Omelia s. Messa

1-9-2006

Don Mauro Agreste

Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi. 1 Cor 1,17-25

Fratelli, Cristo non mi ha mandato a battezzar, ma a predicar il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo.

La parola della croce infatti e stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio.

Sta scritto infatti: "Distruggerò la sapienza dei sapienti | e annullerò l'intelligenza degli intelligenti".

Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo?

Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo?

Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.

E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio.

Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini.

Dal Vangelo secondo Matteo. Mt 25,1-13

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergine che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.

Cinque di esse erano stolte e cinque sagge.

Le stolte presero le lampade, ma non presero con sé l'olio; le sagge, invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi: Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.

A mezzanotte si levò un grido: Eccolo lo Sposo, andategli incontro!".

Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.

E le stolte dissero alle sagge: "Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono": Ma le sagge risposero "No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene".

Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.

Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!".

Ma egli rispose: "In verità vi dico: non vi conosco".

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora".

Parola del Signore.

Omelia

È sempre interessante soffermarsi ad ascoltare veramente il messaggio che ci giunge dal Vangelo.

Per esempio c'è questa frase che è un capolavoro "Ma le sagge risposero NO" ah ma come sono senza carità, ma pensa poverine in fondo potevano o come sono state severe, ma non potevano condividere tutto quello che avevano NO.

La saggezza, la saggezza che viene da Dio è più saggia del ragionamento degli uomini.

Come vedete la liturgia in questo tempo ci sta conducendo proprio nella riflessione di quello che stiamo affrontando in questi giorni negli insegnamenti sulla spiritualità dell'uomo e abbiamo visto nella prima lettura questa contrapposizione, tra la saggezza degli uomini che è stoltezza di fronte a Dio e la stoltezza di Dio che è molto più saggia della sapienza degli uomini.

Poi ci vengono presentate le figure di queste ragazze che rappresentano le persone sagge e le persone stolte e ci viene presentato anche questa negazione cosa che forse noi saremmo portati a giudicare con un atteggiamento più severo e pure qui c'è un insegnamento molto chiaro, bisogna saper dire di no, bisogna imparare a dire no, una spiritualità falsa, emotiva, come potremmo dire invece di emotiva, carnale è una spiritualità che si lascia condizionare dai sentimenti, non dalla verità, è una spiritualità che non dipende dal suggerimento di Dio ma dipende solo da quello che noi sentiamo in quel momento la vera misericordia non è indulgenza, non è mistificazione, non è nascondere, la vera misericordia è condividere ma riconoscere la situazione per quello che è, non c'è cammino spirituale finché non c'è verità su noi stessi, siamo d'accordo.

Per questo è di fondamentale importanza che noi impariamo ad apprendere chi siamo adesso e qual è il progetto di Dio su di noi, che si veda nella verità di Dio quali sono le cose da cui dobbiamo prendere le distanze, saper dire quei No che ci permetto di essere persone vere, non siamo chiamati a nascondere ne a noi stessi, tanto meno a Dio la nostra situazione concreta, come queste vergini sagge, non erano chiamate a nascondere la verità.

Inoltre sappiamo che tutti gli elementi di questa parabola che Gesù presenta eh! rappresentano un cammino spirituale, non si improvvisa l'attesa di Gesù Cristo, e ci vengono presentati proprio gli atteggiamenti di quelli che hanno una attesa spirituale e quelli che hanno invece una attesa carnale.

Come possiamo spiegarlo come si ci fossero dei bambini qui, potremmo dire questo; le ragazze che aspettano il Principe perché sono felici per il Principe, perché partecipano alla sua gioia e dall'altra parte le ragazze che aspettano l'arrivo del Principe per andare alla festa, per mangiare le cose buone per fare gli incontri di persone ricche importanti, a queste altre ragazze che vengono definite stolte, non interessa niente del Principe, non hanno una comunione interiore con il Principe che ovviamente rappresenta il Figlio di Dio che viene a visitarci nel mondo, non gli interessa essere in comunione con Lui, non hanno comunione con Lui, lo spirito di queste ragazze è oscurato, vi ricordate nello Spirito c'è, la comunione, la coscienza e l'intuizione, vi ricordate, non hanno comunione con il Principe, non hanno comunione con Dio, rappresentano le ragazze stolte, rappresentano tutte quelle persone che vivono oscurate nel loro spirito, non avendo comunione con Dio, non gli interessa niente Dio gli interessa solo i benefici, avete sentito qui che cosa diceva nella prima lettura quando Paolo scrive ai Corinzi, gli Ebrei cercano i miracoli, i Greci cercano i ragionamenti, ma noi predichiamo Cristo così come egli è.

È come queste ragazze, che cercano la festa come vengono presentati qui gli Ebrei che cercano i miracoli, cos'è un miracolo è la sospensione di una legge della natura, per operare un miracolo Dio interviene e sospende la legge della natura è vero o no; quindi vuol dire che interviene nell'ordine materiale.

Indica quel atteggiamento delle persone che sono interessate al mondo materiale, di nuovo siamo nella categoria delle persone carnali.

Ai Greci interessano i ragionamenti, quindi siamo nell'ambito dell'anima o psiche ancora siano nel mondo carnale, e Paolo dice: "ma noi no, noi predichiamo Gesù Cristo crocifisso, stoltezza di Dio ludibrio per gli Ebrei".

La presentazione che ci viene fatta è di una comunione con la Croce di Cristo, perché ciò che la sapienza degli uomini non riesce a capire e che viene dunque giudicata una stoltezza è invece sapienza di Dio, come dovremmo ricordare che la parola Sapienza non vuol dire solo la capacità psichica di mettere in ordine tutte le nostre nozioni, cioè tutto ciò che conosciamo.

La parola Sapienza ha anche una radice che indica anche un altro significato,sapienza da sapere o sapititas che significa gusto, che significa sapore, quindi la Sapienza di Dio è il gustare Dio, per questo quando Paolo scrive ai Corinti dice "Noi predichiamo Gesù Cristo crocifisso sapienza di Dio" perché indica la condizione completamente diversa da quegli esseri, da quelle persone che sono terrestri, materiali, carnali che cercano il miracolo, i ragionamenti, mentre la predicazione degli Apostoli non sta presentando cose carnali, ma sta presentando il gusto della Misericordia di Dio.

Sta presentando il sapore della salvezza che tu non puoi gustare se non hai riacceso dentro di te la vita del tuo Spirito.

Dire Sapienza di Dio e dire riattivare la comunione nel tuo Spirito con lo Spirito Santo vuol dire la stessa cosa.

Ecco dunque queste parole che a prima vista sembrano molto moraleggianti, bisogna fare così, non bisogna fare in questo altro modo, in realtà nascondo l'insegnamento spirituale molto forte.

San Paolo parla a Corinto, in un luogo in cui la cultura e il ragionamento erano tenuti in alta considerazione e dice loro: "Tutte robe carnali, tutte prove destinate a dissolversi, quello che vi presentiamo noi, non è un ragionamento, non è una cosa visibile misurabile, non è un miracolo, quello che vi presentiamo noi è la Comunione con Dio, noi vi portiamo Gesù Cristo crocifisso comunione con Dio".

Abbiamo visto questa mattina che la croce di Gesù Cristo è il momento in cui si manifesta più visibilmente la Comunione che Gesù Cristo vero uomo, senza smettere di essere vero Dio ha operato nella sua stessa esistenza per la salvezza di tutti.

"Salirò sulla croce, perché tu Padre vieni prima di tutto e prima di me, io ti amo, perché tu mi ami, fino in fondo costi quello che costi".

Ed ecco che dunque il momento della croce diventa veramente come dice Giovanni: "Io allorché sarò innalzato da terra attirerò tutti a me" perché quello è il momento in cui la comunione con Dio viene ristabilita, viene uccisa la ribellione e viene ristabilita la comunione.

Tu prima di tutto, Tu prima di me fino in fondo costi quello che costi.

Ecco la stoltezza che diventa saggezza, quello che viene presentato dunque non è la ripetizione della croce, ma l'unica croce che salva tutti, tutti coloro che si appellano, che si lasciano attrarre da questa esperienza che dunque non è una esperienza che noi influenzati da una cultura occidentale illuministica, consideriamo solo nel suo svolgersi concreto, cioè dire: "c'è stata la flagellazione, poi c'è stata la crocifissione, ha sofferto questo a sentito quel l'altro ecc.. noi quando consideriamo la passione di Cristo siamo molto illuministi, siamo molto razionalisti e quindi perdiamo il senso della Salvezza.

Infatti, aperta parentesi, abbiamo perso nel mondo occidentale nella chiesa che vive nell'occidente, abbiamo perso il senso della salvezza.

La salvezza è diventata un dato di fatto, non un qualche cosa che è un dono che mi riempie di gioia, perché nella Passione di Cristo noi esaminiamo solo quello che è accaduto che è nella migliore delle ipotesi ci lasciamo condizionale emotivamente oh!!! quanto ha sofferto, pensa che dolore, pensa che angoscia, pensa quale pianto, pensa quale sofferenza, tutto il contorno del quadro; e abbiamo perso completamente di vista che quello è solo la cornice del quadro, io non compro il quadro perché ha una bella cornice, compro un quadro perché il quadro è interessante, e il quadro non è guarda quanto ha sofferto, il quadro è guarda quanto è in comunione.

Allora la Croce di Cristo è esperienza di comunione, che naturalmente per realizzarsi produce anche l'uccisione della sofferenza, l'uccisione dell'uomo carnale, ma questa uccisione dell'uomo carnale non ci sarebbe stata se non ci fosse stata la comunione di Gesù Cristo con il Padre costi quello che costi, fino alle estreme conseguenze.

Allora accostandoci al mistero di Cristo, non possiamo essere così superficiali da fermarci solo alle sofferenze fisiche o mentali, perché noi sviliremmo la Passione di Cristo rendendola carnale invece che spirituale, invece la Passione di Cristo fu, prima di tutto Spirituale per questo fu anche psichica e corporea, perché la passione di Cristo fu un amore appassionato al Padre e a tutto ciò che il Padre ama cioè noi, e una comunione tale con il Padre che tutto l'amore che il Padre ha per queste miserabili creature che siamo noi, diventa amore di Cristo, perché Cristo ama il Padre, e tutto ciò che il Padre ama, e amato da lui fino alle estreme conseguenze; e allora la passione fu la pazzia di un amore folle che Gesù Cristo da vero uomo senza smettere di essere Dio ha esercitato e a concretizzato verso il Padre, e dunque amando il Padre più di ogni altra cosa e più di se stesso, ama e condivide tutto ciò che il Padre ama.

Ama gli esseri umani e la salvezza avviene a noi attraverso questo circolo, l'amore tra il figlio e il Padre è di una potenza che non si può misurare, e si chiama Spirito Santo.

È un mistero trinitario che ci sconvolge, ogni volta che dovessimo soffermarci per contemplarlo, sicuramente ci fa girare la testa, questo, questo progetto che abbiamo appena, appena vagamente intuito e che è veramente sapienza di Dio è il gusto di Dio; non possiamo capire la portata della Croce, faremmo un accostamento al mistero della croce carnale, se noi ci soffermiamo ad adorare la croce semplicemente dal punto di vista, diciamo la parola difficile, fenomenologico ditelo, fenomenologico, chissà cosa vorrà dire eh, semplicemente da come si sono svolte le cose.

Un atteggiamento pietistico, emotivo, considerare solamente le emozioni umane, soffermarsi a considerare ma in un senso superficiale, guardate quanto ha patito essere al fianco di Maria, di Giovanni e delle altre donne ai piedi della Croce per dire: "Non c'è un dolore quale il tuo" ma di cosa parliamo quando diciamo questo, parliamo di un dolore emozionale oppure siamo entrati in una comunione che è un dolore teologico, una sofferenza che significa offrire da sotto, soffrire vuol dire prendere da sotto e portare in alto; sofferenza intesa come presentazione, come sollevare levare da sotto verso l'alto, allora voi capite che non siamo abituati a pensare tutte queste cose e devo anche ammettere che non si può parlare di queste cose, a chi non è abituato a sentirne parlare, siamo in un corso di Esercizi sicuramente è un impegno notevole per la nostra riflessione, ma abbiamo imparato in questi giorni che dobbiamo permettere allo Spirito Santo di illuminare il nostro Spirito.

Chiedete allo Spirito Santo che venga a fortificare, la nostra parte intuitiva, vi ricordate?

Coscienza, Comunione, Intuizione, vi ricordate nello Spirito, allora questi misteri, non possono essere capiti con l'intelligenza, perché se no li trasformiamo in misteri carnali.

Possono essere contemplati dall'intelligenza, possiamo restarne stupefatti, possiamo intuire questo mistero e dire si è proprio così, però è qualche cosa che supera la mia capacità di intendere e di volere.

Allora di fronte a questo mistero non ci possiamo fermare al capire, dobbiamo chiedere allo Spirito Santo che venga ad attivare nel nostro spirito la facoltà intuitiva, che sono le rivelazioni di Dio, che superano l'intelligenza, non possiamo giungere la croce, non possiamo giungere al cuore di Cristo, non possiamo giungere al suo amore che non ha confini, non possiamo giungere alla comunione se non è un'azione dello Spirito Santo dentro di noi che dilata la nostra capacità di entrare nel mistero di Dio.

Tutto questo nelle parole che abbiamo ascoltato dalla liturgia di oggi, non sono che un ombra del mistero che ci attende e che è separato da noi, da un velo, il velo di qualche anno tanti pochi secondo la nostra mentalità è questo il tempo che ci separa dal vedere direttamente, dallo sperimentare integralmente qual è la comunione che Dio ha voluto realizzare con gli uomini.

Lasciamo che lo Spirito Santo entri dentro di noi, vedete queste ragazze sagge sapendo o intuendo tutto questo si erano preparate con l'olio e noi tutti sappiamo che l'olio nel linguaggio biblico indica consacrazione, cosa indica l'olio?

Consacrazione, significa l'entrare dello Spirito di Dio nella creatura, allora dire che queste ragazze avevano con se l'olio, voleva dire che queste ragazze erano entrate nel cuore di Dio, erano riempite dello Spirito di Dio, le stolte invece si erano vestite come le sagge, avevano preso le lampade come le sagge, ma erano rimaste a livello carnale non spirituale, infatti non avevano con se l'olio.

Signore dacci un intelligenza Spirituale, perché tutto ciò che ci stai comunicando tramite la tua parola, possa diventare per noi vita eterna.

Sia Lodato Gesù Cristo.