Il Catechista a servizio come insegnante

22-11-2003

Don Mauro Agreste

Indice

1) Insegnante è colui che segna, mette un sigillo all'interno
2) Il Catechista è partecipe della grazia della Chiesa che insegna
3) Dio ti guida in un autentico cammino spirituale
4) Occorre un carattere forte, dono della fortezza
5) Indulgere è giustificare tutti gli atteggiamenti sbagliati
6) Dammi le anime, che io possa plasmarle
7) Insegnare è segnare all'interno la presenza di Dio
8) La testimonianza deve suscitare la curiosità spirituale

1) Insegnante è colui che segna, mette un sigillo all'interno

Siamo arrivati dove si parla del catechista al servizio come insegnante.

Insegnare, chissà quante cose si possono dire su questo!

Io partirei semplicemente da un'analisi superficiale, però tutto sommato anche molto utile, sul significato di questa parola.

Insegnare, è un verbo che sembra proprio provenire da una parola composta: segnare in, credo che in questa semplice analisi noi troviamo veramente il senso che la Chiesa si aspetti da chiunque faccia veramente con coscienza la missione di catechista.

Voi sapete che io amo parlare non solo del catechista, ma proprio del cristiano in genere.

Se un cristiano è autenticamente convinto di quello che sta facendo, non può tacere ciò che ha vissuto, mi sono spiegato?

L'insegnante è colui che segna all'interno.

Nell'ambito liturgico segno ha molte sfaccettature, però ci sono almeno due o tre eventi importanti all'interno della fede cristiana vissuta da ciascuno di noi, la parola segno assume una particolare importanza ed è nell'amministrazione di alcuni sacramenti in cui viene dato il carattere.

Il carattere in greco sia chiamato "freghis" da cui viene poi in italiano sfregio.

Che cos'è lo sfregio? Un segno che rimane; allora per questo significato onomatopeico cioè visibile, ecco questo significato visibile è stato applicato nell'amministrazione di questi sacramenti e i sacramenti che lasciano il carattere sono: il battesimo, la cresima e l'ordine sacro.

In questi tre sacramenti c'è il carattere, cosa significa?

Un sigillo impresso dallo Spirito Santo nell'anima di chi lo riceve, mi sono spiegato?

Questo vuol dire che la particolarità della grazia donata in quel sacramento rimane, per quanto tempo? Per sempre.

Anche nell'aldilà? Si.

Io nell'aldilà dovrò capire bene che cosa significhi "tu es sacerdos in aeternum secundum ordinem Melchisedek".

Però dato che l'ordine è una consacrazione in cui viene dato il carattere, vuol dire che nell'anima di ogni sacerdote rimane impresso per sempre il carattere sacerdotale, che è diverso dal sacerdozio comune dei fedeli, che tutti ricevono nel giorno del battesimo.

Quello è un tipo di sacerdozio, quello che fa riferimento al sacramento dell'ordine, è un sacerdozio ministeriale per l'amministrazione dei sacramenti e per la spiegazione della Parola, quindi riveste nel piano, nell'ottica di Dio un ambito del tutto particolare.

2) Il Catechista è partecipe della grazia della Chiesa che insegna

Allora voi capite che il catechista in qualche modo partecipa di questa grazia straordinaria della Chiesa che insegna.

Ma insegnare, voi capite, questa è solamente una piccola introduzione, è molto di più che divulgare, allora è lodevole che tutte quelle persone di buona volontà cerchino di spezzettare la lezione di catechismo, per farla capire a una classe di bambini scalmanati e tutto quello che vuoi.

Però io vorrei che tutti voi vi sentiste onorati e vi sentiste entusiasti di quello che è il progetto di Dio su di voi; perché essere catechista al servizio come insegnante significa che avete ricevuto una missione speciale e con la missione speciale anche una grazia speciale per l'esercizio di questo grande compito che il Signore vi vuole affidare e questa grazia speciale fa riferimento proprio a colui che segna dall'interno.

Allora il vostro grande desiderio spirituale la vostra preghiera continua, quando andate davanti al Santissimo, insomma in tutte le occasioni, voi dovreste sentirvi grandemente onorati per la scelta che Dio ha fatto su di voi.

Un po' come quando dite il Magnificat: d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Ecco lo dovete dire di voi stessi: d'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché? Perché colui che è santo ha posato lo sguardo sull'umiltà della sua serva.

Umiltà della sua serva in italiano è tradotto così, ma nel significato della lingua originale è molto diverso.

Cioè: la miseria della sua schiava vuol dire la piccolezza di colui/colei che si è dato totalmente a Dio.

3) Dio ti guida in un autentico cammino spirituale

Allora egli ha posato il suo sguardo, ha disteso la potenza del suo braccio, ha rovesciato i potenti dai troni, quindi Dio ha fatto tutto questo perché?

Posando il suo sguardo su di voi ha fatto di voi qualcosa di straordinario, di speciale, di unico e di irripetibile.

Questo deve essere dentro di voi come una realtà di fatto, che non vuol dire che voi di colpo siete diventati impeccabili, perché la verità è questa: solo se uno fa un autentico cammino spirituale la sua coscienza diventa sensibile.

Ossia più cammini nella spiritualità e più ti accorgi di quanti difetti hai, di quanti peccati hai di quante cose dovresti cambiare o migliorare, siete d'accordo con me?

Quando uno non fa un cammino spirituale quello è sempre a posto, è sempre santo non deve mai cambiare, sono gli altri che sbagliano, tu mai.

Quando tu cominci a fare un cammino spirituale ti accorgi invece di quante cose…….prima c'era un trave nel tuo occhio e volevi togliere la pagliuzza nell'occhio dell'altro.

Quando poi tu dici che facciamo noi un cammino spirituale, allora poi ti accorgi che gli altri hanno la pagliuzza, ma tu hai un trave, che poi oggettivamente può significare anche questo: magari tu non hai fatto degli aborti, non hai ucciso nessuno, non hai fatto chissà quali cose terrificanti che tanti altri che conosci hanno fatto, ma a te è diventato importante qualunque cosa che non sia come a Gesù piace, mi sono spiegato?

Quindi il cammino spirituale si vede proprio quando tu ti rendi conto che la tua coscienza è diventata sensibile, cioè tu ti accorgi delle cose che potrebbero andare meglio, diventi con un animo gentile, anche il tuo carattere cambia perché la persona che non fa un cammino spirituale sapete che cosa dice?

Io sono così, mi dovete accettare così; la persona che fa un cammino spirituale invece dice; io sono così, abbiate misericordia di me, scusatemi, perdonatemi, aiutatemi a migliorare.

C'è differenza? Una grande differenza!

4) Occorre un carattere forte, dono della fortezza

Allora vi ricordo che tanti, tanti grandi santi avevano un carattere terrificante, terribile e un po' è giustificabile questo, sapete perché?

Perché se tu non hai un carattere forte come fai a vivere la mortificazione nel senso cristiano, che significa far morire lo spirito del mondo dentro di te?

Per far vivere lo spirito di Dio dentro di te?

Se tu sei un mollicchio sarai sempre portato a giustificare tutto e tutti; eh ma bisogna avere misericordia del peccato, qui e là su e giù; va bene io ho misericordia del peccatore, ma non del peccato.

Allora capisci molto bene che un fondatore, un santo ecc. avrà un carattere molto rude e molto forte, un carattere primario perché?

Perché ha preso una decisione forte a seguire il Signore, quindi la segue nonostante tutto andando avanti contro la corrente.

Don Bosco se non avesse avuto un carattere così forte sarebbe entrato in crisi e non avrebbe più fatto quello che ha fatto, visto le difficoltà che ha avuto.

E così pure il Cottolengo, Padre Pio la stessa cosa, Padre Charles de Foucauld ( missionario e fondatore dei Piccoli Fratelli di Gesù ) la medesima cosa e la Madre Teresa di Calcutta?

Poi guardatevi pure tutta la vita di tutti i santi. Cosa vi posso dire di Francesco di Assisi?

Quando addirittura l'hanno fatto fuori, lui fondatore e non era più niente.

Bisogna proprio avere un carattere estremamente forte molto rigido, molto fermo sulle decisioni per seguire il Signore.

Quindi attenzione bene non siate tra coloro che confondono il carattere forte con il carattere ostinato.

Carattere ostinato è il carattere che non vuole accettare le correzioni; il carattere forte si differenzia dal carattere ostinato, perché nel carattere forte c'è l'umiltà, nel carattere ostinato non c'è.

La persona umile accetta il suggerimento e le correzioni degli altri, la persona ostinata ha sempre da dire: ma, però, secondo me e qui e là e su e giù, mi sono spiegato?

Quindi attenzione, io mi aspetto da voi che siate forti, non per niente la fortezza è uno dei doni dello Spirito Santo, non l'ostinatezza. Chiedete il dono della fortezza.

5) Indulgere è giustificare tutti gli atteggiamenti sbagliati

Nella nostra cultura esiste il relativismo esasperato, l'individualismo che si è trasformato in un'indulgenza fuori luogo su tutto e su tutti.

Indulgere è giustificare tutti gli atteggiamenti sbagliati del nostro tempo, delle nostre culture non significa essere buoni, significa essere deboli e la debolezza non aiuta a vivere, perché il mondo è cattivo e resterà cattivo e se noi ai nostri giovani non insegniamo la differenza tra il bene e il male, perché diciamo; eh ma in fondo bisogna essere così, arrendevoli qui e la su e giù, noi li facciamo tonti, noi facciamo il male di queste persone e quando andremo nell'aldilà il Signore ci dirà: tu hai agito male, perché invece di insegnare il bene per paura di non essere accettato per quello che tu dicevi hai preferito dire tutto quello che gli altri dicevano.

Era più comodo, è più comodo dire che il diavolo non esiste, che l'inferno non esiste, perché se tu dici che invece esiste allora tu ti rendi impopolare, ti rendi retrogrado ti rendi reazionario, però intanto dici la verità nel senso che c'è la possibilità di sbagliare per sempre tutta l'eternità, se tu non sai che c'è quel pericolo.

A un certo momento se tu conosci la strada e quello che guida la macchina davanti a te non la conosce e c'è' la nebbia tu gli dici: attenzione che là c'è una curva; ah non gliela dico così lui va fuori nel precipizio, così ci vai anche tu insieme!

E tu che non hai corretto il tuo fratello che sbagliava perirai anche tu.

6) Dammi le anime, che io possa plasmarle

Quindi ricordiamoci, bene certo che non è così facile fare l'insegnante perché l'insegnante è colui che segna dall'interno, colui che mette uno sfregio all'interno, un segno, un sigillo e che dice: questo è mio, questo è di Dio. "Dammi le anime il resto prenditelo pure" aveva chiesto don Bosco il giorno della dell'ordinazione.

Allora voi dovete fare le stesse cose pregate tutti i giorni quando fate la comunione: Signore dammi le anime, dammele, che io possa plasmarle, dammi i loro cuori che siano cuori docili che io li voglio plasmare e te li voglio dare tutti, voglio che i cuori di queste persone che mi stai dando siano docili si possano riempire di Te.

Dammeli, dammeli, ditelo continuamente; andate per far la spesa, ogni passo: dammi le anime dammi le anime Signore e te le voglio ridare tutte.

Sfruttate tutte le occasioni. Il cristiano vive con i piedi per terra, è molto equilibrato con il cuore e la testa nei cieli, questo è il segreto.

7) Insegnare è segnare all'interno la presenza di Dio

Gesù c'è, Gesù mi ama, Gesù mi parla, Gesù mi guida, Gesù mi vuole.

Questo dovete lasciare, poi tutto quello che è dottrina viene dopo, prima l'insegnamento cioè segnare all'interno la presenza di Dio.

Chiunque ascolti al vostra testimonianza al termine del racconto, di quello che vi è capitato, non devi dire, oh guarda caso, ma guarda un po' quello che è successo!

Deve avere dentro il cuore questa idea: ma guarda come il Signore si è fatto presente nella vita di quella persona.

Deve essere molto chiaro che al termine di quello che voi racconterete, il Signore è colui che ha agito.

Si è servito di quella macchina, di quella persona, di quel caso particolare, ma chi agiva era il Signore.

Nella testimonianza è importante dire: come eravate prima dell'incontro del Signore, come vi siete accorti che quell'incontro era l'incontro del Signore, che cosa è cambiato da quel momento e come il Signore guida la vostra vita dopo. Mi sono spiegato?

Mi raccomando le testimonianze devono riguardare dei fatti realmente accaduti, ma non devono essere troppo personali; dev'essere qualche cosa che si può fare in gruppo, la testimonianza a tu per tu è un'altra cosa.

Quella in gruppo deve essere una testimonianza che aiuta gli a capire che il Signore c'è, che agisce nella vita delle persone, che lo si può ascoltare, che parla anche a te; e poi dev'essere una cosa tutto sommato breve.

8) La testimonianza deve suscitare la curiosità spirituale SPIRITUALE

Preparate questa vostra testimonianza e la volta prossima ascolteremo qualcuno, sapendo che il tempo è quello che è, quindi dovrete essere capaci di sintetizzare; e dalle testimonianze che verranno fuori darò qualche piccolo suggerimento, perché voi possiate preparare le vostre testimonianze.

Voi sapete che il vostro insegnamento avrà efficacia, se voi sarete stati capaci di attrarre il cuore di coloro che vi ascoltano.

Se voi dite, adesso vi devo dare questo insegnamento, il Signore ci vuole bene qui e là su e giù ecc. ecc. è una cosa, ma se voi dite, ma lo sai che il Signore ci vuole veramente bene, lo sai cosa mi è successo?

Allora io stavo vivendo questa situazione, sentivo così così, a un certo momento, una persona mi ha parlato del Signore io non ci credevo, però ho voluto fare questo e quest'altro che mi ha detto e di colpo ho sentito dentro di me, ( quindi dovete dire quello che avete sentito ) che succedeva questo, ho avvertito questo, ho avuto questa intuizione, una parola è venuta nella mia mente e ho cominciato a capire che aveva un altro significato ecc. ecc.

Da quel momento è successo così e così nella mia vita, e io ho capito, a distanza di anni ho capito che quello era il Signore che mi ha parlato, mi ha suggerito che mi ha detto, mi ha fatto ecc. ecc.

Quale delle due cose ha avuto più efficacia? La seconda.

Lo stesso insegnamento Gesù ci ama, Gesù mi ama, Gesù fa questo Gesù ha fatto questo per me, allora voi dovete dare la testimonianza.

Mi raccomando non suscitate la curiosità umana, ma la curiosità spirituale sì; quindi attenzione bene, ricordatevi che nel vostro discorso di testimonianza, qualunque volta voi lo facciate, deve essere pronunciata almeno una volta l'espressione "il Signore".

La testimonianza è cristocentrica sempre, però bisogna anche psicologicamente dirlo: il Signore ha fatto questo per me.

Perché se no ci sono persone che ascoltano le testimonianze con curiosità morbosa umana, invece se voi premettete l'espressione: "il Signore", subito nel subconscio la persona capisce che stiamo ad un altro livello, allora capisce che c'è un intervento soprannaturale e la curiosità non è più quella umana morbosa, ma diventa una curiosità spirituale, proprio quella di cui noi abbiamo bisogno.

Sia lodato Gesù Cristo