16 Marzo 1966

Il dovere della Santità

Diletti Figli e Figlie!

Al saluto, che vi abbiamo ora rivolto, facciamo seguire una parola.

Ma quale parola possiamo dire ai Nostri visitatori di questo mercoledì, quando vediamo che la maggior parte di essi è costituita da alunni di scuole elementari?

Perché Noi avremmo delle cose molto belle da dire, ma cose molto grandi e molto alte.

Sono le cose che il Concilio ecumenico ci ha insegnate, e che Ci sembrano degne d'essere particolarmente ricordate, perché riguardano tutti i figli della Chiesa, tutti i fedeli, e specialmente quelli che credono d'essere poco considerati nella Chiesa, i Laici; e perciò poco obbligati ad ascoltarne la voce.

Invece, come tutti saprete, ha riservato ai fedeli-laici - cioè quelli che non appartengono al Clero o a qualche Famiglia religiosa - messaggi meravigliosi, primo quello della dignità del Laico, in quanto essere umano, e, ancor più, in quanto cristiano, cittadino del regno di Dio, figlio adottivo di Dio, fratello di Cristo e vivente, per virtù dello Spirito Santo, come membro della Chiesa, corpo mistico di Cristo, Dignità; ma non è tutto.

Il Concilio, cioè la voce della Chiesa, voce antica e nuova, aggiunge un altro messaggio meraviglioso, anche questo per i Laici: quello della santità.

Santità per i Laici? è mai possibile? forse la santità sarà riservata per alcuni, per quei fedeli molto devoti, molto zelanti, molto buoni.

No: la santità - state attenti! - è proposta a tutti! grandi e piccoli; uomini e donne; è proposta come possibile! anzi come doverosa! la santità, diciamo con gioia e con stupore, la santità per tutti!

Vediamo di farci un poco capire dai fanciulli che oggi abbiamo davanti.

Siete stati battezzati? sì; e allora siete cristiani.

Un cristiano deve essere un buon cristiano, o un cristiano cattivo? è certo: dev'essere un buon cristiano.

Un buon cristiano: fino a quale età? fino a dieci anni? no, sempre.

Anche quando diventa giovane? quando va soldato? quando va al lavoro? quando si sposa? sì; è chiaro; un cristiano dev'essere sempre un buon cristiano.

Può essere infedele? no; si chiama « fedele »!

Può essere mediocre, insignificante, vile? no, un cristiano dev'essere perfetto, sincero, forte, buono, veramente buono.

Così deve essere.

Altrimenti sarebbe come dire: un ragazzo dev'essere sano, o malato? sano, si sa.

Debole, o forte? forte, si sa.

Bravo, o ignorante e buono a nulla? bravo!

Laborioso, o fannullone? laborioso!

Onesto, o disonesto? onesto!

Bugiardo, o sincero? sincero, è chiaro.

Cioè la vita, sia quella naturale e sia quella religiosa, dev'essere piena e perfetta.

E come si chiama la vita perfetta d'un cristiano; come si chiama? si chiama santità!

Ogni cristiano dev'essere un vero cristiano, un perfetto cristiano, perciò ogni cristiano dev'essere santo!

Ma allora, voi domanderete, che cosa è questa santità?

Figliuoli carissimi: la risposta è piuttosto difficile; ma voi forse la capite subito: occorrono due cose per fare la santità: la grazia di Dio e la buona volontà.

Avete voi queste due cose? sì? Allora siete santi!

Intendiamoci: la santità è unica: consiste nell'essere uniti a Dio, vitalmente, mediante la carità; ma si realizza in tante forme diverse, e anche in tante misure diverse.

È diversa la bontà, cioè la santità, d'un bambino dalla bontà d'una persona adulta; è diversa la bontà d'un uomo da quella di una donna; la bontà d'un soldato è diversa da quella, per così dire, d'un malato, o d'un vecchio! ogni condizione di vita ha le sue virtù particolari.

Ogni persona, possiamo dire, ha la sua propria maniera di realizzare la santità, a seconda delle proprie attitudini e dei propri doveri.

Ma quello che dobbiamo ricordare è questo: ognuno di noi è chiamato ad essere santo, cioè ad essere veramente buono, veramente cristiano.

È difficile? sì e no.

È difficile, se contiamo soltanto sulle nostre forze;

è difficile, se ci lasciamo impaurire dagli ostacoli che certamente incontriamo, dentro e fuori di noi;

è difficile, se prendiamo di mala voglia la nostra vocazione cristiana: chi vuol essere cristiano a metà, sente doppiamente il peso degli impegni cristiani.

Ma chi è coraggioso e chi pone nel Signore la sua fiducia ( cioè chi prega, chi ascolta la parola del Signore e si conserva nella sua grazia ) trova facile la santità, anzi la trova bella, la trova felice.

Soltanto quelli che sono veramente buoni, i santi, sono felici.

Dunque, Figli carissimi, vi diremo: ascoltate la grande chiamata che la Chiesa del Concilio rivolge a tutti i Fedeli: siete santi; dunque siate santi!

Tutti, sempre! È facile! è bello! è doveroso! è degno di chi vuol essere vero uomo e vero cristiano!

Così: con la Nostra Apostolica Benedizione.