21 maggio 2021

Domenica di Pentecoste Anno B ( Gv 15,26-27; Gv 16,12-15 )

Vieni Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.

1 – Quando al Giordano il Padre ha reso testimonianza al Figlio, una colomba, immagine dello Spirito Santo, è scesa su di Lui.

In altri momenti Gesù stesso ha parlato dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti.

Oggi noi sappiamo che Egli è la terza persona della SS. Trinità.

È persona.

Non è un fuoco, un soffio, una colomba, un vento.

Sappiamo che è l'Amore che unisce il Padre e il Figlio.

Ma vorremmo saperne di più.

Per tanti lo Spirito Santo è ancora uno sconosciuto, poco invocato, poco amato.

Oggi la Chiesa celebra la festa di Pentecoste.

Il centro delle letture non è, come di solito, il Vangelo, ma la prima lettura dagli Atti degli Apostoli, in cui si racconta l'evento fisico della discesa dello Spirito Santo.

Nel Vangelo di Giovanni sono cinque i brani che contengono la promessa dello Spirito Santo da parte di Gesù.

Tutti questi brani si trovano tra le Cena e la Passione, il testo della liturgia di questa domenica anno B ce ne offre due, il terzo e il quinto.

Chi vuole può leggere anche gli altri tre, li trova in Gv 14,16-17; Gv 14,26; Gv 16,5-11.

2 – Giovanni, nel cenacolo durante l'ultima cena, presenta Gesù che ripetutamente promette che avrebbe mandato il suo Spirito proprio in seguito della sua morte e come frutto di essa.

Gesù aveva donato la sua vita sulla croce, era morto perché aveva consegnato l'ultimo definitivo respiro: "Chinato il capo, consegnò lo spirito" ( Gv 19,30 ).

È l'unica volta che viene usato questo verbo, e a ragione, perché Giovanni sa che quel soffio vitale è bel più dell'ultimo respiro di un uomo che muore.

Con esso Gesù consegna la sua stessa vita, ossia il rapporto con il Padre, lo Spirito Santo.

Nel cenacolo, il giorno di Pasqua, Gesù alita nuovamente sui discepoli e consegna nuovamente il suo Spirito.

È un dono – il dono! – frutto dell'intero mistero pasquale, emesso dal soffio di Gesù morente sulla croce e dal soffio del Signore nella sua risurrezione.

Passione e risurrezione per Giovanni sono un atto unico e indivisibile. ( Vedi ultima lectio )

3 – Lo Spirito è chiamato a compiere tre miracoli.

Il primo è di attualizzare l'evento storico di Gesù, accaduto in un tempo e in un luogo, rendendolo disponibile per ogni tempo e per ogni luogo.

Lo Spirito è il protagonista che mantiene aperta la storia di Gesù rendendola perennemente attuale e salvifica.

Senza la Spirito la storia di Gesù – compresa la sua risurrezione – sarebbe rimasta una storia chiusa nel passato, non un evento perennemente contemporaneo.

Lo Spirito è la continuità fra il tempo di Gesù e il tempo della Chiesa.

Certamente ci sono anche altri fattori di continuità: le Scritture, il ricordo delle parole di Gesù, gli apostoli.

Tuttavia il vero fattore della continuità è lo Spirito.

"Lo Spirito della verità darà testimonianza di me".

"Senza lo Spirito Santo Dio è lontano,

il Cristo resta nel passato,

il Vangelo è lettera morta,

la Chiesa una semplice organizzazione,

l'autorità una dominazione,

la missione una propaganda,

il culto un'evocazione

e l'agire cristiano una morale da schiavi.

Ma nello Spirito Santo

il cosmo si solleva e geme nelle doglie del parto,

il Cristo risuscitato è presente,

il Vangelo è potenza viva,

la Chiesa è comunione trinitaria,

l'autorità è servizio,

la missione è Pentecoste,

la liturgia è memoriale e anticipazione,

l'azione dell'uomo diventa divina." ( Ignatios di Latakia ).

Così, senza l'amore che lo Spirito effonde, tutto perde senso.

4 - Il secondo miracolo è di trasformare il discepolo in testimone: "E anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio".

Nel grande processo tra Cristo e il mondo che si svolge entro tutta la storia, lo Spirito depone in favore di Gesù.

Non si tratta di una testimonianza direttamente rivolta al mondo, ma rivolta al mondo attraverso il discepolo.

Lo Spirito testimonia nel cuore del discepolo.

Davanti alle ostilità che incontreranno, i discepoli saranno esposti al dubbio, allo scandalo e allo scoraggiamento: lo Spirito difenderà Gesù nel loro cuore, li renderà sicuri nella loro disobbedienza al mondo.

I discepoli avranno bisogno di certezza: lo Spirito gliela offrirà.

Molti pensano che lo Spirito sia qualcosa che si aggiunge a quello che siamo.

Quindi ne posso fare anche a meno.

Ma lo Spirito non è un di più, ma qualcosa che noi già siamo.

Lo Spirito non è nient'altro che il modo con cui Dio abita in noi.

S. Teresa di Calcutta disse ad un giornalista: "Vede, io Dio lo vedo chiaramente.

È qui, in questo uomo che soffre o in quello di quel letto lì, abbandonato da tutti.

Dio è in me, Dio è in lei.

Se lei non lo vede non è un affare mio.

Per me la cosa è così evidente".

Che cosa vedeva quella donna?

Che occhi aveva per vedere Dio presente in ogni creatura?

S. Francesco vedeva Dio nell'acqua, nel sole, nella luna e perfino nella sorella morte.

Dipende solo da come tu guardi le cose.

Si tratta di andare oltre le apparenze.

Gesù vedeva i peccatori e mentre tutti si fermavano all'apparenza ( "Siete peccatori, avete sbagliato, lontani da Dio" ), Lui sapeva cogliere la luce che li abitava.

Sulla croce era vicino ad uno che aveva ucciso e mentre tutti vedevano il malfattore, Lui gli disse: "Oggi sarai con me in Paradiso".

5 – Il terzo miracolo è di suscitare un incontro personale, intimo, pieno, con il Signore e la sua verità: "Lo Spirito Santo … vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà quanto vi ho detto … Egli vi guiderà a tutta la verità".

L'insegnamento dello Spirito è anzitutto memoria: lo Spirito ripete le parole di Gesù, non aggiunge altre sue personali verità.

E tuttavia il suo insegnamento non è ripetitivo.

Non aggiunge nulla alla rivelazione di Gesù, però la interiorizza e la rende presente in tutta la sua pienezza.

Dunque una conoscenza interiore, viva e attuale e progressiva.

Non un progressivo accumulo di conoscenze, ma piuttosto un progressivo viaggio verso il centro: dall'esterno all'interno, da una conoscenza per sentito dire a una comprensione personale, attuale e trasformante.

Lo Spirito ci comunica la grazia di Cristo e ci rende capaci di vivere secondo quel nuovo stile di vita che Gesù ha portato sulla terra.

Se lo Spirito Santo è in noi, non c'è più posto per la paura e lo scoraggiamento perché Egli è molto più forte di tutte le inclinazioni al male che portiamo in noi.

È una grande iniezione di ottimismo perché ci fa entrare in un rapporto nuovo col Padre celeste, quel rapporto filiale che è proprio di Gesù.

Lo Spirito ci conduce alla comprensione piena del Cristo.

( La lectio contribuisce a gustare lo Spirito che illumina il Vangelo di nuove luci e vi fa brillare nuovi sensi, scava in profondità e ci fa assaporare le sue parole ).

Lo Spirito ci ricorda che Dio è sempre al di là di ogni umana comprensione, ci invade e ci possiede senza che lo possiamo contenere e possedere, mistero inesauribile nel quale penetriamo come in un oceano infinito, nel quale avremo la gioia del sempre nuovo.

6 – ( Colloquio personale )

Potremo mai capire chi tu sei o Spirito Santo?

Del Padre, Gesù ci ha tanto parlato, il Figlio, si è reso presente in Gesù, ma Tu, ineffabile amore, ti nascondi e mai ti lasci pienamente afferrare, reale come il soffio del vento e come il vento impalpabile.

Sarà questo ciò che Gesù vuol dirci quando ci parla della tua missione di guida verso la Verità tutta intera?

Egli è venuto per svelarci il mistero di Dio e il suo piano d'amore sulla creazione e su ognuno di noi.

Ma è una verità abissale come Dio.

Non ci basterà questa vita per comprenderla e lasciarci da essa avvolgere e trasformare.

Non basterà neppure l'eternità, dove andremo di cielo in cielo, di meraviglia in meraviglia.

Ed ecco la tua missione: condurci sempre più dentro il Mistero, tu che sai la verità, che sei la Verità.

Con la tua guida la Verità si fa storia e la storia si fa Verità.

Come dare testimonianza se tu non ci dai testimonianza?

Vieni, Spirito di Verità, parlaci delle cose di Dio, portaci nella Verità, rendici verità, parola fatta vita.

Illumina il nostro cammino, dona senso alla nostra storia: che possa sfociare nel mare infinito dell'amore di Dio, dove continueremo, con la tua guida, la conoscenza della Verità senza fine nel mistero del Padre e del Figlio, a te uniti per l'eternità.

7 – Il Vangelo di Giovanni si chiude con l'affermazione: "Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere"( Gv 21,25 ).

"Lo Spirito Santo non scrive più vangeli se non nei cuori; tutte le azioni, tutte le esperienze dei santi sono il vangelo dello Spirito Santo.

Le anime sante sono la carta, le loro sofferenze e le loro azioni sono l'inchiostro.

Lo Spirito Santo, con la penna della sua azione, sta scrivendo dei vangeli viventi, che non potranno essere letti che nel giorno della gloria quando, dopo essere usciti dalla tipografia di questa vita, saranno pubblicati.

Che bella storia!

Che libro meraviglioso lo Spirito Santo scrive attualmente!

Esso è in corso di stampa, e non c'è giorno in cui non se ne compongano i caratteri, non vi si applichi l'inchiostro, non se ne stampino i fogli" ( Commento di uno scrittore di teologia spirituale del 1700 ).

Dopo la Pentecoste la liturgia ci apre al "tempo durante l'anno", il tempo ordinario, il nostro tempo.

Dopo averci fatto leggere il Vangelo di Gesù, fino alla sua passione e risurrezione, ascensione al cielo e invio dello Spirito, ora lo Spirito Santo sta componendo la continuazione di quel Vangelo, ciò che ancora non è stato scritto: la nostra di Gesù in noi, la vita della Chiesa.

Siamo chiamati ad essere un vangelo vivo.

Impariamo a fare più spazio nella nostra vita spirituale allo Spirito Santo, come Maria, modello per eccellenza.

Don Osvaldo