il Figlio di Dio, insieme a tutti coloro che costituiscono i figli di Dio: figli nel Figlio.
La Profezia dell'Arcangelo Gabriele, meglio "l'Annuncio", ma voi sapete che Annuncio e Profezia coincidono, ciò che proferisce l'Arcangelo Gabriele è questa realtà nuova: "Da te avrà origine Colui, che è il Figlio di Dio, Colui che sarà santo", l'uomo nella perfezione del disegno di Dio, nel compimento del disegno di Dio.
Dio pensa all'uomo e dice: "Quando voglio inventare l'uomo voglio che l'uomo sia santo", cioè non dominato dalle cose mondane, ma tutto in comunione con me.
Badate bene che santo non vuol dire una persona che vive al di fuori del mondo, santo è una persona che vive ben inserita nel mondo, con i piedi ben per terra, ma con molto equilibrio.
Santo è la persona che sa mettere le cose al posto giusto, santa è la persona che ha una gerarchia e sa ciò che viene prima e ciò che viene dopo, anzi, proprio solo perché c'è questa gerarchia la sua vita diventa una profezia, diventa manifestazione della presenza di Dio in mezzo al suo popolo.
Cos'è la santità? produrre miracoli? No, la santità è l'uomo vivente, l'uomo che vive nella potenza dello spirito di Dio.
Quando all'inizio della creazione Dio plasma l'uomo prendendo la polvere della terra.
Si dice che, dopo averlo plasmato, soffiò dentro le sue narici, l'uomo divenne un essere vivente.
Il termine ebraico il "soffio nelle narici" è usato anche per identificare lo Spirito di Dio, il soffio di Dio.
Dunque l'uomo vivente è l'uomo che ha in sé lo spirito di Dio, anzi è vivente unicamente per questa ragione.
La generazione nuova che viene inaugurata dal sì di Maria è la generazione di tutti coloro che animati, guidati dallo Spirito di Dio, realizzano l'immagine di Dio, che è Gesù.
Questa è tutta una visione teologica molto ampia, come possiamo tradurla in parole semplici, affinché sia per noi qualche cosa che ci spinge ad agire in un modo bello tutti i giorni?
Le cose difficili spesso hanno delle applicazioni semplici, ma bisogna che noi si abbia l'intelligenza di applicarle nel quotidiano e nel vissuto.
Maria è stata definita dall'Arcangelo Gabriele "Colei che è stata riempita dalla grazia di Dio e rimane tale".
Maria era ripiena della grazia di Dio prima della visita dell'Angelo e continuò ad esserlo anche dopo, ma Maria non fece qualche cosa di particolare o di stravagante per essere definita in questo modo: tutta la su vita non era nient'altro che la testimonianza di un trasporto, di un legame, di un affetto molto forte per Dio e con Dio, tutto il resto non è nient'altro che una conseguenza.
Attraverso la contemplazione di questa splendida creatura il Signore ci vuole indicare una strada che tutto sommato è semplice perché egli non ci chiede di fare delle cose impossibili.
Il suo cammino non è riservato a pochi eletti, ma è riservato a tutti coloro che lo ascoltano.
Il cammino che il Signore ci propone è un cammino di semplicità, di fedeltà ma di verità, che cosa significa? significa che è importante che nella nostra vita si coltivi un affetto potente per il Signore.
Guardate che tutto il resto dipende solo da questo: voi potrete esaminare, leggere, studiare le storie di tutti i grandi personaggi della Chiesa, i Santi e vi accorgete che tutti hanno un punto in comune: sono tutti innamorati di Dio, poi esprimono questo amore concretamente in azioni diverse perché hanno sensibilità diverse e hanno inclinazioni diverse, ma all'origine c'è sempre questo.
"Caritas Christi urget nos", è l'amore di Cristo che ci spinge.
Qual'è l'amore di Cristo? L'amore di Cristo è un amore pazzo, un amore smisurato, un amore incontenibile per Dio suo Padre.
Ed è un amore talmente grande, totalmente grande, ugualmente grande per Dio suo Padre ed è un amore talmente grande, totalmente grande, ugualmente grande per tutti i figli di Dio.
Certo, questo è il progetto, si tratta ora di capire come fare per metterlo in pratica.
Si parte dalla nostra situazione concreta, nella nostra umanità è sulla nostra umanità che Dio costruirà il suo edificio spirituale.
Così come siamo Lui ci prende e ci trasforma, si servirà delle nostre capacità, ce le ha date Lui, ma si servirà di tutto ciò che noi mettiamo a sua disposizione e questo è il punto che fa riferimento alla nostra libera decisione.
È importante, molto importante: l'innamorarsi di Dio non è qualche cosa che avviene automaticamente quasi per magia, innamorarsi di Dio è un cammino, un itinerario che è offerto a tutti.
Maria non è nata conoscendo già tutto sulle Scritture, Lei ha ascoltato, ha conservato nel suo cuore, ha meditato e ha concretizzato e pensate: ha fatto questo per tutta la sua vita.
Gesù era nato e cresciuto dentro di Lei, Gesù era venuto alla luce in una situazione particolare a Betlemme, Gesù era vissuto con lei, alle sue dipendenze per tutti quei decenni.
Eppure lei non smise mai di restare all'ascolto di Dio, di conservare tutte le cose che ascoltava nel suo cuore, meditandole per metterle in pratica.
Il punto centrale è questo: anche l'innamoramento dipende dall'ascolto.
Vogliamo crescere nella dipendenza del Signore, non poniamo a lui tante domande.
Non siamo tra quelli che continuano a dirgli "perché questo, perché quell'altro", abbiamo invece il coraggio di dire al nostro cuore: "zitto" adesso è il tempo dell'ascolto, non delle domande.
In un'epoca come la nostra, in una cultura come la nostra, in una situazione complessa come quella che stiamo vivendo siamo soffocati dalle parole che ci sommergono e invece abbiamo bisogno di ascoltare l'unica parola, l'unica parola che è il verbo.
Egli comunica a noi il suo desiderio con gesti più che con delle parole.
Forse quando avrai il coraggio di fermarti, di raccoglierti in silenzio, aldilà di tutte le belle cose di cui abbiamo parlato oggi, forse riecheggerà nella tua mente, nel tuo cuore solo un'idea, forse la voce del Signore si farà strada nel mare dei tuoi pensieri e ti dirà: "Sono venuto per te".
Quando tu avrai il coraggio di fermarti per raccogliere questo messaggio dentro di te ecco, questo piccolo germe crescerà e fruttificherà e ti trasformerà, farà di te esattamente secondo il suo progetto: ognuno di noi un progetto diverso, ma tutti figli nel Figlio.
In questa solennità dell'Immacolata è veramente gioioso poter essere insieme all'Unione Catechisti, per poter celebrare un giorno di particolare rilevanza e significato.
Tutti i Confratelli rinnovano proprio in questa giornata, sotto gli auspici e la protezione della Beata Vergine Maria Immacolata la loro consacrazione.
Ed è bello unire insieme questa esperienza a una delle concretizzazioni dell'Opera, cioè la Scuola di Formazione dei Catechisti.
In questo momento facciamo esperienza di condivisione e vogliamo prepararci a vivere bene questo momento in cui questi nostri fratelli rinnovano di fronte al Signore la loro appartenenza a Lui per tutta la vita.
Vogliamo che questa Eucarestia segni un momento forte, uno stimolo, un incoraggiamento, una consolazione per tutti coloro che in questo momento stanno vivendo un periodo faticoso, ma che sia anche una gioia e una consolazione per ciascuno di noi nel vedere quanti, cogliendo l'invito del Signore, non dicono "Non sono capace, non sono degno".
Ma, seguendo l'esempio di Maria hanno il coraggio di ripetere: "Eccomi, si compia in me secondo la tua parola".
Sia lodato Gesù Cristo.