I segni dei tempi

15-12-2007

Don Mauro Agreste

Indice

1) Essere capaci di distinguere i segni dei tempi
2) Per coloro che lo amano e che lo cercano, non è un problema aspettare il Signore
3) Per ciascuno di noi ci sarà l'avvento glorioso, ma anche l'avvento individuale
4) La salvezza non è un obbligo che Dio ti mette addosso
5) Questi sono i segni che accompagnano la venuta del Signore: la scelta quotidiana, il sì
6) Ora noi come tempio dello Spirito Santo, in quanto battezzati, abbiamo la grazia di Dio
7) Perché siamo in grado di rispondere il nostro sì quotidiano; questi sono i nostri segni dei tempi
8) La salvezza della nostra vita significa: chi vede te, vede Lui
9) Il Signore tornerà; chiede: "Ci sarà ancora la fede sulla Terra o ci sarà solo tanta religione?
10) Il Signore ci dia, dunque, la grazia di saper vedere i segni dei tempi che stiamo vivendo

Dal Vangelo secondo Matteo

Nel discendere dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: "Perché gli Scribi dicono che prima deve venire Elia?", ed egli rispose: "Sì, verrà Elia, e ristabilirà ogni cosa.

Ma io vi dico: Elia è già venuto, e non l'hanno riconosciuto, anzi l'hanno trattato come hanno voluto.

Così anche il figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro.

Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista. ( Mt 17,9-13 )

Parola del Signore.

Omelia

1) Essere capaci di distinguere i segni dei tempi

Il discorso si inserisce un pochino su quanto abbiamo già avuto modo di riflettere, nel tempo della meditazione, di questa mattina, quando ci veniva detto di essere capaci di distinguere i segni dei tempi.

È un problema che tocca tutte le generazioni, come avete potuto vedere è un problema che ha toccato anche la generazione di Gesù.

Quando Dio interviene nella Storia lo fa sempre rispettando il libero arbitrio delle persone; perché se Egli intervenisse in modo inequivocabile allora le nostre scelte non sarebbero autonome, non sarebbero sotto la luce della libertà, non sarebbero più una nostra scelta, ma saremmo, in qualche modo, pilotati, guidati, quasi costretti, allora la libertà dell'uomo non si potrebbe esprimere e dunque gli atti che vengono compiuti non sarebbero atti degli uomini, sarebbero atti di costrizione.

Così pure gli interventi che Dio fa nell'ambito della Storia, sono interventi che solo all'occhio attento appaiono come un intervento di Dio nella storia degli uomini.

Così è per la vita di ciascuno di noi; così è nei grandi eventi, quelli che riguardano la salvezza, ma così anche nella quotidianità, come vedete, tra pochi giorni, celebreremo il ricordo della venuta in mezzo a noi del Verbo di Dio, e più di una volta avremo modo di meditare come Egli venne in mezzo a noi, in una piccola grotta ecc… ma non tutti si accorsero della Sua venuta.

Mentre Gerusalemme e Betlemme erano ricolme di persone che lì si recavano per assolvere agli obblighi del censimento, e c'era questa stella che stava arrivando ecc… nessuno si accorse che tutti questi erano segni che il Signore aveva già lasciato, nell'arco dei secoli, e che aveva già preannunciato, attraverso la bocca dei Profeti, e che indicavano la Sua imminente venuta nel suo popolo.

Ora da quell'epoca ai nostri giorni, sono passati più di duemila anni, e tutto quanto il Signore aveva annunciato di sé stesso si è già tutto realizzato, c'è ancora una cosa che si deve realizzare, ed è il Suo ritorno, la Sua venuta nella gloria.

Anche per la Sua venuta nella gloria, il Signore negli scritti evangelici e nel N.T. ha lasciato molti segni, e al di là di quello che uno concretamente si può aspettare, venga adesso o venga fra cento anni, è evidente che il tempo che noi stiamo vivendo nella liturgia, che è il tempo dell'Avvento, è un tempo che ci spinge riflettere sull'attesa della venuta del Messia.

2) Per coloro che lo amano e che lo cercano, non è un problema aspettare il Signore

Vedete per coloro che lo amano e che lo cercano, non è un problema aspettare il Signore, anzi il problema è: ma quando verrà il Signore?

Invece per tutti coloro che non lo cercano la venuta del Signore, con potenza e gloria, risulta essere qualche cosa di terrificante e di traumatico.

Invece, se sappiamo distinguere i segni dei tempi, sappiamo che è ormai tempo di svegliarci dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.

Ogni istante che passa è un istante in meno al ritorno del Signore Gesù.

Però non dimentichiamo mai che, certo, come è stato promesso così sicuramente avverrà, il Signore con potenza e gloria grande come è stato visto salire sopra le nubi del cielo, così ritornerà sulle nubi, e tutti lo vedranno.

L'Avvento, che noi viviamo nella liturgia, ci parla sicuramente di questa venuta gloriosa di Gesù, ma non solo di questa.

È l'Avvento che ci parla dell'Avvento dell'A.T. il tempo della preparazione e il tempo dell'attesa; ma è anche il tempo in cui il credente che vive nel N.T. è chiamato a preparare il proprio avvento personale.

3) Per ciascuno di noi ci sarà l'avvento glorioso, ma anche l'avvento individuale

Per ciascuno di noi ci sarà l'avvento glorioso, ma anche l'avvento individuale cioè quel giorno, che conosce solo il Signore, in cui Lui verrà, busserà alla porta del nostro cuore, e ci dirà: "Vieni, è ora di andare a casa."

Ed è su questo avvento che si gioca tutto il tempo che noi abbiamo a disposizione su questa terra.

Perché se fossimo saggi nel saper misurare con gratitudine i giorni che il Signore ci concede su questa terra, saremmo anche così accorti da saper interpretare i segni dei tempi, e di saper capire che ogni giorno che passa, è un giorno di grazia che il Signore ci concede, perché ci possiamo avvicinare di più a Lui.

Ora il rischio, che molti vivono alla leggera, è il considerare che questo avvento del Signore sia sicuramente un giorno di successo e di gloria; perché diciamo: certo il Signore è morto in croce per salvare tutti gli uomini, e quindi siamo sicuramente salvati.

4) La salvezza non è un obbligo che Dio ti mette addosso

Certo, dal punto di vista di Dio, ogni uomo per il quale Lui ha versato il Suo sangue, è stata donata la salvezza.

Ma la salvezza non è un obbligo che Dio ti mette addosso, non è un giubbotto di salvataggio, la salvezza è una scialuppa; la salvezza è qualche cosa che ti viene offerto, non che ti viene imposto.

Ecco perché, per quanto drammatico possa essere pensarci, è data agli uomini la possibilità della sconfitta definitiva, la rovina totale della propria esistenza.

Quando l'incapacità di dare un senso ai giorni che il Signore ci da, fa si che le persone scelgano nel disimpegno, nel disinteresse, mettendo sé stessi prima di ogni altra cosa.

Questo produrrà la sconfitta definitiva, è una parola molto conosciuta quanto terrificante e si chiama: Inferno.

È una sconfitta definitiva che colpisce l'anima che ne è responsabile, ma che in qualche modo, che a noi non è pienamente conosciuto, colpisce anche la dignità e la gloria dell'Onnipotente, senza scalfire la Sua maestà e il Suo splendore.

A ogni anima che si getta nella sconfitta definitiva, è un'anima che non ha accettato il sangue dell'Agnello che è stato versato; non ha lavato le vesti nel sangue dell'Agnello, ed esse non sono diventate splendenti come avrebbero dovuto essere.

5) Questi sono i segni che accompagnano la venuta del Signore: la scelta quotidiana, il sì

Questi sono i segni che accompagnano la venuta del Signore: la scelta quotidiana, il sì.

Dopo il sì di Maria che abbiamo contemplato il giorno del ritiro dell'8 dicembre, non possiamo dimenticare che tutti i nostri sì, hanno il prototipo e l'impulso dal sì di Maria.

In quell'occasione Dio ha lasciato il più grande di tutti i segni; si è inchinato di fronte alla creatura e le ha chiesto il permesso di operare grandi cose attraverso la sua disponibilità.

La disponibilità di Maria rende possibile a Dio, di operare delle cose grandiose, stupefacenti, non solo in lei, ma per lei, per tutta l'umanità.

Ora non possiamo limitarci ha contemplare il sì di Maria, un tipo di venerazione che è il più grande tipo di venerazione, che non va scambiato con l'adorazione, e che si chiama iperdulia, considerando questo suo atteggiamento e questa sua disponibilità come unica e irripetibile; perché sulla parola del Signore, noi siamo chiamati a percorrere il medesimo cammino, per sentirci dire da Dio le medesime cose che Dio, tramite l'Arcangelo Gabriele, disse a Maria.

Ricorderete tutti quella volta in cui quella donna del popolo, in un eccesso di entusiasmo, gridò: "Beato il grembo che ti ha portato, il seno da cui hai preso il latte", e Gesù rispose in un modo, che per chi ha l'orecchio attento, dovrebbe essere una grande consolazione, perché Lui non dice no, non è vero, invece dice un rafforzativo: "Beati piuttosto" che non vuol dire lei non è beata, vuol dire invece: "é vero, però io vi dico di più: beati, come lei, tutti quelli che fanno come lei, ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica".

Il sì di Maria, che ha una forza straordinaria perché è il primo si del Nuovo Testamento; non possiamo dimenticare che il dogma dell'Immacolata Concezione ( 1854 ) promulgato dal Santo Padre Pio IX, nella sostanza non dice che lei fu esente dalla nostra umanità, ma dice che lei fu la prima redenta per un singolare privilegio della Misericordia di Dio, che ha anticipato nell'istante stesso del concepimento, la grazia della redenzione, in virtù di quello che il Figlio avrebbe operato nella Passione, Morte e Risurrezione.

Il sì di Maria è il primo sì del N.T. e nel N.T. tutti sono inseriti nel cuore di Cristo, e il sì di Maria è il primo si di tutti gli altri sì, che sono dei sì kecaritomene, cioè ripieni della grazia di Dio e, volendo il Signore, che rimangano pieni di questa grazia di Dio.

6) Ora noi come tempio dello Spirito Santo, in quanto battezzati, abbiamo la grazia di Dio

Ora noi come tempio dello Spirito Santo, in quanto battezzati, abbiamo la grazia di Dio, abbiamo il pensiero di Cristo, direbbero le Lettere del N.T. abbiamo la Parola di Dio ma abbiamo anche il Suo Spirito, che non è solo il Suo modo di pensare, il Suo modo di essere, ma è uno Spirito personale che ci trasforma a immagine di Gesù Cristo.

Il nostro sì s'inserisce nel sì di Maria, a patto che siamo capaci di riconoscere i segni dei tempi, sia quelli cosmici che quelli soteriologici i segni della salvezza.

Bastano anche i segni personali di un Dio che manda il Suo angelo ad inchinarsi davanti a Maria, di un Dio che manda la sua presenza, il suo spirito, i suoi angeli, dinnanzi alla nostra vita, negli eventi che ci accadono, nelle persone che incontriamo, nelle cose che udiamo e che ascoltiamo.

7) Perché siamo in grado di rispondere il nostro sì quotidiano; questi sono i nostri segni dei tempi

Perché siamo in grado di rispondere il nostro sì quotidiano; questi sono i nostri segni dei tempi.

Elia è già venuto, era il Giovanni Battista; il Messia è già venuto, ci ha dato i suoi insegnamenti, ci ha dato i sacramenti, ci ha restituito l'A.T. ripieno di un significato eterno e infinito, ci ha dato Sua madre, e come se non bastasse, ci ha dato tutto sé stesso dandoci lo Spirito Santo.

Il risultato di tutto questo si chiama Chiesa, che siamo noi inseriti in Lui.

Dunque i segni dei tempi ci fanno capire che tutto è già avvenuto, manca una sola cosa: che Lui venga per stabilire il Suo regno eterno e infinito, i cieli nuovi e la terra nuova; non necessariamente la distruzione dell'universo, perché quando Dio crea, non crea per distruggere, ma per la gloria.

Allora Lui verrà, e non sappiamo quando.

E a ben vedere non è che ci interessa tanto, quando, ci interessa come noi siamo nell'attesa di questa beata speranza.

Che poi venga fra 10 minuti o fra 1000 anni non è molto importante, perché il Signore, che legge nel nostro cuore, vede le nostre attese; che cosa veramente attendiamo?

Attendiamo Lui, come le 5 vergini sagge, con le lampade ripiene di olio, o attendiamo la festa, come le 5 vergini stolte che avevano le lampade ma non avevano l'olio?

Siamo tra quelli che hanno il cuore ma non hanno il sangue oppure quelli che hanno il sangue di Cristo e il cuore funziona perché è un cuore nuovo e non è più un cuore di pietra?

Siamo tra i redenti che hanno accettato la guarigione del Signore, che ci ha fatto uscire dalla sclerocardia, cioè dal cuore di pietra, e che hanno ricevuto il cuore di carne?

8) La salvezza della nostra vita significa: chi vede te, vede Lui

La salvezza è entrata nella nostra vita? La salvezza della nostra vita significa: chi vede te, vede Lui.

Ora questo è il tempo dell'avvento; poi ci sono i segni cosmologici, i segni sociologici, i segni soteriologici, che ci fanno dire: ma quello che stiamo vivendo, ci parla della venuta prossima del Signore, cosa diremo: "aiuto, aiuto, oppure alleluia, alleluia?"

Certo la grande apostasia è in atto, lo vediamo il raffreddarsi della fede in Gesù Cristo come personale Signore e Salvatore, è un grave sintomo che è sotto i nostri occhi, e non possiamo negare che sia così.

La confusione dipendente da questa mancata accoglienza di Gesù come Signore e Salvatore è evidente davanti ai nostri occhi.

Non esiste più né uomo né donna, non esiste più una regola di vita, non esiste più, come possiamo dire, la verità in senso trascendentale, un punto di riferimento a cui fare riferimento per tutte le nostre scelte; queste sono delle conseguenze ovvie, naturali, quando si perde il lume della fede.

Stiamo attenti perché quando si perde il punto di riferimento anche la speranza non ha più un punto d'appoggio; e se viene meno la speranza, la fede viene sicuramente meno.

Il Signore, che è la luce del mondo, la luce vera che illumina ogni uomo, quella che le tenebre non hanno voluto accogliere, venga a risiedere dentro di noi, e ci trasformi in lampade; non che siano nascoste sotto il moggio, cioè sotto lo sgabello, ma che siano messe sul lucerniere perché facciano luce a tutta la casa.

9) Il Signore tornerà; chiede: "Ci sarà ancora la fede sulla Terra o ci sarà solo tanta religione?

Questi sono i segni dei tempi che stiamo vivendo, il Signore tornerà, si chiede: "Ci sarà ancora la fede sulla Terra o ci sarà solo tanta religione?

E voi che siete destinati ad essere portatori della mia luce, state portando la luce?

E voi, di cui io vi ho fatto essere sale della terra, state portando il sapore, o siete diventati come la polvere?

E voi che siete la città costruita sul monte siete visibili o vi siete camuffati dietro una foresta perché nessuno vi veda?"

Il Signore dia a ciascuno di noi la grazia dell'attesa ardente della Sua venuta; noi viviamo per Lui, ci muoviamo per Lui, siamo entusiasti anche di questa vita, in questo mondo, così adulterato, solo perché Lui l'ha redento e l'ha salvato.

Noi amiamo il prossimo non perché ci è simpatico, ma perché è amato da Lui, come Lui amò noi, perché noi siamo amati dal Padre.

10) Il Signore ci dia, dunque, la grazia di saper vedere i segni dei tempi che stiamo vivendo, e la forza di essere perseveranti

Il Signore ci dia, dunque, la grazia di saper vedere i segni dei tempi che stiamo vivendo, e la forza di essere perseveranti anche quando le tenebre cercheranno di coprire lo splendore della maestà di Cristo che, pur tuttavia, verrà nella gloria, prima nel tuo cuore, e poi in tutto l'universo.

Sia lodato Gesù Cristo.