Fr Teodoreto e Fra Leopoldo

2-9-2006

Marco Bilewski

Indice

1) Un piccolo contributo a questo corso
2) Due metafore: una è quella dell'ape
3) L'altra metafora è del costruttore che decide di costruire la casa
4) A Medjugorie, cammino di preghiera dettato dalla Madonna
5) La chiamata è di Dio, ma siamo noi a decidere
6) Fratel Teodoreto ha l'opposizione dei genitori
7) Fratel Teodoreto scrive ai catechisti
8) Siamo necessariamente nel mondo, ma non dobbiamo essere del mondo
9) Qui c'è una cosa sui fiori
10) Si è fatto obbediente fino alla … morte
11) L'ubbidienza religiosa è fondata sul voto
12) Dalle regole di s. Ignazio la n°8: spogliarsi dell'affetto per i parenti e cambiarlo in affetti spirituali
13) La n°30: la refezione sia preceduta dalla benedizione e seguita dal ringraziamento
14) La temperanza riguarda la quantità di cibo e di bevande
15) La modestia
16) Passiamo a fra Leopoldo
17) Morta la mamma entra nell'ordine francescano
18) Lettera al fratello e ad un amico
19) Lettera alla nipote Luigina
20) La tenerezza di un religioso e quanta delicatezza ha per i suoi parenti
21) Fra Leopoldo parla alla mamma di cose sante in punto di morte
22) Morire contenta facendo la volontà del Signore
23) Il privilegio di fra Leopoldo: sente la voce di Gesù e della Madonna che gli dicono di scrivere
24) La divulgazione in tutte le famiglie cristiane della devozione al Crocifisso
25) Il Papa Benedetto xv nel 1915 approvò l'adorazione al Crocifisso con l'indulgenza

1) Un piccolo contributo a questo corso

Spero anche con la preghiera di poter dare un contributo a questo corso di esercizi.

Farò una piccola premessa, dopo di chè parlerò di alcuni scritti di fratel Teodoreto, di fra Leopoldo e quindi chiuderò con una preghiera alla Madonna.

La premessa che faccio è questa: parlerò frequente in questa breve riflessione di Fra Leopoldo e fratel Teodoreto perché tra di voi c'è chi non li conosce o perché inseriti in questo corso di esercizi senza formalmente far parte dell'Unione Catechisti.

2) Due metafore: una è quella dell'ape

Per cui ripensando a questa vostra realtà, mi sono venute in mente due metafore, due figure.

Una è quella dell'ape che va da un fiore all'altro e succhia ciò che c'è di meglio in tutti i fiori ed è quello che la Chiesa chiede a tutti i cristiani quando presenta la santità di una persona.

Noi abbiamo tantissime figure di santi e la Chiesa ce li propone come modelli; ora fratel Teodoreto e fra Leopoldo sono già in cammino ufficialmente all'interno della Chiesa verso il processo di beatificazione.

Da loro sono nate addirittura delle opere, degli istituti, quindi sono cose di santità già collaudata, quindi è un riferimento che può essere valido per tutti.

E quindi come le api che vanno da un fiore all'altro noi dobbiamo attingere un po' dalla ricchezza di ogni santo e questi sono i santi di Torino a noi molto vicini.

3) L'altra metafora è del costruttore che decide di costruire la casa

L'altra metafora è del costruttore che trovato il terreno buono dove c'è la roccia, decide di costruire la casa e l'Unione Catechisti è un terreno buono.

Però magari c'è quello che la vuole rivolta a sud, rivolta a nord, un po' più in alto un po' più in basso, quindi una volta scoperto che il terreno è buono magari ti accorgi che dopo un po' non è proprio lì che vuole costruire la sua casa; lui la voleva dall'altra parte della valle, perché di là è più fresco, oppure di là è più soleggiato e nella Chiesa ognuno di noi deve trovare il suo posto e quindi alcuni di voi ha già fatto la scelta di stare nell'Unione Catechisti, perché hanno detto questo terreno è proprio quello che voglio.

Altri invece che stanno vedendo che il terreno è buono, ma non hanno ancora deciso dove fare la loro casa.

Allora siamo un gruppo in montagna dove il terreno è buono e tutti siamo contenti.

Sulla scelta personale voglio fare un inciso.

4) A Medjugorie, cammino di preghiera dettato dalla Madonna

Sono arrivato da pochi giorni da un pellegrinaggio a Medjugorie e una delle cose che mi ha stupito è sentire un ragazzo del posto che ci testimoniava un po' come ha vissuto lui questo cammino di preghiera, dettato dalla Madonna ai veggenti, e che hanno dovuto far fatica all'interno delle famiglie per fare il cammino di preghiera: rosario tutti i giorni, magari due, tre, poi i digiuni, ecc. ecc. e diceva che, una cosa che aveva colpito anche lui, una volta un veggente aveva chiesto alla Madonna che cosa doveva fare della propria vita e la Madonna pregava senza dare risposta; era andato in crisi e piangeva non sapendo cosa fare, finché si ha deciso di sposarsi.

La Madonna gli ha subito parlato: ti benedico in questa strada che tu hai scelto.

5) La chiamata è di Dio, ma siamo noi a decidere

È bello sapere che la chiamata è di Dio, però siamo noi che decidiamo e noi abbiamo la libertà, non c'è una imposizione dall'alto.

Se vuoi sposarti, sposati! Sei contento in quella strada? Ti benedico nella strada che tu hai scelto.

Tutti noi siamo qui nell'Unione Catechisti, tutti stiamo succhiando nettare, perché e vero nettare la spiritualità dell'Unione, però ognuno di noi poi è liberissimo di fare le sue scelte, le deve fare con convinzione, con la forza dello Spirito Santo.

Ecco, questa è la premessa, quindi adesso sentiremo parlare fratel Teodoreto e fra Leopoldo.

6) Fratel Teodoreto ha l'opposizione dei genitori

Fratel Teodoreto fin da giovanissimo sceglie di entrare in un istituto religioso: i fratelli delle scuole cristiane.

Subito ha l'opposizione dei genitori, perché i fratelli delle scuole cristiane non prevedevano i sacerdoti, come non li prevedono ancora adesso, quindi un religioso di serie b.

Perché le mamme vogliono i figli laureati e diventati preti.

Questo sostanzialmente la situazione di fratel Teodoreto all'interno della famiglia.

La prima opposizione del padre è stata drastica, fratel Teodoreto prega, il papà muore nel giro di un anno e quindi quella prima opposizione il buon Dio l'ha eliminata così, la madre ha continuato a opporsi, ma in modo più debole.

Una volta andato in noviziato, per due volta la mamma se lo è riportato a casa, e lui aspettava un po' di giorni e ripartiva.

Di fratel Teodoreto non si può dire altro, perché a parte questi piccoli aneddoti che fanno intravedere una grande sofferenza da parte di un ragazzo sedicenne che ama tantissimo i genitori e nello stesso tempo mette Dio al primo posto, di fratel Teodoreto non c'è più nulla.

Però fratel Teodoreto parla ai catechisti nel mondo di come devono vivere in famiglia, quindi lui esperienza personale non ne ha, però ci può insegnare molto.

7) Fratel Teodoreto scrive ai Catechisti

Allora leggiamo alcuni suoi scritti.

Fratel Teodoreto scrivendo ai catechisti dice: dalla famiglia bisogna sapersi eclissare quando occorre ai suoi desideri affettuosi, per es. lasciare la sera all'ora voluta quelli con i quali ci si trova, salvo indicazioni contrarie.

Lasciare una presenza amata per recarsi ad un dovere, abbreviare espansioni legittime.

Non tenere sempre conto dei gusti, dei sentimenti dl cuore, scartare le compiacenze inutili che ridurrebbero il tempo riservato ai propri doveri, alle opere ecc.; tutte cose che ci fanno soffrire e fanno soffrire attorno a noi quasi continuamente a punte di spillo, ma per la maggior gloria di Dio.

Sembra quasi che abbia vissuto in famiglia, invece è la sua esperienza coi ragazzi che lo porta a dire questo.

Così pure con gli amici, si dovrà arrivare a certe separazioni che potrebbero produrre pena, a rinunciare a tale visita o ricevimento che non sarebbe ordinato al nostro fine.

Sacrifici multipli tanto più penosi in quanto certe volte sono piccoli in sé, ma che richiedono un costante martirio del cuore in un continuo scambio d'amore tra l'anima fedele e nostro Signore.

8) Siamo necessariamente nel mondo, ma non dobbiamo essere del mondo

Dobbiamo necessariamente essere nel mondo, ma non dobbiamo essere del mondo, non regolarci secondo le sue massime, non avere i suoi gusti, condurci con un altro Spirito, gloriarci di appartenere a Gesù Cristo.

In un altro punto scrive: inculcare ai giovani grande e pronta obbedienza ai genitori come rappresentanti di Dio e una grande carità con i fratelli e le sorelle.

Parlando di regali in famiglia dice: questo,riferito ai regali, sovente vuol dire provvedere a qualche cosa di utile alla casa, mettendolo sotto la protezione di un santo; si riferisce ai regali per l'onomastico.

Per inciso in questo pellegrinaggio a Medjugorie, Secondino il marito di Gabriella, aveva fatto questa riflessione: è più cristiano festeggiare l'onomastico, perché c'è un riferimento proprio al nostro santo.

9) Qui c'è una cosa sui fiori

Qui c'è una cosa sui fiori che forse oggi non vale più, ma ve la leggo.

I fiori sono un po' uno sciupio di denaro, quindi è meglio se ci può far comprendere che si offre in un altro modo quanto si offriva in fiori, far celebrare una messa, oppure offrire un libro, un crocifisso, un rosario, spiegando in bel modo le ragioni della preferenza in una lettera di accompagnamento.

Sono cose un po' strane, ma se ne capisce lo scopo, ecco questo sarebbe più consono allo spirito cristiano.

Ma se proprio si trattasse di una persona che non comprendesse e considerasse il sostituto dei fiori come una meschinità, allora si può fare l'omaggio dei fiori.

Vedete che ho preso dei flash, come fratel Teodoreto era molto semplice.

10) Si è fatto obbediente fino alla morte

Obbedienza in famiglia.

Si ispira a questa frase del Vangelo: si è fatto obbediente fino alla morte ( Fil 2,8 ) e commenta, col voto di obbedienza, chiaramente qui si riferisce all'obbedienza religiosa, ma poi vedete che respiro dà anche per noi, l'uomo si sottomette a un altro uomo, come occupante il posto nei suoi riguardi il posto di Dio, col fine di rinunciare alla propria volontà e assicurarsi così la salvezza eterna.

11) L'ubbidienza religiosa è fondata sul voto

L'obbedienza religiosa è quella che è fondata sul voto, la promessa speciale che si fa a Dio e ciò che la distingua da ogni altra obbedienza naturale o civile.

L'una è data dalla dipendenza che mette tra gli uomini, l'altra sui rapporti che esistono tra loro nell'ordine sociale.

L'una e l'altra sono obbedienze cristiane quando se ne compie il dovere nei confronti di Dio e tale virtù è graditissima a Dio, molto meritoria e sommamente vantaggiosa, ma assolutamente necessaria, sia ad ogni uomo in particolare, sia alla società in generale.

La disobbedienza o l'insubordinazione, è affatto incompatibile con la salvezza e distrugge il buon ordine delle famiglie e della società.

Sono cose semplici, ma verissime.

In qualche modo sta dicendo nella famiglia bisogna ubbidire.

12) Dalle regole di S. Ignazio la n°8: Spogliarsi della affetto per i parenti e cambiarlo in affetti spirituali

Poi in un altro libro, prendendo spunto dalle regole di sant'Ignazio, fa il commento regola per regola.

Ne ho preso due, anche perché siamo in un corso di esercizi spirituali e la meditazione delle regola di sant'Ignazio viene usata nel corso degli esercizi spirituali di 30giorni.

Noi facciamo proprio un flash però può essere utile.

Regola n°8 del sommario di sant'Ignazio: "ognuno lavori diligentemente a spogliarsi interamente dall'affetto che la carne e il sangue hanno per i parenti e a cambiarlo in affetti spirituali, per non amarli con il solo amore richiesto dalla carità ben regolata chi essendo morto al mondo e all'amore proprio, non vive più che per Gesù Cristo nostro Signore, che per lui tiene il posto di padre, di madre, di fratello, di sorella e di tutto".

E questo è il commento: questa è una delle regole più importanti, perché contiene un punto essenziale della perfezione evangelica, il distacco dai genitori e da quelli i quali abbiamo un legame basato sulla natura.

Tutti i cristiani vi sono obbligati fino ad un dato punto, perché ogni cristiano deve essere un discepolo di Gesù Cristo e questo divin Salvatore dichiara "chi non odia il Padre e la madre non può essere mio discepolo.

E qui mi ricordo che alcune mamme di famiglia, poi dichiarate sante, che è scritto nella loro biografia, ad un certo punto ebbero un po' di crisi nel matrimonio, perché il marito le sentiva quasi non sue; ma insomma io ho sposato una donna, ma questa qui è tutta di Dio!

Quando una persona prega veramente, ad un certo punto ha bisogno dei suoi spazi proprio per pregare con Dio e il coniuge si accorge che c'è qualcosa di inafferrabile, che è tutto di Dio.

Questo si intende mettere Dio al di sopra di ogni altra cosa.

Non è necessario risalire al tempo dei martiri per trovare degli individui che per troppa amore ai genitori fecero cose che li separavano da Gesù Cristo.

Il distacco dai genitori è più necessario ancora agli operai evangelici i quali non faranno mai nulla di grande per Gesù Cristo finché avranno per i loro genitori o parenti un affetto troppo umano.

Il timore di affliggerli impedirà sempre di fare quel sacrificio generoso di se stessi che Dio potrà richiedere a loro.

Ma questa virtù è assolutamente necessaria a dei religiosi, che per il loro stato e in virtù dei loro voti sono obbligati a tendere continuamente alla perfezione e a seguire più da vicino nostro Signore.

I catechisti che vivono nel mondo devono applicarsi molto di più all'acquisto di queste virtù, perché essendovi essi obbligati non meno degli altri religiosi, non hanno per tale acquisto la stessa facilità di quelli che sono separati dalla solitudine del chiostro.

Trattenuti sovente dalle circostanze e dalla disposizione della divina provvidenza nel seno della famiglia, che è loro cara, e dalla quale ricevono continuamente tanto affetto, devono difendersi continuamente, ma l'impressione troppo viva e troppo naturale che la vista di parenti e dimostrazione del loro affetto possono fare su di loro.

Essi devono essere disposti più di qualsiasi altro a rendere loro ciò che ad essi è dovuto, ma devono farlo in modo affatto soprannaturale.

Gesù obbediente a Maria Santissima e a san Giuseppe devono essere loro modelli.

Forse avete già trattato questo tema; la santa famiglia è il modello di tutte le famiglie.

Obbedendo a loro, cioè i genitori, è a Dio che bisogna obbedire, è Dio che devono amare in essi in vista della loro eterna salvezza; nessuna compiacenza per essi dovrà mai portarli a scostarsi e nulla dalla via dalla quale Dio vuole che camminino; bisogna che siano pronti ad allontanarsi, anche per sempre e con questo si vuol dire ad affliggerli in modo sensibilissimo quando il servizio di Dio e la loro perfezione sembreranno richiederlo e che il Signore farà conoscere la sua volontà per mezzo dei superiori quantunque essi non dessero su tale punto ordini positivi.

Ricordiamo a tale punto che noi in qualità di religiosi siamo morti al mondo e noi stessi per non più vivere che per Gesù Cristo.

Il quale solo deve tenere il posto di ogni cosa.

Riuscire ad avere il distacco naturale dai parenti cambiati in affetti soprannaturali è una grazia preziosa che i catechisti che vivono nel mondo non debbono mai stancarsi di domandare per il mistero della santa infanzia di Gesù e per intercessione della santa Vergine sua madre e di san Giuseppe suo padre putativo; possono ricordarci tale obbligo pronunciando questi nomi: Gesù, Maria Giuseppe.

Bella anche quella giaculatoria che abbiamo, Gesù Giuseppe e Maria vi dono il cuore e l'anima mia; Gesù Giuseppe e Maria siate la salvezza dell'anima mia.

13) La n° 30: La perfezione sia preceduta dalla benedizione e seguita dal ringraziamento

Seconda regola di sant'Ignazio, la n°30: "la refezione del corpo si deve aver cura di osservare in ogni ottemperanza la modestia e la buona educazione interiore ed esteriore.

Ogni refezione sia preceduta dalla benedizione e seguita dal ringraziamento che tutti devono fare con rispetto e la devozione dovuta e mentre si da al corpo il suo nutrimento anche l'anima abbia il suo"

Ad es. nella mia famiglia nella quasi totalità dei giorni la preghiera si riduce alla preghiera del pasto; in famiglia è sempre più difficile pregare insieme, mettersi insieme per pregare è sempre più un'impresa, perché c'è il rispetto umano, perché c'è l'abitudine, perché appena svegliati ci sono mille cose da fare, ecc. ecc., però quello che ci chiede la vita cristiana è un minimo di preghiera insieme in famiglia.

Adesso stiamo facendo la preghiera prima del pranzo, sarà breve però almeno quella e siamo obbligati quanto meno a spegnere il televisore.

La Madonna a Medjugorie ha detto di fare tre rosari al giorno, digiunare a pane e acqua il mercoledì e il venerdì, ha chiesto un impegno di preghiera notevolissimo e poi qualcuno ne usciva e la Madonna una volta ha detto almeno la preghiera mattino e sera.

Se proprio non ce la fate, almeno per dire meno di quello, mattino e sera.

14) La temperanza riguarda la quantità di cibo e di bevande

Qui di tutto il commento lunghissimo di fratel Teodoreto ne ho preso solo un pezzo e lo leggo: la temperanza riguarda la quantità di cibo e di bevande che uno può concedersi.

Tale quantità non può essere uguale per tutti, ognuno deve conoscere quel tanto che gli è necessario e non oltrepassarlo.

È meglio rifiutarsi qualcosa di ciò che si giudica conveniente anziché andare aldilà del bisogno.

15) La modestia

Una cosa banale, ma importante. La modestia.

Riguarda il contegno; non deve manifestarsi nei gesti, nei movimenti, nei propositi, nel modo di mangiare; nulla che denoti l'avidità, la sensualità in troppo espandersi nel cibo, ma invece tutto in noi deve edificare quelli che ci vedono; dobbiamo regolarci in modo da dimostrare visibilmente che la ragione presiede ad una lezione animale di stonatura e che noi abbiamo presente alla mente il precetto dell'apostolo: "sia che beviate, sia che mangiate o facciate qualche altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio".

Anche questo è molto semplice, ma efficace. E con fratel Teodoreto avrei chiuso.

16) Passiamo a fra Leopoldo

Fra Leopoldo vive 50anni nel mondo, quindi ha una esperienza di vita familiare molto più intensa.

Della vita nel mondo sappiamo poco, sappiamo che lui aveva già fin da piccolo adocchiata la vita religiosa, però doveva comunque lavorare, in particolare i fratelli si erano sposati e non c'era nessun altro che si prendesse cura della mamma e lui ha scelto di continuare a fare il cuoco presso nobili famiglie torinesi, collegi ecc. e sostenere la famiglia, e già questo è un segno di affetto per la mamma.

17) Morta la mamma entra nell'ordine francescano

Dei collegamenti con i fratelli abbiamo delle lettere successive al 1900, quando poi morta la mamma entra nell'ordine francescano.

Di tutte le lettere che ha scritto di quando era religioso e sono tante, un terzo sono ai famigliari e questo vuol dire che pur essendo in un convento dedicava parecchio tempo nella preghiera e anche nei bigliettini ai propri famigliari.

Sono un po' tante, ma io intendo segnalarvene solo sette.

La n°11 alla nipote Luigina: finalmente oggi sabato 23 ho il bene di scriverti sempre ansioso di saperti guarita a consolazione di te e dei tuoi cari genitori, ad onore e gloria di Maria Santissima sotto il titolo di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù.

Non passa giorno che alla gran Vergine Madre di Dio sempre ti ricordo, principalmente nell'ora assegnatami, cioè dall'una alle due e tu buona Luigina non lasciare mai che passi giorno senza la recita del santo rosario, devozione così preziosissima, di conservarti sempre fidente in Dio e a Maria Santissima, nella contrarietà della vita sarai sempre rassegnata, resi noti ai miei buoni padri del miglioramento così rapido e mi assicuravano che per intercessione di Maria Santissima avrai la tua salute.

Fra Leopoldo aveva l'abitudine di scrivere senza punteggiatura, così non si capisce bene quando comincia la frase successiva.

Ho ricevuto le tue lettere e ti ringrazio, dopo ho ricevuto pure notizie da papà e mamma che stanno bene, dunque ti raccomando di essere in preghiera nei tuoi lavori e nei tuoi studi, conversando, passeggiando, abbi sempre di mira la vergine santa con giaculatorie e se tu sei in grado di portarti in queste feste a ricevere Gesù sacramentato, fonte di ogni bene, sono più che certo che questi atti di pietà li fai già senza che io te li rammenti.

Meglio così, Iddio per le tue fervide preci risponderà con copiosa benedizione sopra di te e sopra i tuoi genitori e parenti.

In queste sante feste natalizie il Bambino Gesù ti porti tanti affetti, in te buon fine e buon principio; tante cose a Severina, che è la sorella, allo zio Francesco e di loro che facciano ogni volta la santa comunione secondo le mie intenzioni.

Mi sembra carino leggere queste lettere, per vedere quanto è in esistenza la preghiera.

Poi la n° 21 al fratello: carissimo Vincenzo, ier l'altro con piacere ricevetti la tua lettera, lieto di saperti bene come pure tutta la tua famiglia carissima.

Esorto sempre le tue figlie Luigina e Severina a frequentare la chiesa senza tema di rispetto umano, preghino per me ed io ogni giorno le ricordo al Signore e le benedico.

In un'altra lettera si capisce che avevano qualche problema di attrito con qualcuno che le prendeva in giro.

Un'altra lettera al fratello. Sempre mi è cosa graditissima avere tue notizie e tanto più quando prosperate dalla divina provvidenza assicurandoti che non v'è giorno sempre che ti ravvisa al Signore nella nostra cara mamma Maria Santissima, di tenerti sotto la sua protezione e con te tutta la tua cara famiglia.

Nel mese di luglio dal 10 al 16 vado a Torino, forse passo da Vercelli a vedervi, così se ottengo il permesso dai buoni superiori, ma se tu sei già in campagna in contempo, posso rimandare all'anno venturo.

Quindi si vedevano una volta all'anno.

Sono contento che Luigina stia bene ecc, io sono sempre un po' infermiccio, ebbene il Signore mi vuole così, adoro i suoi disegni divini sempre per maggior mio bene.

In effetti stava parecchio male fra Leopoldo, sovente era costretto a letto da tachicardia, sbalzi di pressione e poi a più riprese si riprendeva, perché il buon Dio voleva che stessa ancora in vita.

Leggo un pezzettino della 36a, sempre al fratello Vincenzo: ogni giorno vado da Francesco, vado a riposarmi un po' nell'orto, voglio sperare che non vorrai più andarti a rovinare completamente la tua salute nella campagna a Cuneo alla tua età di 65anni, che non ti succeda una terza operazione, volete proprio morire sul campo di lavoro?

Carino, no, esorta il suo fratello Vincenzo a riguardarsi un pochettino.

18) Lettera al fratello e ad un amico

La n°40 sempre al fratello Vincenzo: approfitto di questo tuo conoscente che per raccomandazioni si fermò qui a san Tommaso qualche giorno, per dirti che io sto bene, spero pure di te e della tua famiglia così ringraziamo entrambi il Signore Dio.

Mando per Luigina e Severina il libro "L'imitazione di Gesù Cristo" scritto da un frate vercellese; lo leggano una pagina al giorno è molto giovevole.

Poi la n° 41, scrive a un carissimo amico di famiglia, subito dopo la morte del fratello Vincenzo: carissimo Mario lascio a te le cure per proteggere i miei cari, non avendo più il mio povero fratello e benedico bene di cuore il Signore che nella sua bontà ti ha destinato di collegarti con noi a dividere gioie e dolori e assicurandoti che ti amo molto nel Signore unitamente alla nostra famiglia carissima e se ora vi è tanta disparità nello sperare prosperità, Luigina Severina e Francesco.

19) Lettera alla nipote Luigina

Leggo ancora la n°111 che è indirizzata alla nipote Luigina quando muore l'altra nipote: carissima Luigina, ho ricevuto la tua carissima lettera, mi davi tue notizie unito mi facevi gli auguri per il giorno del mio onomastico; anche io feci per te la santa Comunione ( si chiamava Luigi come la nipote ) e speriamo il suo appoggio, la sua protezione preso il Signore e di questi tempi difficili abbiamo più che mai bisogno della protezione del cielo.

Mi dispiace che la povera mamma Gigia sia sempre addolorata per la scomparsa della povera Severina; consoliamoci da una parte che era proprio una buona figliola; certo per me è l'unica consolazione e questa pia opinione sarà per tutti noi che il Signore l'avrà in Paradiso.

In questo mondo quante miserie che si va incontro, quanti giorni lieti, quanti dolorosi; si è passati quasi tutti i giorni, passiamo con la croce in spalla, beati saranno chi la porterà rassegnato; le fatiche, le umiliazioni erano pane quotidiano fin dalla nostra gioventù, ebbene tutto è passato e verrà il giorno anche per tutti noi, ci uniremo un giorno, beati quelli che muoiono nel Signore.

È un po' sgrammaticato.

Io ringrazio il Signore di avermi chiamato religioso e più mi assicurò un'altra vita futura ed eterna, perché ho fede, ma ormai il mondo è morto, perché non crede più, dunque cara Luigina fa coraggio a mamma, io sono qui posto dalla divina provvidenza e non va giorno di sentire scene pietose.

Riguardo di venire a casa non so, sarà come niente che vengo, nel caso ti scrivo.

Cara Luigina fatti coraggio pensa che ogni giorno ricordo te e tutti, tanti saluti a te carissimo Mariuccio, un bacio alla cara e buona Eldina e mamma Gigia.

20) La tenerezza di un religioso e quanta delicatezza ha per i suoi parenti

È un flash della tenerezza che ha un religioso, di preghiera molto intensa un mistico quasi, e quanta delicatezza ha per i suoi parenti.

Facciamo un passo indietro e vorrei leggere un brano che riguarda la mamma di fra Leopoldo.

Una contadina, molto semplice che si aspetta sempre l'aiuto del figlio che lavora come cuoco ( prima ancora di diventare frate francescano ) una donna come tante altre, mai nessun evento particolare.

Nel 1900 cade malata, non era la prima volta, ma stavolta veramente sta male e poco prima di morire ha una visione e lo confida a suo figlio che è al suo capezzale.

21) Fra Leopoldo parla alla mamma di cose sante in punto di morte

Fra Leopoldo memorizza e trascrive poi nel suo diario questo momento.

Io l'ho sempre letto con una certa invidia, perché parlare a una mamma di cose sante in punto di morte deve essere una cosa che uno può fare solo se ha fatto un certo cammino, è una cosa che non si improvvisa.

Ve la leggo: la mattina dell'11 maggio 1900 dopo aver ricevuto il giorno prima i carismi della nostra santa religione, cioè l'unzione degli infermi, alle ore 7 con la mente e voce chiara mi disse: "caro Luigi prima di notte io sarò passata all'eternità.

E perché buona mamma dici così? Ho visto in questi momenti Gesù Crocifisso con una gran moltitudine di angeli i quali mi hanno fatto cenno di seguirli.

A tali parole io prendo il crocifisso e glielo do a baciare dicendole: guarda un po' mamma quanto è buono Gesù, preghiamolo che ti assista nell'ultimo momento della tua carriera al passo dell'eternità felice.

Ci mettemmo poi a discorrere delle cose celesti, del Paradiso, delle anime, di Gesù; oh! come sono dolci gli ultimi momenti della vita!

Ti ricordi mamma quando ti dicevo che i tuoi dolori erano insopportabili, invece di lamentarti cantavi inni alla gran Madre di Dio?

Questo nella malattia precedente, una mamma come noi, come voi no? Aveva voglia di cantare.

22) Morire contenta facendo la volotà del Signore

L'incoraggiava a morire contenta facendo la volontà del Signore.

E diceva: il tuo fedele angelo custode che avesti in tutto il corso della tua vita, ti accompagnerà all'eterna felicità, sì, lo vedrai tutto luminoso, genuflesso dinanzi alla maestà divina, presentando il libro d'oro sul quale si trovano segnate le sofferenze sopportate pazientemente per amore di Gesù crocifisso in 20 anni; lui si riferisce probabilmente a 20 anni di una malattia che andava peggiorando.

In quel sublime momento ti sentirai dire: vieni mia serva fedele che tanto mi hai amato con le tue sofferenze, vieni nella mia dimora che ti ho preparato, vieni per sempre.

Mentre non puoi immaginare il momento quando vedrai per la prima volta la bellezza di Dio, la gloria di Maria Santissima in compagnia di tutti gli angeli beati del Paradiso.

La mia povera mamma espresse rincrescimento di lasciarmi, perché solo e io le dissi di non pensare a me.

Sebbene io non sia più giovane, tuttavia confido molto nella provvidenza che la bontà di Dio mi chiama a religioso.

Fin da fanciullo ho sempre agognato questo stato così sublime.

Quindi ci fa capire che a questo punto si confida con la mamma che aveva questo desiderio che in qualche modo non aveva realizzato.

Soprattutto le mie speranze sono fondate sulla protezione di Maria Santissima madre del mio Gesù dolcissimo, il mio tesoro, il mio tutto.

Preghiamo dunque mia buona mamma, benediciamo il re delle eterne glorie affinché per la sua infinita misericordia l'anima tua voli al bacio del Signore; mentre io così dicevo, incrociò le mani sul petto e senza fare il minimo movimento chiuse serenamente gli occhi.

E chiudiamo con due detti.

23) Il privilegio di fra leopoldo: sente la voce di Gesù e della Madonna che gli dicono di scrivere

Saltiamo di nuovo al 1908, fra Leopoldo è 8anni che è francescano ed è 2 anni che in qualche modo è un frate privilegiato, perché non quotidianamente, ma ogni tanto sente le voci di Gesù e della Madonna che gli dicono: scrivi! non è solo per te, verrà il giorno in cui questi scritti saranno per tutto il mondo.

E quindi lui ha queste ispirazioni e arrivato in cella si mette in ginocchio e a lume di candela trascrive come può quello che gli è stato detto.

E di questi scritti ce ne sono tantissimi e sono stati raccolti in quatto volumi.

Già in qualche modo approvati dalla Chiesa con la pubblicazione della sua biografia, attraverso fratel Teodoreto.

24) La divulgazine in tutte le famiglie crisitiane dela devozione al Crocifisso

Allora nel 1908 il 10 novembre scrive: Maria Santissima mi disse di dire al Santo Padre di stabilire in tutte le famiglie cristiane cattoliche, la divulgazione al suo divin crocifisso, che per mezzo di questa pia pratica avrebbe portato in seno alle famiglie pace e fede.

Fosse anche uno solo in famiglia a fare la santa devozione, il Signore avrebbe fatto germogliare l'amore, la pace, la virtù nei loro cuori.

Gesù mi disse: in tutte le famiglie deve regnare il crocifisso, segno del cristiano, cosicché anche alle persone che sentono tedio a questa pia devozione, basta uno sguardo al crocifisso, che io farò germogliare nei loro cuori sentimenti di pietà e le farò molto fervorose e darò loro molta pace.

È logico, a volte l'adorazione non incontra, perché per alcuni è devozionalismo e se anche uno solo in tutta la famiglia ci tiene a fare l'adorazione a Gesù crocifisso, o anche solo il crocifisso posto in casa, è un richiamo alla santità.

Caro Leopoldo sopra questo mio cuor trafitto stampami un bacio in segno del tuo grande amore che mi porti e io porto a te, e questo mi sembra che siano due detti per la famiglia.

25) Il papa Benedetto XV nel 1915 approvò l'adorazione al Crocifisso con l'indulgenza

Qui dice attraverso il Santo Padre, ecco, ricordo che Benedetto XV, era informato di questi detti e nel 1915 approvò la santa adorazione con l'indulgenza, quindi in qualche modo questa preghiera ha fatto già un cammino ed è stata tradotta già nel 1925, in quasi 30 lingue.

Adesso c'è qualcuno che si è curato di tradurla in digrigno; ultimamente è stata tradotta in albanese.

Chiudo leggendo una preghiera di fra Leopoldo, una preghiera alla Madonna e in una delle tante esclamazioni che fa fra Leopoldo, dice: la Madonna è protettrice di tutte le famiglie cristiane. Il titolo di questa preghiera è:

"Amore e fedeltà alla Regina degli Angeli"

Tu cara madre di Dio sei il sorriso della nostra gioventù, la speranza della nostra vecchiaia, la ricchezza della nostra povertà, la custode vittoriosa delle nostre case.

Tu dunque cara madre di Gesù, rifugio dei peccatori, hai la potestà di muovere i cuori più induriti e accogli tutti sotto il manto tuo celeste e loro prometti il castissimo bacio dell'Amore tuo.

Tu sei la protettrice delle famiglie cristiane, il sostegno delle madri, il trionfo soave di chi ti onora.

Tu sei l'invocazione della morte, la nostra gloria, gli eterni.

Tu santa Maria tutti quelli che pensano a te si riformano disprezzando il vizio e li fai amanti di castità e di purità, li rendi belli come gli angeli.

Tu sei la bellezza delle nostre anime, il trionfo nelle nostre battaglie e contro i nostri nemici, sei lo splendore della nostra fronte, sei la nostra gioia paradisiaca.

Tu vergine del bell'Amore sei l'allegrezza della mia vita, sei l'eterna letizia del mio cuore.

Non c'è fatica né sofferenza per chi ama Maria Vergine Santissima, sii benedetta eternamente, tu vergine amabilissima, sei la fonte dei santi pensieri, armonia d'eterno amore, sei regina nobilissima, sei la gloria di tutti i santi e gloria nostra.

Tu Vergine sapientissima ed infinito amore della nostra umanità ci conduci per la via sicura.

Noi siamo inesperti, tu sola sai la via della nostra santificazione dove possiamo arrivare a vedere la gloria di Dio e la gloria tua.

Tu santissima madre di Dio nel silenzio e nella solitudine dammi lo zelo della preghiera, onorando e benedicendo Dio e la sua misericordia e che il suono dolcissimo della sua voce si spanda per tutto il mondo.

Tu vergine esemplarissima sei il ristoro consolante dell'anima mia, sei la riforma dei figli che hanno smarrito la via, rendi dolce le sofferenze e ci dai pace e vita.

Tu vergine tutta bontà e clemenza dal regno tuo beato volgi continuamente lo sguardo tuo pietoso verso di noi, perché noi poveri figli tuoi vogliamo fare professione di sempre amarti.

Tu gran Signora reggici sempre, custodiscici, sei la nostra protettrice, la nostra felicità e santificazione, il nostro soccorso, la nostra fortezza, il nostro modello.

Tu santa madre di Dio sei la mia grazia per la tua bontà sei la mia luce, sei il mio consiglio, sei la mia forza, sei la mia misericordia. Amen