Omelia S. Messa

31-08-2006

Don Mauro Agreste

Indice

1) Il Signore tornerà. Dove? Lo sappiamo?
2) Siamo noi che decidiamo a che cosa dare la precedenza
3) Passione è qualche cosa che si patisce
4) Si può apparire giusti ed essere malvagi
5) Ogni vita che non si basa sulla guida dello Spirito Santo, arriverà al punto di essere ferma
6) Il battesimo indica questa immersione nella morte del Cristo per essere risorti con Lui
7) Poi il battezzato diventava candidato
8) Questa vita nuova significa vivere non più nella morte ma vivere nella vita
9) Solo in Dio riposa l'anima mia
10) Il Padre va cercando chi lo adori in spirito e verità
11) Quando la mente riceve l'impulso dallo Spirito, tutto ciò che è nella nostra mente si trascina dietro anche il corpo
12) Il peccato produce la schizofrenia cioè la divisione
13) Quando la persona vive la vita vecchia, non riusciamo mai a unificare la nostra vita
14) La persona che vive la vita nuova è serena, nella pace, diventa di nuovo una unità
15) La disperazione non proviene dal cuore di Dio, non la vuole Dio
16) Il nostro Dio ci apre alla vita nuova apre dinnanzi a noi degli orizzonti di gioia e di pace
17) Bisogna che siamo sufficientemente saggi da vedere l'esempio di questo servo
18) La saggezza del servo buono e fedele è un'attesa
19) La venuta del Signore Gesù è per noi la più grande gioia, non vediamo l'ora di poterlo incontrare

Dal Vangelo secondo Matteo ( Mt 24,42-51 )

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.

Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.

Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.

Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto?

Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così!

In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni.

Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire", e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: "e là sarà pianto e stridore di denti".

Parola del Signore.

Omelia

1) Il Signore tornerà. Dove? Lo sappiamo?

Il Signore tornerà ma non sappiamo quando però sappiamo che tornerà.

Punto di domanda: dove lo sappiamo?

Nella nostra mente? Nei nostri ricordi? Nella nostra intelligenza?

Nella nostra psiche? O lo sappiamo nel nostro spirito?

C'è una grande differenza: la mente non è contrapposta al nostro spirito è, tra virgolette, il luogo dove si esercita la nostra personalità, la nostra unicità, il nostro io, la nostra volontà, ed è proprio nella nostra mente che noi decidiamo da quale parte far pendere l'ago della bilancia.

2) Siamo noi che decidiamo a che cosa dare la precedenza

Il Signore ci comunica il suo ritorno ma siamo noi che decidiamo a che cosa dare la precedenza.

Il servo fidato e prudente è quel servo che ha ricevuto nel proprio spirito la comunicazione che il padrone ritorna e custodisce in questo spirito un grande legame affettivo di comunione.

Il servo fidato e prudente è il servo che si rifugia nell'intimità del Signore.

Il servo fidato e prudente è quello che vive secondo la legge dello spirito guidato dai suggerimenti dello Spirito Santo.

Ma aggiungerò, con il brano di Matteo, ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: il mio padrone tarda a venire e cominciasse a bere e mangiare ecc … ecc … il padrone tornerà e lo troverà così.

Viene presentato in questo brano di Vangelo, e se facciamo caso vi rendete conto che queste sono le parole del giorno, non le abbiamo scelte, e ci viene presentata proprio l'immagine duplice di colui che si lascia guidare dallo Spirito Santo, da colui che invece ha ancora la mentalità vecchia, che si corrompe dietro le passioni ingannatrici.

3) Passione è qualche cosa che si patisce

Passione è qualche cosa che si patisce.

Passione da "patire", quindi qualche cosa che si riceve dall'esterno, qualche cosa che si sente, e le passioni nascono nella mente, nel cuore dell'uomo, quindi significa che questo servo malvagio è malvagio perché si lascia guidare dalle passioni; cioè dalle emozioni, dal sentimento: la noia, il mio padrone tarda a venire, sono stufo di aspettare; evidentemente questo servo stava aspettando il padrone per altri motivi, perché aveva paura del padrone, perché voleva far bella figura di fronte al padrone.

Però Gesù lo definisce malvagio, era già malvagio prima ancora di dire: il mio padrone tarda a venire …

Quindi vuol dire che fino al momento in cui non ha detto niente lui si è comportato da servo giusto, è vero o no?

Però il Signore, che vede dentro, lo ha definito malvagio.

4) Si può apparire giusti ed essere malvagi

Questo significa che si può apparire giusti ed essere malvagi, e ciò che ti rende malvagio non sono le opere che tu fai, ma la mentalità che hai custodito dentro di te, se è una mentalità vecchia.

Vedete questo servo era malvagio anche quando appariva giusto.

Anche quando amministrava bene la casa del suo padrone, quando faceva lavorare i contadini affinché la fattoria producesse ecc … ecc … ma era malvagio, tant'è vero che dal suo cuore, che vuol dire dalla sua mente, comincia a pensare questo: lui tarda, e io che mi sto affaticando per essere ritrovato giusto in realtà giusto non sono e quindi mi sono stufato, ho finito le energie.

5) Ogni vita che non si basa sulla guida dello Spirito Santo, arriverà al punto di essere ferma

Ogni vita che non si basa sulla guida dello Spirito Santo ma si basa semplicemente sul nostro impegno personale, sull'esercizio, sulla ripetizione, sulla mortificazione fine a se stessa, arriverà al punto di essere ferma.

Quando la motivazione non è la comunione con Cristo, in Cristo, per Cristo, tutto il resto che si fa, lo si fa per altre cose, spesso lo si fa per noi stessi, e quando lo si fa per noi stessi per essere ritenuti buoni, bravi ecc … siamo definiti malvagi.

Malvagio vuol dire uno che vaga nel male, uno che cammina nel male, cioè nella morte; vuol dire che questa persona vive ancora prima della salvezza, ma anche se ha ricevuto il Battesimo? Beh evidentemente sì.

6) Il battesimo indica questa immersione nella morte del Cristo per essere risorti con Lui

Voi capite, e noi sappiamo tutti molto bene, che non sono sufficienti due o tre gocce d'acqua sulla testa del battezzando perché questo sia una creatura nuova, anzi il battesimo indica veramente questa immersione nella morte del Cristo per essere risorti con Lui.

Se avete visitato, nei tempi estivi, anche non quest'anno ma in altre occasioni, qualche antica basilica, probabilmente avrete visto anche gli antichi battisteri che erano fuori, generalmente, dell'edificio della basilica; generalmente ottagonali, perché la forma ottagonale indicava l'ottavo giorno: il giorno della risurrezione.

E, all'interno di questo edificio, c'era la vasca dove si faceva il battesimo per immersione, generalmente tre gradini, anche molto spessi ( generalmente secondo l'antica tradizione erano tre gradini ), la vasca colma di acqua.

Il diacono, lì a servizio, immerso nell'acqua a ricevere quelli che avrebbero ricevuto il battesimo.

Il Vescovo sulla cattedra, perché c'era anche la cattedra del Vescovo, e tutto il presbiterio per assistere al momento più solenne della rinascita di una persona a figlio di Dio.

Ed ecco che il battezzando entrava in questa vasca, il diacono lo aiutava, e si immergeva completamente tre volte sotto l'acqua; dopo risaliva i tre gradini e veniva rivestito con una tunica bianca, che è rimasta ancora oggi il rito del battesimo dei bambini, la vestina bianca che si indossa che è rimasta nelle vesti liturgiche; il camice bianco che si indossa per ricordare che siamo creature nuove; che è rimasto in alcune occasioni con il vestito da sposa che ha questo significato, non il significato di arrivare illibate al matrimonio; poi, sapete, le precomprensioni, i pregiudizi delle persone hanno cambiato hanno cambiato i significati liturgici che dovrebbero essere di altro genere.

Questa triplice immersione e alla immersione per la morte di Cristo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.

7) Poi il battezzato diventava candidato

Poi il battezzato diventava candidato ( perché indossava la veste candida ) e il Vescovo gli imponeva l e mani perché ricevesse lo Spirito e iniziasse la Vita nuova, tant'è vero che per cinquanta giorni che seguivano la Pasqua, i battezzati stavano in presbiterio con i sacerdoti, rivestiti di questa tunica bianca perché venissero preparati a vivere la Vita nuova, che significa la vita definitiva.

Nuovo vuol dire definitivo, vuol dire perfetto.

8) Questa vita nuova significa vivere non più nella morte ma vivere nella vita

Allora questa vita nuova significa vivere non più nella morte ma vivere nella vita, non più guidati dalle opere della carne, ma guidati dalla potenza dello spirito.

Questo servo era malvagio perché nonostante facesse tante cose giuste continuava a vivere nella morte e la morte è testimoniata dal fatto che questi stava aspettando con impazienza il padrone; era stufo di aspettarlo, si è stufato di aspettarlo; cosa significa?

Che lui si stava facendo guidare dalle emozioni e anche dalle sensazioni.

La stanchezza è una sensazione ed è tipica del corpo e della mente.

Quando il corpo è stanco abbiamo bisogno di stenderci e di riposarci, quando la mente è stanca abbiamo bisogno di distrarci, di riposare la mente.

Ma lo spirito, creato direttamente da Dio e che ci appartiene, non si stanca perché tutto ciò che nasce dalla carne è carne, ma ciò che nasce dallo spirito è spirito e lo spirito ha leggi diverse dalla carne, lo spirito riposa in Dio. Vi ricordate il salmo?

9) Solo in Dio riposa l'anima mia

Allora lo spirito ritrova il suo riposo quando si rifugia in Dio, e quando la persona vive secondo le leggi dello spirito trova il suo riposo in Dio tutta la persona vive nello spirito, tanto è vero che quando la Samaritana chiede a Gesù: "ma dov'è che dobbiamo adorare Dio, a Gerusalemme o a Samaria dove anche noi abbiamo costruito un tempio identico a quello di Gerusalemme?" e Gesù risponde: "È giunto il tempo che né su questo monte, né a Gerusalemme si adori Dio, perché il Padre va cercando chi lo adori in spirito e verità".

10) Il Padre va cercando chi lo adori in spirito e verità

Il Padre va cercando questi adoratori.

Adorare Dio non significa compiere delle opere esteriori, o meglio le opere esteriori di adorazione, di devozione, di tutto quello che vogliamo, devono essere semplicemente una normale conseguenza del fatto che il mio spirito è in comunione con Dio, e lo sta adorando e la mia mente partecipa di questa adorazione con le facoltà tipiche della mente: dell'intelligenza, della razionalità, dell'emozionabilità, la volontà.

11) Quando la mente riceve l'impulso dallo Spirito, tutto ciò che è nella nostra mente si trascina dietro anche il corpo

Quando la mente riceve l'impulso dallo spirito, tutto ciò che è nella nostra mente che collabora con lo spirito si trascina dietro anche il corpo.

Che tristezza quando ho sentito la testimonianza di un protestante che entrando in una chiesa cattolica, vedendo una grande funzione solenne, disse: "Mi sembrano tutti falsi".

In effetti il Signore quando parla al profeta Isaia dice:" Le vostre feste, i vostri noviluni, le vostre solennità mi danno disgusto, non posso sopportare l'incenso e il ludibrio."

Il Signore vede al di la di quelli che sono i nostri atti esteriori e ci chiede di unificare la persona.

12) Il peccato produce la schizofrenia cioè la divisione

Vedete il peccato che cosa produce?

Produce la schizofrenia, cioè la divisione.

Diventiamo divisi in noi stessi, il corpo tira da una parte, la mente tira dall'altra, lo spirito nostro poveretto aspetta di trovare qualcuno che lo ascolti.

Il nostro spirito riceve i suggerimenti dallo Spirito Santo ma non sa a chi darli, perché la mente vaga, va cercando il modo migliore per apparire giusti, per apparire buoni; e il corpo, naturalmente, cerca altri modi per esprimersi, il linguaggio del corpo è quello delle sensazioni positive e negative, quindi violenza o sensualità.

Mentre la mente ha altri campi in cui esprimersi: l'intelligenza, la razionalità, la fantasia ecc … tutti modi per esprimere se stesso.

13) Quando la persona vive la vita vecchia, non riusciamo mai a unificare la nostra vita

Quando la persona vive la vita vecchia, quando è ancora la legge della carne che continua a operare la sua potenza dentro di noi che cosa accade?

Che noi siamo schizofrenici, siamo trascinati da tante parti e non riusciamo mai a unificare la nostra vita.

Ci sono momenti di un grande trasporto emozionale, ci sono momenti di grande passionalità di ogni genere, di arroganza, di violenza e ci sono momenti di una spiritualità eterea fatta di tante cose immaginifiche.

Quindi la persona vive a cicli.

Vivere a cicli non significa essere persone rinnovate che vivono nella salvezza che Gesù Cristo ci ha acquistata.

14) La persona che vive la vita nuova è serena, nella pace, diventa di nuovo una unità

La persona che vive la vita nuova è una persona serena, nella pace; e la pace consiste nell'abbattere il muro di divisione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, dice San Paolo.

Viene abbattuto questo muro di inimicizia e le divisioni che sono dentro di noi tra spirito, mente e corpo, crollano.

La persona diventa di nuovo una unità.

Ecco che il Signore qui definisce malvagio questo servo, che continua a mantenere queste divisioni, che non fa nulla per riconoscere che in se stesso c'è divisione.

Nell'ora che non sa lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: lascerà che vada per la sua strada.

La sorte che gli ipocriti si meritano non è qualche cosa che Dio ti da in più, è semplicemente le conseguenze delle tue scelte.

Il Signore non viene a calcare la mano sulla disperazione.

15) La disperazione non proviene dal cuore di Dio, non la vuole Dio

La disperazione non proviene dal cuore di Dio, la disperazione non la crea Dio, non la vuole Dio; anzi se dovessi dire una cosa strana, direi anche questo: Dio non sa che cosa sia la disperazione, perché Dio non è disperazione, Dio è amore quindi la disperazione è tutta un'esperienza dei dannati; e l'esperienza della disperazione, l'esperienza dei dannati, è una normale conseguenza di una scelta di divisione che si è fatta: scegliere un tiranno che è la mentalità terrena, terrestre, materiale, che è molto crudele perché le conseguenze della scelte di questo tiranno portano alla disperazione.

Non c'è via di uscita, non c'è sbocco, non c'è un orizzonte alto, sei chiuso in una scatola: questa è la disperazione, il terrore spirituale, psicologico, e fisico di sentirsi imprigionati in un piccolo luogo.

La claustrofobia potrebbe essere, come dire, un'immagine che ci può aiutare a capire che cos'è la disperazione autentica, non hai via di uscita sei in trappola.

16) Il nostro Dio ci apre alla vita nuova apre dinnanzi a noi degli orizzonti di gioia e di pace

Il nostro Dio, invece, ci apre alla vita nuova, apre dinnanzi noi degli orizzonti infiniti, che sono gli orizzonti che riempiono di gioia e di pace.

Perché di pace? Perché adorando Dio in spirito conosciamo la verità.

Adorando Dio in spirito conosciamo la verità su noi stessi.

Noi siamo stati fatti da Dio a sua immagine e somiglianza, il progetto che Dio ha su di noi e che ha inscritto nel nostro DNA spirituale, è un destino che non ha confini.

Siamo inscritti nell'eternità, non siamo eterni però siamo viventi per sempre quindi immortali e dunque una cosa che dura per sempre non può avere confini.

La verità su noi stessi che Dio ci ha immaginato a tal grandezza da poter condividere con Lui il significato dell'eternità.

17) Bisogna che siamo sufficientemente saggi da vedere l'esempio di questo servo

Allora di tutto questo bisogna che siamo sufficientemente saggi da vedere l'esempio di questo servo che si è lasciato dominare dallo spirito di questo mondo per fare bella figura, per avere l'ultima parola, per sentire di avere ragione, per sentirsi ammirato, per esercitare il potere e l'autorità sugli altri, per sentirsi più importante degli altri; e il risultato è pianto e stridore di denti.

18) La saggezza del servo buono e fedele è un'attesa

La saggezza invece del servo buono e fedele è un'attesa, come quella che ci verrà proposta qui alla fine della preghiera eucaristica: "nell'attesa della Sua venuta".

Ci viene messa nella nostra bocca la preghiera che dev'essere nel nostro spirito: attendere la venuta del Signore.

Sarà un'attesa terrificante?

Purtroppo mi è capitato di parlare anche con delle persone che fanno un cammino di fede serio, che però quando si tratta di riflettere su questa domanda diciamo: sì l'attesa della Sua venuta ma più tardi possibile.

Questo significa che in questo modo di ragionare c'è ancora molto dello spirito della carne, c'è ancora molto dello spirito della morte, non c'è ancora risurrezione.

19) La venuta del Signore Gesù è per noi la più grande gioia, non vediamo l'ora di poterlo incontrare

La venuta del Signore Gesù è per noi la più grande gioia, la cosa che possiamo attendere più di ogni altra cosa, il centro dei nostri pensieri e il centro della nostra gioia spirituale.

Quando noi aspettiamo Gesù, lo desideriamo, non vediamo l'ora di poterlo incontrare, di poter vedere il suo volto, di poterci tuffare nei suoi occhi, nel suo sguardo, allora questo ci fa intuire che stiamo camminando nella vita nuova.

Quando dentro di noi, invece, continuiamo a coltivare il senso della paura dell'incontro con il Maestro, significa che il quel punto c'è qualcosa che dobbiamo mortificare, c'è ancora lo spirito della carne, lo spirito del mondo, lo spirito vecchio, lo spirito di morte, che sta dominando la nostra esistenza.

Ma noi siamo stati creati per la vita, per questo il Dio della vita vuole incontrare coloro che lo adorino in spirito e verità.

Sia lodato Gesù Cristo.