Il progetto di Dio, nel creare l'universo, era un progetto di amore e condivisione

8-12-2002

Indice

1) Solennità dell'Immacolata concezione
2) Tutto il creato, progetto di Dio
3) Dio crea per amore infinito
4) Lo zelo
5) Condivido con altri il mio meraviglioso incontro col Signore?
6) L'ordine della creazione
7) Coronazione del disegno di Dio è l'uomo
8) L'uomo è dotato di libero arbitrio
9) Progetto di Dio: siamo in comunione con lui
10) Pienezza del disegno di Dio: avere una grande famiglia
11) Che cosa pensa Dio della creazione, dell'umanità?
12) Lo stupore per la bellezza di Dio

1) Solennità dell'Immacolata concezione

Bene, visto che è tanto tempo che non ci vediamo, solo da ieri mattina, però è sempre un momento piacevole ritrovarsi assieme a condividere soprattutto quello che il Signore ci vuole lasciare nei momenti più solenni e più importanti dell'anno liturgico.

La solennità dell'Immacolata Concezione è sicuramente uno dei momenti più forti e più ricchi, da cui il cristiano può trarre una grande linfa spirituale, per il proprio cammino.

Dobbiamo ringraziare il Signore, perché lui è veramente l'amore infinito.

Il progetto che Dio aveva nel creare l'universo era un progetto di amore e di condivisione.

In effetti, se ci fermiamo un attimo a riflettere, Dio non ha bisogno di tutto l'universo, Dio ha creato tutto ciò che esiste, non perché lui ne avesse bisogno, ma perché aveva un progetto molto chiaro.

2) Tutto il creato, progetto di Dio

Facendo attenzione alla seconda lettura della solennità dell'Immacolata Concezione, noi sentiremo l'inno di Paolo, che ci parla proprio di questo concetto della predestinazione.

Su questo dobbiamo stare un pochino attenti, per non confondere la predestinazione con un binario prefissato entro cui tutto si svolge secondo un disegno prestabilito.

La predestinazione, di cui si parla, è tutt'altra cosa.

Se avremo poi tempo, voi sapete che oggi il tempo sarà un po' tiranno, ecco avremo modo di affrontare questo diversamente.

Tenetela come curiosità, come domanda, che si potrà poi porre durante l'itinerario del nostro anno e dei nostri incontri del sabato mattina.

Dunque tutto quello che noi vediamo intorno a noi ha un senso nel progetto, nel cuore di Dio.

La prima cosa da pensare è che tutto ciò che esiste, non esiste per caso, fa parte di un disegno prestabilito, di un disegno che Dio ha nel suo cuore e nella sua mente.

Da tutto quello che si può capire dalla Sacra Scrittura, possiamo intuire che Dio ha un progetto grandioso.

E allora lasciamoci un attimo adagiare in questo pensiero, che ci aiuta a intuire quale può essere il disegno di Dio per tutti noi.

In fondo la nostra vita, per quanto possa essere lunga o importante o ricca di eventi, ci accorgiamo che tutto sommato nei confronti di tutti i secoli che ci hanno preceduto e dei secoli che verranno dopo di noi, è pur sempre una frazione molto piccola di tutto il tempo in cui esiste l'universo.

3) Dio crea per amore infinito

Allora, talvolta viene forse spontaneo fermarsi a pensare: "Ma perché esisto?

Che significato ha la mia esistenza in questo enorme ingranaggio di cui fanno parte stelle, pianeti, galassie, in cui l'universo appare così grandioso ed io invece così minuto e così piccolo.

Qual è il senso del mio esistere?

Dio, che tiene d'occhio tutto quello che è intorno a noi, che tipo di importanza dà alla mia esistenza?

Allora ci sono molti motivi di riflessione.

Voi sapete che sono solo motivi di riflessione, non sono delle spiegazioni teologiche, anche se ci servono per aver un'intuizione sul mistero di Dio.

Quando Dio ha pensato di creare, lo ha fatto perché lui è amore infinito.

Se vogliamo dire ciò che costringe Dio alla creazione non è il bisogno, ma l'amore.

Teniamo presente che l'amore è diffusivo di sé, cioè a dire non è qualche cosa che si può contenere, ma è qualcosa che continuamente si allarga e si moltiplica come una macchia d'olio.

La goccia d'olio si diffonde e si allarga sempre di più.

Ecco l'amore assomiglia a qualche cosa di questo genere.

Come sua legge interna l'amore ha la condivisione.

4) Lo zelo

Primo punto di riflessione come Catechisti, ma più ancora come cristiani.

Ho dentro di me quello di cui parlavamo ieri, lo zelo per il Vangelo.

Ne abbiamo parlato in cappella di questo desiderio che ciò che riempie la mia vita riempia anche la vita degli altri.

Pensate un po': Gesù morì, ascese al cielo, mandò lo Spirito Santo andate.

"Andate e predicate".

In pochissimi anni tutto il bacino del Mediterraneo, e l'apostolo Filippo persino fino in India, furono informati che Gesù Cristo era il Signore.

In pochissimi anni, nel giro di un decennio, l'impero romano era stato sconvolto dal fatto che Gesù morto e risorto è il Signore.

Perché, evidentemente, la grazia dello Spirito ha trovato delle persone cioè dei discepoli completamente a disposizione delle sue emozioni.

Ora sono passati molti secoli ma lo Spirito Santo è sempre lo stesso.

Bisogna vedere se noi siamo docili allo Spirito Santo come lo fu Maria Santissima, di cui oggi celebriamo questa solennità dell'Immacolata Concezione.

Allora penso che il primo punto della nostra riflessione personale, che spero sia poi anche oggetto della condivisione, deve essere proprio questo: dentro di me c'è lo zelo, ossia dentro di me c'è questo amore diffusivo di sé, questa macchia d'olio che non vede l'ora di ingrandirsi?

Così avvenne nell'Impero Romano.

Alcuni cristiani, dodici apostoli, erano così ripieni della gioia di aver incontrato Gesù, di averlo conosciuto che hanno contagiato gli altri.

Con questa gioia, a loro volta, ne contagiarono altri e così per un sistema che si chiama anche a progressione geometrica, che cosa accadde?

Accadde che in breve tempo l'Impero Romano fu toccato e sconvolto da tutto questo, che era l'annuncio di Gesù Cristo.

Noi abbiamo ricevuto l'annuncio di Gesù Cristo da duemila anni, ma il nostro zelo in che stato è?

Cioè siamo dei canali liberi all'azione dello Spirito Santo, tanto da voler condividere questa sua presenza con chiunque incontriamo?

È una domanda seria da porsi prima di tutto perché siamo battezzati, secondo perché avete sentito dentro di voi la chiamata a essere Catechisti, cioè impegnarvi all'interno della Chiesa per essere coloro che portano questo annuncio.

L'annuncio che portate non è un annuncio culturale, ma un annuncio di esperienza.

5) Condivido con altri il mio meraviglioso incontro col Signore?

La giornata di Ritiro è un momento privilegiato per arricchirsi di questa esperienza: il tempo del silenzio, il tempo della preghiera, il tempo della condivisione è un modo per rendersi conto se nella mia vita la timidezza comanda tutto, oppure l'incontro con il Signore mi dà quel coraggio e quella intraprendenza di poter condividere con gli altri questo meraviglioso incontro con Lui.

Noi abbiamo fatto questo meraviglioso incontro o lo abbiamo dato solo per scontato?

E poi ancora il mio appartenere alla Chiesa è un appartenere formale, oppure è un appartenere entusiastico?

Il testimone della fede, che ho ricevuto a suo tempo, è un testimone della fede del quale mi occupo, per poterlo cedere a coloro che verranno dopo di me?

Il fatto che Gesù abiti dentro di me, nel suo mistero, a causa del battesimo fa di me la sua presenza nel mondo?

Ossia quelli che incontro, quelli che mi incontrano fanno un'esperienza di Dio o fanno l'esperienza di una persona qualsiasi, talvolta anche un po' insipida?

Bene, tutto questo ovviamente ci interpella in un modo forte, in un modo autentico, in un modo che ci responsabilizza, non una responsabilità che ci schiaccia, una responsabilità che ci fa contemplare il mistero di Dio.

In realtà tutto quello che Dio ha creato, l'ha creato per diffondere il suo amore.

Come se Dio avesse detto: "Sono uno solo in tre persone.

L'amore, la gioia, la pace, la concordia e la felicità che sono in me, che sono in noi, si dicono a vicenda il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

È un'esperienza talmente bella, talmente grandiosa, che sarebbe proprio brutto e riducente che noi ce la tenessimo per noi, questa infinita felicità, splendore, luce, gloria tutto quello che volete dire.

6) L'ordine della creazione

Ecco Dio dice: "Voglio che ci siano altri che possano condividere con noi.

Ed ecco nel pensiero e nell'amore e nel cuore di Dio che cominciano a esistere le schiere angeliche, miriadi e miriadi di esseri personali.

Vuol dire che sono degli esseri che sono capaci di dire la parola "io" e che sono capaci di capire che cosa significa la parola "io".

Non dite che la persona è una che ha il corpo, la persona è un essere che è in grado di dire la parola io e in grado di capire che cosa significhi.

Un pappagallo è in grado di dirla, ma è una persona il pappagallo?

No, perché non ne sa il significato.

Satana è capace di dire la parola io? È una persona? Anche se non ha il corpo?

Vedete persona non vuol dire corpo, vuol dire individuo, vuol dire uno che può responsabilmente dire la parola "io".

Certo la definizione antropologica sarebbe molto più diffusa, molto più lunga, ma a noi non interessa fare filosofia antropologica; ci interessa semplicemente avere una definizione per capire l'ordine della creazione.

Dio pensò di condividere la sua gioia e fa esistere l'universo, ma l'universo agli angeli non serviva, a Dio non serviva.

Vuol dire che l'universo è stato creato da Dio per un altro fine, per un altro progetto e questo altro progetto si chiama essere umano.

Così quando tutto l'universo fu pronto, ecco che Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza".

Tutto questo universo è enorme, incommensurabile, gli scienziati stessi non sanno dire se sia in espansione o se sia in restringimento, quanto grande sia, quante siano le galassie, sono tutti numeri ipotetici.

Bene, tutto questo non fa altro che essere un segno che ci parla di Dio.

Perché l'universo è così grande?

Mettiamo caso che veramente che l'universo sia abitato solamente da noi, ci sarà da domandarsi come mai è così grande, ci sarà da domandarsi se tutto il resto è tutto sprecato.

Perché esistono queste miliardi di galassie e perché c'è solo un pianeta, neanche tanto grande, abitato da tanti esseri che si fanno guerra tra di loro?

Beh, evidentemente, come dice il salmo: "Il cielo narra la tua gloria".

Questo vuol dire che dalle cose della natura che noi possiamo contemplare, riusciamo a capire la grandezza dello splendore di Dio.

Per esempio, il fatto che l'universo sia così grande ci serve per intuire che cosa può essere l'infinità, che cosa può essere l'eternità.

Certo l'universo non è infinito e non è eterno, però ci aiuta a capirlo bene.

7) Coronazione del disegno di Dio per l'uomo

Quando tutto fu pronto l'uomo fece capolino nella creazione, l'uomo come coronazione di questo disegno di Dio di avere attorno a sé degli esseri liberi, che lo cerchino e che lo amino, ma la libertà deve essere esercitata.

Dio non ha bisogno di schiavi, Dio non ha bisogno di servi, Dio sta cercando qualcuno che liberamente vada verso lui, che liberamente gli dica "Padre".

Ed ecco che allora nel racconto della creazione che troviamo nel libro della Genesi ci viene presentato questa scena del giardino dell'Eden.

Al centro del giardino c'è l'albero della conoscenza del bene e del male, perché questo albero è il simbolo dell'esercizio della libertà.

Voi sentirete nella prima lettura, quelli che sono già stati a Messa stamattina l'hanno già sentito, che viene narrato proprio il momento dell'esercizio della libertà.

Questo albero è al centro del giardino.

È un racconto simbolico, voi lo sapete.

Dio dice: "Potete usufruire di tutto quello che è nel giardino, meno questo che è roba mia.

Naturalmente sappiamo a monte che la libertà fu usata male anche da uno degli angeli di Dio, che si chiama Lucifero.

Rimase prigioniero del proprio egoismo, visse e si creò intorno l'inferno.

Egli si presenta a questi esseri nella loro innocenza e nella loro poca esperienza e non dice loro di staccarsi dalla volontà di Dio, gli fa vedere che c'è questa possibilità.

Gli distorce il significato della libertà, gli confonde le idee il simbolo è quello dell'albero carico di frutti.

Ma come, allora Dio non è buono come sembra, perché vi dovrebbe vietare di usufruire di questo che è l'albero più prezioso di tutti il giardino?

Forse perché vuole essere solo lui a comandare, forse perché vuole essere lui il vostro tiranno?

Pensa se tu usufruissi dell'albero della conoscenza del bene e del male non avresti un altro Dio, saresti tu Dio.

Pensa che bello, che bello non dipendere da nessuno.

Tu avrai l'onnipotenza e con queste parole ecco che si diffonde il virus del delirio di onnipotenza.

Il serpente, con la sua coda, non stacca un frutto e glielo mette in mano a Eva, semplicemente glielo sta indicando.

8) L'uomo è dotato di libero arbitrio

Ed è proprio in quell'istante comincia ad esercitarsi la libertà e cioè a dire: "Che faccio?

Nella mia libertà posso andare contro Dio, disinteressarmi del suo pensiero, oppure essere in comunione con lui.

Sono libero, posso farlo".

Ma ormai erano contagiati dal virus dell'egoismo e il delirio dell'onnipotenza stava per manifestarsi; si cibano del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male e scappano a nascondersi.

Ecco la libertà che diventa una non libertà.

Quando Dio si manifesta a loro dà ancora una possibilità, perché essi si riconoscano nella sottomissione a Dio, perché essi riconoscano che Dio è il primo e loro non lo sono.

Ma voi ricorderete come si scherniscono, come giocano allo scarica barili.

Ecco, dunque, voi pensate davvero che Dio non volesse che i due progenitori si servissero di questo albero?

Se Dio crea una realtà materiale è per se stesso?

Ne ha bisogno? Allora questo era la prova.

Facciamo un esempio: se io dico nessuno vada a sedersi su quella sedia che è lì in mezzo, qualcuno si va a sedere su quella sedia? No.

Quindi è evidente che io vi vieto di fare una cosa che tanto non potete fare e vero?

Ma se io dico a Danilo: "Metti una sedia li in mezzo", e poi dico: "Nessuno vada a sedersi su quella sedia", poiché quella sedia c'è, dal quel momento voi siete liberi, siete responsabili di come usate la vostra libertà, perché c'è.

Allora se siete in comunione con me, direte: "No, non mi siedo perché mi ha chiesto di non farlo, non so perché mi ha chiesto di non farlo, però io rispetto, perché ho fiducia di lui".

Ma se non c'è la sedia, voi non potete mica farlo, vero?

Allora Dio dice: "Se volete davvero esercitare la vostra libertà, dimostratemi se siete in comunione con me o se siete in comunione con voi stessi.

C'è l'albero? Se siete in comunione con me non ne usufruite, se invece siete ammalati di egoismo e il delirio di onnipotenza ha già preso il vostro cuore, ecco voi sarete in comunione con voi stessi e romperete l'armonia con me".

Così è accaduto.

Voi pensate che se a un certo momento Adamo ed Eva avessero voluto essere in comunione con Dio non avrebbero potuto farlo?

Anche la tentazione del serpente: proviamo ad immaginare la scena.

Il serpente va e dice: "Va' e prendi, diventi come Dio.

Che hai bisogno di dipendere da lui?

Non scherzare neanche, vedi sei intelligente hai tutto ai tuoi piedi e devi dipendere da lui ?".

Poteva accadere questo, lo so, "quello che dici mi fa gola, mi interessa, ma mi interessa di più essere in comunione con Dio, quindi glielo chiederò".

9) Progetto di Dio: siamo in comunione con Lui

Gli scrittori spirituali ebrei raccontano a proposito della creazione con dei discorsi molto poetici di come tutte le sere e tutte le mattine Dio scendesse nel giardino dell'Eden e lì chiacchierava con Adamo ed Eva.

Immaginiamo questa scena che fa parte degli insegnamenti rabbinici.

Avremmo potuto benissimo pensare che perché, dopo la tentazione, pur essendo l'albero lì presente, essi avrebbero potuto chiedere: "Senti, Signore, lo so tu ci hai detto di non usufruire, però effettivamente quel frutto è buono, è importante, ci interessa conoscere che cosa è bene e che cosa non lo è, ci interessa avere anche questo tipo di opportunità che offre, perché è lì in mezzo al giardino, possiamo usufruire?".

Cosa avrebbe detto Dio? Avrebbe detto di sì, perché il problema non era usufruire o non usufruire, era avere comunione o non avere comunione con Dio.

Di fatto, dopo la nostra vita sulla terra, noi usufruiremo di tutta la sapienza di Dio? Sì o no?

Di tutta la conoscenza di Dio? La comunione con Dio non è avere in noi tutto Dio?

Così come egli è, il paradiso non è questo?

Allora vedete che nel progetto di Dio non c'è di tenerci allo scuro di tutte le sue idee, di tutto il cuore, bensì il progetto è di farci essere in comunione con lui.

I progenitori si ribellarono, si ammalarono di egoismo; da quell'epoca, di generazione in generazione, tutti siamo ammalati di egoismo, un veleno che circola dentro di noi, una generazione trasmette all'altra l'egoismo che si manifesta in svariati modi, ma c'è la salvezza operata da Gesù che effondendo il suo sangue, donando il suo corpo, donando il suo spirito, fa di noi creature nuove.

10) Pienezza del disegno di Dio: avere una grande famiglia

Ecco l'incidenza tra Dio e l'uomo, ecco la novità, cioè portare alla pienezza il progetto che Dio aveva: non di avere delle creature, ma di avere una famiglia.

Il disegno di Dio, nel creare noi uomini, non era quello di dire: "Ma sì poverini, facciamoli venire come noi che accarezziamo il gatto quando ci fa piacere che circoli in casa.

No, il progetto di Dio non è questo, il progetto di Dio è: "Voglio una grande famiglia, voglio dilatare la Trinità, voglio quasi che la Trinità non sia più una Trinità, ma che sia la Trinità più tutti gli uomini.

Non possiamo sapere che cosa significhi.

Pensate, tutte le persone inserite nella Trinità dilatano la Trinità.

È interessante notare che l'inno di Maria, dopo che ha incontrato la sua cugina Elisabetta, è magnificat anima mea dominum che significa: l'anima mia ingrandisce il Signore, nulla è impossibile a Dio.

Terminerà il brano del Vangelo della liturgia di oggi: nella sua potenza e nella sua gloria Dio, è in grado di dilatare se stesso, inserendoci come membra vive, che fanno parte della Trinità in Gesù Cristo.

11) Che cosa pensa Dio della creazione dell'umanità?

In tutto questo progetto pensate a provare a pensare a una cosa di questo genere.

Si stanno avvicinando le feste di Natale, avete delle persone care a cui volete fare un omaggio; può darsi che sia una cosa preziosa, può darsi che non sia non sia una cosa preziosa, in ogni caso è sempre espressione del vostro amore e del vostro affetto, non è vero?

Provate a pensare che cosa provereste nell'offrire ad una persona a cui tenete moltissimo ciò che vi è costato e che avete offerto con tanto amore e vedere che tutto quello che avete offerto non è considerato.

Allora come Catechisti credo che è fondamentale di tanto in tanto mettersi assurdamente nei panni di Dio e provare a immaginare che cosa pensa Dio di questa creazione?

Che cosa pensa Dio di questa umanità?

Cosa pensa Dio di me, di tutti i doni che mi ha fatto? Io come ho risposto?

Ci aiuta ad aprire il cuore, ad aprire la mente e a cogliere l'infinita misericordia di Dio.

12) Lo stupore per la bellezza di Dio

Il segreto per una vita cristiana autenticamente vissuta è proprio lo stupore.

Allora farei un'altra domanda: c'è lo stupore dentro di me?

Non mi rispondete, è il giorno del Ritiro, andate a parlarne con il Signore, andate davanti al suo tabernacolo.

Oggi non riuscite perché i tempi sono un po' a cottimo, beh siete voi che ci tenete alla vostra anima o no?

Non siete molto entusiasti nel rispondermi: è sì o no?

E allora questo vuol dire che se non riesci a farlo oggi, in ogni caso tu puoi passare di fronte a una Chiesa, ti fermi cinque minuti nel silenzio, vai davanti al tabernacolo e lì parli con il tuo Signore e glielo dici: "Ma io ho ancora stupore per te, mi stupisco di te?

Quando penso a te resto affascinato dal tuo amore, dalla tua misericordia, dalla tua vicinanza, dalla tua provvidenza, dalla tua bontà, dalla tua bellezza, io riesco a stupirmi di te?

Oppure non ci penso, oppure, peggio di tutto, mi sono già abituato a te?".

Ecco, come Catechisti, naturalmente come cristiani, ma ancora di più come Catechisti, è importante riscoprire il valore dello stupore, lo stupore della bellezza di Dio.

Tutto ciò che noi chiamiamo bello sulla terra è solo un pallido, un vago ricordo di questo seme di bellezza che Dio ha disseminato in tutto l'universo.

Tutto ciò che è intorno a noi ci parla della bellezza, dello splendore, della maestà di Dio, perché?

Perché la bellezza apre il nostro cuore allo stupore, la bellezza ci supera, non la conteniamo, la contempliamo.

Facciamo un distinguo: la bellezza è quella che esprime un rapporto di armonia tra il creatore e la creatura.

La bellezza non sempre coincide con le espressioni artistiche; soprattutto in questi ultimi decenni le espressioni artistiche non sono comunicazione di bellezza, ma sono comunicazione di emozioni e altro sono le emozioni di un Santo e altre sono le emozioni di una persona mondana.