Festa del battesimo del Signore

12-1-2003

Don Mauro Agreste

Indice

1) La voce del Padre
2) Il mistero del battesimo di Gesù
3) Nell'Unione Catechisti si ha una sintesi tra spiritualità lasalliana e quella francescana
4) Nel messaggio evangelici cogliere l'essenziale
5) Il Verbo di Dio assume in se tutto ciò che è la natura umana
6) Nell'acqua del Giordano colui che è senza macchia si carica delle nostre colpe
7) La testimonianza di Gesù ci è data attraverso lo Spirito, l'acqua e il sangue
8) La testimonianza dello Spirito
9) La testimonianza del sangue
10) La testimonianza dell'acqua
11) L'uomo è chiamato a partecipare con Dio alla salvezza dell'universo

Come abbiamo ascoltato dalla Parola di Dio che è stata proclamata, subito dopo il Battesimo di Gesù al Giordano il Padre fece udire la sua voce.

1) La voce del Padre

Nel Nuovo Testamento tre volte il Padre farà udire la sua voce, questa è la prima volta che la si ode.

Nell'Antico Testamento la voce del Padre era più usuale a sentirsi, Dio parlava direttamente ai profeti in svariate occasioni.

La prima volta in cui il Padre fece udire la sua voce nel Nuovo Testamento fu al Giordano, non appena Gesù fu battezzato.

La seconda volta il Padre fece udire la sua voce ad una ristrettissima cerchia di persone, ed avvenne quando Gesù portò i discepoli preferiti: Pietro, Giacomo e Giovanni, su un altissimo monte, ( così dice il vangelo, ma questo monte, il monte Tabor, sarà stato alto come Superga, non altissimo per noi, ma per quelle zone era considerato un altissimo monte ) dove Gesù si è trasfigurato divenendo splendido e luminoso.

In quella occasione, la voce del Padre disse: "Questi è il Figlio mio, l'eletto, ascoltatelo".

La terza volta in cui si udì la voce del Padre fu subito dopo l'Ultima Cena quando Gesù raccolto in preghiera, e ormai in preda del timore e del terrore di quello che potrà accadergli ,si sfoga con il Padre e gli dice: "Padre glorifica il tuo nome ", e il Padre risponde: dicendo " l'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò".

Questi sono i tre momenti in cui si udì direttamente la voce del Padre.

Non è sempre chiaro capire in che modo noi c'entriamo in questa relazione tra il Padre e il Figlio per cui dobbiamo entrare in punta di piedi nella contemplazione di questo mistero che è grandioso e di cui noi siamo coloro che possono solo contemplare l'impeto d'amore del Padre che si sta rivolgendo al Figlio per comunicargli qualcosa che a lui sta veramente a cuore.

Nell'evento del monte Tabor, è vero, c'erano anche altri testimoni ma era pur sempre una ristrettissima cerchia di persone alle quali Gesù, mentre scendevano dal monte, disse: "non raccontate a nessuno quello che avete udito e visto, se non quando sarò risuscitato".. e dice il testo evangelico: che essi non capirono subito che cosa significasse dopo il terzo giorno, ma poiché il Maestro aveva chiesto questo essi ubbidirono.

Come mai, dunque, queste parole che sono rivolte a Gesù sono giunte fino a noi?

Questo vuol dire che il loro essere rivolte a Gesù non è esclusivo ma è inclusivo di tutti noi, e credo che questo si inserisca di buon grado nel mistero del Battesimo del Signore che conclude il tempo di Natale..

2) Il mistero del battesimo di Gesù

Il tempo di Natale si conclude con la solennità del Battesimo del Signore, ma perché si conclude con questa festa?

Gesù non fu battezzato quando era piccolissimo ma quando aveva circa trent'anni, come mai allora questa festa è inclusa nel tempo di Natale?

Tra le tante possibili motivazioni rifacciamoci alla liturgia della Chiesa che presenta il mistero del Battesimo del Signore con una forte riflessione sul mistero dell'Incarnazione.

Il mistero dell'Incarnazione si potrebbe concludere nella frase, e nell'affermazione che dice : " Dio si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi", ciò è vero e di questo tutti siamo d'accordo, però l'Incarnazione è molto di più di in semplice fatto biologico, e cioè che Dio si sia fatto carne ed abbia abitato tra di noi; l'Incarnazione comporta in se una vera e propria situazione.

Il far parte della natura umana non significa semplicemente essere nato come un essere umano, ma condividere la sorte degli esseri umani.

Certo è molto riduttivo il dire condividere la sorte degli esseri umani perché è molto di più del condividerne la sorte, ed è anche di più del dire condividere la condizione umana: perché significa il far parte integralmente di ciò che è la natura umana.

3) Nell'Unione Catechisti si ha una sintesi tra spiritualità lassaliana e quella francescana

Nella spiritualità francescana, come sapete, è molto importante l'umanità di Cristo e credo che come Unione Catechisti non possiamo dimenticare che rilevanza possa avere un tipo di spiritualità di questo genere perché non a caso il Signore ha voluto che all'inizio di questa esperienza spirituale, che adesso è un Istituto Secolare, ci fosse la compenetrazione della spiritualità lasalliana e della spiritualità francescana che confluiscono in una visione grandiosa, meravigliosa del Cristo crocifisso e risorto.

Evidentemente ci troviamo a partecipare ad un mistero che ci sovrasta, che trasfigura tutto la nostra contemplazione.

Con Fra Leopoldo. siamo trascinati ad adorare la presenza gloriosa di Gesù: e a contemplare il mistero dell'Incarnazione.

Si tratta di un'autentica incarnazione, il Verbo assunse un autentico corpo che fa parte dell'autentica umanità nella situazione concreta in cui tutta l'umanità si trova, e in tutto ciò che l'umanità esprime di se stessa, sia nel bene che purtroppo anche nel male.

4) Nel messaggio evangelico cogliere l'essenziale

Dei primi anni della vita di Gesù, quelli dell'infanzia i vangeli trattano poco, i vangeli apocrifi invece ne parlano molto di più ma sono molto romanzati nel tentativo di colmare il vuoto lasciato dai libri canonici.

È vero che i libri canonici trattano poco dell'infanzia di Gesù ma tutto sommato sono ritenuti tali proprio perché presentano l'essenziale del messaggio, cioè ciò che è veramente importante alla "comprensione" del mistero, senza guardare tanto all'esecuzione materiale di quello che può essere o non essere avvenuto.

Ed ecco un esempio: la Madonna avrà proprio detto quel magnificat lì, con quelle stesse medesime parole?

O non si può pensare invece che l'evangelista Luca, essendo vissuto tanto con Maria, abbia colto il suo spirito ed abbia espresso un inno che sicuramente era nel cuore di Maria, ma con parole delle quali non sappiamo se siano le medesime, "stessissime" parole da Lei usate?

Allora facciamo bene attenzione perché qui siamo di fronte alla contemplazione di un mistero che ci sovrasta.

5) Il Verbo di Dio assume in se tutto ciò che è la natura umana

Il Battesimo del Signore è il coronamento di un'opera divina che è stupefacente, ed è straordinario: ciò che Dio ha fatto per noi il quale: non solo si è fatto uomo ma, come dicono i vangeli sinottici, crebbe in sapienza, età, e grazia.

Questo significa che Gesù crebbe secondo la natura umana, che assunse cioè in sé il significato pieno dell'incarnazione nel momento in cui andò al Giordano.

È questa l'opera che Gesù è venuto a compiere come Verbo di Dio ed è proprio questa l'opera grandiosa di questo Dio che quasi spoglia se stesso ( kenosi ) per assumere, come dice S. Paolo nella lettera ai Filippesi la nostra condizione umana.

In questo inno meraviglioso, riportato al capitolo due, di questa lettera, troviamo forti ed essenziali motivi per riflettere.

Questa pagina del Nuovo Testamento apre infatti dinanzi a noi un grandioso scenario di contemplazione, e non solo una spiegazione teologica di questo mistero.

Sebbene per noi sia altissima questa pagina del Nuovo Testamento sicuramente non è così facile accostarla perché non appena ci soffermiamo ci accorgiamo che ogni singola lettera ed ogni singola parola apre dinanzi a noi degli scenari di contemplazione straordinari.

La spoliazione di Gesù, Verbo di Dio, che assume in se la natura umana ci si presenta non semplicemente come annullamento di sé ma come assunzione in sé di ciò che è veramente tutta la natura umana.

L'incarnazione ha dunque questa duplice o triplice dimensione, se vogliamo, perché non è semplicemente l'azione di Dio che si fa uomo, cioè che Lui nella sua grande maestà si china verso di noi, ma è qualche cosa di più perché Egli si inserisce dall'interno nella nostra umanità, l'assume e la fa sua in tutto ciò che c'è di bene e in tutto ciò che c'è di male.

6) Nell'acqua del Giordano colui che è senza macchia si carica delle nostre colpe

L'immergersi nell'acqua del Giordano, come già dissi gli altri anni, sempre in occasione della presentazione di questo mistero, non è nient'altro che l'immergersi di Gesù nel peccato ch'egli uomini hanno lasciato andare nell'acqua del Giordano.

Questa era la predicazione di Giovanni: immergetevi, lasciatevi lavare, lasciatevi purificare.

Gesù agnello senza macchia si immerse in quell'acqua carica di peccato.

Qual è il simbolo?.. Qual è il significato?

Il simbolo e il significato è questo: Colui che è senza macchia si è caricato di tutte le nostre colpe.

Come in passato disse Isaia parlando del servo di Jahvè e come ce lo fa intuire Giovanni allorché vedendo Gesù da lontano dice ai suoi discepoli: ecco l'Agnello di Dio, ecco Colui che prende su di sé il peccato del mondo.

Anche in questa cappella ai. piedi dell'altare maggiore abbiamo una lastra di marmo con incise quelle medesime parole.

Quindi la contemplazione di questo mistero è un momento fondamentale per il nostro cammino spirituale.

Non ho sicuramente spiegato ma solo sfiorato questo mistero perché si possano aprire nell'orizzonte del nostro cuore gli scenari meravigliosi che esso racchiude.

7) La testimonianza di Gesù ci è data attraverso lo Spirito, l'acqua e il sangue

Come non mettere in relazione con questo mistero ciò che abbiamo sentito nella seconda lettura della messa di quest'oggi nella quale S. Paolo afferma che tre sono quelli che danno la testimonianza : lo Spirito, l'acqua e il sangue?

Sono tre segni, tre simboli, tre realtà così importanti, così pregnanti che quasi ci sfuggono dalla mente perché sono troppo ricchi.

Lo Spirito dunque è quello che ci dà testimonianza, ma perché ci dà testimonianza?

Ce lo spiegherà Gesù quando dice lo Spirito Santo che io vi darò vi condurrà alla verità tutta intera, e ce lo spiegherà S. Paolo nelle sue lettere quando dice: "coloro che hanno lo Spirito di Dio sono figli di Dio", e quando dice: "lo Spirito di Dio grida dentro di noi Abbà Padre".

8) La testimonianza dello Spirito

La testimonianza dello Spirito è quella di farci figli.

In questo farci figli troviamo la terza dimensione dell'Incarnazione di Gesù e cioè la nostra partecipazione alla natura divina.

L'Incarnazione pertanto ha anche questo risvolto: non solo Dio si è fatto uomo perché noi dovevamo essere salvati ( perché un disegno di questo genere sarebbe stato un po' riduttivo nell'ottica divina.

Dio non fa queste cose per "aggiustare i cocci che si sono rotti" ), ma Egli porta a compimento il suo progetto, e il suo progetto è fare dell'uomo un cuor solo con sé, è fare dell'uomo un essere che partecipa alla sua famiglia, quindi fare dell'uomo figlio.

Questo rendere l'uomo figlio non è frutto di acqua, ne è frutto di sangue, ma è frutto di Spirito.

Gesù dirà a Nicodemo: ciò che nasce dalla carne è carne ma ciò che nasce dallo Spirito è spirito.

La prima testimonianza che ci dà Gesù è dunque quella dello Spirito.

Dio nella potenza dello Spirito ci lascia questa eredità, questo testimone: che è il suo Spirito, e questa è per noi la cosa più importante.

Senza il testimone l'atleta che arriva al termine della gara perde.

Solo se ha il testimone in mano riesce a vincere ed ottenere il premio.

Dio nella potenza dello Spirito ci lascia questo testimone e la testimonianza dello Spirito è : lo Spirito di Dio che grida in noi : Abbà Padre.

Questo risvolto dell'Incarnazione è il progetto di Dio che si realizza, è il progetto di Dio che giunge alla pienezza e si attua quando Gesù viene battezzato al Giordano è allora che Gesù prende su di sé tutti gli uomini di tutti i tempi nella loro situazione concreta.

Sulle spalle di Gesù c'eravamo tutti noi, e quando Egli prese tutti noi sulle sue spalle fu allora che si aprì il Cielo e lo Spirito è scese in forma di colomba.

Su chi scese lo Spirito? Su Gesù?

Certo scese su Gesù, ma anche su coloro che Gesù aveva sulle spalle, cioè su tutti noi.

In quel momento è avvenuto il miracolo più sconvolgente che si potesse immaginare: fare dell'uomo figlio di Dio.

Il Padre fa sentire quella che è la sua volontà che finalmente si è realizzata e dice: "tu sei il figlio mio diletto nel quale mi sono compiaciuto" ; certo che lo sta dicendo di Gesù, ma lo sta dicendo anche di tutti noi, e cioè: sta dicendo il mio nome, il tuo nome, il suo nome…il nome di quelli che nasceranno dopo di noi.

In quella frase è contenuta la voce del Padre che dice : tu sei il figlio mio diletto; e qui l'Incarnazione è giunta all'apice, al momento più alto di tutto ciò che Dio poteva fare.

Egli ha assunto su di sé non semplicemente l'umanità come fatto biologico ma l'umanità come fatto concreto: ogni uomo di ogni tempo, nella situazione che ha.

Questo è il terzo risvolto dell'Incarnazione, poi ci sono, ovviamente, gli altri due testimoni: il sangue e l'acqua.

9) La testimonianza del sangue

Il sangue è la testimonianza della fedeltà, della fedeltà a Dio, cioè di un legame assoluto con il Padre che non potrà essere smosso da assolutamente niente.

Perché il Cristo crocifisso e risorto porta nel suo corpo il segno delle piaghe?

Perché quelle sono il sigillo tangibile della assoluta fedeltà della priorità dell'amore incondizionato che il Figlio ha per il Padre.

Nel Figlio anche noi beneficiamo di questa assoluta dedizione, di questo amore senza confini del Figlio per il Padre e del Padre per il Figlio.

Ecco perché rimangono i segni della crocifissione anche dopo la risurrezione, ed ecco perché è giusto proclamare che Egli è il Crocifisso risorto perché fino alla fine dei tempi questi segni saranno la testimonianza indelebile di un amore che proviene dal cuore di Dio entra nel cuore dell'uomo e ritorna al cuore di Dio.

10) La testimonianza dell'acqua

La testimonianza dell'acqua è la testimonianza della vita nuova.

Da questa azione di Dio da questa salvezza operata da Lui scaturisce la vita nuova.

L'acqua è dunque simbolo della vita, simbolo dello Spirito Santo, simbolo di rinascita, di germoglio, di effervescenza, di gioia; l'acqua è simbolo dell'acqua viva che zampilla, di quell'acqua viva che Gesù promette alla samaritana al pozzo quando le dice: "se tu prendessi l'acqua che io ti do non avresti più sete in eterno", acqua simbolo di quell'acqua che è narrata al capito 46 del profeta Ezechiele ( Ez 46 ) che egli vede uscire dal tempio come acqua zampillante che rinnova tutto, acqua che purifica, che lava, che dà la vita: acqua da cui nasce tutto l'universo, acqua su cui aleggiava lo Spirito di Dio all'inizio della creazione.

Ecco dunque che l'acqua ci ricorda la necessità della nostra risposta, ci ricorda la vita nuova, cioè la vita definitiva, la vita della persona umana redenta dal sangue di Cristo, cioè la vita inserita nella vita di Dio per la testimonianza dello Spirito che ci fa essere figli di Dio.

11) L'uomo è chiamato a partecipare con Dio alla salvezza dell'Universo

Allora tutto questo, come voi capite, esigerebbe prima di tutto un ciclo di insegnamenti, ma ora non ne abbiamo il tempo e forse non ne abbiamo la possibilità a breve termine, ma abbiamo però la possibilità della contemplazione perché su questo tema e su queste parole il Signore sicuramente ha aperto in questo momento degli scenari straordinari di contemplazione.

Si è aperto dinanzi a noi un orizzonte vastissimo nella comprensione, nello stupore di ciò che Dio ha voluto fare per ciascun uomo di ogni tempo.

Tutto questo è inserito in questa solennità che noi chiamiamo del Battesimo del Signore, una solennità che racchiude in sé il centro di tutta la storia della salvezza, una solennità che è il centro in cui converge l'azione di Dio e la risposta dell'uomo in Gesù Cristo, la prima risposta da cui scaturisce la risposta di tutti gli uomini di tutti i tempi.

Credo che valga proprio la pena che queste parole siano incise nel nostro cuore e che possano provocare dentro di noi quell'imprescindibile senso di stupore senza del quale non è possibile avere la speranza, nutrire e sostenere un ideale, sostenere una vita apostolica che sia surrogata veramente da una visione, e la visione è questa: un disegno grandioso in cui l'uomo non è l'oggetto delle cure di Dio ma è colui che con Dio partecipa alla salvezza di tutto l'universo.

Questo è lo sconvolgente messaggio e lo sconvolgente orizzonte che ci viene proposto nella contemplazione di questo incredibile mistero che è quello dell'Incarnazione.

Questo è un mistero straordinario in cui l'uomo entra di diritto, in maniera miracolosa per un impeto della grazia di Dio, nel cuore della Trinità.

Ecco cosa ha fatto Dio per noi che siamo misere creature, infime, egoiste, vanitose, gloriose, superbe ecc.

Ecco cosa deve succedere nel nostro cuore dalla contemplazione di questo mistero, deve nascere un impeto di conversione, un impeto di umiltà, un impeto di stupore e di grandiosità per ciò che Dio ha voluto fare di ciascuno di noi.

Nella misura in cui questa umiltà sorgerà dentro di noi in maniera chiara autentica, allora anche la nostra conversione sarà luminosa, sarà effervescente e sarà davvero quella lampada posta sul lucernario che illumina tutta la stanza, sarà davvero quel lievito posto sulla pasta che la farà fermentare tutta, sarà davvero quella città costruita sul monte che non può essere nascosta agli occhi di nessuno.

Sia lodato Gesù Cristo