Intronizzazione della Croce a Baldissero

1-10-2005

Don Mauro Agreste

Indice

1) In questo brano della lettera ai Filippesi, un progetto di vita
2) San Paolo ci dice di avere i medesimi sentimenti che furono in Cristo Gesù
3) Il mistero della croce porta alla massima espressione il mistero dell'incarnazione
4) Il Signore ci conduce ad una intimità e comunione quotidiana con lui
5) Segreto dell'intimità con Cristo, che tutti possono raggiungere
6) Lui ci vuole molto bene
7) Presenza autentica e reale di Gesù dove due si riuniscono nel suo nome
8) Il Signore parla a tutti
9) L'importante per costruire questa intimità è la tua volontà e l'esserci

1) In questo brano della lettera ai Filippesi, un progetto di vita

Abbiamo in questo breve brano della lettera ai Filippesi, un progetto di vita che ci deve coinvolgere, non semplicemente per il cammino che abbiamo intrapreso da anni o magari per il primo anno, ma soprattutto per il fatto che come battezzati noi siamo diventati con Gesù, in Gesù e per Gesù una cosa sola.

Questo brano della lettera ai Filippesi ( Fil 2,6ss ) ci introduce su un atteggiamento interiore, che se non l'abbiamo ancora siamo chiamati a lavorare su noi stessi, affinché si possa creare dentro di noi questo modo di sentire la vita.

2) San Paolo ci dice di avere i medesimi sentimenti che furono di Cristo Gesù

Infatti S. Paolo qui ci dice di avere i medesimi sentimenti che furono di Cristo Gesù.

Ora per avere i medesimi sentimenti che furono in Cristo Gesù, non si tratta semplicemente di farsi guidare dalle emozioni, ma è molto di più, significa entrare realmente nel cuore di Dio per sentire come Lui, provare come Lui, sperimentare come Lui ciò che noi siamo per Lui.

Allora l'adorazione del mistero della Croce in cui Gesù appare nello stesso tempo nel momento più alto di offerta e nel momento anche più alto della sua vittoria, costituisce per tutti coloro che, se vogliono prendere sul serio la parola di Dio, un momento serio, importante.

Perché meditando e adorando il mistero della passione morte e risurrezione del Signore, noi siamo invitati non a guardare lo spettacolo, ma a essere attirati verso di Lui, per diventare con Lui, per Lui e in Lui una cosa sola.

Naturalmente è più difficile tentare di spiegarlo che provarlo a fare, perché non ci è impossibile entrare in questo stato di comunione con il Signore in quanto egli stesso, affinché noi potessimo farlo ci ha donato la potenza dello Spirito.

Senza lo Spirito Santo tutti i nostri discorsi restano solamente delle accademie, ma a noi non interessano dei discorsi dotti o illuminanti, ci interessa più che altro nell'esperienza di un Dio che si fa carne per condividere la vita degli uomini.

3) Il mistero della croce porta alla massima espressione il mistero dell'incarnazione

Tutto sommato il mistero della Croce porta alla massima espressione il mistero che sta alla base di tutto quello che noi stiamo vivendo come credenti ed è il mistero dell'incarnazione.

Abbiamo avuto modo altre volte, in altre occasioni di essere toccati, sfiorati da questo mistero, ma vale la pena di ricordarsi almeno questo slogan: Dio si è fatto uomo senza smettere di essere Dio affinché gli uomini potessero diventare Dio senza smettere di essere uomini.

Tutto questo avviene non per mezzo della nostra capacità, dei nostri sforzi, avviene per un dono gratuito, per grazia di Dio che si manifesta in questo lasciarsi inchiodare alla natura umana inscindibilmente affinché attraverso quelle piaghe preziose, noi possiamo entrare nel cuore di Dio e sperimentare ciò che Lui sperimenta per l'uomo.

4) Il Signore ci conduce ad una intimità e comunione quotidiana con Lui

Certo, sembra un discorso molto ampio e molto difficile, in realtà il Signore ci conduce, per giungere a questo risultato, ad una intimità, una comunione quotidiana e la comunione quotidiana si costruisce con perseveranza, coltivando con Lui un dialogo sereno e un ascolto sincero di tutto ciò che proviene dalla sua infinita misericordia.

Allora il credente che vuole davvero sperimentare i medesimi sentimenti che furono in Cristo Gesù, ha bisogno di accostare il proprio orecchio al cuore di Gesù e troverà che questo cuore squarciato dal colpo della lancia e da esso spira la grazia dello Spirito Santo che continuamente non fa altro che illuminare nella nostra vita il cammino che dobbiamo compiere.

5) Il segreto dell'intimità con Cristo, che tutti possiamo raggiungere

Il segreto dell'intimità con Cristo è un segreto che tutti possono raggiungere.

È sufficiente avere una buona disponibilità interiore che consiste nel lasciar perdere se stessi per cercare Lui; coltivare un dialogo sincero, quotidiano, semplice; non si tratta di avere nuove devozioni o nuove strutture, si tratta di coltivare dentro di noi il desiderio, la volontà di costruire con il Signore un legame affettivo e non sarà difficile tutto questo, perché Lui nei nostri confronti ha già un legame affettivo molto profondo.

6) Lui ci vuole molto bene

In parole semplici diremo: Lui ci vuole molto bene.

Però dire legame affettivo vuol dire proprio un legame forte, con tutti i sentimenti, con tutta la volontà, con tutta l'intelligenza, beh! Dio nei nostri confronti ha tutto questo, quindi siamo già facilitati, perché Lui, dice la Scrittura, è già alla nostra porta e bussa; è sufficiente per noi sapersi fermare, aprire la porta ed ascoltare.

Ecco il mistero della Croce che viene esposta solennemente di fronte ai nostri occhi, è un mistero che ci invita a coltivare l'intimità.

7) Presenza autentica e reale di Gesù dove due si riuniscono nel Suo Nome

Noi non adoriamo le immagini, ma le immagini ci servono per creare questo legame affettivo.

Anche qualora l'immagine fosse la più santa che la Chiesa Cattolica consideri come fondamentale nella storia della sua propria spiritualità ed è l'immagine di Gesù Cristo crocifisso, essa non si sostituisce mai alla presenza autentica e reale di Gesù che è presente dove due si riuniscono nel suo nome.

Dunque questa benedizione che ci introduce in questo nuovo anno di studio, deve essere per noi come un monito un incoraggiamento a cercare veramente non solo il sapere tutte le cose che si riferiscono al Signore, ma soprattutto a coltivare quella familiarità, quella costanza, quella intimità, che solo noi possiamo costruire lasciando entrare Gesù nella nostra vita, lasciandolo parlare, ma soprattutto ascoltando i suoi suggerimenti.

Non immaginiamo mica che ad un certo momento avremo le apparizioni di Gesù e se le avremo ringrazieremo il Signore, ma faremo discernimento con il nostro direttore spirituale.

8) Il Signore parla a tutti

Diversamente ricordiamoci bene che il Signore parla a tutti attraverso la scrittura, attraverso il magistero della Chiesa, attraverso la catechesi, attraverso gli eventi e anche attraverso la tua preghiera costante quotidiana di ascolto, di adorazione il Signore parla dentro di te.

A volte avvertirai i suoi suggerimenti a livello intellettuale, a volte invece il Signore li nasconderà nel profondo del tuo cuore perché possano emergere solo nel momento opportuno.

9) L'importante per costruire questa intimità è la tua volontà e l'esserci

Dunque non pensare che una preghiera che a te sembra arida non abbia prodotto risultati, l'importante per costruire questa intimità con il Signore è la tua volontà di costruirla e qualora tu non sentissi nulla, non è importante il sentire, importante è esserci.

Gesù nell'orto degli ulivi sapeva bene che i suoi discepoli erano più in là che dormivano, però c'erano.

Non ti spaventare di tutto questo, anche santa Teresa di Lisieux spesso si addormentava nel coro durante l'adorazione eucaristica e anche quel contadino ai tempi del curato d'Ars, che andava in Chiesa per fare adorazione eucaristica, non diceva nulla a Gesù né sentiva Gesù che dicesse qualche cosa; se ne stava lì e si facevano compagnia a vicenda.

Allora costruiamo l'intimità con il Signore e questo farà sì che noi possiamo avere in noi i suoi sentimenti, ci darà modo di sentire che cosa prova Lui per l'umanità intera.