La fede

13-9-2009

Don Mauro Agreste

Indice

1) Una precisazione: Gesù chi è che sta scacciando? Sta scacciando Pietro? Sta cacciando Satana
2) La fede non è un'emozione, la fede è un dono
3) Gesù Cristo è venuto ad instaurare un legame diverso con Dio, a dirci che Dio è Padre
4) Allora è evidente che la fede di cui si parla non è il credere a tante cose, ma è questa forza di Spirito Santo che ti permette di credere oltre i limiti della natura umana.
5) Allora se il nostro modello come creatura perfetta c'è la Madonna
6) Le tue opere, le tue azioni diventano una manifestazione del fatto che Cristo vive in te, oppure non ci vive
7) La fede è questa capacità di accettare quello che Dio dice anche quando non lo capisci, perché troppo superiore alle tue forze
8) Il Signore ci dia questa capacità e ci rafforzi nel dono della fede

Dal Vangelo di secondo Marco. ( Mc 8,27-35 )

In quel tempo, Gesù partì, con i suoi discepoli, verso i villaggi intorno a Cesarea di Filippo, e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: « Chi dice la gente che io sia? … »

1) Una precisazione: Gesù chi è che sta scacciando? Sta scacciando Pietro? Sta cacciando Satana

Prima di ogni cosa una precisazione.

Quanti di voi hanno questo foglietto, hanno notato che le parole che io ho letto, non corrispondono a quelle che voi avete sul foglietto, perché questo foglietto segue la nuova traduzione dei testi liturgici e, come sempre accade, ci sono delle sviste che, col passare del tempo, sicuramente saranno corrette che però, tuttavia, possono lasciare perplessi quelli che leggono.

Infatti, se voi andate nel brano del Vangelo voi troverete al versetto 33: « Voltatosi, guardò i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: va dietro a me Satana, perché tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini ».

Questa è evidentemente una svista, enorme fin che volete, che toglie il senso di quello che Gesù sta facendo; anche perché nella frase dopo dice: « Se qualcuno vuol venire dietro a me … ».

Voi ve lo immaginate Satana, tutto mogio, mogio, tutto obbediente, che va dietro al Signore perché Lui gli ha detto tu va dietro a me.

Allora evidentemente questa traduzione è una traduzione che deve essere corretta, perché ci deve essere stato qualche svista.

Lungi da me, vuol dire vattene lontano da me, non vuol dire vieni dietro di me, è vero o no?

Quindi voi non restate perplessi quando leggete questa frase, ricordatevi che la traduzione, che è ancora valida ancora adesso, perché anche in italiano si usa dire lungi da me, vuol dire vattene via, lo sta cacciando.

Allora una cosa interessante è: Gesù chi è che sta scacciando? Sta scacciando Pietro? Sta cacciando Satana.

Quindi quello che sta facendo Gesù in quel momento, non sta sgridando Pietro, ma sta facendo una preghiera di liberazione; se volete una specie di esorcismo per cacciare Satana, che nel frattempo aveva insinuato nella mente di Pietro delle idee distorte, cioè delle idee secondo le convenienze comuni, per esempio: « No, non andare a Gerusalemme; se poi davvero ti succedono tutte queste cose, allora non andare a Gerusalemme, vai a Betlemme, è la stessa cosa ma non ti prendono ».

Gesù, invece, dice: « No, si deve compiere tutto quello che è stato preannunciato ».

Quindi attenzione ai testi sacri; verificate sempre quello che vi viene detto, tuttavia mi viene bene da soffermarmi a riflettere su quanto l'apostolo Giacomo ha lasciato scritto in questa lettera, della quale abbiamo letto un breve brano a proposito della fede e delle opere.

2) La fede non è un'emozione, la fede è un dono

La prima cosa da dire, non credo, spero che almeno per voi, non sia una novità; ma se fosse una novità va bene, pazienza, e cioè che la fede non è un'emozione e non è un sentimento, non è un trasporto - come potremo dire - sullo stile del buonismo: vogliamoci tutti bene … diamoci la mano … facciamo un grande girotondo … ma sì che va tutto bene … No!

Perché il senso comune della gente è che avere fede significa rendersi succubi di chiunque altro, in particolare i cristiani, specificamente i cattolici, sono quelli che dovrebbero vivere dal mattino alla sera e dalla sera al mattino la frase di Gesù che dice: « Porgi l'altra guancia ».

Però io vi ricordo che di guance ce ne sono due.

Questo vuol dire che non puoi tutta la vita sottometterti a quello che ti dicono gli altri, perché il criterio di vita del cristiano è la verità.

La verità nella carità, si possono invertire, la carità nella verità produce sempre la giustizia.

Allora, vedete che, bisogna avere un senso profondo di quello che è la fede.

Prima di tutto la fede è un dono; lo sappiamo bene, lo riceviamo nel giorno del Battesimo; se lo riceviamo vuol dire che non fa parte della natura umana.

Come mai nel giorno del Battesimo noi non riceviamo il dono delle emozioni?

Perché le emozioni fanno già parte della natura umana, non abbiamo bisogno di riceverle.

Ricevere il dono della fede, significa che è un dono che non fa parte della natura umana.

Questo vuol dire che la fede non è semplicemente un ragionamento.

Che la fede non è un sentimento perché la ragione, l'intelligenza, i sentimenti, le emozioni, sono già naturalmente bagaglio di ogni essere umano.

Se Dio ha pensato che nel Battesimo noi dobbiamo ricevere fede, speranza e carità, vuol dire che queste tre realtà non le abbiamo pienamente, abbiamo una forma di fede, una forma di speranza, una forma di carità, che sono umane; ma quello che ci viene dato da Dio è la fede, la speranza, la carità che provengono dalla grazia di Dio, cioè dal Cielo, cioè da Dio stesso, quindi sono cose che ci sono donate e diventano nostre, ma che non possiamo raggiungere da soli con le nostre forze, perché sono un dono.

Allora se sono un dono vuol dire che sono da intendere in maniera lievemente diversa da quello che pensano tutti.

Se la gente in comune pensa che la fede sia un sentimento, un'emozione, il cristiano autentico dovrebbe ricordarsi che la fede non è questo; è un dono di grazia che ti permette di prendere delle decisioni che sono al di sopra della tua intelligenza; decisioni che sono al di sopra della tua volontà; decisioni che sono al di sopra della tua razionalità.

Il dono della fede ti permette di creare un legame forte non con le cose del mondo ma con Dio stesso tutto questo, umanamente, da solo non avviene.

Prima che venisse Gesù Cristo, Dio era da placare non da amare.

Il legame che tutte le popolazioni avevano con le loro presunte divinità non era un legame affettuoso, era un legame emozionale, cioè di paura.

Le divinità dovevano essere placate.

Checché ne dicano i modernisti, e con questi tutti coloro che vogliono avversare la fede cattolica, l'avvento e la scoperta dell'America ha posto più o meno, in breve tempo, fine ai culti in cui c'erano i sacrifici umani.

Quello che poi hanno fatto i governi delle varie nazioni che sono andate a conquistare quei territori è un'altra cosa, l'opera di cristianizzazione della Chiesa ha fatto sì che terminassero i culti di sacrifici umani; si contavano migliaia e migliaia di vittime ogni anno, basta che guardiate qualche documentario sulle civiltà pre-colombiane - che vuol dire prima di Colombo - e vi renderete conto che cosa succedeva in Messico, cosa succedeva con gli Atzechi, Maya e cose di questo genere; perché Dio doveva essere placato.

Dio doveva essere placato per qualche cosa e l'unico modo per placarlo era ammazzare i suoi figli; lo credo che era arrabbiato, ancora di più.

3) Gesù Cristo è venuto ad instaurare un legame diverso con Dio, a dirci che Dio è Padre

Con la venuta di Gesù Cristo tutto questo era cambiato almeno come verità, se poi le persone se ne rendano conto possiamo ancora discuterne, ma Gesù Cristo è venuto ad instaurare un legame diverso con Dio, è venuto a dirci prima di tutto che Dio è Padre, a farci conoscere chi è il Padre, e a farci vedere come vive un figlio di Dio.

E poi perché tutto questo si potesse realizzare ci ha dato lo Spirito di Dio, che non è lo spirito dell'uomo; vuol dire che Dio vuole che l'uomo dentro di sé abbia non lo spirito dell'uomo, ma che lo porta più in su e abbia lo Spirito di Dio.

Agli occhi di Dio l'uomo non è semplicemente una creatura, ma essendo Suo figlio non può che essere pieno di grazia che è impastata, che è sostenuta di Spirito Santo, di Spirito di Dio, non è più dunque una semplice creatura.

Dovremmo saperlo il carattere non solo imprime un sigillo, ma ti da una nuova realtà dell'esistenza, quindi il Battesimo, la Cresima, l'Ordine Sacro, cambiano la natura della persona che li riceve.

Non è più un essere umano come tutti gli altri perché riceve questo, che è più di un sigillo, è proprio di un'azione viva, efficace, di Spirito Santo che trasforma il tuo essere; non dico proprio come l'Eucaristia che viene trasformata da pane in corpo di Cristo, ma qualche cosa di simile sì.

Perché per mezzo del carattere del Battesimo che tu smetti di essere una creatura normale e diventi figlio di Dio.

4) Allora è evidente che la fede di cui si parla non è il credere a tante cose, ma è questa forza di Spirito Santo che ti permette di credere oltre i limiti della natura umana. Se io ho dentro di me la fede che proviene da Dio vuol dire che dalla mia vita debbono provenire dei frutti che provengono da Dio. La fede è azione

Allora è evidente che la fede di cui si parla non è il credere a tante cose, ma è questa forza di Spirito Santo che ti permette di credere oltre i limiti della natura umana.

L'intelligenza umana di fronte a quello che Dio ci insegna e ci spiega di sé stesso è handicappata, perché non ce la fa più di un pochino l'intelligenza nostra non ce la fa, volete un esempio?

Spiegatemi la Trinità. Credete alla Trinità? Fatemi vedere un bel segno di croce.

Un solo Dio in tre Persone, però spiegatelo? Lo si crede per fede.

Quale fede, quella umana? È una fede che proviene da Dio.

Ora se questa è una fede che proviene da Dio, vuol dire che chi la riceve, e la ricevono tutti; diciamo meglio: chi la custodisce responsabilmente.

Dovrebbe essere una cosa ovvia che se io in questo vaso semino una patata non posso aspettarmi che vengano fuori i fiori, se io ho dentro di me la fede che proviene da Dio vuol dire che dalla mia vita debbono provenire dei frutti che provengono da Dio.

Allora è giusto qui, quando S. Giacomo scrive in questa sua lettera: « Fammi vedere i frutti della fede » perché la fede non sono chiacchiere, la fede non sono discussioni, oppure noi, come abbiamo detto prima, la fede non sono delle emozioni … che bello … che gioia … che serenità.

Questa non è la fede, questo è emozione; una buona emozione, una emozione edificante, ma non è la fede.

Cosa dobbiamo dire che la fede è priva di emozioni?

È come se tu ci fossi senza il tuo corpo, non sei più una persona.

Essendo persona la fede è composta anche di emozioni, ma non sono le emozioni quelle che la determinano, è lo Spirito di Dio che parla al tuo spirito e che ti spinge ad agire.

La fede è azione.

La fede si vede attraverso le azioni che si fanno, in parole e opere.

Quindi la fede è fatta anche di parole - non di chiacchiere - ed è fatta di opere.

Cosa vuol dire che la fede è fatta di parole, anche? Perché è evidente.

Se dentro di te dimora la presenza viva e reale di Dio - perché sei figlio di Dio, perché sei battezzato, cresimato … - è evidente che dalla tua bocca usciranno parole edificanti; ma se dalla tua bocca uscissero parole laceranti, che cosa bisogna concludere?

Che non hai fede? Oppure che la tua fede non è esercitata o è male esercitata, oppure è mal riposta, oppure l'esercizio della fede ha bisogno di molti cambiamenti, non puoi dire - come diceva qui Giacomo - di avere tanta fede ma non avere le opere.

« Io ho tanta fede » e poi quello che è nel bisogno non lo guardo neanche.

Allora se c'è la fede, quella autentica non quella fatta di chiacchiere, produce dei buoni risultati.

Se dobbiamo parlare dei risultati della lingua, vuol dire che la persona di fede che parla non uccide mai.

La persona di fede che parla, sia che parli dei temi spirituali più innalzati, sia che parli come si fanno le melanzane alla parmigiana, non fa mai del male a nessuno.

Perché io non mi immagino la Madonna che parlasse in modo solenne quando era nella Sinagoga e poi dopo, con le sue amiche criticasse l'una o l'altra, è vero o non è vero?

5) Allora se il nostro modello come creatura perfetta c'è la Madonna, allora noi possiamo benissimo prenderla per esempio

Allora se il nostro modello come creatura perfetta c'è lei dinnanzi a noi, allora noi possiamo benissimo prenderla per esempio, quello che faceva lei, quello che diceva lei, come lo diceva lei, quando diceva lei, se lo diceva lei, quindi posso farlo anch'io; se invece immagino che quella cosa probabilmente non l'avrebbe mai detta oppure non l'avrebbe detta in quel modo, allora vuol dire che non è una cosa che si fa.

Che dire di un cristiano e che fa dei discorsi volgari, che dite?

Che dire di un cristiano che usa i doppi sensi, che usa le scurrilità, che dire di un cristiano che quando è arrabbiato usa parole volgari?

Ecco voi capite che se tutto questo può succedere perché la storia della persona può essere varia ma è anche vero che quando una persona comincia un autentico cammino spirituale se ne accorge, e dice: « Basta così. Non se ne parli più ».

Quando questo non avviene, allora quelle sono chiacchiere e non è fede.

Ma poi la fede si articola in azioni concrete, azioni edificanti.

Una persona di fede quando parla, con una parola ti consola un animo.

Quando una persona non è di fede, può fare mille discorsi e tu senti di non essere edificato in niente; sei lacerato, sei amareggiato, non trovi consolazione; perché?

Perché nella fede è Dio che parla attraverso di te; invece nel modo di fare umano sei solo tu che parli, come il pavone per fare una bella ruota grande, per dire: « Ecco, io ho parlato. »

oi capite che se il risultato è questo, non produce nessuna edificazione, siete d'accordo?

6) Le tue opere, le tue azioni diventano una manifestazione del fatto che Cristo vive in te, oppure non ci vive

Le opere poi, è evidente non credo che sia neanche necessario dilungarsi molto, perché se la fede è autentica allora è una capacità di comprendere e di interpretare la tua vita inserita in questo ambito, quale significato ha, e quindi quelle che sono le tue opere, le tue azioni diventano una manifestazione del fatto che Cristo vive in te, oppure non ci vive.

Diventa la manifestazione che tu hai una fede umana oppure hai una fede divina.

Credo che sia molto importante che ci sia questa divisione anche perché credo che una parola chiave del Vangelo di oggi, sia proprio quella che Gesù rivolge ai suoi discepoli; ed è interessante che non dice i discepoli di quell'epoca, dice « i discepoli », quindi i discepoli anche di quest'epoca, tra i quali ci siamo anche noi, e a questi discepoli Gesù dice: « Tu chi dici che io sia? »

Perché da questa risposta dipende il tuo futuro.

E non importa se il tuo futuro su questa terra sarà lungo o sarà breve, è il tuo futuro.

Cosa rispondi a questa domanda di Gesù che ti dice: « Io chi sono per te? Quanto valgo per te? Che cosa rappresento veramente nella tua vita? »

Questa domanda non la rivolge a quelli che devono diventare preti o suore, la rivolge a tutti, perché da questa risposta, dipende la fedeltà alla vocazione in cui si è.

La rivolge allo sposato, al non sposato, al consacrato, al sacerdote, a tutti, persino al Papa la rivolge questa domanda.

E questa domanda esige una risposta che ognuno deve dare per conto suo.

« Chi sei tu per me Signore? »

Da questa risposta dipendono tutte le altre azioni, perché se Gesù è il Signore Salvatore allora tu fai quello che dice.

Perché, scusami eh, non scherziamo mica, perché se tu dici che Gesù è il Signore, è il Messia, è il Salvatore, è il Figlio di Dio vero Dio vero uomo, allora - un attimo - quello che dice Lui sicuramente è vero, sia che io lo capisca, sia che non lo capisca; sia che mi faccia comodo, sia che non mi faccia comodo, sia che mi piaccia o non mi piaccia.

Poiché se so che questo è Dio, e Dio dice quella cosa lì, non ci piove, non ci sono scuse, non ci sono giustificazioni; se Dio dice una cosa è quella che mi piaccia o che non mi piaccia; che ti piaccia o non ti piaccia è così e basta.

7) La fede è questa capacità di accettare quello che Dio dice anche quando non lo capisci, perché troppo superiore alle tue forze

Dato che siamo in un epoca che questo discorso che vi ho appena fatto non piace a nessuno, lo dico ancora con più forza: è così e basta!

Se Dio parla questo è più che oro colato, è Dio colato, quindi non si discute.

La fede è questa capacità di accettare quello che Dio dice anche quando non lo capisci, perché troppo superiore alle tue forze; come la Madonna mica ha capito tutto quello che le ha detto l'angelo quando è andato lì per l'annunciazione, ha capito una cosa sola: che quella era la volontà di Dio, basta mi è sufficiente.

Dio tante volte non ci dice quello che ci succederà domani, per lasciarci liberi nell'oggi.

Se ci dicesse: « Domani ti succederà questo » la tua decisione di oggi non è più libera ma condizionata da quello che tu saprai sul domani.

Ma Dio sa cosa succederà domani? Certo che lo sa, sa perfettamente tutto, perché Lui è nell'eternità, il tempo lo vede come io vedo su questo tavolo, tutto sotto i miei occhi non mi sfugge niente di questo tavolo, per Dio è una cosa simile, Lui è molto più vasto di quello che noi chiamiamo il tempo.

8) Il Signore ci dia questa capacità e ci rafforzi nel dono della fede, che non è credere semplicemente a delle formule, ma è credere a colui che è all'origine di tutto

Il Signore ci dia questa capacità e ci rafforzi nel dono della fede, che non è credere semplicemente a delle formule, ma è credere a colui che è all'origine di tutto quello che noi abbiamo stipulato, abbiamo scritto come formule.

Nella fede noi non crediamo a una dottrina, ma crediamo a Colui che ci ha salvati.

Noi non stiamo credendo a delle parole, ma stiamo credendo a Colui che le ha pronunciate, e quando questo è più difficile, quello è il momento di andare da Lui e chiedergli l'aumento della fede; Egli lo concederà.

Sia lodato Gesù Cristo.